mercoledì 30 maggio 2018

[Dal libro che sto leggendo] Redenzione #BlogNotesMaggio



Una delle tappe del Tour Redenzione di Paco Taibo a Roma

Siete pronti per affrontare un doppio viaggio? Da un lato salpiamo da Napoli diretti in Messico e dall'altro ci stiamo per imbarcare per tornare in Italia. La differenza fra i due viaggi sono 80 anni, il protagonista e un segreto. In un Messico gestito da un regime più interessato ai fasti che lo circondano che alla popolazione che affama e che abbrutisce un conte arraffone trova lo spazio per pilotare un progetto, ufficialmente di scambio, portando dei contadini che nelle nuove terre dovrebbero trovare nuove opportunità e che in cambio diffonderanno il loro sapere. Il problema di fondo è nel tipo di contadini che sono stati selezionati. Ma questo ve lo spiegherà Lucio Doria, nel mentre fa i bagagli e se tendete l'orecchio potreste sentire l'uragano che sta arrivando. Lucio ha deciso di rivedere quella città che ha lasciato ottant'anni prima. Porta con se poche cose e anche l'oscuro segreto di cui sopra. Ma non sarà un soggetto facile da gestire. Ha deciso e lo dice anche subito che, questa, è una storia che racconterà a modo suo. A noi non resta che sederci e seguire le peregrinazioni dei suoi pensieri.

Venticinque sono gli anni che sono serviti a Paco per scrivere questa storia che è decisamente sintetica, non è un tomo. Ma c'è un motivo e lui ci tiene a farlo sapere al suo pubblico ogni volta che ne parla dicendo che ci sono storie facili, che nascono e che facilmente si raccontano. Ci sono storie invece che vedi, sai che ci sono, le senti che ti seguono, ma fanno le ritrose e non si lasciano narrare, un po' come se Lucio Doria pretendesse più attenzione delle altre. Io non ho letto molti dei tanti scritti di Paco, ma lui riesce a rimanerti nella testa, a conquistare i nonni rivoluzionari e i loro nipoti - come diceva a Roma lo scorso anno - perché ha il magnetismo dell'intellettuale di una volta. Paco non ti deve convincere di una realtà o di un'altra. Buona parte delle sue storie tangono la Grande Storia che lui conosce e di cui scrive e che diventa il brogliaccio dove muovere personaggi veri e inventati ed è impossibile rimanere indifferenti.
Ma dei dettagli riparleremo in recensione, per ora, oggi Angela e Giovanni Cannucciari (con il sottofondo musicale di Giovanni Cannucciari che è uomo dalle mille sorprese) ci leggeno le prime pagine di questa nuova avventura. 
Buone letture e buon ascolto,
sotto il calendario della settimana e i riferimenti del libro!
Simona Scravaglieri 




Questo brano è tratto da: 

Redenzione 
Paco Ignacio Taibo II
La nuova frontiera, ed. 2018
Traduzione a cura di di Bruno Arpaia
 Collana "Liberamente"
Prezzo 14,50 euro 

Lunedi Valentina La Biblioteca di Babele
Mercoledì pomeriggio Angela, Giovanni e io qui a Letture Sconclusionate
giovedì 
Selvaggia Angelica
venerdì mattina Angela Cannucciari
venerdì pomeriggio con me qui Letture Sconclusionate
sabato pomeriggio qui con 
Paola Sabatini
domenica mattina con Nereia
domenica pomeriggio Giada su Dada Who


Vi invito a seguire sui social tutti i blog e i canali per rimanere aggiornati e in aggiunta vi segnalo anche il blog di #blognotes libri, il Tè tostato di Laura Ganzetti Maria Di Cuonzo, Andrea di Un antidoto contro la solitudine e Diana di Non riesco a saziarmi di libri

sabato 26 maggio 2018

Cronaca della nascita di un percorso di lettura nella casa sconclusionata... #BlogNotesMaggio

Fonte: Radio Deejay

Antefatto...

Perché ora, visto che è da anni che hai inaugurato una sezione apposita? Perché i percorsi nascono e non finiscono mai. Si moltiplicano in tanti rami inferiori e si dividono per temi. Un percorso di lettura nasce per caso e diventa una fissazione; è necessario tenere questa "fissa" da un lato della tua mente senza impedirle di spegnersi ma senza che lei ti modifichi la vita. Il gioco delle parti è riuscire a tenere accesa la fiammella all'infinito perché un percorso di lettura avrà vita lunga, perché ci sarà sempre qualcuno che aggiungerà un punto di vista nuovo, ma non lasciarti surclassare dalla necessità di averte tutto e subito sottomano, altrimenti ne sarai nauseato e abbandonerai la strada maestra. Perché ora, dicevamo... perché quello di cui parliamo oggi è un percorso strano per i miei standard, probabilmente segna un piccolo grande cambiamento, perché cessa di essere solo un percorso di lettura ma diventa multimediale.
Nasce uno strano fine settimana in cui dovevo abbattere tutto lo stress accumulato nei giorni precedenti e le frustrazioni di un lavoro che diventa, giorno dopo giorno, difficile da fare con il sorriso sulla bocca. Come nota di folklore posso dirvi che anche questo blog è nato così, ha mille motivazioni per essere composto in questo modo e non in un altro, ma il primo click nasce dallo stress e dalla frustrazione.

Un'ultima premessa: non sono mai stata una grande appassionata di serie e film, posso dire che un film mi è piaciuto solo se mi ha costretto a sedermi, a lasciare tutto quello che faccio normalmente mentre guardo la TV, per concentrare tutta la mia attenzione su quello che si sta svolgendo. I miei film preferiti sono pochi, sono quelli dai grandi temi o che li evocano. Sono per la maggior parte stranieri e se qualcuno mi chiedesse il nome dell'attore o del registra non lo saprei nemmeno dire. Per le serie sono ancora una utente peggiore. Non amo gli appuntamenti fissi, a meno che non siano loro ad aspettare me, e non ho visto le grandi serie di cui tutti parlano se non "per puro caso". Solo negli ultimi anni grazie, a Netflix e Prime Video, mi sto guardando alcune serie di cui tutti parlano spesso, giusto per capire almeno a chi e di chi parlano i miei coetanei. Non ho mai amato le produzioni di serie e film italiani: non mi piacciono i colori, i temi, quella recitazione fatta in presa diretta che sembra fatta di vuoti pneumatici o di rumori forzati. Ci sono situazioni surreali, tipo la polizia che esce dalla caserma in pieno centro di Roma mettendo la sirena e non trova nessuno... ma quando mai succede? A Roma manco in piena notte! Ma principalmente non ho mai trovato grandissima innovazione e nel tempo mi sono persino disamorata di un intero genere, le "commedie", perché a parte due risate non mi lasciano nulla. Ho sempre trovato le produzioni italiane ingessate da un passato troppo pesante, a cui far riferimento, e alla ricerca, sempre fallevole, di ripetere successi americani inserendoli in contesti che non appartengono a quello stile.
Paura eh? E invece non dovreste! Lo abbiamo detto, succede tutto per caso...

Il fattaccio...

