mercoledì 22 giugno 2016

[Dal libro che sto leggendo] Come volevasi dimostrare


Gertrude Stein nel salotto della sua casa a Rue de Fleurus, 27 luogo di ritrovo di artisti di ogni genere. E' seduta sotto il ritratto che chiese e ottenne da Picasso
Fonte: The New Yorker

Gertrude, può. Gertrude, quel donnone che molti descrivevano come una donna di importanza fisica, con le gambe che sembravano due colonne e la voce quasi baritonale, può. Può farlo perché nei suoi salotti popolati da tanti artisti, quando apre bocca tutti si zittiscono per sapere quello che ha da dire e perché è una donna che non parla a vanvera e di cui è riconosciuto il valore del pensiero. Gertrude può permettersi di abbozzare i suoi personaggi, in questo caso addirittura tre donne, con dei tratti marcati, così netti che a volte sembrano tagliati con l'accetta e decisamente spigolosi.

Ecco leggendo il pezzo di oggi, dobbiamo tenere conto che:
- questa è una storia di un triangolo amoroso
- che è stata scritta nel 1903
- che compare la prima volta in Italia fra il 1970 e il 1975
- che non si sta sbandierando un amore lesbico ma l'interesse dell'autrice è sviscerare la passione giovanile che i ragazzi devono riconoscere come amore e che al contempo deve fare i conti con una società, come quella americana che è sì un miscuglio di discendenze diverse ma, anche, un mondo ingessato da ciò che è accettato e ciò che non lo è.
In pratica qui non si mette in discussione se le innamorate siano dello stesso sesso o no, ma la loro scelta di non piegarsi alla tradizione ambendo a farsi una famiglia e dei figli diventando così parte della società.

È strabiliante scoprire come venga trattato questo tema e quanto sia facile per questa penna raccontare e tratteggiare le ansie, i dubbi, le passioni di animi affini e contrastanti che nella lotta per riconoscersi  devono battersi contro le gelosie e la fatica di trovare un punto d'unione. Talmente universale il tema trattato che si potrebbe anche dimenticare che siamo nella prima metà del 1900 e che si sta parlando di un amore lesbico. Molto più contemporaneo di qualsiasi testo mi sia fin'ora capitato sottomano, tranne forse uno che però non è pubblicato, e decisamente intenso.

Buone letture,
Simona Scravaglieri


Adele 

L'ultimo mese della vita di Adele a Baltimora era stato una tale successione di logoranti esperienze che lei quasi rimpiangeva di non poter avere la nave tutta per sé. Era facilissimo considerare gli altri passeggeri come dei semplici oggetti di legno: appartenevano certamente a un tipo di persone abiettamente familiari delle quali non c'era alcun bisogno di riconoscere l'esistenza, ma quelle altre due che sarebbero state ugualmente familiari se fossero state ugualmente poco conosciute, con il progredire della conoscenza avrebbero indubbiamente esposto i vari tratti di qualità inesplorate e ignote, colme di nuove e strane eccitazioni. Una conoscenza superficiale non è una cosa pericolosa, dà al contrario un gratificante senso di completamento e di contentezza.
- Oh sì - disse Adele a un'amica il mattino della partenza - preferirei stare sola in questo momento ma credo che loro saranno abbastanza divertenti. Mabel Neathe naturalmente la conosco abbastanza bene; cioè non abbiamo mai avuto un rapporto d'importanza vitale ma abbiamo bevuto molto tè insieme e ci abbiamo fatto del bel sentimentalismo sopra in modo più o meno interessante. Quanto a Helen Thomas non la conosco affatto anche se ci siamo viste un mucchio di volte. Ha un modo abbastanza divertente di parlare e racconta sempre delle storie fantastiche, ma non è molto il mio tipo. Comunque non credo che sarà un grosso problema. Ahimè è tutto così faticoso; paesi nuovi, gente nuova ed esperienze nuove da vedere, da conoscere e da capire; vecchi paesi, vecchi amici e vecchie esperienze da continuare a vedere, conoscere e capire.

Erano a bordo da giorni e avevano imparato a mettersi a proprio agio. Il loro posto preferito aveva però degli svantaggi: era direttamente sopra all'elica e sentivano la vibrazione ogni volta che questa si sollevava  dall'acqua , ma il tempo era abbastanza bello e quindi non capitava tanto frequentemente.
Erano tutte e tre universitarie americane della classe più abbiente ma questa era l'unica cosa che avessero in comune. Il loro aspetto, il loro atteggiamento e il loro modo di parlare rivelavano l'influenza di luoghi diversi, antenati diversi e diversi ideali. Erano chiaramente americane ma ognuna di loro portava lo stampo di una civiltà più antica, incompleta e frustrata nella sua versione americana ma ancora molto evidente.
La figura più notevole era quella di Hellen Thomas. Era la versione americana della bella ragazza inglese. Nella sua completezza ideale sarebbe stata risoluta senza aggressività, leggermente brutale e del tutto impersonale; una donna con delle passioni ma non delle emozioni, capace di azioni a lunga portata, incapace di emozioni e di rimpianti. In quell'edizione americana tutto si riduce a un coraggioso bluff. Nel vigore della sua giovinezza Helen vedeva se stessa come quell'ideale non frustrato; non sospettava ancora la propria debolezza, non ammetteva mai con se stessa i propri difetti.
Mentre Mabel Neathe stava sdraiata sul ponte  con la testa in grembo a Helen, il suo atteggiamento di disagio e d'imbarazzo e la tensione del suo corpo angoloso bastavano a tradire la sua origine del Ne England. È una delle peculiarità della femminilità americana che il corpo di una civetta spesso racchiuda l'anima di una puritana e che le forme angolose di una zitella siano possedute da una natura tropicale. Mabel Neathe aveva un corpo angoloso di una zitella ma la faccia raccontava tutta un'altra storia. Era pallido ocra, la pelle era sottile sulle tempie e sulla fronte; la bocca pesante, non perché carnosa, ma perché appesantita dalla passione e non idealizzata , continuamente soddisfatta e continuamente bramosa. Il lungo mento privo di forma accentuava la mancanza di un significato morale. Se il contorno fosse stato un poco più fermo il volto sarebbe apparso funesto. Era una faccia che nella sua completezza ideale avrebbe potuto appartenere ai giorni decadenti della grandezza italiana. Ora non avrebbe mai espresso completamente una natura che poteva odiare in silenzio e avvelenare in segreto. Nella donna americana l'aristocrazia si è volgarizzata e la forza si è indebolita. Non avendo guadagnato nulla in spiritualità, indebolita dalla mancanza di un adeguato sviluppo dei suoi forti istinti, questa natura si esprimeva in un volto non più pericoloso ma soltanto spento e immorale, che tuttavia conservava la lieve traccia di un'antica nobiltà perché lo si potesse soltanto chiamare spregevole e disonesto.
La terza componente del gruppo si era sdraiata prona sul ponte con la libertà di movimenti e un istinto per la comodità che facevano pensare a un paese pigro e assolato. Giaceva sulle nude tavole del ponte  come se fosse abituata a trovare morbida la dura terra solo per il fatto d'amarla. Fece soltanto qualche contorsione per adattare le proprie curve alle tavole di legno sporgenti, emise un sospiro di soddisfazione e mormorò: - Come mi piace il sole.


Questo pezzo è tratto da:

Come volevasi dimostrare
Gertrude Stein
Einaudi Editore, Ed. 1975
Traduzione di Floriana Bossi
Collana "Nuovi Coralli"
Valutazioni fra i 7,90€ e i 15€ (dipende dall'anno di stampa)



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