domenica 30 ottobre 2011

L'ha detto... Marcel Proust


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Si guarisce da una sofferenza solo a condizione di sperimentarla pienamente.
Marcel Proust


venerdì 28 ottobre 2011

"Un calcio in bocca fa miracoli", Marco Presta -Soggettivo o oggettivo?Questione di penne...

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E' difficile dare un suggerimento per questo libro, perchè per il mio personale gusto non rientra far quelli che per me sono definibili tra quelli che proprio mi sono piaciuti da morire tanto da aver voglia di riaprirli in futuro. E non è che non ne abbia le qualità, anzi è un libro ben scritto e curato (sia nella scrittura, che nell'editing e nell'oggetto libro, quindi vale il prezzo di copertina e, stupite, lo sto dicendo di un libro Einaudi!). Per spiegarmi meglio voglio parlarvi un pò di quel che si tratta.

La trama è piuttosto semplice, il protagonista che è un attempato anziano arzillo, ci fa entrare in un momento particolare della sua vita di pensionato (quelle che noi ci chiediamo come siano ogni volta che rimaniamo a casa dall'ufficio o abbiamo un impegno urgente e rimaniamo incastrati nel traffico!). Vita che non è così calma come ce la sogniamo noi, ma con mille impegni. Amici con sogni quantomeno particolari, contatti, furti di penne ai negozianti, chiacchiere e portinaie che se la fanno con il barista invece di dare la giusta attenzione a chi, secondo il suo stesso insindacabile parere, potrebbe dar loro l'adeguata attenzione che sarebbe dovuta. Se poi ci aggiungiamo, una ex moglie che se n'e' andata sbattendo la porta perché siamo sempre stati assenti, convinti che bastava un sì per essere a posto tutta la vita, e una figlia perfetta che comincia a ripensare le basi del proprio matrimonio...abbiamo finalmente un quadro completo. 

Non mi metterò a raccontarvelo tutto, perché è una storia che comunque merita di essere letta. Ma, la sostanza, sta nel fatto che il personaggio principale, che narra in prima persona le vicende, è lo scorbutico della situazione; uno di quelli cui non sta bene quasi nulla e il suo motto è molto vicino al "vivi e lascia vivere" e, secondo me, ci aggiungerebbe anche un "E se hai problemi non chiamare me!".
Ebbene fra una battuta di spirito fatta ad Armando, l'amico dai buoni sentimenti, e la riscoperta del ruolo di padre si snoda una storia che viaggia sul sottile confine che sta tra la parodia e la favola. Il tutto narrato con spirito e umorismo non eccessivi e nemmeno che trascendano nel volgare, cosa alquanto rara oggi. 

Ora se la domanda che sale è "Ma perché mai non le è piaciuto?" la risposta è alquanto semplice. Perché è solo una storia, perché anche nella rappresentazione sarcastica del nostro mondo ho visto una morale fine alla storia e non costruita per un lettore. E quindi, il giudizio che posso dare di questo libro è "oggettivamente" pari a:
 "Una bellissima storia da leggere, con tratti parodici esilaranti e molto realistici che la rendono una storia di intrattenimento scritta in maniera scorrevole e incisiva";
e "personalmente" e invece:
"Una bella storia, fine a se stessa - nel senso di nata per intrattenere e così congegnata fino alla fine- per la quale ti puoi anche ritrovare commossa per il finale, ma che non va oltre la chiusura del libro stesso. Ovvero nel momento in cui lo chiudi, è come se salutassi per sempre quei personaggi che sono creati solo per rimanere nei confini del testo".

Ora, se fossi io a leggere questa mia recensione, prenderei in considerazione il giudizio oggettivo del libro e non quello soggettivo. Nel mio caso sto scrivendo a chi passerà e lo leggerà e, visto che questo blog narra delle mie impressioni, ho trovato giusto inserire anche quello che io, come lettrice, ne penso "soggettivamente", che, appunto per la sua naturale limitazione ai gusti del "soggetto medesimo" non è detto che sia di uguale resa per tutti.
Qualora lo abbiate letto o vi stiate accingendo a farlo e laddove abbiate voglia di dirmi la vostra, sono comunque a disposizione, visto che come al solito la zona comment sotto i miei post è aperta.
Ci tengo a ribadire che nonostante il libro non sia lunghissimo, per qualità del lavoro, di editing e di cura di impaginazione il suo prezzo è commisurato a quello che si compra. Quindi, nel caso in cui non siate come me in sciopero contro la legge sui libri (quelli che leggete in questo periodo sono relativi ad acquisti fatti fino al 30 di agosto!), è un libro su cui investire o comunque da conoscere.
Buone letture a tutti,
Simona