Isabella Ragonese, Marco Giallini
Nel famoso pomeriggio, non si sa per quale motivo, nella mia lista sono finiti due titoli di serie Crime italiane: L'ispettore Coliandro e Rocco Schiavone. Il primo è tornato libero dopo due settimane e 35 minuti, mi perdonino i fan, pallosissimi. Non mi piace l'umorismo di fondo ed è tutto talmente forzato da sembrare finto. Stavo per cancellare anche la seconda serie, quando mi sono detta: "Al massimo è l'ennesima cosa che non ti piace, ma prova!" - quando mi dico queste cose lo faccio con la voce di mia madre quando mi voleva convincere a fare qualcosa che non avevo voglia di fare!-.
Confesso nella prima ora di "Pista nera" ho fatto altro come messaggiare, controllare la lista di quello che mi mancava, mi sono detta "Sì è sempre lo stile Camilleri, pare non si possa far altro, ma almeno con questo non mi viene nemmeno sonno" - sono una brutta persona lo so! - fino ad una scena: Schiavone ha risolto due casi torna a casa la moglie è sul divano e lui si siede all'altro lato. L'inquadratura li riprende entrambi, sono su un divano da due, quindi in un piccolo spazio, ma li divide un cuscino eppure nel tono della voce, negli sguardi, nella postura, anche nei minimi momenti di sistemazione per stare più comodi, i due attori  ricreano un'immagine di intimità di due persone che si amano ma che non necessariamente devono fare le solite cose per dimostrarlo. Non si toccano, la divisione è evidente e c'è per un motivo che se non lo sapete lo scoprirete poi, ma se osservate bene seppur separati lo spazio fra loro non c'è. Ora chi mi conosce sa che sono romantica come una scatoletta di pomodoro lasciata aperta e andata a male, ma la recitazione, in particolare di Giallini, mi ha fermato, cosa alquanto rara come detto. Ho stoppato, sono ritornata indietro e mi sono rivista tutto l'episodio.

È nato!

Al terzo episodio, sapevo che l'attore era Marco Giallini, al quarto che la serie è tratta dai gialli di Antonio Manzini, al quinto mi hanno detto che i gialli in questione dovevano essere sei, al sesto ho scoperto da Wikipedia che sono in effetti 18 tra romanzi e racconti (Manzini ma quanto scrivi? Perdindirindina!) e che volevo leggerli. In particolare, Manzini mi scuserà, vorrei capire se e quanto la trasposizione televisiva e il libro scritto corrispondano perché nel primo caso esce decisamente tanto l'attore principale e se fossero così costruiti mi piacerebbe capire quanto il Rocco Schiavone di Giallini corrisponda all'idea di Manzini e quanto invece ci sia di suo.

Le successive diramazioni

Queste ve le elenco perché sono ancora allo stato embrionale... quindi gioite che non morirete di inedia!
Giallini ha interpretato come attore principale o secondario una miriade di film e serie tv che credo difficilmente finirò. Alcuni sono difficili da reperire, quindi ho cominciato ad andare a ritroso nel tempo cercando qui e lì.

Valerio Mastrandrea
2017 "The Place" questo sì che è un film! La regia è di Paolo Genovese e ho ritrovato anche Valerio Mastandrea, un magistrale Mastandrea a dire il vero - che è uno dei tre attori di cui ricordavo il nome fino ad oggi,  con Cilliam Murphy e Tim Robbins -, in un rifacimento di un soggetto di una serie tv del 2010 "The booth at the end" creata da Christopher Kubasik per un canale canadese. Per chi fosse curioso la serie canadese è disponibile (solo la prima stagione) su Netflix. Il consiglio è quello di vedere prima il film italiano e poi la serie, perché la sintesi che Paolo Genovese e Isabella Aguillar fanno, nella loro sceneggiatura, della prima stagione canadese è decisamente più incisiva e stringente fino a farti sentire davvero "l'ansia della scelta". Il soggetto è interessante: un uomo in un caffè ascolta e scrive quello che, una serie di personaggi, gli vengono a raccontare. L'uomo non è un dio o un diavolo e nemmeno un angelo, è un tramite che connette i desideri di alcuni con i passi da fare per ottenere quello che si vuole. Ma se si va a fondo si possono fare anche altre considerazioni come ad esempio che, in entrambi i casi, film e serie individuano un cluod di persone, desideri e azioni, e questo mondo nicchia in parte al manicheismo. A ben guardare quelli che hanno desideri egoistici devono commettere azioni malvagie quelli che hanno obiettivi più futili le buone, facendo sì che nel cloud la coesistenza dei bene e male sussista in un perfetto equilibrio tenendo in piedi il cloud stesso.
Giallini qui interpreta un poliziotto e un padre e riesce anche in questo caso a rendere il personaggio tangibile, veritiero.  Ma è nei confronti con Mastandrea che entrambi danno il meglio. Sono i momenti quelli più intensi e si vede il feeling dei due attori che trovano, in perfetta sincronia, gli spazi per sottolineare silenzi e parlato con la gestualità e gli sguardi rendendo, insieme all'ottima regia, "The place" un prodotto infinitamente superiore alla serie Tv originaria. Tiè, manco fossi un critico cinematografico! 
Mi chiedo quali siano state le influenze originarie, del creatore della serie e sto cercando di trovare i riferimenti filosofici o narrativi... magari basta porre alla rete solo la domanda giusta! Per ora, una storia così, si sarebbe potuta trovare, per assonanza di tema, in quella grande raccolta di racconti di Gustaw Herling, anch'egli spesso con una visione dal gusto manicheo, intitolata "Diario scritto di notte" e pubblicata per intero solo nella sua lingua madre, il polacco. In quei racconti declinava tutte le forme del male, non tanto per bramosia di conoscere l'oscuro, ma per creare un'ideale enciclopedia che ci aiutasse nel vivere quotidiano attraverso storie che sarebbero rimaste come esperienze nella vita del lettore.


Da sinistra a destra:
Filippo Nigro, Marco Giallini e Pierfrancesco Favino
2012 "ACAB. All Cops Are Bastards". E' il film che ha regalato un ulteriore successo a Giallini come attore poliedrico ma particolarmente portato per i ruoli drammatici. È coprotagonista con Pierfrancesco Favino, che io manco immaginavo potesse rendere bene in un ruolo così visto che per me fino ad oggi era quello che mi aveva fatto morire dal ridere insieme a Crozza ne "Il Padrino e i casalesi", e Filippo Nigro di cui so veramente poco, ma porremo rimedio a ciò probabilmente, per la regia di Stefano Sollima. Il soggetto del film è tratto da un libro di cui si è parlato parecchio in passato quando uscì per Einaudi ma che io ho bellamente ignorato e le motivazioni sono comuni al punto successivo e si possono racchiudere nella parola: "saturazione". Il libro in questione è di Carlo Bonini, stesso titolo del film, e tratta delle vicende di alcuni poliziotti della Celere -si dirà così? correggetemi se sbaglio!- che consumati da una vita fatta di costante violenza ricreano all'interno del loro gruppo le stesse dinamiche criminali e di affiliazione che dovrebbero combattere. Tale dinamica viene solo raccontata a latere dello svolgimento dei fatti, come un commento, un modo per giustificare la violenza. Sono gli stessi meccanismi che caratterizzano la nascita di gruppi criminali. Tocca anche quello che potremmo definire il "crimine dei colletti bianchi", non tanto fissandosi sul potere superiore che sacrifica i suoi uomini esasperandoli come fossero solo numeri, ma nell'ostracismo riservato a colui che ha denunciato con la punizione per la sua partecipazione a determinate azioni. Sono temi cardine nell'analisi delle dinamiche di gruppo, dal gruppo di bulletti del quartiere ad organizzazioni più grandi, e la comprensione di questi meccanismi è essenziale non per punire ma per prevenire certi "giustificativi" che possano decretare la nascita e lo sviluppo di organizzazioni criminali in ambienti compromessi sociologicamente e culturalmente.


