giovedì 30 giugno 2016

#regalamiunracconto: posticipazione data di chiusura concorso

Fonte: La Martinelli

E' giovedì? E com'è che scrive un post di giovedì? Tranquilli! E' solo per comunicare che, visto che mi è stato richiesto un po' più di tempo, ho posticipato la data di consegna all'11 Luglio.

Quindi le regole scritte nel post fatto agli inizi di Giugno rimangono invariate e le trovate qui: #regalamiunracconto e puoi vincere un libro e cambia solo la data di consegna che non è più : l'1 luglio entro 24:00 ma l'11 luglio entro le 24:00.

Buona giornata e buone letture e che, il killer vegano, sia con voi!
Simona Scravaglieri


mercoledì 29 giugno 2016

[Dal libro che sto leggendo] La memoria



Una foto pubblicata da @leggendolibri in data:



Oggi vi lascio sbirciare nel Premio Strega 1949, "La memoria" Giovanni Battista Angioletti, che è in sostanza un libro di memorie, molto diverse da Villa Tarantola di Vincenzo Cardarelli che vinse l'anno precedente. La zona di cui parla sembra proprio la periferia milanese e i ricordi appartengono agli inizi del novecento, in un mondo decisamente lontano da noi. Con questo libro ho avuto molti più problemi che con gli altri due (l'altro, di tutt'altro stampo è "Tempo di uccidere" di Ennio Flaiano) legati prettamente al modo di scrivere e descrivere questo mondo ovattato e al contempo pieno di contraddizioni; potremmo dire che è una prosa piena di elencazioni. All'inizio ha certamente la sua poetica, ma 211 pagine così sono una bella impresa.

Le memorie sono divise in capitoli in ognuno dei quali viene analizzato un aspetto del periodo, i modi di porsi, la vita di fabbrica, il divario sociale, le feste, le malattie. Anche questo viene trattato come un elenco e nello svolgersi dei ricordi escono le riflessioni del giovanissimo autore che si trova a confrontarsi con divari sociali, le lotte di classe e il suo particolare rapporto con la vita. In più un difetto questo libro ce l'ha: I ricordi di un bambino, filtrati dalla mente dell'adulto, cessano di essere pensieri semplici e diretti lasciando il passo a lunghe dissertazioni filosofiche che poco hanno a che vedere con le paure fanciullesche, falsando l'effetto generale.

Non so quanto mi sia piaciuto, ci devo riflettere ancora un po', intanto vi lascio sbirciare le prime due pagine.
Buone letture,
Simona Scravaglieri




I

Il viale

All'arrivo della bella stagione in tutte le case del viale si spalancavano le finestre. Le ultime tracce di neve fuligginosa si scioglievano sotto gli immensi serbatoi rossi del gasometro, nel macello muggivano i buoi, nitrivano i cavalli, belavano gli agnelli, e al vento si alzavano frusciando gli aquiloni inghirlandati fra i campanili e le ciminiere. Dopo ogni colpo sulle incudini gli operai lasciavano saltellare i ferri per giuoco, suscitando gli squilli leggeri, smorzantisi fino a un nuovo colpo violento.
Anche il laboratorio di mio nonno, nel cortile della casa dove abitavo, apriva i finestroni polverosi. Le donne copiavano  sulle ceramiche i fiori veri posati sui banchi, i facchini imballavano le casse col fieno fresco e profumato, e il fumo biancastro delle muffole raggiungeva ardimentoso le dense volute dei gradi stabilimenti.
Veniva verso sera, tra un volar di farfalle e pipistrelli, il giardiniere a liberare le palme dalla paglia che le aveva protette dal gelo, a slegare gli arbusti, a rivoltare la terra sulle aiuole. Una mattina fiorivano gli ippocastani dei bastioni sopra il giardino, e le belle foglie di smeraldo nascondevano ogni giorno di più le caserme, le carceri, i collegi dominati al centro della città dalle bianche guglie della Cattedrale.
Sull'altra parte del viale, dopo una fila di case popolari, spuntavano le margherite sui terreni da costruzione e i prati morti, perfino sui depositi di rifiuti e i raccordi ferroviari. Infinite punte verdi scaturivano negli orti e nei primi api della sterminata pianura, distesa fino ai lontanissimi monti ancora biancheggianti sulle cime di neve leggera. Svaporavano le ultime nebbie sopra gli acquitrini e le risaie; e i canali, le rogge, le cascatelle, gli innumeri rivi sgelati infondevano alla terra un'ebrezza, un ridere fole e veloce, tra un fitto balenare di luci celesti.
Era bello il nostro viale, era il più bel viale del mondo. Nelle chiare mattine, quando l'aria sapeva di gas, di zolfo e di violette, bande di ragazzi correvano tra la folla  dei marciapiedi, suonando pifferi, ocarine, fischietti di piombo dalle piume verdi e gialle, sparando aridi colpi con le pistole di latta, sempre più esaltandosi a quei trilli, sibili e spari, lanciando grida d'esultanza nel rombare continuo dei tram e delle carrozze, quasi volando a piedi nudi nella polvere sollevata dalle ilari folate del vento. Dalle vetture dei cortei nuziali le spose pallide ed esitanti lanciavano manciate di confetti, trottavano allegri anche i carrozzoni dei carcerati, sui carretti dei cenciaioli sfavillavano le belle liste d'alluminio al sole.

Questo pezzo è tratto da:

La memoria
Giovanni Battista Angioletti
Bompiani Editore, ed 1949
Prezzo tra gli 8,00€ e i 66,00€ a seconda dell'anno di pubblicazione e lo stato del libro.


venerdì 24 giugno 2016

"Esecuzioni a distanza", William Langewiesche - Il limite del fattore umano...


