Fonte: Agorà Terapia |
Libri comprati:
"Città in fiamme", Garth Risk Hallbergh - Mondadori Editore (usato)
"Il segreto di Lady Audley", Mary Elizabeth Braddon - Fazi Editore
"Charlotte Bronte. Una vita appassionata", Lyndall Gordon - Fazi Editore
"Drood", Dan Simmons - LIT
"Maestra", Lisa Hilton - Longanesi Editore
"I londinesi", Charles Dickens - Mattioli 1885 (usato)
"Navigando a vista", Gore Vidal - Fazi Editore (usato)
"Palinsesto", Gore Vidal - Fazi Editore (usato)
"A Ovest di Roma", John Fante - Fazi Editore (usato)
"La gente morta non si diverte", Gianluca di Renzo - Edicola Ediciones
"Riscenziello", Marco Ciotola - Rogas Edizioni
"La biblioteca ritrovata. Percorsi di letteratura gay nel mondo contemporaneo.", Francesco Gnerre - Rogas Edizioni
Libri regalati
"Le cose dell'orologio" di Mario Borghi - Rogas Edizioni
"Il complotto delle statue di cera", Riccardo Borgogno - Eris Edizioni
"Ross Poldark", Winston Graham - Sonzogno Editore
Libri letti
"Anime Baltiche", Jan Brokken - Iperborea
"Il profumo", Patrck Süskind- Edizioni Tea
"Non è un vento amico", Vincenzo Zonno- Voci Fuoriscena Edizioni
"Come volevasi dimostrare", Gertrude Stein - Einaudi Editore
"Maestra", Lisa Hilton - Longanesi Editore
"Il segreto di Lady Audley", Mary Elizabeth Braddon - Fazi Editore (finito Giugno)
"Esecuzioni a distanza", William Langewiesche - Adelphi (finito Giugno)
"Il dio del massacro", Yasmina Reza - Adelphi (finito Giugno)
Libri in lettura
"Gli ultimi eretici", Vasile Ernu- Hacca Edizioni (in lettura)
"Città in fiamme", Garth Risk Hallbergh - Mondadori Editore (in lettura)
"La memoria", Giovanni Battista Angioletti - Bompiani Editore (in lettura)
"Alla ricerca del tempo perduto Vol.1: Dalla Parte di Swann", Marcel Proust - Mondadori Editore (in lettura)
E siamo arrivati al mese di Maggio 2016. Come passa il tempo eh? E' stato un mese fitto fitto tra lavoro, letture e Salone del Libro eppure mi sono divertita non poco e sono anche riuscita a leggere abbastanza in tranquillità nella prima metà e un po' meno nella seconda parte del mese. E vi dice anche particolarmente bene, visto che, di alcuni dei titoli inseriti in questo mese, io ho già parlato in un post apposito, "Quattro passi in fiera senza Cointreau...". Quindi potrebbe essere, ma non ne sono sicura perché sto iniziando a scrivere ora, che il post sia molto più snello del solito! I libri comprati o ricevuti in fiera sono:
"La gente morta non si diverte", Gianluca di Renzo - Edicola Ediciones
"Riscenziello", Marco Ciotola - Rogas Edizioni
"La biblioteca ritrovata. Percorsi di letteratura gay nel mondo contemporaneo.", Francesco Gnerre - Rogas Edizioni
"Le cose dell'orologio" di Mario Borghi - Rogas Edizioni
"Il complotto delle statue di cera", Riccardo Borgogno - Eris Edizioni
"Ross Poldark", Winston Graham - Sonzogno Editore
Credo avrò un'estate particolarmente impegnata, diciamo che non mi annoierò. Sempre durante la fiera, abbiamo provato a fare la serata di discussione del Book Club Klamm. L'incontro ci è riuscito, peccato che fossimo lessi come zucchine e anche affamati, avevamo alle spalle una giornata di incontri e di novità viste in giro per la fiera e il libro, "Anime Baltiche" di Jan Brokken, lo avevamo finito in due (io e Barbara di Librinvaligia). Ma abbiamo anche avuto un nuovo ingresso che è Laura de "Il tè tostato". Comunque in sostanza la discussione non siamo riusciti a portarla avanti, mancava anche Maria di Cuonzo, e quindi discussione rimandata al 24 Giugno.
Comunque questo Maggio è stato "curiosità", "sorpresa", "orrore" e infine "rivelazione".