2008-2010 Romanzo Criminale la serie e non il film, tratto dall'omonimo libro di Giancarlo De Cataldo uscito nel 2002 e ritornato in auge con le vicende legate al giornalismo di genere sulle mafie e in particolare con la camorra dopo il 2005-2008 e diretta dallo stesso regista di ACAB, Stefano Sollima. E' un saggio romanzato sulla criminalità romana che ho all'incirca dal 2011 e che ancora non ho letto perché quando ci sono arrivata ero appunto al livello di saturazione dell'argomento. E' stato quando finalmente mi sono decisa a scrivere la recensione di Gomorra di Roberto Saviano che mi sono dovuta prendere una pausa da tutte le letture legate a quel genere e a quel mondo, dedicando la mia attenzione ad altro. Il problema è che, per quanto queste storie si possano in un certo modo assomigliare, l'orrore che raccontano è sempre nuovo, almeno nei saggi/romanzi appartenenti al genere e leggerli solo per soddisfare la necessità di intrattenimento, su questi particolari temi, non fa proprio per me. Non avendo letto il libro finora non ho mai sentito la necessità di guardare la serie, ma dopo aver passato un pomeriggio a capire perché quando a Roma vedono per strada Giallini di solito esclamano "A terribbile!!", credo, ma non a stretto giro, che leggerò il libro. Questo riporterà in auge tutte le letture sospese dei libri in tema di criminalità organizzata che stagnano in casa? E' decisamente probabile...

Conclusioni

Il percorso è nato ed è diverso dai precedenti perché si compone di libri, film e serie. Non surclassa i precedenti, ma in qualche caso, come evidenziato, si integra sui preesistenti. Nel mio #VogliamoLeggere ho cercato di presentarvi un modo diverso di leggere, che risponde in gran parte ad una delle domande che più spesso mi vengono rivolte: "Come fai, partendo dal libro di cui stai parlando, a citarne, in maniera pertinente, altri che sono attinenti per tema, tipologia o autore?" La risposta semplice: "Percorsi di lettura" non sarebbe apparsa completa, "Curiosità" - che poi è quella componente che tiene in piedi tutto- nemmeno. Il trucco per ricordarsi tutti i libri che leggi è mentalmente incatenarli, per rimandi o altro. Ti rimarranno in mente le concatenazioni, i temi, le trame, i soggetti e anche gli autori. Percorsi come questi non si chiudono mai come detto, continuano nel tempo e nella vita del lettore, si trasmettono a chi li racconta lui stesso provocando in chi le ascolta magari la voglia di approfondire o anche solo di verificare.
Non voglio dire che il mio metodo funzioni per tutti, ma credo che per molti possa essere un modo diverso per leggere. Devo ammettere che il bello, in particolare, sta nella ricerca di fonti e riferimenti. Ma per quelli che come me fanno liste e poi "fanno o leggono" tutt'altro, questo funziona perché la molla non è "il dovere" ma la "curiosità" di scoprire che guida verso nuovi libri. E' anche un modo per imparare le cose senza annoiarsi e, dietro l'angolo, può esserci una nuova e insperata sorpresa.
Buone letture e buona visione,
Simona Scravaglieri

ALT!!! Ecco il calendario della settimana del #VogliamoLeggere del #BlogNotesMaggio

Lunedi Valentina La Biblioteca di Babele
martedì Irene su Librangolo Acuto
Marcoledì mattina Francesca Gli amabili libri
mercoledì pomeriggio Angela, Giovanni e io qui a Letture Sconclusionate
giovedì pomeriggio da La Leggivendola
venerdì mattina Angela Cannucciari
venerdì pomeriggio con me qui Letture Sconclusionate
sabato mattina Selvaggia Angelica
domenica pomeriggio Giada su Dada Who

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mercoledì 23 maggio 2018

[Dal libro che sto leggendo] Dopo il diluvio #BlogNotesMaggio

Fonte: Exòrma Edizioni

Buon pomeriggio, oggi vi porto un libro che ha stupito anche me. Mi avevano parlato di questo lavoro, ma devo ammettere, che mi ero fatta tutta un'altra idea del suo svolgimento. Non so perché io immaginavo che avesse un tono più convenzionale e invece no, questa storia, proprio per il modo in cui è narrato è affascinante. Anche Angela e Giovanni Cannucciari hanno trovato la storia perfetta e la lettura di oggi è magistrale. Questo libro è un paradosso, il posto descritto è un non luogo, ma al tempo stesso sembra nicchiare ad un posto reale nel bel mezzo dell'Europa. Si parla di guerra ma la sua situazione sociale fa pensare di essere appena entrati nel medioevo e nel contempo tutti i personaggi sono avvolti da un'aura di mistero anche se sono tutti descritti chiaramente, come fossero sotto la luce del sole.

L'alone si sparge già dalle prime pagine dove siamo per i campi. Un contadino guarda lontano dall'alto della collina. Sta pensando e, almeno per quello che ci ho visto io, ve lo dovete immaginare come con la fronte aggrottata per lo sforzo che acuisce le rughe che sono state provocate dal lavoro sotto il sole. Sta pensando, dicevamo, Thomas Marz da quale parte arriveranno i nemici e che, sebbene gli altri siano distratti da incombenze futili tipo le sue rape che stanno avvizzendo, lui è lì, già pronto a rispondere al nemico.
Ora ci sono due aspetti che fanno pensare al paradosso di due epoche in uno: da un lato Marz fa riferimento ad invasioni, aerei e altro, al contempo la sua vita è sua. Non ha alcun rapporto con il mondo che lo circonda e nemmeno con la donna che ha sposato.
Proprio nel momento in cui lo conosciamo, da lontano si annuncia un temporale. Ma i temporali, nella zona in cui siamo al momento non sono semplici diluvi ma veri e propri alluvioni, quindi occorre avvisare, non per amore, ma per comodità la moglie. Poi non la trova, finalmente si decide ad andarla a cercare e nulla, di Marz non si saprà più nulla. Oppure no? Ehhh quante ne volete sapere! Leggetelo!

Leggetelo perché è un qualcosa diverso dal solito come storia ma prima ancora per la voce che lo narra. E' graffiante, moderna e al tempo stesso sfacciata. Leggetelo perché vi lascerà a bocca aperta e come me, dopo aver letto le prime righe, non lo metterete più giù. Del resto riparleremo in recensione!
I dettagli del libro sono nell'infobox di Angela e e sotto a questo video e anche il calendario degli interventi per #BlogNotesMaggio
Vi segnalo anche il Canale di Giovanni che sia chiama "Gli audiolibri di Barbarossa"

Buone letture,
Simona Scravaglieri




Questo pezzo è tratto da:
Dopo il diluvio
Leonardo Malaguti
Exòrma Edizioni, ed 2018
Collana "quisiscrivemale"
Prezzo 14,90€

Le date di questa settimana di #BlogNotesMaggio:


Lunedi Valentina La Biblioteca di Babele
martedì Irene su Librangolo Acuto 
Marcoledì mattina Francesca Gli amabili libri
mercoledì pomeriggio Angela, Giovanni e io qui a Letture Sconclusionate
giovedì pomeriggio da La Leggivendola
venerdì mattina Angela Cannucciari  
venerdì pomeriggio con me qui Letture Sconclusionate
sabato mattina Selvaggia Angelica
domenica pomeriggio Giada su Dada Who

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venerdì 18 maggio 2018

Un viaggio di libri nel #PatrimonioEuropa #BlogNotesMaggio


Fonte Google Maps

Immagina di avere un biglietto aperto che ti garantisca di andare dove vuoi e pernottare come vuoi in massimo due settimane... cosa faresti? Io intanto preparerei dei libri e poi...