Fonte: Il mio Battle Field

Ci sono libri nati per raccontare delle storie, ce ne sono per imparare delle cose, quelli per far emozionare e quelli che invece, come quello di oggi, nascono per sollevare una questione. Non che se ne debba creare una discussione o farne un'arma di battaglia, sono come dei piccoli pezzi di un puzzle che potrebbero non servire al quadro generale, ma se ci sono rendono più nitida l'immagine. In questi mesi di libri così me ne sono capitati due: "Il fondamentalista riluttante" (sì lo so, mi sono dimenticata la recensione ma poi recupero tranquilli!) e questo "Esecuzioni a distanza". Il punto non è tanto indignarsi, che con i tempi che corrono riesce facile a tutti, ma prendere in considerazione la questione ed elaborarla; questo perché negli ultimi anni, l'indignazione è uno strumento a tempo della serie "Mi indigno per questo!", poi arriva un'altra notizia di cui indignarsi e dimentichiamo la precedente. Le informazioni contenute in questo libretto non le useremo mai in maniera cosciente, forse nemmeno ricorderemo di averle lette finché, un giorno, ci ritroveremo a capire quell'uomo, definito cecchino, che magari è finito sul notiziario per una qualsiasi cosa, e che ci farà affiorare l'informazione che ci farà guardare alla persona o alla notizia con occhi diversi. Magari ci indigneremo anche, ma saremo più consapevoli di cosa succede dai due lati della barricata. È stato scritto per questo e con questo intento va letto.

All'interno ci sono due saggi, uno su un tiratore scelto e uno sulla guerra con i droni. Potrebbe pure ambientarla in un campo di broccoli, l'importante è scindere il luogo e guardare alla reazione e all'informazione nuda e cruda: uccidere non è una cosa da uomini ma qualora fosse annullato il fattore umano, uccidere sarebbe una cosa da un uomo solo.
Nel momento in cui diventiamo sconosciuti numeri o immagini, come dentro un videogioco, uccidere è facile e per alcuni divertente. Ma cosa succede quando lo fai per professione? Langewiesche, raccontandoci la storia di Crane ci dice che fino al giorno della pazza nella macchina che metteva a repentaglio la sua vita e quella dei poliziotti, sparare, era una questioni di angolazioni, vento, misure e mira. Dopo ci si abitua, ci si da una regola per non farsi troppe domande, ma il ricordo di ogni singola vita persa rimane anche se, il tiratore scelto era il futuro della guerra avveniristica di anni fa. Oggi per contro, si fa la guerra in Afghanistan uscendo di casa, prendendo l'autostrada, magari facendo anche qualche fila. Un caffè in caffetteria aziendale e poi via, alla propria scrivania a pilotare un drone distante migliaia di km per organizzare un attacco. Oggi lo si pilota, domani farà tutto da solo, ma oggi non siamo ancora mentalmente preparati a lasciar fare a lui, un po' come la metropolitana che deve avere il conducente che ci fa stare tranquilli.

Due facce della stessa medaglia: l'annientamento del nemico. Con risultati all'apparenza simili: a volte vinci e a volte perdi. Ma quando tutto finisce e i corpi si ammassano, la domanda rimane: come continuare ad andare avanti, come spiegare agli altri che cosa significa alzarsi alla mattina per andare a togliere una vita? Per Crane è una pura questione di tecnica; non pensa alla vittima fino all'ultimo minuto. Per lui è una pura questione di distanze, geometrie e venti. Che poi è la stessa cosa che avviene mentre si guidano i droni e sarà quello che succederà quando i droni stessi si guideranno da soli. La differenza è che nell'uomo non può esistere il gelo. È la coscienza che tradisce e costa, in termini di soldi, anche se poi non manca l'obiettivo finale. Il problema è che, per contro, l'annullamento del fattore umano fa sì che la spersonalizzazione dell'obiettivo e la variante umana che ci permette di trovare soluzioni diverse anche all'ultimo momento, trasforma l'obiettivo in qualcosa di inumano e, in virtù di questo, facilmente eliminabile. Sembra di ragionare su un futuro come quelli ipotizzati da tanti libri e film distopici, eppure questo futuro è dietro l'angolo.

Potremo impedirlo? No. Potremo conviverci? Nemmeno. Lo dovremo subire. Ma possiamo guardare con altri occhi chi lo fa. Magari non giustificheremo del tutto l'azione con il suo risultato, ma sapremo che, se c'è stato un uomo dall'altro lato del mirino, forse per un secondo netto ha pensato di sbagliare mira. Non cambierà poi il risultato, non ci consolerà anche se ci dice che obbediva ad un ordine, ma non saremo noi a dover scendere a patti giornalmente con questo ricordo. Un bel libro, sentito e ben scritto, si legge veramente con poco, ma che lascia il segno.

Buone letture,
Simona Scravaglieri

Esecuzioni a distanza
William Langewiesche
Adelphi Edizioni, ed. 2011
Traduzione di Matteo Codignola
Collana "Biblioteca Minima"
Prezzo 7,00







giovedì 23 giugno 2016

"Non è un vento amico", Vincenzo Zonno - Dell'importanza dell'ambientazione...

Tallinn
Fonte: 4Ever
Ve ne ho parlato lunedì, nel mensile, di questo bel libro come di "un libro che evoca atmosfere lontane e decisamente affascinanti". Per chi non lo sapesse, nulla da vergognarsi o incappi in questa informazione perché sei un appassionato o perché leggi un libro che ne parla - tipo questo ad esempio!, le zone del nord della Russia a partire dallo stato di Vologda erano zone di confino per coloro che si erano macchiati di mali, diciamo minori. La Siberia era destinata a chi si era macchiato di mali inaccettabili e, le zone baltiche di cui parliamo oggi erano terre di "limbo" per chi vedeva più possibile la riammissione a Mosca oppure terre di colonizzazione per chi già in patria non aveva molto da vivere. In questo mondo che si crea, decisamente particolare, la comunità russa è una comunità chiusa, quasi elitaria. Tradizioni, usi e costumi della madre patria vengono coltivati pedissequamente come fosse necessario non dimenticare. Sono informazioni che vi do perché, su questa base, si crea il mondo che descrive Vincenzo Zonno.

Siamo a San Pietroburgo e lo Zar Nicola convoca un giovane ufficiale, George, che al momento è di stanza in città e non ha alcun incarico. Dalla città di Cypel Koszalin, che a me per descrizione ricorda il centro storico di Tallinn anche se- detto centro storico-  non confina con il mare, è arrivata una cassa con un carico alquanto insolito. Lo Zar vuole che Georges vada a Cypel Koszalin a svelare il segreto che nasconde la morte dell'ex console della cittadina e che ne ricopra il ruolo riprendendo in mano un mondo che sembra essere sfuggito ai dettami russi.