Un calcio in bocca fa miracoli
Marco Presta
Einaudi Editore, ed 2011
Collana "I coralli"
Prezzo 16, 50€



mercoledì 26 ottobre 2011

[Dal libro che sto leggendo] Un calcio in bocca fa miracoli

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Questo libro mi è stato consigliato dalla fatina delle letture, il problema è che è molto divertente e pieno zeppo di cose che, seppur non sia vecchietta, già oggi noto anche io. E' un problema perché l'ho trovato un pochino come se mi si volesse comprare con delle cose che si sa già che sono condivisibili a monte.
Però è un libro che scorre abbastanza bene e se non volete fare una lettura impegnata o siete vena di ridere o anche di vedere una piccola storia d'amore crescere, questo libro è sicuramente quel che fa per voi.
Ho scelto questo pezzo perché anche io cercavo il silenzio uscendo dalla città...e ancora oggi lo sto cercando...prima o poi lo troverò...speriamo! ;)
In fondo a questo pezzo trovati i riferimenti del libro.
Buone letture a tutti!
Simona

Il silenzio è la cosa più straordinaria che esista in natura, lo si può interpretare in maniera filosofica e artistica ma alla fine è costituito semplicemente dall'assenza di rompicoglioni nelle vicinanze.
Una condizione molto rara e dura quanto l'esistenza di una farfalla cavolaia, destinata a crepare al passaggio della prima utilitaria.
Una trentina di anni fa, mi è capitato di lavorare nella villa circondata da un parco di un ricco vero, uno che aveva tutti requisiti per appartenere alla categoria, comprese che un paio d'inchieste giudiziarie a carico.
Intorno non si sentiva nulla, il mondo era stato colto da un mutismo improvviso e assoluto. Niente televisioni accese, né latrati di cani o grida di bambini.
Mi sentivo disorientato, speravo di udire un rumore di un trapano, un trattore, un corteo di metalmeccanici, un aereo in decollo, la carica di un reggimento di ussari.
C'era nell'aria qualcosa di inverosimile per uno come me, abituato a sentire lo sciacquone dei vicini attraverso il muro del soggiorno.
Mi accorsi che il ritmo della mia respirazione era cambiato, più lento, i muscoli più erano rilassati, la mente vuota e serena.
Cominciavo ad accettare l'idea che il Creato potesse interrompere il suo immenso karaoke e lasciarmi in pace, in quell'angolo di mondo.
Tornò il padrone di casa e, con una voce che sembrava un colpo di mortaio, disse che per prima cosa dovevo riparare il gazebo.
Avrei voluto dirgli: "Zitto, imbecille, goditi il nulla"
Naturalmente non lo feci.
Il sislenzio se n'era andato via e non l'ho più incontrato, così perentorio.
Quello che i ricchi possono comprare davvero con i loro miliardi, e a differenza nostra, è proprio il silenzio.
Non so perchè ho parlato di questo." 

Il libro da cui è tratto è:

Un calcio in bocca fa miracoli
Marco Presta
Einaudi Editore, ed. 2011
Collana "I Coralli"
Prezzo 16,30€

domenica 23 ottobre 2011

Quando ancora c'erano gli Editori seri...Feltrinelli, Eco, Mondadori, Garzanti e altri in un'inchiesta di Silori ...

Un lavoro abbastanza datato...le inchieste di una volta, in questo caso di Silori, che ci racconta dei tempi in cui gli Editori, facevano veramente il loro lavoro e il libro era un prodotto realizzato con valore non solo intrinseco ma anche di fattura. Visto che per evolvere a volte bisognerebbe guardarsi dietro, prima di  difendere la "Legge sul prezzo dei libri" proprio avendo presente i tempi in cui il libro era veramente veicolo di cultura.




venerdì 21 ottobre 2011

"Un ragazzo" Nick Hornby - L'accettazione di se stessi...