Se dovessi passare per Parigi, prendi "Un incontro casuale" di Rachel Cohen (Adelphi Edizioni) e passa da Le Bateau Lavoir. È da quella piazzetta che sono nati i movimenti culturali, pittorici, scultorei e anche letterari del '900 europeo. Dietro quel portone scuro e quelle porte di ferro bianche, che nascondono il disastro del fuoco, nell'ex fabbrica, adattata "casa dell'artista" con tanti studio affittati a squattrinati in cerca di fortuna, ne sono passati tanti, ma per il resoconto che facciamo oggi, te ne cito solo qualcuno che forse conoscerai: Gertrude Stein che lì conobbe quello che avrebbe foraggiato e aiutato e che allora era a Parigi da pochissimo: Pablo Picasso. Calpestarono quelle tavole non molto ben tenute anche Apolliaire e tanti altri. Potresti anche sentirlo, se ti concentri un po', mentre confabula con Picasso allarmato perché le statuette africane che hanno comprato forse sono rubate, oppure quando insiste per portarselo dietro a qualche spettacolo del tempo. Seguendo un ideale percorso scendi da Montmartre e, poco più in giù, a ridosso della Senna cerca Rue de L'Odèon. Portati dietro Shakespeare&Company di Sylvia Beach (Sylvestre Bonnard Editore) e  "Rue de l'Odèon. La libreria che ha fatto il novecento" di Adrienne Monnier (DuePunti Edizioni) se ti fermerai al numero 8 e al numero 12 potrai sentire la voce squillante di Apollinaire che scuote, con i suoi versi, la platea di aspiranti scrittori, o anche Picabia che legge le sue storie al numero 8 nella libreria La maison des amis des livres e, sbirciando nella vetrina del numero 12 , anche se oggi credo ci sia un ristorante, se fai attenzione tendendo l'orecchio sentirai il fruscio del giornale che Hemnigway leggeva nell'originale Shakespeare&Company o vedersi materializzare Joyce che si giustifica con la Beach, la sua editrice, spiegando perché la revisione dell'Ulisse di un particolare capitolo non si sia ridotta in termini di pagine ma anzi sia quasi raddoppiata. Se senti un bisbiglio di un altro genere potrebbe essere Sherwood Anderson (Winnesburg, Ohio Baldini e Castoldi editore) che sta indicando la Stein alla Beach pregando Sylvia di presentargliela visto che è un suo ammiratore.  Ricordati di portare un fiore a Rue de Fleus 16 e di portarti anche dietro "Autobiografia di Alice Toklas" di Gertrude Stein (Einaudi), Alice fu la compagna di vita e sostenitrice della Stein, quando vissero insieme lì, e tutti i giovedì ospitavano attori e pittori e chiunque si occupasse di cultura. Ricorda che lì per la prima volta fu esposto il primo quadro venduto da Picasso, una ragazza con il cestino, e potresti sentire la conversazione fra lui e Gertrude. Senti? Lei sta dicendo a lui che il quadro è bello ma la ragazza ha brutti piedi!

Prima di cambiare città assicurati di aver conosciuto qualcuno e di avere il suo indirizzo. Così quando ti scriverà che non sta poi troppo bene, magari per un raffreddore, facendo appello alle lettere di Jacques Vaché  (Lettere di guerra. A André Breton e ad altri surrealisti, :duepunti edizioni), potrai rispondergli come un vero Surrealista "Ciao, sono contento di sapere che stai male..." mentre gli racconti che hai visto. Magari sei stato a Praga "sulle tracce di Kafka" con il professor Kepesh (Il professore di Desiderio, Philp Roth - Einaudi) che passerà la metà del tempo a raccontarti delle sue amanti e della difficoltà che ha avuto per decidere con chi passare la sua vita. E in un parallelo decisamente pericoloso ti parlerà a latere anche di Kafka e ti porterà nei quartieri dove ha vissuto e ti farà parlare con un vecchio rivoluzionario. Ma il sesso per lui è un pallino fisso, perché come uomo contemporaneo si scontra con questa annosa verità: da quando la libertà sessuale ha avuto la meglio sul perbenismo e sulla disapprovazione dei facili costumi è difficile rapportarsi con il mondo e capire chi si è. Se poi passi prima per Vienna ricordati di salutare Ernest Lothar che ti porterà a vedere i palazzi e uno in particolare dove ha ambientato "La melodia di Vienna" (E/O Edizioni) è un palazzo signorile con le finestre probabilmente incorniciate con modanature liberty, al suo interno ci sono tre grandi piani. Ti capiterà di vedere attraverso le sue finestre lo scorrere delle stagioni, di vedere gente tutta vestita con costumi dell'epoca, abiti lunghi, pellicce e tante perle, che escono alla sera per andare alle serate e se ascolti bene sentirai suonare anche un piano alla mattina. Sentirai il dolore della morte ma anche gli urletti gioiosi dei bimbi accompagnati dalle babysitter. E se fissi ancora per un po' sentirai arrivare il rombo delle macchine e i passi cadenzati della parata dell'arrivo dei tedeschi e lo scalpiccio degli ebrei che tentano di mettersi in salvo. Ma se i passi non sono cadenzati ma corti e frettolosi e tu non sei passato per Praga tornando da Parigi, allora è un omino quello che ti segue. Cammina con una cartella piena di fogli ed è un tipografo parigino ed è proprio in quel momento che, per sapere quale sia il mistero che lo avvolge mentre è lì e tira dritto oltre te, saprai che quella storia non è da qui che inizia ma da  Desdra e per svelarla avrai bisogno di Alfonso Cruz e del suo libro "La bambola di Kokoshka"  (La nuova Frontiera). Sarà un'indagine a tratti surreale a tratti misteriosa, ma alla fine sono certa che arriverai a chiudere il "cerchio" o a trovare la bambola....chi lo sa?

Ma non ti attardare perché poi devi trovarti a Berlino. Devi accogliere il rientro di una donna che ha parlato al mondo con colta prosa, di libri ne ha scritti tanti, ma qui mi piace ricordare una grande lezione che ha appreso e che ci ha lasciato in eredità: l'importanza della comprensione e del perdono. Lo ha fatto in un viaggio corposo di circa 500 pagine, vado a memoria, che si chiama "La città degli angeli" (Edizioni E/O) e lei invece si chiamava Christa Wolf. Cercherai di capire fino a pagina 200, poi ti farà uno scherzaccio virando da un'altra parte e finirà con lo sfinirti. Ma è qui il bello, quando ti metterai seduto, dopo qualche tempo, a riflettere e a tirare le somme di quello che hai letto, il quadro si schiarirà e improvvisamente tutto il puzzle comincerà ad essere definito. Sarai capace di perdonare il delatore? Solo con il cappotto giusto si può fare... Anche se lei è a Los Angeles in quel libro,  per buona del tempo ti parlerà di Berlino e della stasi. A Berlino è necessario portarsi anche "C'era una volta la DDR..." di Anna Funder (Feltrinelli). Con lei farai il giro nelle case di Berlino Est, affronterai storie terribili che però ti faranno apprezzare la libertà. Ricordati di non farti notare troppo e di rispettare il coprifuoco, di non guardare troppo fisso le persone e ricorda che se ti si ricordano per cose particolari che hai ti denunceranno per non essere catturati essi stessi dalla Stasi.