Cominciamo con il dire che mi sono lasciata tentare dalla curiosità, quella legata a "Città in fiamme", Garth Risk Hallbergh. Diciamocelo, è un libro di peso, pesa davvero un kg e qualcosa, e anche se ci sono immagini, la carta è bella e altro, 25€ è un prezzo un po' impegnativo, quindi, quando santa Irene da Librangolo Acuto, che si ricorda sempre i libri che vorrei prendere, me lo ha trovato a metà prezzo! Libro che ho iniziato e che ora aspetta di essere finito. Non è malvagio come pensavo, è un po' confusionario perchè ha un sacco di personaggi, e ci sono volute circa 100 e rotte pagine perché la scena cominciasse a muoversi. Ci ho messo un po' ad ambientarmi ma la New York di cui parla mi piace parecchio e devo ammettere che ho trovato punti in cui senti davvero di stare dentro la scena. L'unica cosa che mi rende un po' restia è l'ansia che sia uno che ha bisogno di descrivere le minuzie, il che potrebbe giustificare la stazza del libro, ma non mi farò prendere dai preconcetti e ne riparleremo quando lo finisco.
Sorpresa è stata Vincenzo Zonno con il suo "Non è un vento amico". Romanzo bello, pulito, senza sbavature ed eccessi: Vincenzo monta un piccolo giallo, che si svolge nelle regioni baltiche, come un piccolo castone, svolgendo la matassa in circa 250 pagine. Si lascia leggere e ricrea delle atmosfere, che non sentivo da tempo, legate a quegli uomini che si ritrovano relegati in mondi satellite in attesa di essere riammessi alla corte dello Zar Nicola. La bellezza sta proprio nell'atmosfera che si coglie di quei mondi che hanno una vita fatta di grandi contrasti, da un lato l'ostentazione per non ammettere di essere esiliati e rinnovare il loro ruolo in una società al confine, e dall'altro il non arrendersi e il cercare di ricreare in quel mondo un angolo di vita normale come se Mosca fosse anche lì. In questo mondo fatto di contrasti e di silenzi Georges, il protagonista di questa storia, è inviato a risolvere un mistero che, come unica testimonianza della sua presenza, ha un morto che era caro allo Zar. Riuscirà Georges? Non penserete che ve lo dica vero?!
Poi è arrivato "Maestra"di Lisa Hilton, che avevo addirittura prenotato ad Aprile, e l'orrore è stato servito. E io che pensavo di averlo già visto il peggio, ma vi assicuro che dopo questo libro, solo per le fattezze fisiche e di ingombro di spazio, posso dirvi che, purtroppo, c'è ancora da scavare! Trama inconsistente, soluzioni decisamente idiote e tanti, ma tanti, e ancora di più marchi di case di moda. E non regge nemmeno che sia il primo di una trilogia perché non si tratta del fatto che non si concluda, lo fa in un certo senso, ma è l'insieme che proprio non regge. Sembra essere stato scritto in tante fasi, oggi mi sono svegliata romantica e ci metto questo, l'indomani odio il mondo e faccio diventare la protagonista una killer, "ohhhh ho visto quella bella mostra, ma sì ci metto anche un paio di quadri.... come si chiama quella che ha fatto quel quadro che sembra la collezione di xxx autunno-inverno del 1918?" e via dicendo. Odio dirlo ma questo libro fa sembrare l'autrice di Cinquanta sfumature come una saggista dell'area bondage (ed è ironico eh!).
Ho svincolato anche due buoni che avevo da parte in attesa delle buone occasioni e queste si sono verificate quando sono tornata da Torino. Fazi quest'anno ha una relazione complicata con la mia carta di credito. Sta pubblicando un sacco di classici e di saggi che mi interessano ma, sebbene io sia nell'anno giusto per legger tomi non posso prenderli tutti! Quindi svincolati due buoni ho avuto l'occasione di prendere "Il segreto di Lady Audley" di Mary Elizabeth Braddon e "Charlotte Bronte. Una vita appassionata"di Lyndall Gordon a 1€ e ho pagato in quel carrello solo "Drood"di Dan Simmons.
"Il segreto di Lady Audley" è un libro scritto e uscito a puntate fra il 1861 e il 1862 in Inghilterra per un giornale destinato alla classe operaia. Facciamo un minimo di ambientazione per capirci:
1859-1860 La donna in bianco (Wilkie Collins) Romanzo giallo
1860-1861 Grandi Speranze (Charles Dickens) Romanzo storico
1861-1862 Il segreto di Lady Audley (Mary Elizabeth Braddon)
1862 A strange Story ( Edward Bulwer-Lytton che ha ispirato Stoker, l'autore di Dracula) Romanzo di che genere non si sa, ma possiamo intuirlo!