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Se c'è una cosa difficile è proprio quella di riconoscersi e di accettarsi. Questo perché, in fondo, noi pensiamo di sapere come siamo, ma non ne siamo perfettamente consapevoli. C'è una forte differenza tra vedersi e guardarsi, che passa fra quello che "vediamo" di noi in uno specchio e il "guardare" che è la percezione che ci viene restituita da chi invece ci guarda. Così, spesso e volentieri ci scopriamo molto o poco differenti da quello che ci immaginavamo o che volevamo fortemente essere come se, il rincorrere un archetipo di riferimento rispetto ad un altro, ci garantisse una vita più lunga e il "soggetto" indicatoci dalla percezione degli altri di noi stessi fondamentalmente fosse come un oggetto estraneo. Eppure, come Nick Hornby sembra suggerire, questa accettazione arriva ma solo quando abbiamo la corazza, di cui giornalmente ci copriamo, intaccata o usurata. Nel momento in cui lasciamo entrare nel nostro spazio qualcuno impariamo a conoscerci anche con riluttanza, ma lo facciamo.

Il romanzo, che sinceramente sembra più un racconto lungo, senza per questo sottintendere che sia allungato ma solo che le dinamiche dei vari capitoli sono organizzate in maniera così snella e ritmata da avere le caratteristiche di leggerezza tipica dei racconti lunghi. La differenza fra i due stili di narrazione in età contemporanea è data proprio dal ritmo che nel romanzo spesso non ha bisogno di autoritmarsi, perché è impegnato a incrociare trame ed eventi, quindi ad autocostruirsi fino al punto massimo in cui situazioni e personaggi intervengono per tirare le fila della storia. Nei racconti non c'è questo trastullamento ozioso, ogni capitolo la storia può finire, un personaggio sparire, e quindi si rende necessario far entrare il lettore nelle situazioni, renderle riconoscibili come anche i personaggi. In quest caso diviene difficile anche per il lettore abbandonarli perchè arrivi ad un tale livello di conoscenza che diventano come amici reali.

E così avviene per questo bellissimo libro di Nick Hornby che non ha bisogno di conquistarvi con sotterfugi da quattro soldi, ma vi dimostra che anche la storia più semplice può fare grandi cose solo curando personaggi e intrecci e senza avere particolari effetti speciali. Fiona e Clive sono di Cambridge dove viveva con il loro figlio Marcus. I due divorziano e il figlio segue la madre a Londra.
Ci sarebbero tutti i presupposti per una storia pizzosa, lei è depressa, sfigata, noiosa, vegetariana a modo suo, si veste in maniera improponibile, non ha grossi argomenti e più ci prova e più si deprime e tenta anche il suicidio. Ecco il punto di rottura, la prima corazza intaccata. Nella storia subentra Will, londinese 36enne, single impenitente,figlio di un compositore famoso per una canzoncina di natale dei diritti della quale vive, che ha da poco scoperto che abbordare madri single è più di suo gusto che cercarsi un'altra fidanzata oca. Le madri single di cosa hanno bisogno in fondo? Ascolto, qualche cenno di partecipazione, un sì con la testa o un "mmm", una serata fuori per affrancarsi da questa convivenza con il figlio e basta. Poi partecipa ad una riunione di genitori single, ad un picnic con tra i bambini anche il Marcus citato sopra. E' stato affidato a Fiona proprio alla stessa donna che spera di conquistare, una papera e altre corazze intaccate.
E la cosa sorprendente è che le fila di tutta la storia non sono in mano all'autore, ma bensì al suo personaggio principale Marcus che con la sua presenza, le sue domande e azioni, definisce non solo lo spazio di ogni personaggio ma anche la caratterizzazione dello stesso rendendogli un'identità nuova e portandolo a confrontarsi con questo nuovo "io" che non aveva mai preso in considerazione. 

Cose del genere avvengono tutti i giorni, la storia non è così particolarmente nuova, i personaggi si muovono nella contemporaneità e certi dialoghi surreali potrebbero anche appartenere al vissuto di ognuno di noi. Ci sono realtà nuove che sono state appena assimilate, come le famiglie allargate o i genitori single, c'e' il tema della solitudine e della crescita e il rapporto con se stessi e con gli altri. Hornby, ci ha inconsapevolmente o volutamente inserto tutto, come stesse mescolando i tanti ingredienti di una ricetta all'indiana. E ne ricava una storia estremamente realistica, non sdolcinata e scorrevole concepita con l'intelligenza che permette di non trascurare nessuno e nemmeno le sfumature di un gesto o di uno sguardo. Così quando chiudi il libro un po' ti spiace un po' lasciare la compagni che ti ha accompagnato, ma nonostante la normalità della storia che hai letto, certi sapori rimarranno sopiti e sonnolenti nell'attesa di essere risvegliati.