Ma non senti caldo? Eh lo so che Berlino sta su, ma è anche vero che l'estate è alle porte e allora via, verso mete più fresche, facendo l'occhiolino dall'alto a Londra e alla sua nutrita schiera di autori, che si sentono un po' traditi andiamo a Belfast e ripercorriamo le strade della città nelle lotte per l'autonomia irlandese... Ti sembrerà un romanzo qualsivoglia, a tratti strano, poi una storia piacevole fino in quel punto un cui il cuore avrà un sobbalzo. La vita cambierà attorno a te e pure quel fischio dell'operaio alla ragazzetta che passa lì davanti non avrà lo stesso sapore di disturbo e spensieratezza di ieri. Non potrai non ricordare le descrizioni di Eureka Street, di  Robert McLiam Wilson (Fazi Editore) perché lui ti entra dentro dalla seconda pagina seducendoti e difficilmente riuscirai poi a starne senza! Ma tranquillo, la sofferenza è finita già, perché proprio da qualche giorno, dopo cinque anni, è di nuovo in libreria "Ripley Bogle" (Fazi Editore). Se poi vogliamo spezzare la linea della malinconia, basta salire un poco più su verso l'Islanda. Ti svelo un segreto, se ami Marco Marsullo, sappi che questo è stato uno dei suoi libri preferiti e si chiama "Toxic. Come smettere di ammazzare e imparare a lavare i piatti" e l'autore è Hallagrímur Hegason (ISBN) ed è un libro dannatamente divertente. Un sicario in fuga da New York finisce con la sua pistola su un volo per l'Islanda, dove armi non ce ne sono e nemmeno sono gradite, per non essere preso. Peccato che lui sappia solo fare quello che fa e quindi per non dar nell'occhio nella comunità, che lo ha scambiato per altro, si deve reinventare.

Questo viaggio è stato offerto da #BlogNotesMaggio e io potrei continuare per ore ma poi moriresti di inedia prima di arrivare alla fine. Sappia solo che quest'anno ricorre l'anno della tutela e valorizzazione del Patrimonio Europeo volta a coinvolgere i cittadini perché apprezzino quello che li circonda. Nel mio caso il viaggio è decisamente al di fuori dei confini, ma succede spesso a chi come me legge tanti libri diversi. Ma hai mai provato, a memoria, a pensare a quanti posti hai visitato ricordando i libri letti? Nel mio caso è uscito tutto questo sproloquio da cui ho omesso la sezione italiana che sarebbe stata decisamente folta, magari la teniamo per un'altra occasione.
Buone letture,
Simona Scravaglieri

Vi ricordo il calendario degli altri interventi della settimana:



Martedì Nereia Librangoloacuto

Mercoledì Angela/Simona LettureSconclusionate

Giovedì mattina Francesca Gli Amabili Libri

Giovedì pomeriggio da Erica La leggivendola

Venerdì alle 10:00 saremo da Angela Cannucciari

Venerdì alle 13:00 da Francesca Gli amabili libri

Venerdì alle 15:00 qui a LettureSconclusionate

Sabato mattina sul canale di Selvaggia

Sabato pomeriggio da Valentina La biblioteca di Babele

Domenica pomeriggio da Giada di Dada who?

Vi invito a seguire sui social tutti i blog e i canali per rimanere aggiornati e in aggiunta vi segnalo anche il blog di #blognotes libri, il Tè tostato di Laura Ganzetti Maria Di Cuonzo, Andrea di Un antidoto contro la solitudine e Diana di Non riesco a saziarmi di libri e Paola Sabatini


mercoledì 16 maggio 2018

[Dal libro che sto leggendo] Cometa #BlogNotesMaggio

Fonte: Neo. Edizioni

Cometa è proprio un libro nuovo nuovo ed è uno di quei lavori che raccolgono al loro interno tutta una serie di influenze provenienti degli anni 80-90 del '900 e che riescono a reinserirle all'interno di un testo con la stessa forza di quelle immagini con i colori forti che quasi riesci a toccare i capelli cotonati di quei tempi, le finte spalline e a sentire i motorini modificati.
Ha anche una strana magia, ti regala quel senso del proibito che dava a noi ragazzini il poter leggere "Porci con le ali" e al contempo è un po' come riguardare l'album dei ricordi di tempi passati.

Non ho una vita complessa e un po' dannata come il protagonista di questa storia, ma sono cosciente di averla vissuta come una spettatrice. I miei genitori, almeno mio padre era grande quando io sono nata, ma molti dei miei amici e coetanei dell'epoca erano figli di genitori giovani che si trovavano in quel momento "di mezzo" in cui la frattura con l'idea della "famiglia tradizionale" si andava ingigantendo anche se non si era preparati sul come questo cambiamento sarebbe dovuto avvenire. Si era in cerca di un nuovo rapporto con i figli, diverso da quello che si rifiutava e combatteva alla fine degli anni sessanta-settanta. E anche noi figli non avevamo ben presente cosa dovevamo combattere della generazione precedente. Da un lato il progresso tecnologico, dall'altro i media che guadagnavano il posto alle nostre tavole e sui nostri divani alla sera e infine l'arrivo di influenze e mode provenienti dall'estero. Tutto questo ci travolgeva tutti, figlie e genitori con il risultato che le nostre vite sono come quelle immagini, forti a volte fastidiosamente sgranate a volte inutilmente puntate su particolari insignificanti ma che, all'epoca ci sembravano importantissimi.
Quindi, quando aprirete questo libro ricordatevi di questa dicotomia generazionale perché è rappresentativa del tono e delle immagini rappresentate.

Difficilmente riuscirete a rimanere indifferenti a questa storia perché diverrà anche un po' vostra e io ne sono rimasta davvero affascinata proseguendo di pagina in pagina. E' davvero una chicca che proprio non mi aspettavo e che sono contenta di riuscire a riportare anche in questa rubrica, con l'aiuto di Angela e Giovanni Cannucciari che davvero hanno dato il massimo. Abbiamo scelto di leggere un brano e non il primo capitolo proprio per regalare questo scorcio di cui vi parlavo. Il vecchio del nonno, e il nuovo del nipote si incontrano. Il vecchio suggerisce, impone e spesso sollecita in maniera continua e forse un po' molesta. Il giovane decide di percorrere il percorso che molti di noi hanno fatto, annuire assertivamente per poi fare sostanzialmente quello che volevamo noi. Assolutamente imperdibile!
Sotto il calendario e i dati del libro.
Buon ascolto e buone letture,
Simona Scravaglieri



Il pezzo è tratto da:

Cometa
Gregorio Magini
Neo. Edizioni, ed. 2018
Collana "Iena"
Prezzo 15,00€

Ecco il calendario di questa settimana di #BlogNotesMaggio per il #MaggioDeiLibri