1862 Senza Nome (Wilkie Collins) Romanzo giallo
Già così possiamo farci un'idea di quanto andassero di moda queste storie e del sovrannumero di opere pubblicate a puntate che c'erano in circolazione. Ma possiamo anche notare che, Dikens, Collins e Bulwer-Lytton uscivano sulla testa giornalistica "Al the year round" fondata da Dickens stesso, mentre la Braddon usciva su un'altra testata che era di Maxwell, il Robin Goodfellow. La lotta era impari, visto anche che la Braddon, che fino ad allora aveva pubblicato prettamente poesia sotto pseudonimo, esce con le puntate settimanali firmando i capitoli del suo mistero con ME Braddon. Eppure il suo romanzo diventa un successo quasi subito, complice la trama estremamente fitta e una struttura diversa rispetto agli stili di Collins e di Dickens che, per il primo, svelavano passo passo la trama e nel caso di Dickens componevano la trama attraverso le storie dei personaggi mano a mano incontravano. L'ho finito a Giugno e devo dire che mi è decisamente piaciuto, la tecnica è quella di farti pensare che hai già capito che succederà per poi rimescolare le carte. Avviene anche ne "La donna in bianco" ma solo una volta, ed è usato come escamotage per evitare che l'azione si fermi in un vicolo cieco, mentre la Braddon lo usa a profusione. E' probabilmente per questo che riesce a conquistare i suoi lettori nonostante le minuziose, e a volte noiose, descrizioni degli oggetti e delle stanze, ma ne riparleremo a profusione in recensione!
Sempre in parte correlato a questo tema c'è "Drood" di Dan Simmons. "Il mistero di Edwin Drood" è l'ultimo romanzo incompiuto di Charles Dickens che cominciò a scrivere nel 1870 poco prima di morire. E' un romanzo controverso e ricco di spunti che però non trovano una risoluzione nel finale che non c'è. Dan Simmons ha ripreso in mano questo libro e l'idea e lo ha trasformato in un romanzo a tinte decisamente fosche, dove Dickens e Collins si ritrovano ad essere protagonisti della storia. Ora, non ho letto l'originale, ma il libro di Simmons è decisamente introvabile e quindi ho deciso di partire da "Drood" e poi ritrovare l'originale.
[Aggiornamento] Marco Candela, un amico e anche un grandissimo lettore nonché uno dei redattori de "I libro-compulsivi", ha dato qualche informazione in più su Drood (se vi fate un giro in rete, scoprirete che le informazioni in merito scarseggiano decisamente!) e vi riporto il commento che ha messo sulla Pagina Fan di questo blog su FB:
"Drood è un romanzo che parte da "Edwin Drood" di Dickens ma si inserisce in quel filone di libro in cui si usano personaggi realmente esistiti per creare romanzi thriller. Drood è solo un pretesto per raccontare del rapporto tra Collins e Dickens che qui sono una specie di indagatori. E' un bel libro, anche abbastanza recente che si distacca un po' dalle opere precedenti dell'autore, ma te lo consiglio nonostante non porti alla soluzione che non sia troppo fantasiosa del caso "Edwin Drood"."
Mentre per "Charlotte Bronte. Una vita appassionata"di Lyndall Gordon il secolo è quello, ovvero il 1800, quindi rimane in tema ma è un saggio. Devo ammettere che, sebbene io ami la Brontë ho dedicato a lei meno spazio di quanto ne ho dedicato alla Austen. Non che mi sia mancato il tempo, ma a casa Brontë tirava sempre una brutta aria, un po' austera, e quindi, nonostante io non rifugga dai mondi vittoriani e precedenti la verve della Austen mi ha sempre attirato di più. Però vedere commossa Librangolo Acuto, mentre lo leggeva mi ha fatto venire il dubbio di essermi persa un bel saggio e quindi è qui che attende, vittorianamente, di essere letto!
Sempre Fazi e stavolta usati ci sono "Navigando a vista"e "Palinsesto" di Gore Vidal. Lo confesso, io, Vidal non so da che parte prenderlo e quindi credo che inizierò da qui. Sono due libri fra loro correlati che riguardano la vita di Vidal scritti da lui in persona. Ne avevo preso uno, poi ho scoperto la sua correlazione e alla fine ho preso anche l'altro. Ora, Gore Vidal, non è un personaggio dell'800, è morto nel 2012, e, nella sua vita, ha fatto una sacco di cose, tra cui sceneggiature di film che hanno avuto parecchio successo come il Ben-Hur girato a Cinecittà a Roma (tranquilli non l'ho visto! Ma conosco alcune scene dai documentari in merito). Palinsesto è il primo che ha scritto prima di trasferirsi in Italia e darsi agli studi classici e passare ad una produzione che oscillava fra la storia romana e quella americana. Tanto per dare un'informazione in più, nel caso non aveste letto il mensile precedente, Fazi sta ripubblicando tutti i Vidal, quindi se non li trovate subito, li troverete in seguito.