E' una storia molto carina che si legge in un soffio e io, fossi in voi, non me la lascerei sfuggire se non l'avete già letta,
buone letture a tutti,
Simona


Un Ragazzo
Nick Hornby
Tea Editore, ed. 2010
Collana "Teadue"
Prezzo 8,60€ 



mercoledì 19 ottobre 2011

[Dal libro che sto leggendo] Un ragazzo


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Questo testo è forse conosciuto da molti per il film che ne è stato tratto che si chiama "About a Boy", ma vi assicuro che è un libro da leggere assolutamente. L'autore è Nick Hornby, e Marcus, il giovane 13enne ne è il protagonista incontrastato che caratterizza tutti personaggi che attorno a lui satellitano. Ho scelto questo piccolo pezzo perchè secondo me racchiude tutto il libro e forse se l'avete letto o lo leggerete sarete d'accordo con me.
Buone letture!

"Due non era abbastanza, era questo il guaio. Aveva sempre pensato che due fosse un buon numero, e che avrebbe odiato vivere in una famiglia di tre o quattro o cinque persone. Ma adesso ne capiva lo scopo: se qualcuno andava fuori strada, non rimanevi solo. Ma come i faceva ad allargare una famiglia se non c'era in giro nessuno che potesse ... sì insomma, dare una mano? Avrebbe dovuto trovare un modo.
"Faccio il tè" disse con brio. Almeno adesso aveva qualcosa a cui pensare.
Decisero di passare una serata tranquilla, normale. Ordinarono del curry, e Marcus andò dal giornalaio a prendere una videocassetta, ma ci mise un sacco di tempo: tutto quel che trovava sembrava aver a che fare con la morte, e lui non volve guardare niente che avesse a che fare con la morte. Per la verità, non voleva che sua mamma guardasse niente che avesse a che fare con la morte, anche se non sapeva bene il perchè."

Il libro da cui è tratto è:

Un Ragazzo
Nick Hornby
Tea Editore, ed. 2010
Collana "Teadue"
Prezzo 8,60€

domenica 16 ottobre 2011

L'ha detto... Raymond Carver


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"[...] uno scrittore cha ha una maniera particolare di guardare le cose e riesce a dare espressione artistica a quella sua maniera di guardare, quello sì che è uno scrittore che durerà per un pezzo."

Raymond Carver

venerdì 14 ottobre 2011

"Chesil beach", Ian McEwan - Raccontando un modo d'amare...

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Quanti modi ci sono per amare? E qual'e' il più nobile fra questi? Nel passaggio fra il dominio romano e il mondo delle razionalizzazioni delle lingue e delle letterature nazionali della vecchia Europa, l'amore è stato sempre un tema più affrontato dai nuovi cultori delle letteratura; così se da principio l'amore era ora nobilitante ore distruttore, se permetteva a coloro che ne erano coinvolti di realizzarsi e al contempo di dar prova del proprio valore e coraggio nell'oltrepassare ostacoli che altrimenti non sarebbero stati superati, oggi la definizione della prova d'amore assume nuove declinazioni.

Oggetto delle storie è anche quello di fornirci una sorta di palla di cristallo attraverso la quale magicamente vedere personaggi e le loro storie e quando le immagini divengono più evanescenti ci permettono di riflettere sulle nostre esperienze. Così l'esperienza di una storia che sembra uguale a milioni di altre ma ne differisce magari per la caratterizzazione dei personaggi o per il focus che l'autore ne dà su una situazione già trattata, diviene un momento per affrontare un tema all'apparenza semplice fornendo riflessioni profonde. Quello che avviene qui, in "Chesil beach" è proprio questo: partire da una situazione comune  per poi arrivare a definire un nuovo modo di amare.
Edward e Florence si sono incontrati per caso e dopo il naturale decorso di un normalissimo fidanzamento si sposano ed è proprio qui che la storia inizia: la prima notte di nozze. E' un momento importante per tutte le coppie che di solito viene atteso con ansia ed eccitazione perchè è il culmine di una giornata che viene costruita con mesi di lavoro e pianificazioni e che in quell'unico momento invece non si può programmare. Non puoi prevedere le emozioni, la stanchezza o a felicità che muoveranno determinati gesti, puoi solo sperare che tutto vada bene e il ricordo di quella serata, sia che la vita la passi con tuo marito/moglie per sempre sia che ti separi, rimarrà indelebile nella tua memoria come la prima volta che hai perso la verginità.