Martedì Nereia Librangoloacuto
Mercoledì Angela/Simona LettureSconclusionate
Giovedì mattina Francesca Gli Amabili Libri
Giovedì pomeriggio 
da Erica La leggivendola
Venerdì alle 10:00 saremo da Angela Cannucciari
Venerdì alle 13:00 da Francesca Gli amabili libri
Venerdì alle 15:00 qui a LettureSconclusionate
Sabato mattina sul canale di Selvaggia
Sabato pomeriggio 
da Valentina La biblioteca di Babele
Domenica pomeriggio da Giada di Dada who?
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mercoledì 9 maggio 2018

[Dal libro che sto leggendo] Lo scemo di guerra e l'eroe di cartone #BlogNotesMaggio

Fonte: LettureSconclusionate


Oggi, giornata bigia e grigia a Roma – quelle classiche giornate in cui leggere è davvero un piacere!-, parliamo di un libro davvero spassoso da leggere. Il punto è che non è un libro leggero e leggiadro, ma è scritto come se lo fosse. Così nel paradosso costante che aleggia nella Sicilia dell’ultima guerra ci troviamo catapultati in un paese inventato con un’ottima ricostruzione del periodo storico reale. Un posto semplice popolato di gente lontana da Roma eppure contaminata dalle anime dei comunisti che scappano dalle camice nere.

In questo mondo in cui persino il rifacimento della piazza può generare la confusione generale perché non c'è una statua della madonna, dipartono due storie. Quella di due amici, che partono insieme per la guerra in Africa. Uno convinto l'altro trasportato. Quello convinto, ha deciso di fare la differenza, l'altro ha ben presente l'ultima volta che non ha salutato il fratello che partiva per la guerra e che non è più tornato e decide di seguire l'amico per non fare più l'errore di "perdere" qualcuno. Sono come Don Chisciotte e Sancho Panza (e non è forse un caso visto che alcune cronache narrano che Cervantes scrisse in Sicilia il suo capolavoro). Dall'altra c'è un'altra storia: un manipolo di fuggitivi che scappano dalla guerra. Insieme agli uomini il capo del gruppo ha al seguito anche suo figlio e anche suo padre. Poi in una scena carambolante e vivida come una serie trasmessa in TV, fuoco, spari e alla fine una grotta dove rifugiarsi e contare i sopravvissuti. Luce. E' il giorno dopo e arriva con l'oro in bocca dopo la scoperta di un luogo dove trovare riparo: appare un po' come un paradiso, a due passi dall'inferno. C'è una nonnina che sembra un moderno Caronte, ovvero non traghetta ma indirizza, e un'oasi di pace capitanata da una giovane volitiva e decisa.

Il bello di questa storia è proprio in questo, parla di cose terribili, la guerra, la morte, la scomparsa dei compagni, la paura. Ma sebbene noi viviamo queste cose singolarmente nella nostra testa come capitali, se fossimo in grado di guardarci da fuori, inseriti in un contesto più grande, con una cultura che l'autore ci tiene bene a spiegare nel secondo capitolo del libro, l'insieme che ci verrebbe restituito di questo quadro credo che sarebbe molto simile a questa storia. Ma ne riparleremo in recensione.
Per oggi sono contenta di non avere solo Angela Cannucciari che legge, ma che ci sia pure suo fratello Giovanni. Insieme hanno creato un duo perfetto per dar vita ai primi due capitoli di questo libro. 
Buon ascolto e buone letture,
Simona Scravaglieri





Questo pezzo è tratto da:

Lo scemo di guerra e l'eroe di cartone
Alberto Maria Tricoli
Edizioni Spartaco, ed. 2018
Collana  "Dissensi"
Prezzo 10,00€

Il calendario di questa settimana di #BlogNotesMaggio per il #MaggioDeiLibri:

Lunedì  Valentina e La Biblioteca di Babele
Martedì Daniela di  Appunti di una lettrice
Mercoledì  Simona, Angela e Giovanni a Letture Sconclusionate
Venerdì mattina con Angela Cannucciari 
Venerdì pomeriggio Simona di Letture Sconclusionate
Sabato sul canale di Selvaggia
Domenica chiudiamo la settimana con Giada di Dada who?


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sabato 5 maggio 2018

Del lettore, del suo innamoramento e della sua sanità mentale, Paola C. Sabatini #BlogNotesMaggio

Fonte: Pinterest



«Or ti piaccia gradir la sua venuta: 
libertà va cercando, ch’è sì cara, 
come sa che per lei vita rifiuta»
(Dante, Divina Commedia, Purgatorio, Canto Primo)


L’epigrafe potrebbe far pensare ad una dissertazione accademica sulla libertà, e invece no, perché non sarà questo il tema per due motivi: il primo è che “un ce la fo’”, il secondo è che è sabato pomeriggio, quindi, bisogna rilassarsi senza soffrire troppo. 
Diciamo che - un po’ per darmi un tono, un po’ per fare la snob -, cito Dante per introdurre un argomento che a me sta molto a cuore: la libertà di amare o di perdersi, leggendo.
Sì, perché se è vero che «ogni volta che un libro viene letto o riletto, qualcosa accade a quel libro», che «ogni lettura è una nuova esperienza» e soprattutto, che «non c’è libro che preesista all’esperienza della sua lettura, al punto tale che è l’avvenimento lettura a fabbricare il libro», come sosteneva uno dei più grandi lettori eruditi del ‘900, Jorge Luis Borges [1], è altrettanto vero che ognuna di queste nuove esperienze è potenzialmente l’inizio di una più o meno travolgente storia d’amore: prima tra libro e lettore, poi, in virtù di un’inevitabile proprietà transitiva, tra lettore e autore (vivo o morto che sia). 

Quando ci si innamora, il mondo diventa un luogo più bello e accogliente, ci sentiamo trasformati e il nostro sguardo sulla realtà circostante cambia.

Per fortuna però, in questo tipo di liaison, le regole le detta il lettore, e ciò che nella vita reale non è concesso, è possibile nel magico e libertario mondo delle nostre letture: la monogamia, la bigamia, la poligamia; l’infedeltà o la devozione; l’abbandono o il “per sempre”, l’amore romantico o intellettuale, la passione insensata e morbosa del tipo “cozza” o l’andirivieni dell’indecisione amorosa. 
Insomma, non esistono divieti né imposizioni ma solo libertà!