Non vi dirò altro, perché davvero è bello scoprirlo man mano e, sebbene la prima parte che vi avevo inserito nel [Dal libro che sto leggendo] ti prende portandoti subito nella spirale del mistero anche se avverti che la situazione tangibilmente si svolge in pieno giorno, man mano che il viaggio di Georges va verso la sua destinazione finale la luce - quasi a seguire fisicamente il percorso che va verso terre del nord che di luce, in inverno, ne vedono poca - comincia a sparire assecondando l'alone di mistero che avvolge e nasconde la vera vita di questi luoghi. E qui l'attenzione all'atmosfera diventa ancora più puntuale e raffinata: la passione per l'oratoria e per il contraddittorio, la rappresentazione dei comportamenti, i libri proibiti, il rapporto contrastante la religione e il credo in generale, la vita del deportato e quella dell'aristocrazia di confine. Tutto questo non è oggetto di disamine pesanti, fa parte di camei e sfumature aggiunti a regola d'arte qui e lì nella trama che testimoniano non solo il talento dello scrittore ma anche la grande ricerca che c'è dietro questa trama.

A questo si aggiunge questo giallo che ha uno svolgimento con un ritmo all'inizio lento, per permettere che ci si ambienti nel luogo che ci ospita e  che pian piano ne acquista uno più veloce fino ad una conclusione del tutto inaspettata. Tutto sommato funziona e anche bene, le situazioni sono credibili, gli intrecci coerenti e la storia è talmente accattivante che quando viene la fine un po' ti dispiace perché avresti preferito andare avanti ancora un po'.
Devo ammettere che la morte di un personaggio mi ha fatto rimanere un po' male, mi ero figurata una altro pezzo di storia, e invece, nella migliore delle tradizioni russe, la storia a preso un finale diverso da quello che speravo io ma altrettanto bello. La scrittura è chiara e scorrevole, è elegante e non si diletta in minuziose descrizioni inutili. Pure nei momenti più audaci non trascende da quell'atmosfera che ha creato e io per questo l'ho adorato. In più questa facilità di tenere il tono della storia sempre nello stesso range di ambientazione pare che a Vincenzo venga del tutto naturale.

Aspetto il prossimo libro, che so che sta scrivendo o ricorreggendo, e questo invece è stata una vera sorpresa per me e spero che questa mia recensione vi ispiri a prenderlo, perché davvero è un lavoro che vale la pena di conoscere.
Consigliatissimo,
buon letture,
Simona Scravaglieri


Non è un vento amico
Vincenzo Zonno
VociFuoriScena, ed. 2015
Collana "I ciottoli"
Prezzo 15,00€




Fonte: LettureSconclusionate



mercoledì 22 giugno 2016

[Dal libro che sto leggendo] Come volevasi dimostrare


Gertrude Stein nel salotto della sua casa a Rue de Fleurus, 27 luogo di ritrovo di artisti di ogni genere. E' seduta sotto il ritratto che chiese e ottenne da Picasso
Fonte: The New Yorker

Gertrude, può. Gertrude, quel donnone che molti descrivevano come una donna di importanza fisica, con le gambe che sembravano due colonne e la voce quasi baritonale, può. Può farlo perché nei suoi salotti popolati da tanti artisti, quando apre bocca tutti si zittiscono per sapere quello che ha da dire e perché è una donna che non parla a vanvera e di cui è riconosciuto il valore del pensiero. Gertrude può permettersi di abbozzare i suoi personaggi, in questo caso addirittura tre donne, con dei tratti marcati, così netti che a volte sembrano tagliati con l'accetta e decisamente spigolosi.

Ecco leggendo il pezzo di oggi, dobbiamo tenere conto che:
- questa è una storia di un triangolo amoroso
- che è stata scritta nel 1903
- che compare la prima volta in Italia fra il 1970 e il 1975
- che non si sta sbandierando un amore lesbico ma l'interesse dell'autrice è sviscerare la passione giovanile che i ragazzi devono riconoscere come amore e che al contempo deve fare i conti con una società, come quella americana che è sì un miscuglio di discendenze diverse ma, anche, un mondo ingessato da ciò che è accettato e ciò che non lo è.
In pratica qui non si mette in discussione se le innamorate siano dello stesso sesso o no, ma la loro scelta di non piegarsi alla tradizione ambendo a farsi una famiglia e dei figli diventando così parte della società.

È strabiliante scoprire come venga trattato questo tema e quanto sia facile per questa penna raccontare e tratteggiare le ansie, i dubbi, le passioni di animi affini e contrastanti che nella lotta per riconoscersi  devono battersi contro le gelosie e la fatica di trovare un punto d'unione. Talmente universale il tema trattato che si potrebbe anche dimenticare che siamo nella prima metà del 1900 e che si sta parlando di un amore lesbico. Molto più contemporaneo di qualsiasi testo mi sia fin'ora capitato sottomano, tranne forse uno che però non è pubblicato, e decisamente intenso.

Buone letture,
Simona Scravaglieri


Adele 

L'ultimo mese della vita di Adele a Baltimora era stato una tale successione di logoranti esperienze che lei quasi rimpiangeva di non poter avere la nave tutta per sé. Era facilissimo considerare gli altri passeggeri come dei semplici oggetti di legno: appartenevano certamente a un tipo di persone abiettamente familiari delle quali non c'era alcun bisogno di riconoscere l'esistenza, ma quelle altre due che sarebbero state ugualmente familiari se fossero state ugualmente poco conosciute, con il progredire della conoscenza avrebbero indubbiamente esposto i vari tratti di qualità inesplorate e ignote, colme di nuove e strane eccitazioni. Una conoscenza superficiale non è una cosa pericolosa, dà al contrario un gratificante senso di completamento e di contentezza.
- Oh sì - disse Adele a un'amica il mattino della partenza - preferirei stare sola in questo momento ma credo che loro saranno abbastanza divertenti. Mabel Neathe naturalmente la conosco abbastanza bene; cioè non abbiamo mai avuto un rapporto d'importanza vitale ma abbiamo bevuto molto tè insieme e ci abbiamo fatto del bel sentimentalismo sopra in modo più o meno interessante. Quanto a Helen Thomas non la conosco affatto anche se ci siamo viste un mucchio di volte. Ha un modo abbastanza divertente di parlare e racconta sempre delle storie fantastiche, ma non è molto il mio tipo. Comunque non credo che sarà un grosso problema. Ahimè è tutto così faticoso; paesi nuovi, gente nuova ed esperienze nuove da vedere, da conoscere e da capire; vecchi paesi, vecchi amici e vecchie esperienze da continuare a vedere, conoscere e capire.