Quindi l'autore sceglie di partire da questo momento sicuramente per sottolineare la vita di molti di noi, che sembra svilupparsi per quell'unico momento che tanti uomini e donne desiderano e che è un nuovo inizio di una vita tutta diversa. Le differenze fra ieri e oggi, "Chesil Beach" è stato pubblicato nel 2007 ma si rifà agli anni '60, sono sostanzialmente poche e l'autore sceglie di trattare non la tipica coppia del periodo, ma una coppia tutta particolare. Edward e Florence sono cresciuti nella medio-alta borghesia inglese, hanno studiate e si sono laureati. Hanno degli obiettivi di realizzazione differenti, lui storico e lei musicista, ma li perseguono con la costanza e la caparbia necessaria fino a quella notte.
Quindi è da quelle ore, che vanno dalla cena all'alba successiva che si deciderà il decorso della vita successiva, non è necessario che tale notte risulti essere in un modo particolare, basta che ci sia solo per spezzare la linearità di una vita fino a quel punto completamente lineare e per focalizzare in quell'attimo quel che sarà il futuro degli sposi.

 Da questo punto, se non vuoi avere anticipazioni...smetti di leggere qui!

Chiaramente questa notte non avrà l'esito sperato e i due ragazzi si separeranno e proseguiranno le loro vite in direzioni differenti. Ma è proprio qui che sta la genialità della storia stessa. il loro amore proseguirà in via retta anche se non si incontreranno più. Questo perchè questo amore che è cresciuto nel silenzio delle aspettative che volevano essere soddisfatte e nella paura di dirsi che non sarebbero mai state realizzate, diviene altro. All'apparenza è un ricordo recondito che rimane nascosto nell'intimo dell'animo, ma che c'e' e per questo non è dimenticato, ma continua a tenere acceso quel che non fu mai. Nel frattempo si cresce e si diviene altro, ma quel momento, che come abbiamo detto è un punto di rottura nella linearità della vita precedente, rimane caro ad entrambi i nostri protagonisti e ne diviene la forza recondita per affrontare la vita e definire il prorprio io in una società in evoluzione.

Pertanto questa piccola storia, targata come romanzo, ma che in effetti sembra un racconto lungo, formato da tanti racconti minori, diviene il momento per dirsi che quel punto di rottura, che sia svolto nella maniera consueta o che abbia esiti all'apparenza disastrosi, come in tutti momenti topici che ci si possono presentare durante il percorso diventa un nuovo inizio. Che l'amore non finisce anche nel caso di separazione, ma prosegue epurato delle aspettative che muovono gli amanti e evoluto in una forma più adulta e più saggia e diviene quel che in italiano viene indicato con il vocabolo "Bene". E nonostante sia nel comun sentire, per retaggi reconditi, l'amore "colui che tutto muove" il "bene" diventa sinonimo di maturità e distanza nel vedere la situazione dell'oggetto del proprio sentimento e contestualmente una forma d'amore più profonda che va oltre lo "stare insieme" perchè non ha bisogno di essere coltivato giornalmente; "c'è"  e questo basta.

Il libro di cui parliamo è lungo una vita ma è breve nella narrazione, per la dote dell'autore di rendere le situazioni in maniera mirabile ma sintetica. I capitoli, quasi a sottolineare questo aspetto di "punto di rottura" sono fra loro intervallati, per la durata della descrizione della notte si alternano con la vita passata fino al momento del matrimonio e successivamente fra le decisioni che inducono i due giovani a sposarsi e la vita seguita dopo la fatidica notte. Lo stile è contemporaneo, il libro è del 2007, e la contestualizzazione è solo in parte fedele al periodo in cui è ambientata, per esempio mia madre che quegli anni ha vissuto poco ci rivede la gioventù del periodo, e quindi anche qui possiamo dire che l'eccezionalità della coppia sottolinea l'eccezionalità del caso che vuole sottolineare questo aspetto del bene.

Un libro sicuramente da leggere, un romanzo che nonostante il bagaglio di significanti, passatemi la quasi ripetizione, "significativo" scorre piacevolmente fra le righe di un tempo passato, di un immaginario Hotel delle coste inglesi, che molti lettori hanno cercato e che anche nell'edizione italiana viene comunicato che è inventato, a testimonianza di quanto questa vicenda possa prendere colui che si appresta a leggerla. A me è decisamente piaciuta e ve lo consiglio.