Il guaio è che tutta questa libertà, a volte, mette a rischio la sanità mentale del lettore/lettrice (più spesso di quest’ultima che, per lo più, non ama le mezze misure), fino a farlo/a diventare un/a fanatico/a della lettura, quando va bene; se invece va male, in base alle sue scelte di lettura, può diventare: 


a) schizofrenico/a (perché passa da un giallo a un classico, da un romanzo d’amore a un fantasy, da un libro di cucina thailandese a un saggio politico, da un manuale di meccanica di precisione a una raccolta di poesie);
b) bipolare (per cui si spaccia per un lettore impegnato quando è insieme ad amici e parenti, di quelli che mai e poi mai leggerebbero un bestseller ma poi, tra le quattro mura di casa, legge i libri di Liala di sua nonna);
c) ossessivo-compulsivo/a (per cui inizia dieci libri contemporaneamente ogni lunedì, puntando a finirli entro la domenica successiva);
d) masochista (s’impone di finire ogni santo libro che inizia a leggere, costi quel che costi, anche se è brutto, prolisso, scritto male e non gli piace);
e) ansiolitico (se non legge tutti i libri candidati al Premio Strega prima che venga assegnato si sente meno di zero);
e) bulimico/a (s’ingozza di letture per tre mesi di fila e poi per sei non tocca libro);
f) feticista (si porta dietro la copia del suo libro preferito ogni volta che va in viaggio o, peggio ancora, non consente a nessuno di leggere la sua copia de Il Signore degli anelli perché nessun tolkeniano lo permetterebbe mai);
g) voyeurista (legge libri “zozzi” di nascosto e conosce a memoria il kamasutra delle 150 sfumature di grigio, rosso e nero ma non lo ammetterebbe mai);
h) esibizionista (posiziona in bella vista nella libreria del suo salotto l’Ulisse di Joyce o Infinite Jest di D.F.Wallace senza averli mai letti né avere intenzione di farlo mai);
i) depresso (legge solo mattonazzi o classiconi e non si concede mai un Fabio Volo o una Elena Ferrante)

E voi, a quale categoria (rischiate) di appartenere? Personalmente mi colloco in quella dei masochisti visto che, nel corso del mio primo mezzo secolo di vita e con qualche centinaio di libri letti all’attivo, ho abbandonato solo tre libri (Jazz di Toni Morrison, Il mio nome è rosso di Pamuk e Vita e destino di Vassilij Grossman ma conto di riprenderli in mano e finirli prima della fine dei miei giorni), ed un quarto sta rischiando la stessa sorte (ancora non ho deciso ma Il passato di Alan Pauls). 

Ritengo che sia comunque una gran fortuna poter esercitare la libertà di leggere e di scegliere cosa leggere anche se, per dirla con Wallace (sì, perché io Infinite Jest l’ho letto per davvero, insieme alla Scrav che mi ospita), siamo tutti un po’ fanatici, i veri lettori anche più di altri. E allora, sono gli attaccamenti a diventare «una faccenda molto seria» e bisogna scegliere con cautela i propri attaccamenti. Ognuno scelga il suo tempio di fanatismo con grande cura perché quello che si vuol cantare come amore tragico è sicuramente «un attaccamento scelto male».

Buona domenica e buone letture. 
Paola C. Sabatini


[1] “Il fattore Borges” di Alan Pauls, Sur, pagine 73-76


Ecco il calendario con gli eventi passati e a venire per questa settimana per #blognotesmaggio:

Lunedì da Valentina La biblioteca di Babele
Mercoledì mattina Nereia Librangoloacuto
Mercoledì pomeriggio Simona LettureSconclusionate
Giovedì mattina da Erica La leggivendola
Giovedì pomeriggio da Daniela di Appunti di una lettrice
Venerdì alle 10:00 saremo da Angela Cannucciari
Venerdì alle 13:00 da Francesca Gli amabili libri
Venerdì alle 15:00 qui a LettureSconclusionate
Sabato mattina sul canale di Selvaggia
Sabato pomeriggio Paola Sabatini special guest qui a LettureSconclusionate
Domenica mattina da Barbara di Librinvaligia
Domenica pomeriggio da Giada di Dada who?

Vi invito a seguire sui social tutti i blog e i canali per rimanere aggiornati e in aggiunta vi segnalo anche il blog di #blognotes libri, il Tè tostato di Laura Ganzetti Maria Di Cuonzo, Andrea di Un antidoto contro la solitudine e Diana di Non riesco a saziarmi di libri

venerdì 4 maggio 2018

Think outside the Box - #BlogNotesMaggio #LetturaLibertà


Fonte: Pinterest

Sono tre volte, stamattina, che incomincio questo post con tre inizi diversi che virano su argomentazioni altrettanto diverse! Mettiamola così: esprimere la nostra libertà di lettori non è facile come esprimere la nostra libertà di leggere cose differenti. Non è affatto facile perché è più comodo guardare le librerie di catena che ci mettono i titoli di grido o appena usciti proprio all'ingresso, così non devi stare a perdere tempo fra mille milioni di copertine, perché magari è più facile trovare chi li ha letti come te e sopratutto impossessarsi di punti di vista altolocati del critico di turno. Ecco questo spazio, che viene portato avanti dalla sottoscritta, ha virato completamente nelle sue letture dalla grande editoria a quella piccola e media nel giro di poco meno un anno - otto anni fa circa-. Complici un paio di giovani palermitani Marco Mondino e Diana Cimino ai quali non mi dirò mai abbastanza grata di avermi portata in questo rutilante mondo.

Cominciamo con il dire basta alla dicitura "editore indipendente". E' diventato come il Bio o l'Ecobio o altro. Come ha anche detto più volte Calasso,  gli editori sono indipendenti tutti. Tutti gli editori per sopravvivere devono vendere e ognuno di loro fa scelte in base alla propria etica e mission e questo succede dalla notte dei tempi. Quando si parla di questi editori è più corretto dire "appartenenti alla piccola e media editoria". E non è una brutta cosa appartenere  a questa categoria. Checché se ne pensi è un mondo a parte, elitario e un po' snob - perché si pregia di trovare le migliori proposte sul mercato, recenti e meno-, sconosciute ai più. Sono dei veri viaggi, con delle vere indagini, controlli, sedute spiritiche e chi più ne ha più ne metta. Se sei un editore della piccola e media editoria, sei uno che conosce a menadito quel che esce nel tuo comparto di pertinenza, sai quali sono le persone più adatte a maneggiarlo e sai anche fare scelte coraggiose (sono sempre coraggiose visto che hanno una potenza di budget che è decisamente inferiore ai Big) ma sei anche un vero kamikaze perché se trovi quello che davvero ti piace, lo pubblichi eccome e ne rendi partecipe il mondo rapendo e irretendo il lettore ignaro che ti si avvicina in fiera condensando tutto quello che sai in maniera che lui possa alla fine sentire un po' del sacro fuoco che ti arde dentro da quando hai deciso che quel libro doveva essere pubblicato!

Ecco, se a questo punto stai pensando: ma che è diventata editrice? La risposta è no, ma dal 2010 frequentando fiere su fiere, organizzando eventi e parlando fra blogger e vlogger o leggendo e parlando con editori una certa idea me la sono fatta. Ora perché io ti sto scrivendo che non eserciti tutta la tua libertà? Chi sono io per dirtelo? Prendimi come una suggeritrice: di qui è passato Marsullo, poco prima di uscire e incantare l'Italia con i suoi libri e la sua stupenda personalità, come anche Cognetti. Ma non perchè io sia una procacciatrice di famosi, ma perché gli stessi che li pubblicavano prima me ne hanno parlato con favore e con passione in maniera talmente coinvolgente che non ho potuto fare a meno di leggerli. Allora perché esercitare la libertà di leggere piccola e media editoria? Semplice per darsi la possibilità di provare cose nuove, a volte paradossali, interessanti raramente brutte ma che comunque difficilmente ti lasceranno indifferente. Perché sai che c'è? Io sono convinta che è verissimo che un lettore è come un drogato, sempre alla ricerca di quella sensazione che ti regala un libro con cui sei entrata in sintonia e che ti ha conquistato. È una ricerca estenuante molto spesso ma con la piccola e media editoria è ardua perché la scelta di cose nuove e interessanti è decisamente grande. Come fare allora?