Erano a bordo da giorni e avevano imparato a mettersi a proprio agio. Il loro posto preferito aveva però degli svantaggi: era direttamente sopra all'elica e sentivano la vibrazione ogni volta che questa si sollevava  dall'acqua , ma il tempo era abbastanza bello e quindi non capitava tanto frequentemente.
Erano tutte e tre universitarie americane della classe più abbiente ma questa era l'unica cosa che avessero in comune. Il loro aspetto, il loro atteggiamento e il loro modo di parlare rivelavano l'influenza di luoghi diversi, antenati diversi e diversi ideali. Erano chiaramente americane ma ognuna di loro portava lo stampo di una civiltà più antica, incompleta e frustrata nella sua versione americana ma ancora molto evidente.
La figura più notevole era quella di Hellen Thomas. Era la versione americana della bella ragazza inglese. Nella sua completezza ideale sarebbe stata risoluta senza aggressività, leggermente brutale e del tutto impersonale; una donna con delle passioni ma non delle emozioni, capace di azioni a lunga portata, incapace di emozioni e di rimpianti. In quell'edizione americana tutto si riduce a un coraggioso bluff. Nel vigore della sua giovinezza Helen vedeva se stessa come quell'ideale non frustrato; non sospettava ancora la propria debolezza, non ammetteva mai con se stessa i propri difetti.
Mentre Mabel Neathe stava sdraiata sul ponte  con la testa in grembo a Helen, il suo atteggiamento di disagio e d'imbarazzo e la tensione del suo corpo angoloso bastavano a tradire la sua origine del Ne England. È una delle peculiarità della femminilità americana che il corpo di una civetta spesso racchiuda l'anima di una puritana e che le forme angolose di una zitella siano possedute da una natura tropicale. Mabel Neathe aveva un corpo angoloso di una zitella ma la faccia raccontava tutta un'altra storia. Era pallido ocra, la pelle era sottile sulle tempie e sulla fronte; la bocca pesante, non perché carnosa, ma perché appesantita dalla passione e non idealizzata , continuamente soddisfatta e continuamente bramosa. Il lungo mento privo di forma accentuava la mancanza di un significato morale. Se il contorno fosse stato un poco più fermo il volto sarebbe apparso funesto. Era una faccia che nella sua completezza ideale avrebbe potuto appartenere ai giorni decadenti della grandezza italiana. Ora non avrebbe mai espresso completamente una natura che poteva odiare in silenzio e avvelenare in segreto. Nella donna americana l'aristocrazia si è volgarizzata e la forza si è indebolita. Non avendo guadagnato nulla in spiritualità, indebolita dalla mancanza di un adeguato sviluppo dei suoi forti istinti, questa natura si esprimeva in un volto non più pericoloso ma soltanto spento e immorale, che tuttavia conservava la lieve traccia di un'antica nobiltà perché lo si potesse soltanto chiamare spregevole e disonesto.
La terza componente del gruppo si era sdraiata prona sul ponte con la libertà di movimenti e un istinto per la comodità che facevano pensare a un paese pigro e assolato. Giaceva sulle nude tavole del ponte  come se fosse abituata a trovare morbida la dura terra solo per il fatto d'amarla. Fece soltanto qualche contorsione per adattare le proprie curve alle tavole di legno sporgenti, emise un sospiro di soddisfazione e mormorò: - Come mi piace il sole.


Questo pezzo è tratto da:

Come volevasi dimostrare
Gertrude Stein
Einaudi Editore, Ed. 1975
Traduzione di Floriana Bossi
Collana "Nuovi Coralli"
Valutazioni fra i 7,90€ e i 15€ (dipende dall'anno di stampa)



martedì 21 giugno 2016

Abbiamo una vincitrice!


Ha vinto Claudia di A clacca piace leggere che ha risolto il cruciverba (la cui soluzione comparirà nel mensile di Giugno tante volte voleste continuare a farlo comunque).
Claudia vince questo libro pubblicato da Garzanti ai primi di Maggio 2016:



Quindi ci rileggiamo domani, con il post che vi permette di sbirciare fra le prime pagine dei libri! E vi ricordo che potete ancora vincere libri con i cruciverba che andranno in onda a Luglio, Agosto e Settembre e che siete ancora in tempo per scrivere il racconto sul "killer vegano" per il 1° Luglio (anche lì si vince un libro!). Tutti i dettagli qui: #regalamiunracconto
Buona serata e grazie a tutti per la partecipazione!
Buone letture,
Simona Scravaglieri

Giochiamo Edizione 2016! Giugno...


Cruciverba creato da LettureSconclusionate
DA LEGGERE: Il cruciverba creato è elaborato da me e per il mio blog e non è copiato da nessun sito o giornale di enigmistica. Pertanto qualsiasi utilizzo venga fatto su siti di terzi che non riportino l'indirizzo del sito di provenienza, ovvero questo, saranno considerati come utilizzi impropri e segnalati alle piattaforme di pertinenza.

E siamo arrivati al cruciverba del mese! Come di avevo accennato nel post dei festeggiamenti di questo blog, avevo intenzione di riesumare Giochiamo! che erano una serie di cruciverba che furono il gioco dell'estate del primo anno di vita di questo spazio. I cruciverba saranno, con quello di oggi, cinque e andranno in onda il giorno successivo - se la fantasia mi assiste - del Diario di un mese di libri.

Le regole:
- Come in passato è possibile ingrandire la foto, tasto destro, selezionare salva immagine con nome e l'avrete sul vostro pc. Rispondete alle varie indicazioni sotto, risolvete tutto il cruciverba;
- i gruppi di stelline e di pallini restituiranno nome e cognome del protagonista di questo libro uscito il 5 Maggio 2016. 