Chesil Beach
Ian McEwan
Einaudi Editore, ed. 2009
Collana "Super ET"
Prezzo 11, 00€







mercoledì 12 ottobre 2011

[Dal libro che sto leggendo] Chesil beach

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Questo piccolo libro, è costituito da tante emozioni dette o nascoste, sperate, disattese. Va pertanto letto in funzione di queste e con la libertà di animo per accettarne la piccola ma al contempo grande lezione. Non si pone, come già si può vedere da questo piccolo pezzo che non è altro che l'inizio del primo capitolo, come un romanzo che deve colpire  ma scorre con il tono discreto di un autore che sussurra una storia al suo lettore, senza doverlo soverchiare di immagini ad effetto, ma con il chiaro intento di renderlo partecipe di un attimo che è il momento "zero" della vita dei suoi personaggi principali. Attorno a loro si sviluppano non solo le nuove situazioni, ma anche i personaggi secondari. Secondo me un libro da non perdere...


"Erano giovani, freschi di studi, e tutti e due ancora vergini in quella loro prima notte di nozze, nonchè figli di un tempo in cui affrontare a voce problemi sessuali risultava semplicemente impossibile. Anche se facile non lo è mai.  Si erano appena seduti a cena nella saletta minuscola al primo piano di una locanda in stile georgiano. Dalla stanza accanto, attraverso la porta aperta, si scorgeva il letto a baldacchino, piuttosto stretto, dalla sovraccoperta candita e tesa con una perfezione pressoché innaturale. Edward tenne per sé il fatto di non avere mai dormito in un albergo, mentre Florence, dopo tutti quei viaggi col padre, da piccola, era una veterana. A livello superficiale, erano di ottimo umore. Il matrimonio, nella chiesa di St Mary a Oxford, era andato bene: una cerimonia decorosa, un rinfresco gradevole, i saluti con i compagni di scuola e del college commossi e incoraggianti. i genitori di lei non avevano assunto atteggiamenti paternalistici con quelli di lui, come si era temuto, e la madre di Edward si era comportata dignitosamente, evitando di scordare il motivo dei festeggiamenti. Gli sposi si erano allontanati a bordo di un'utilitaria di proprietà della madre di Florence e, sul fare della sera, erano arrivato al loro albergo sulla costa del Dorset, con un clima magari non ideale per la metà di luglio e per la circostanza, ma assolutamente accettabile: non pioveva infatti, anche se non faceva abbastanza caldo, secondo Florence, per cenare fuori in giardino come avevano sperato. Edward era di altro avviso. Tuttavia, cortese fino all'eccesso, non si era  nemmeno sognato di contraddirla proprio quella sera."

Il libro da cui è tratto questo pezzo è:

Chesil Beach
Ian McEwand
Einaudi Editore, ed 2009
Collana "Super ET"
Prezzo 11, 00€

domenica 9 ottobre 2011

Calcio Criminale: Sfide RAI 3

Questo domenica non è un video veloce ma un documentario. E' andato in onda quest'estate (2011) ad Agosto e come tutti i lavori intelligenti, di cui si ha un po' paura, è andato in onda in seconda serata di un giorno lavorativo...tante volte qualcuno avesse avuto voglia di vederlo. E' un lavoro molto ben congegnato che affronta il tema del calcio non solo nelle collusioni che mantengono un business malato che si autoalimenta e si distrugge spendendo anche ciò che non ha, ma che spesso nasconde invece le storie che invece potrebbero far pensare che uno sport più "pulito" si può avere a costo solo di grandi sacrifici, che non tutti al giorno d'oggi sono disposti ad affrontare.
E' un lavoro di Sergio Nazzaro e quindi visto che lo ha salvato sul suo canale, sono felice di riproporvelo, buona visione e buone letture;)


venerdì 7 ottobre 2011

[Dal libro che sto leggendo] L'isola dei segreti

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Ho scelto questo pezzo perchè quello che a questo libro manca è proprio il ritmo, nell'ansia di narrare le fasi di conoscenza di persone che si trovano, loro malgrado, a vivere insieme l'autrice ne centra le ansie di apparire al meglio agli altri ma non riesce a creare il ritmo, nonostante il dialogo sia serrato e risulti, così, noioso.
Buona lettura,
Simona