Con "I londinesi" (Charles Dickens) invece torniamo nel 1836 con la traduzione di "Sketches by "Boz," Illustrative of Every-day Life and Every-day People". Originariamente intitolato con "Una cena a Poplar Walk" é stato pubblicato sul giornale "The Montly Magazine" e, a quanto pare, è una delle prime pubblicazioni di questo genere fatte da Dickens che scriveva per quel giornale dal 1833 ma che firma per la prima volta un suo pezzo nel 1836. In precedenza in un racconto del 1834 era già comparso "Boz" che pare fosse il soprannome di uno dei fratelli di Dickens e viene da una storpiatura "fonetica" di Mosè in inglese. Viene pubblicato in due volumi dopo, ma in effetti è una raccolta di racconti che hanno tutti protagonisti diversi ma riferimenti al mondo di Boz, da quel che mi sembra di capire. Anche Mattioli, come Il sole 24 ore, non sa scrivere la quarta di copertina e quindi dovrete aspettare che io lo legga!
"A Ovest di Roma", John Fante, stavolta il collegamento è che è un Fazi, ma anche lui è autore e anche sceneggiatore ed è morto nel 1983. Fante è stato protagonista di un amore collettivo relativamente recente. Di estimatori precedenti ne conosco pochi e io sinceramente non l'ho mai letto. Non sono certa che sia nelle mie corde, per Bukowski era il suo Dio, e sono certa che non sia un segreto che a me, Bukowski non piace. Quindi meglio partire in punta di piedi dalla porta di servizio. Questa raccolta è stata pubblicata postuma nel 1986.
Tra le letture che non mi hanno fatto ne caldo e ne freddo possiamo tranquillamente annoverare "Il profumo"di Patrck Süskind. Lo so che a molti piace, ma mi sono data questa spiegazione: a me non piace perché l'ho letto ora, magari in gioventù mi sarebbe piaciuto di più. Oddio, non ci metto la mano sul fuoco, ma il libro non ha ragioni per essere scritto perché non ha significante, ha solo una trama di superficie. Certo, sempre che il significante non sia "se hai una passione puoi anche ammazzare la gente" e, se così fosse, perdonatemi ma non sarebbe un gran significante. Storia scorrevole, anche se in certi punti ti viene da chiederti se non hai perso qualche pezzo che invece proprio non c'è, ben scritto. Punto, null'altro da aggiungere.
Oh! E ora veniamo alla Rivelazione del mese! Non è un errore, ma proprio una Rivelazione! Nel 2014 mi era capitato di leggere finalmente "Ritratto di signora" di Henry James che mi aveva lasciata decisamente perplessa. Lo avevo cercato dopo aver letto un altro libro che è "Un incontro casuale" di Rachel Cohen in cui ad un certo punto si fa riferimento alla grande passione di Gertrude Stein, e della sua compagna di vita Alice Toklas, per Henry James e per il suo "Ritratto di signora". Ecco dopo aver letto questo libro mi domandavo: come potevano essere, due donne che avevano deciso di sfidare le convenzioni del tempo e di vivere il loro amore a Parigi, che si erano imposte sulla scena culturale, che erano artefici decise del loro destino, innamorate di un libro con una protagonista così poco autonoma e decisionista e in molti tratti frivola e insulsa? La risposta viene da un libro che ho letto questo mese, devo ammettere di essere saltata dalla sedia quando l'ho letto, e precisamente dal secondo racconto della raccolta che ho comprato il mese scorso: "Come volevasi dimostrare", Gertrude Stein. Sono racconti scritti intorno al 1903 e nel presentare una delle protagoniste, colei che all'inizio appare la più forte delle tre, Gertrude scrive: "Era la versione americana della bella ragazza inglese. Nella sua completezza ideale sarebbe stata risoluta senza aggressività, leggermente brutale e del tutto impersonale; una donna con delle passioni ma non delle emozioni, capace di azioni a lunga portata, incapace di rimpianti. In quell'edizione americana tutto si riduceva ad un coraggioso bluff. Nel vigore della sua giovinezza Helen vedeva se stessa come quell'ideale non frustrato; non sospettava ancora la propria debolezza, non ammetteva con se stessa i propri difetti." Ecco, questa descrizione, calza a pennello anche ad Isabel e mi ha fatto pensare che Stein e Toklas guardassero a questo lavoro come un grottesco quadro e che il complimento non fosse rivolto alla bellezza della storia quanto alla verità cruda che viene restituita dai quadri di situazioni in cui viene svolta la trama.
Risolvere questo dilemma è stato per un attimo decisamente emozionante anche se, devo ammettere, che Gertrude vada letta più volte e a distanza di tempo, perché non sempre i suoi lavori sono completamente chiari al primo sguardo. Però la ricerca ne è valsa sicuramente la pena!
Tutto in tema insomma, sembra che lo abbia fatto apposta e invece proprio no e, io, continuo a stupirmi di queste casualità!
Per questo mese abbiamo dato, non scordatevi il racconto e nemmeno il cruciverba.
Buone letture,
Simona Scravaglieri
Nessun commento:
Posta un commento