COSA FARE PER VINCERE: mettere sotto, nei commenti del post, il nome e cognome individuati nel cruciverba, che poi sono il titolo del libro in palio, e mandare la foto del cruciverba risolto a dietroilportone @ gmail.com (tutto attaccato chiaramente, io lo inserisco così per evitare lo spam) subito dopo, mettendo nel corpo della mail il nick con il quale avete inserito il vostro commento qui sul blog.
Se non siete registrati su Blogspot e vi da un account anonimo nel commento basta che scriviate il vostro nome e il vostro alias perché io possa individuare l'aderenza con l'immagine che mi è arrivata.
Il primo che fa tutto, vince!

Qualora il premio non venga vinto, lo ricicleremo per un altro contest. I libri in palio sono nuovi e verranno spediti a mie spese, tramite Amazon direttamente a casa del vincitore. 
La soluzione del cruciverba di oggi comparirà nel mensile di Giugno.

E ora... Giochiamo!
Buona fortuna,
Simona Scravaglieri


ORIZZONTALI

1. L'autore de "L'ardore"
7. Agrigento (Sigla)
9. Se "quello" dei pantaloni è troppo lungo, si rovina!
12. Azienda Municipale Ambiente (Sigla)
13. In Italia è stata pubblicata da Einaudi e il titolo tradotto come "Oblio" (Titolo originale)
15. La "@" per gli americani
16. Isola greca patria di Epicuro, Aristarco e forse anche Pitagora
17. E' il contrario di "no" in inglese.
18. La ... Express Courier che consegna i pacchi delle Poste Italiane.
20. Non tu, né voi e tanto meno loro!
21. In campo musicale si chiama così: un brano, quasi sempre per voce solista, articolato in strofe o sezioni.
22. Venezia (Sigla)
24. Input/Output (Sigla)
25. Il nome d'arte di Clifford Joseph Harris Jr.
27. Non religiosi ma nemmeno pagani
28. Si mette davanti ad "ora" per dire "adesso" o "mo mo"
29. Lo si tira per aprire l'anta dell'armadio
31. Dante cominciò lì il suo viaggio
34. Sono pochi quelli che affermano di guardarla ma tutti comunque ne devono pagare il canone!
35. Alta Fedeltà (Sigla)
36. In quello "botanico" di Palermo si è appena conclusa "Una marina di libri"
40. Casa editrice torinese che pubblica "Il celestiale Bibendum"
42. C'è l'Antico ma anche il Nuovo.
46. Il dio sole di Eliopoli nell'antico Egitto
48. L'hanno i libri ma non gli ebook...
49. In inglese è il contrario di "Out"
50. Definizione poco originale: Vivono a Roma
53. Per Vitruvio dovevano essere rivolti a oriente e in posizione pi bassa rispetto alla statua del culto, affinché chi pregava possa guardare verso in alto al divinità.
54. Arato quando perde il "to"
56. Le divinità
57. Con la musica compongono una canzone
62. Togliendo le "rate" a Merate
63. Lo mirava Leopardi
65. Al sud significa "Essù", "Dai!"
67. E' una delle andature naturali del cavallo
69. Partire
71. Ordinativo di Lavoro (Sigla)
72. La prima nota della scala musicale
73. In rete è un soggetto che interagisce con gli altri tramite messaggi provocatori, irritanti, fuori tema o semplicemente senza senso, con l'obiettivo di disturbare la comunicazione e fomentare gli animi.
74. E' lo status di "morto" del commissario Campana di Francesco Balletta 
80. Io, me in francese
81. Il dio etrusco dell'oltretomba e consorte della dea Phersipnai
82. Uno degli stati in cui si parla in "Anime Baltiche"

VERTICALI

1. Autore di "Refusi. Diario di un editore incorreggibile"
2. Ha scritto "Dona Flor e i suoi due mariti"
3. Se non stai attento sputa!
4. Aiuto!
5. Fiume della Siberia occidentale
6. "Asia" senza "a"
7. Intelligenza Artificiale (Sigla EN)
8. La casa editrice "sapiens" che pubblica Alessandro Sesto
10. E' la casa editrice che ha pubblicato "I romagnoli ammazzano il mercoledì"
11. Off-Topic o fuori tema (Acronimo)
14. Sempre prima del nome della strada
19. Milano (Sigla)
20. Devo ...! Lui deve fare quello che dico io! (lo so, ho poca fantasia!)
23. Esercito Italiano (Sigla)
25. Meno di quattro ma di sicuro più di due...
26. Centimetri
28. Dati, donati...
30. Conosciutissimo negli anni '80 per il suo "Telefono casa!"
32. Se è bianco, è più bello...
33. Nome d'arte della cantante israeliana Achinoam Nini
34. E' il più piccolo stato degli Stati Uniti e il secondo per densità con capitale in Providence (iniziali)
37. Dieci a Londra
38. Acceso in americano
39. Messo dopo "me" in inglese significa "anche tu"
40. Quella "Paleolitica" forse è l'unica che mi ricordo...
41. Si chiama Romilda quella di Bruno Munari
43. L'estate senza e e senza te
44. La "villa" che vinse lo Strega nel 1948
45. Un pezzo di strada (Sinonimo)
47. L'autore di "Sottrazione" (Iniziali)
48. Finito giù
51. Massachusetts (sigla)
52. Irish Rail (sigla)
55. "... c'ha nullo amato ... perdona", nel quinto canto dell'inferno dantesco
57. Era Telecom Italia che ora si chiama TIM (sigla)
58. Di patrimonio: grandezza, consistenza, quantità...
59. Il contrario di no...
60. Brio, senza "BR"
61. Casa editrice che ha pubblicato "Il principe di Galles va in vacanza" di Billy Wilder
63. Italia (sigla)
64. Non sono sani di mente
66. Che ama e forse anche di più...
68. Contenitori per liquidi nell'antichità
70. Sta davanti a "Cid" di Rodrigo Diaz Conte di Bivar
73. Torino (sigla)
75. Elle senza "le"
76. Quoziente di Intelligenza (sigla)
77. Il primo dei sei suoni del sistema esacordale teorizzato da Guido D'Arezzo corrispondente all'odierno "do"
78. Trento (sigla)
79. "secondo" per gli antichi romani (numeri)





lunedì 20 giugno 2016

Diario di un mese di libri... Maggio 2015

Fonte: Agorà Terapia

Libri comprati:

"Città in fiamme", Garth Risk Hallbergh - Mondadori Editore (usato)
"Il segreto di Lady Audley", Mary Elizabeth Braddon -  Fazi Editore 
"Charlotte Bronte. Una vita appassionata", Lyndall Gordon - Fazi Editore
"Drood", Dan Simmons - LIT  
"Maestra", Lisa Hilton - Longanesi Editore
"I londinesi", Charles Dickens - Mattioli 1885 (usato)
"Navigando a vista", Gore Vidal - Fazi Editore (usato)
"Palinsesto", Gore Vidal - Fazi Editore (usato)
"A Ovest di Roma", John Fante - Fazi Editore (usato)
"La gente morta non si diverte", Gianluca di Renzo - Edicola Ediciones
"Riscenziello", Marco Ciotola - Rogas Edizioni

"La biblioteca ritrovata. Percorsi di letteratura gay nel mondo contemporaneo.", Francesco Gnerre - Rogas Edizioni

Libri regalati

"Le cose dell'orologio" di Mario Borghi - Rogas Edizioni
"Il complotto delle statue di cera", Riccardo Borgogno - Eris Edizioni
"Ross Poldark", Winston Graham - Sonzogno Editore


Libri letti

"Anime Baltiche", Jan Brokken - Iperborea
"Il profumo", Patrck Süskind- Edizioni Tea
"Non è un vento amico", Vincenzo Zonno- Voci Fuoriscena Edizioni
"Come volevasi dimostrare", Gertrude Stein -  Einaudi Editore
"Maestra", Lisa Hilton - Longanesi Editore 
"Il segreto di Lady Audley", Mary Elizabeth Braddon -  Fazi Editore (finito Giugno)
"Esecuzioni a distanza", William Langewiesche -  Adelphi (finito Giugno)
"Il dio del massacro", Yasmina Reza -  Adelphi  (finito Giugno)

Libri in lettura

"Gli ultimi eretici", Vasile Ernu- Hacca Edizioni (in lettura)
"Città in fiamme", Garth Risk Hallbergh - Mondadori Editore (in lettura)
"La memoria", Giovanni Battista Angioletti - Bompiani Editore (in lettura) 
"Alla ricerca del tempo perduto Vol.1: Dalla Parte di Swann", Marcel Proust - Mondadori Editore (in lettura)

E siamo arrivati al mese di Maggio 2016. Come passa il tempo eh? E' stato un mese fitto fitto tra lavoro, letture e Salone del Libro eppure mi sono divertita non poco e sono anche riuscita a leggere abbastanza in tranquillità nella prima metà e un po' meno nella seconda parte del mese. E vi dice anche particolarmente bene, visto che, di alcuni dei titoli inseriti in questo mese, io ho già parlato in un post apposito, "Quattro passi in fiera senza Cointreau...". Quindi potrebbe essere, ma non ne sono sicura perché sto iniziando a scrivere ora, che il post sia molto più snello del solito! I libri comprati o ricevuti in fiera sono:

"La gente morta non si diverte", Gianluca di Renzo - Edicola Ediciones
"Riscenziello", Marco Ciotola - Rogas Edizioni
"La biblioteca ritrovata. Percorsi di letteratura gay nel mondo contemporaneo.", Francesco Gnerre - Rogas Edizioni
"Le cose dell'orologio" di Mario Borghi - Rogas Edizioni
"Il complotto delle statue di cera", Riccardo Borgogno - Eris Edizioni
"Ross Poldark", Winston Graham - Sonzogno Editore

Credo avrò un'estate particolarmente impegnata, diciamo che non mi annoierò. Sempre durante la fiera, abbiamo provato a fare la serata di discussione del Book Club Klamm. L'incontro ci è riuscito, peccato che fossimo lessi come zucchine e anche affamati, avevamo alle spalle una giornata di incontri e di novità viste in giro per la fiera e il libro, "Anime Baltiche" di Jan Brokken, lo avevamo finito in due (io e Barbara di Librinvaligia). Ma abbiamo anche avuto un nuovo ingresso che è Laura de "Il tè tostato". Comunque in sostanza la discussione non siamo riusciti a portarla avanti, mancava anche Maria di Cuonzo, e quindi discussione rimandata al 24 Giugno.


Comunque questo Maggio è stato "curiosità", "sorpresa", "orrore" e infine "rivelazione". 

Cominciamo con il dire che mi sono lasciata tentare dalla curiosità, quella legata a "Città in fiamme", Garth Risk Hallbergh. Diciamocelo, è un libro di peso, pesa davvero un kg e qualcosa, e anche se ci sono immagini, la carta è bella e altro, 25€ è un prezzo un po' impegnativo, quindi, quando santa Irene da Librangolo Acutoche si ricorda sempre i libri che vorrei prendere, me lo ha trovato a metà prezzo! Libro che ho iniziato e che ora aspetta di essere finito. Non è malvagio come pensavo, è un po' confusionario perchè ha un sacco di personaggi, e ci sono volute circa 100 e rotte pagine perché la scena cominciasse a muoversi. Ci ho messo un po' ad ambientarmi ma la New York di cui parla mi piace parecchio e devo ammettere che ho trovato punti in cui senti davvero di stare dentro la scena. L'unica cosa che mi rende un po' restia è l'ansia che sia uno che ha bisogno di descrivere le minuzie, il che potrebbe giustificare la stazza del libro, ma non mi farò prendere dai preconcetti e ne riparleremo quando lo finisco.

Sorpresa è stata Vincenzo Zonno con il suo "Non è un vento amico". Romanzo bello, pulito, senza sbavature ed eccessi: Vincenzo monta un piccolo giallo, che si svolge nelle regioni baltiche, come un piccolo castone, svolgendo la matassa in circa 250 pagine. Si lascia leggere e ricrea delle atmosfere, che non sentivo da tempo, legate a quegli uomini che si ritrovano relegati in mondi satellite in attesa di essere riammessi alla corte dello Zar Nicola. La bellezza sta proprio nell'atmosfera che si coglie di quei mondi che hanno una vita fatta di grandi contrasti, da un lato l'ostentazione per non ammettere di essere esiliati e rinnovare il loro ruolo in una società al confine, e dall'altro il non arrendersi e il cercare di ricreare in quel mondo un angolo di vita normale come se Mosca fosse anche lì. In questo mondo fatto di contrasti e di silenzi Georges, il protagonista di questa storia, è inviato a risolvere un mistero che, come unica testimonianza della sua presenza, ha un morto che era caro allo Zar. Riuscirà Georges? Non penserete che ve lo dica vero?! 