Capitolo sei

Paul vorrebbe controllare l'email. Non che stia aspettando qualcosa in particolare ma è un'abitudine. Vorrebbe tanto aver comperato quella rivista a King Cross, così ora se ne starebbe a leggere si Final Fantasy VIII, invece di parlare con questi qui. Vorrebbe farsi un bagno caldo. In fondo, però,l'esperienza si sta rivelando interessante, e lui è determinato a non perdere la calma. Paul sa che chiunque abbia organizzato questo brutto scherzo mira a farli impazzire, e sa anche che questa è una specie di prova, allora sarà quello che rimane più calmo per vincerla. Paul ha deciso che quella persona sarà lui.
"Film preferito?", chiede Thea.
"Da chi lo vuoi sapere?", dice Jamie.
Le candele si sono consumate quasi del tutto ormai.
"Da tutti", dice Thea.
"Tutti i film di Kevin Smith, ma soprattutto Generazione X", dice Emily.
Entrambe le candele si spengono, "Che angoscia" dice Jamie.
"Cosa,  Generazione X?", scherza Emily.
"No" dice lui, "La casa".
L'oscurità non è male, fa più campeggio che rapimento.
"bah" fa Emily, "E il tuo?"
"Tesuo", dice lui.
"Tesuo", dice Paul, "Mmmm".
"Che vuoi dire?", dice Emily.
Lui non risponde.
"A te piace Tesuo ?", chiede Thea a Jamie.
"Certo", risponde lui. "Lo facevano su BBC2 in piena notte qualche anno fa e dalla recensione sul giornale mi pareva che valesse la pena. Era eccezionale. Ho preso la cassetta e l'ho visto e rivisto un sacco di volte".
"Tesuo è fico", dice Anne. 
"Non è quello dove un cyborg viene scopato da un'aspirapolvere?" dice Emily.
"Si si", dice Thea, "Quella scena è troppo forte".
Paul non sa se sta scherzando o no.
"Il mio film preferito è Babe, maialino coraggioso", dice Anne.
"Sei proprio una bambina", ride Emily.
"Quel film non è per bambini", dice Anne seria.
"Qual è il tuo Thea?" chiede Jamie.
"L'ultima seduzione", dice lei," John Dahl è il mio regista preferito"
"Figo", dice Emily, "Paul?"
"Cosa?"
"Film preferito?"
Paul vorrebbe dire In cerca di Amy. Ma ci sono due ragioni per non farlo. Innanzitutto, è davvero il suo film preferito e ci si è anche fatto un pianto. In secondo luogo, a Emily, Chiaramente piace Kevin Smith. Come è possibile? Quell'uomo è un genio e, cazzo, le piace.
Al posto di quello dice "The curiours Dr. Humpp".
"Chi?"
Paul riassume: "Scienziato pazzo rapisce perone e le obbliga a fare sesso in modo da estrarre da loro una secie di enzima dell'amore mentre gli zombie stanno intorno a suonare i tamburelli"
"Ho letto un libro simile, una volta", dice Emily, "A proposito di uno scienziato che prende...".
[...]


Il libro da cui è tratto:
L'isola dei segreti
Scarlett Thomas
Newton Compton Editori, Ed. 2010
Collana "Newton Pocket"
Prezzo 4,90€

mercoledì 5 ottobre 2011

"L'isola dei segreti", Scarlett Thomas - Errore di prospettiva...

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Io adoro questa autrice, e odio fortemente non riuscire a farle una recensione completamente positiva! Non so se vi è mai capitato di avere una forte simpatia per un'autore che nemmeno avete mai visto in faccia ma del quale avete letto il suo lavoro. Ebbene a me succede così con la Thomas e però rimane il "Bramante" della scrittura. Ora, per chi non lo conoscesse Bramante è stato architetto nel '400 e verso la metà di questo secolo arrivò a Roma, su invito dell'allora papa e successivamente lavorò anche per Giulio II, realizzando il portone del Giubileo di San Giovanni in Laterano e poi successivamente divenne architetto, il primo, della "fabbrica di San Pietro".

