E' veramente interessante. Non e' un testo storico, nonostante il titolo e i protagonisti di questo dialogo.
E' un esercizio di immaginazione, particolarmente riuscito, che vede Marinetti e Mussolini incontrarsi presso lo studio del primo e tra dialoghi estremamente serrati le difficoltà del secondo a sostenere a volte il confronto.
La bellezza di questo testo risiede proprio nel fatto che, nonostante sia nato dalla fantasia dell'autore, e' plausibile e quasi reale in tutto il suo svolgimento surreale, a volte quasi ridicolo. Persino D'Elia, architetto futurista, ritrova una sua dignita', anche nel rivelarsi totalmente dipendente dalla figura marinettiana (cosa realmente avvenuta poi!).
L'essere plausibile e' dato proprio da questo rendere i personaggi piu' vicini alla loro reale natura, trattare Marinetti come un visionario ma, al contempo, come un uomo dotato di un particolare acume (che non significa che sia un pregio) e come un buon osservatore della situazione italiana. E, verosimile, appare anche Mussolini, all'inizio della sua carriera, ancora indeciso su quale sia la sua posizione rispetto al panorama culturale e politico del tempo.
Non accennero' alla trama perche', essendo un atto unico, e' un libricino scorrevole e piacevole e rischierei di rovinarne la bellezza. E, se devo trovare una pecca, forse l'introduzione e' un po' ampollosa rispetto la leggerezza del racconto nella sua ansia di restituire l'immagine del tempo. Io l'avrei alleggerita un po', ma questa non e' colpa dell'autore:)
Questo testo mi e' arrivato tramite una catena di lettura, ma mi e' piaciuto talmente tanto da non poter fare a meno di averene una copia in casa e di sperare di vedere quest'operetta a teatro.
L'autore e' Stefano Cerioni.
Se vi interessa contattatemi e vi dico come entrarne in possesso.
Simona Scravaglieri
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