Poi è arrivato "Maestra"di Lisa Hilton, che avevo addirittura prenotato ad Aprile, e l'orrore è stato servito. E io che pensavo di averlo già visto il peggio, ma vi assicuro che dopo questo libro, solo per le fattezze fisiche e di ingombro di spazio, posso dirvi che, purtroppo, c'è ancora da scavare! Trama inconsistente, soluzioni decisamente idiote e tanti, ma tanti, e ancora di più marchi di case di moda. E non regge nemmeno che sia il primo di una trilogia perché non si tratta del fatto che non si concluda, lo fa in un certo senso, ma è l'insieme che proprio non regge. Sembra essere stato scritto in tante fasi, oggi mi sono svegliata romantica e ci metto questo, l'indomani odio il mondo e faccio diventare la protagonista una killer, "ohhhh ho visto quella bella mostra, ma sì ci metto anche un paio di quadri.... come si chiama quella che ha fatto quel quadro che sembra la collezione di xxx autunno-inverno del 1918?" e via dicendo. Odio dirlo ma questo libro fa sembrare l'autrice di Cinquanta sfumature come una saggista dell'area bondage (ed è ironico eh!).

Ho svincolato anche due buoni che avevo da parte in attesa delle buone occasioni e queste si sono verificate quando sono tornata da Torino. Fazi quest'anno ha una relazione complicata con la mia carta di credito. Sta pubblicando un sacco di classici e di saggi che mi interessano ma, sebbene io sia nell'anno giusto per legger tomi non posso prenderli tutti! Quindi svincolati due buoni ho avuto l'occasione di prendere "Il segreto di Lady Audley" di Mary Elizabeth Braddon e "Charlotte Bronte. Una vita appassionata"di Lyndall Gordon a 1€ e ho pagato in quel carrello solo "Drood"di Dan Simmons.
"Il segreto di Lady Audley" è un libro scritto e uscito a puntate fra il 1861 e il 1862 in Inghilterra per un giornale destinato alla classe operaia. Facciamo un minimo di ambientazione per capirci:

1859-1860 La donna in bianco (Wilkie Collins) Romanzo giallo
1860-1861 Grandi Speranze (Charles Dickens) Romanzo storico
1861-1862 Il segreto di Lady Audley (Mary Elizabeth Braddon)
1862 A strange Story ( Edward Bulwer-Lytton che ha ispirato Stoker, l'autore di Dracula) Romanzo di che genere non si sa, ma possiamo intuirlo!
1862 Senza Nome (Wilkie Collins) Romanzo giallo

Già così possiamo farci un'idea di quanto andassero di moda queste storie e del sovrannumero di opere pubblicate a puntate che c'erano in circolazione. Ma possiamo anche notare che, Dikens, Collins e Bulwer-Lytton uscivano sulla testa giornalistica "Al the year round" fondata da Dickens stesso, mentre la Braddon usciva su un'altra testata che era di Maxwell, il Robin Goodfellow. La lotta era impari, visto anche che la Braddon, che fino ad allora aveva pubblicato prettamente poesia sotto pseudonimo, esce con le puntate settimanali firmando i capitoli del suo mistero con ME Braddon. Eppure il suo romanzo diventa un successo quasi subito, complice la trama estremamente fitta e una struttura diversa rispetto agli stili di Collins e di Dickens che, per il primo, svelavano passo passo la trama e nel caso di Dickens componevano la trama attraverso le storie dei personaggi mano a mano incontravano. L'ho finito a Giugno e devo dire che mi è decisamente piaciuto, la tecnica è quella di farti pensare che hai già capito che succederà per poi rimescolare le carte. Avviene anche ne "La donna in bianco" ma solo una volta, ed è usato come escamotage per evitare che l'azione si fermi in un vicolo cieco, mentre la Braddon lo usa a profusione. E' probabilmente per questo che riesce a conquistare i suoi lettori nonostante le minuziose, e a volte noiose, descrizioni degli oggetti e delle stanze, ma ne riparleremo a profusione in recensione!

Sempre in parte correlato a questo tema c'è "Drood" di Dan Simmons. "Il mistero di Edwin Drood" è l'ultimo romanzo incompiuto di Charles Dickens che cominciò a scrivere nel 1870 poco prima di morire. E' un romanzo controverso e ricco di spunti che però non trovano una risoluzione nel finale che non c'è. Dan Simmons ha ripreso in mano questo libro e l'idea e lo ha trasformato in un romanzo a tinte decisamente fosche, dove Dickens e Collins si ritrovano ad essere protagonisti della storia. Ora, non ho letto l'originale, ma il libro di Simmons è decisamente introvabile e quindi ho deciso di partire da "Drood" e poi ritrovare l'originale.
[Aggiornamento] Marco Candela, un amico e anche un grandissimo lettore nonché uno dei redattori de "I libro-compulsivi", ha dato qualche informazione in più su Drood (se vi fate un giro in rete, scoprirete che le informazioni in merito scarseggiano decisamente!) e vi riporto il commento che ha messo sulla Pagina Fan di questo blog su FB:

"Drood è un romanzo che parte da "Edwin Drood" di Dickens ma si inserisce in quel filone di libro in cui si usano personaggi realmente esistiti per creare romanzi thriller. Drood è solo un pretesto per raccontare del rapporto tra Collins e Dickens che qui sono una specie di indagatori. E' un bel libro, anche abbastanza recente che si distacca un po' dalle opere precedenti dell'autore, ma te lo consiglio nonostante non porti alla soluzione che non sia troppo fantasiosa del caso "Edwin Drood"."

Mentre per "Charlotte Bronte. Una vita appassionata"di Lyndall Gordon il secolo è quello, ovvero il 1800, quindi rimane in tema ma è un saggio. Devo ammettere che, sebbene io ami la Brontë ho dedicato a lei meno spazio di quanto ne ho dedicato alla Austen. Non che mi sia mancato il tempo, ma a casa Brontë tirava sempre una brutta aria, un po' austera, e quindi, nonostante io non rifugga dai mondi vittoriani e precedenti la verve della Austen mi ha sempre attirato di più. Però vedere commossa Librangolo Acuto, mentre lo leggeva mi ha fatto venire il dubbio di essermi persa un bel saggio e quindi è qui che attende, vittorianamente, di essere letto!