Ora, non starò a tediarvi con la storia dell'architettura, ma Bramante era un architetto coscienzioso e studioso e prima di venire a Roma lavorò per la Signoria di Milano per la quale realizzò ad esempio il finto coro nella chiesa di Santa Maria presso San Satiro che è un capolavoro di prospettiva. La chiesa mancava dello spazio sufficiente per creare un'abside dietro e ospitare l'altare e il coro, e così la parte mancante fu raffigurata con un affresco in prospettiva. L'unica pecca? Che l'affresco quantomai realistico era illusorio se stavi al centro della navata centrale, ma se ti spostavi ai lati era evidente che fosse un dipinto su un muro al quale era appoggiato l'altare stesso!
Ecco, lo stesso risultato lo restituisce questo libro. Pienissimo di potenzialità che però, non solo non vengono svolte, ma proprio troncate di netto, quasi all'autrice non interessasse più raccontare questa storia.

La storia è ambientata ai nostri tempi e riguarda sei giovani di età compresa fra i 25 e i 30 anni. Alcuni sono appena laureati e altri invece vivono una vita sbandata e sono tutti in cerca di un lavoro che non li limiti e che gli faccia guadagnare quella sicurezza economica necessaria a potersi dedicare alle loro passioni principali. Ognuno di loro ha risposto ad un annuncio che cerca "giovani brillanti" ma che non specifica di che lavoro si tratti, e per questo è molto più attraente di altre proposte.
Partecipano tutti ad un colloquio informale e si risvegliano prigionieri su un'isola sperduta nel mare con una casa piena di viveri, un generatore ecologico che garantisce l'elettricità un campo di frutta e tanta acqua da impedirne la fuga.

In un contesto come questo, i "rapiti", una volta verificate che le prime necessità possano essere soddisfatte, non prendono alcuna iniziativa e così la trama ha una scossa solo grazie ad un intervento diverso ed esterno che però sposta l'attenzione del lettore su un secondo filone di trama, che non è il principale ma che per vari motivi diviene più accettabile dell'iniziale. Mi spiego meglio. Scarlett Thomas è un'autrice che ci tiene particolarmente a documentarsi prima di scrivere una storia, è avvenuto anche con il precedente romanzo che ho recensito "Che fine ha fatto mister Y?". Questa sua eccessiva propensione per la documentazione si esplicita con lunghe descrizioni di teorie o di caratterizzazione dei personaggi che però appiattiscono il ritmo del racconto, rendendolo a volte estremamente pesante; a questa pesantezza si contrappone però una scrittura che è in grado sempre di catturare l'attenzione del lettore, che comunque le da fiducia e spera sempre che ci sia dietro l'angolo, girando la pagina successiva, una situazione ad effetto che giustifichi tutta questa preparazione del contesto. Nel precedente libro questa cosa avviene, anche se non con gli effetti che ci si può aspettare, in questo romanzo no. 


Le lunghe presentazioni dei sei protagonisti a nulla valgono al fine della loro interazione, non si conoscono e così dopo la lunga presentazione iniziale ante colloquio ( un capitolo per personaggio) successivamente nell'isola si devono ripresentare agli altri aggiungendo particolari che prima non erano stati citati, senza che queste nuove informazioni facciano scaturire nuove interazioni o nuove situazioni.
Leggere questo libro insomma è un poco come fissare la boccia dei pesci rossi. Ci sono, girano qui e là nell'acqua, ma non c'è nulla che dia brio alla situazione, potrebbero sfiorarsi o anche fissarci dalla boccia, ma non cambierebbe lo stato di apparente calma piatta. Nel punto in cui anche l'autrice sembra arenata, avviene una scoperta, che non sto a specificarvi, nel caso lo voleste leggere. Il fatto nuovo da una scossa alla situazione, che però è solo temporanea e volta esclusivamente alla restaurazione dello "status Quo" precedente. Non è un libro propriamente da buttare o evitare ma da conoscere per chi ama scoprire metodi di scrittura contemporanea alternativi. Quello in cui, infatti, la Thomas pecca non è l'architettura delle storie ma solo nei finali, almeno per i libri che ho letto io.

Rimane una delle scrittrici che mi attirano di più ma che, spero, di poter finalmente leggere in qualcosa che abbia almeno la parvenza di essere completo, mentre in questo caso posso dire di aver letto l'inizio di qualcosa che è rimasto appeso.
A voi l'ardua sentenza e, se lo leggete, fatemi sapere se siete del mio medesimo avviso.

Buone letture, Simona


L'isola dei segreti
Scarlett Thomas
Newton Compton Editori, Ed. 2010
Collana "Newton pocket"
Prezzo 4,90€









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domenica 2 ottobre 2011

L'ha detto...Totò

Immagine presa da qui

La donna è mobile, ed io mi sento mobiliere!

Totò
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