Intanto frequentare le fiere, fermarsi davanti agli stand e invece di farsi consigliare l'ultimo uscito, fate come me, chiedete il libro che hanno deciso di pubblicare e che sapevano che sarebbe stato complicato da diffondere ma era talmente bello da non poter essere ignorato. Funziona sempre. Prima vi guarderanno come dei matti, poi metteranno giù il libro che vi stavano porgendo e cominceranno a guardare il loro libri esposti come foste voi nel dubbio di quale libro fare fuori per sempre dalla vostra libreria dei libri letti e amati. Alla fine tireranno fuori "il titolo". È un modo per scoprire di che pasta è fatto l'editore di turno. Così da questo blog sono passati un sacco di capolavori.

Poi c'è la regola che io chiamo de "Il genio nello scantinato" che è un libro bellissimo e appagante di Adelphi. È un libro che non ha avuto il successo meritato perché quando la gente legge la sinossi scappa a gambe levate. Se invece lo leggono senza guardarla e senza scorrere in precedenza le pagine, se ne innamorano. "Il genio nello scantinato" è una fortunata biografia scritta da Alexander Masters su Simon un genio matematico, con qualche tratto di autismo in alcuni atteggiamenti. Simon Norton è un uomo particolare che continua ad operare nella sua ricerca sulla simmetria in modi non convenzionali e Master spiega questa cosa in maniera così divertente e chiara che mai nessuno si è lamentato di non aver capito. Quindi ogni tanto datevi l'opportunità di essere stupiti; non vi fissate con la sinossi ma fidatevi dell'istinto e buttatevi fuori dalla comfort-zone.

Non fidatevi subito di chi si dichiara piccolo o medio editore ma verificate prima. Ci sono un sacco di case editrici a pagamento che si spacciano per editori tradizionali. Ecco, ognuno è libero di leggere quel che gli pare, ma deve essere preventivamente informato. Se spendo 20 euro per un libro: editato, corretto magari tradotto da un professionista è un po' diverso dal fai-da-te allo stesso prezzo con svarioni di ogni genere. Perché gli autori paganti di oggi, non sono quelli dei tempi di Vittorini: pago dunque pretendo. Se sono uno che ha pagato per la pubblicazione sono io che decido quanto e cosa devo pagare e se mi sento Petrarca nessuno metterà mai le mani sulla mia ode! Non sarò io a contestare certi punti di vista, ma fatto sta che se poi vai da loro, nessuno ti dirà o scriverà in chiaro che chiedono contributi agli autori, quindi la cosa così limpida non è, o no? L'editore tradizionale non è mai a buon mercato, loro hanno i loro problemi e noi dobbiamo fare la quadra con i nostri stipendi. Ma rimane il fatto che conosce a menadito il suo catalogo ed è anche in grado di darti informazioni fin dalla prima pubblicazione.

Non vi fissate che dovete sapere tutto di tutti gli editori aprioristicamente. Adottatene uno, due, o cinque per fiera e datevi un anno per leggere qualcosa di loro. Iscrivetevi alle newsletter, la vostra posta elettronica sarà intasata ma loro saranno ben felici di informarvi di tutto quello che stanno per pubblicare, degli eventi e, perché no, anche anche dei premi. Ricordatevi di chiedere delucidazioni sulle pagine fan o sull'account dell'editore, ed eventualmente di coinvolgere anche l'autore. L'autore? Ebbene sì, tranne il solito stolto snob che si sente Dio solo perché ha pubblicato, la maggior parte degli autori di questo comparto sono felicissimi di incontrare lettori curiosi che li hanno letti. Chiedete, curiosate, parlate loro e scoprirete mondi che tanti eventi seguiti da sotto il palco non vi sembreranno più così unici. Il microcosmo della piccola e media editoria è come un corpo umano. Ogni editore ha un suo ruolo nella compagine dell'offerta nazionale e un suo scopo anche quando sembrano occuparsi degli stessi rami di genere o di provenienza delle opere, ognuno sceglie in base ad un gusto che è unico nel suo genere ed è principalmente per questo che non si possono riunire sotto un'unica egida tipo "l'indipendente". Tutti i microcosmi si nutrono di una linfa vitale che è il continuo scambio di visioni tra lettori e autori e tutti insieme, linfa e organi costituiscono l'anima di un comparto che è il laboratorio delle future promesse della grande editoria.

Se siete lettori che vogliono fare la differenza, per loro e per la cultura che verrà domani di moda distribuita in mainstream su tutti i canali, non dovete negarvi questa opportunità proprio perché siete parte integrante della filiera e del pensiero che la muove e che la foraggia. In un mondo in cui si pensa di fare la differenza indignandosi e dicendo il proprio parere anche non su basi certe, la piccola e media editoria diventa un luogo dove non serve avere per forza un'idea, ma come in una mostra d'arte contemporanea le opere non sono sempre nascoste dietro una teca di plexiglass ma si possono usare, toccare e vedere in moto cosa che, da nessun'altra parte vi succederà, ve lo assicuro.

Ok, ma dopo tutto questo discorso da dove iniziare? Potrei scrivere per mesi, visto che in questo spazio ce ne sono tanti. Quindi iniziate a non andare sempre nelle librerie di catena ma anche in quelle - che ahimé... il morbo dell'indipendente a tutti i costi ha toccato anche loro...- piccole. non vi fermate all'ingresso ma andate agli scaffali più lontani. Prendere in mano il libro del primo editore che non conoscete, fate una rapida ricerca su internet o chiedete al libraio e, se vi convince, portatelo a casa. Farlo è più facile che dirlo! E ricordatevi di tornare in quella libreria, per far sapere al libraio che ne pensate di quello che avete letto; lo so che spesso sembra che al libraio non freghi poi molto di quel che pensate, ma sappiate che i librai funzionano come l'algoritmo di Amazon, dopo un po' imparano a riconoscerti e a ricordarsi dei libri che non ti sono piaciuti che, ti assicuro non è mica male.

Detto questo fai di "Think outside the box" la tua nuova libertà di leggere.
Per questo post nessuna casa editrice è stata maltrattata e io manco sono pagata, ma credo fortemente ad ogni cosa che ho detto e che continuo a dire anche dal vivo in fiera e nei vari eventi in cui mi sono trovata coinvolta.
Fate la differenza! Buone letture,
Simona Scravaglieri

Qui il calendario degli eventi della settimana per #letturalibertà di #BlogNotesMaggio per il #MaggioDeiLibri:

Lunedì da Valentina La biblioteca di Babele
Mercoledì mattina Nereia Librangoloacuto
Mercoledì pomeriggio Simona LettureSconclusionate
Giovedì mattina da Erica La leggivendola
Giovedì pomeriggio da Daniela di Appunti di una lettrice
Venerdì alle 10:00 saremo da Angela Cannucciari
Venerdì alle 13:00 da Francesca Gli amabili libri
Venerdì alle 15:00 qui a LettureSconclusionate
Sabato mattina sul canale di Selvaggia
Sabato pomeriggio Paola Sabatini special guest qui a LettureSconclusionate
Domenica mattina da Barbara di Librinvaligia
Domenica pomeriggio da Giada di Dada who?

Vi invito a seguire sui social tutti i blog e i canali per rimanere aggiornati e in aggiunta vi segnalo anche il blog di #blognotes libri, il Tè tostato di Laura Ganzetti Maria Di Cuonzo, Andrea di Un antidoto contro la solitudine e Diana di Non riesco a saziarmi di libri

Fonte: Pinterest


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