Sempre Fazi e stavolta usati ci sono "Navigando a vista""Palinsesto" di Gore Vidal. Lo confesso, io, Vidal non so da che parte prenderlo e quindi credo che inizierò da qui. Sono due libri fra loro correlati che riguardano la vita di Vidal scritti da lui in persona. Ne avevo preso uno, poi ho scoperto la sua correlazione e alla fine ho preso anche l'altro. Ora, Gore Vidal, non è un personaggio dell'800, è morto nel 2012, e, nella sua vita, ha fatto una sacco di cose, tra cui sceneggiature di film che hanno avuto parecchio successo come il Ben-Hur girato a Cinecittà a Roma (tranquilli non l'ho visto! Ma conosco alcune scene dai documentari in merito). Palinsesto è il primo che ha scritto prima di trasferirsi in Italia e darsi agli studi classici e passare ad una produzione che oscillava fra la storia romana e quella americana. Tanto per dare un'informazione in più, nel caso non aveste letto il mensile precedente, Fazi sta ripubblicando tutti i Vidal, quindi se non li trovate subito, li troverete in seguito.

Con "I londinesi" (Charles Dickens) invece torniamo nel 1836 con la traduzione di "Sketches by "Boz," Illustrative of Every-day Life and Every-day People". Originariamente intitolato con "Una cena a Poplar Walk" é stato pubblicato sul giornale "The Montly Magazine" e, a quanto pare, è una delle prime pubblicazioni di questo genere fatte da Dickens che scriveva per quel giornale dal 1833 ma che firma per la prima volta un suo pezzo nel 1836. In precedenza in un racconto del 1834 era già comparso "Boz" che pare fosse il soprannome di uno dei fratelli di Dickens e viene da una storpiatura "fonetica" di Mosè in inglese. Viene pubblicato in due volumi dopo, ma in effetti è una raccolta di racconti che hanno tutti protagonisti diversi ma riferimenti al mondo di Boz, da quel che mi sembra di capire. Anche Mattioli, come Il sole 24 ore, non sa scrivere la quarta di copertina e quindi dovrete aspettare che io lo legga!

"A Ovest di Roma", John Fante, stavolta il collegamento è che è un Fazi, ma anche lui è autore e anche sceneggiatore ed è morto nel 1983. Fante è stato protagonista di un amore collettivo relativamente recente. Di estimatori precedenti ne conosco pochi e io sinceramente non l'ho mai letto. Non sono certa che sia nelle mie corde, per Bukowski era il suo Dio, e sono certa che non sia un segreto che a me, Bukowski non piace. Quindi meglio partire in punta di piedi dalla porta di servizio. Questa raccolta è stata pubblicata postuma nel 1986.

Tra le letture che non mi hanno fatto ne caldo e ne freddo possiamo tranquillamente annoverare  "Il profumo"di Patrck Süskind. Lo so che a molti piace, ma mi sono data questa spiegazione: a me non piace perché l'ho letto ora, magari in gioventù mi sarebbe piaciuto di più. Oddio, non ci metto la mano sul fuoco, ma il libro non ha ragioni per essere scritto perché non ha significante, ha solo una trama di superficie. Certo, sempre che il significante non sia "se hai una passione puoi anche ammazzare la gente" e, se così fosse, perdonatemi ma non sarebbe un gran significante. Storia scorrevole, anche se in certi punti ti viene da chiederti se non hai perso qualche pezzo che invece proprio non c'è, ben scritto. Punto, null'altro da aggiungere.

Oh! E ora veniamo alla Rivelazione del mese! Non è un errore, ma proprio una Rivelazione! Nel 2014 mi era capitato di leggere finalmente "Ritratto di signora" di Henry James che mi aveva lasciata decisamente perplessa. Lo avevo cercato dopo aver letto un altro libro che è "Un incontro casuale" di Rachel Cohen in cui ad un certo punto si fa riferimento alla grande passione di Gertrude Stein, e della sua compagna di vita Alice Toklas, per Henry James e per il suo "Ritratto di signora". Ecco dopo aver letto questo libro mi domandavo: come potevano essere, due donne che avevano deciso di sfidare le convenzioni del tempo e di vivere il loro amore a Parigi, che si erano imposte sulla scena culturale, che erano artefici decise del loro destino, innamorate di un libro con una protagonista così poco autonoma e decisionista e in molti tratti frivola e insulsa? La risposta viene da un libro che ho letto questo mese, devo ammettere di essere saltata dalla sedia quando l'ho letto, e precisamente dal secondo racconto della raccolta che ho comprato il mese scorso: "Come volevasi dimostrare", Gertrude Stein. Sono racconti scritti intorno al 1903 e nel presentare una delle protagoniste, colei che all'inizio appare la più forte delle tre, Gertrude scrive: "Era la versione americana della bella ragazza inglese. Nella sua completezza ideale sarebbe stata risoluta senza aggressività, leggermente brutale e del tutto impersonale; una donna con delle passioni ma non delle emozioni, capace di azioni a lunga portata, incapace di rimpianti. In quell'edizione americana tutto si riduceva ad un coraggioso bluff. Nel vigore della sua giovinezza Helen vedeva se stessa come quell'ideale non frustrato; non sospettava ancora la propria debolezza, non ammetteva con se stessa i propri difetti." Ecco, questa descrizione, calza a pennello anche ad Isabel e mi ha fatto pensare che Stein e Toklas guardassero a questo lavoro come un grottesco quadro e che il complimento non fosse rivolto alla bellezza della storia quanto alla verità cruda che viene restituita dai quadri di situazioni in cui viene svolta la trama.
Risolvere questo dilemma è stato per un attimo decisamente emozionante anche se, devo ammettere, che Gertrude vada letta più volte e a distanza di tempo, perché non sempre i suoi lavori sono completamente chiari al primo sguardo. Però la ricerca ne è valsa sicuramente la pena!

Tutto in tema insomma, sembra che lo abbia fatto apposta e invece proprio no e, io, continuo a stupirmi di queste casualità!
Per questo mese abbiamo dato, non scordatevi il racconto e nemmeno il cruciverba. 
Buone letture,
Simona Scravaglieri 



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