domenica 24 novembre 2013

Italo Calvino: un uomo invisibile

Parigi, Febbraio del 1974, Fausto Rapetti gira questo bellissimo documentario su Italo Calvino, stabilitosi da 7 anni, nella capitale francese. Lì Calvino, scrive romanzi e scrive dell'Italia. "Come mai non ha mai scritto su Parigi?" chiede l'intervistatore. "Forse per scrivere di Parigi, dovrei staccarmene essere lontano. Se è vero che si scrive partendo da un'assenza. Oppure dovrei esserci dentro fino in fondo. Dovrei esserci stato fin dalla giovinezza se è vero che sono gli scenari della nostra "prima" vita quelli che danno forma al nostro mondo immaginario."
E Infine dice "forse bisogna che un luogo diventi un paesaggio interiore in modo che l'immaginazione prenda a vivere quel luogo a farne il proprio teatro".

Probabilmente aveva ragione, oggi non si lascia più alla propria all'immaginazione il tempo e lo spazio di scegliersi o sedimentarsi in un paesaggio interiore. E quindi forse anche noi lettori sempre in cerca di sbirciare quelli altrui, non ci soffermiamo sulla ricchezza di ciascuno dei paesaggi messi in scena dai vari scrittori.
Il confronto fra intervistatore e intervistato tocca uno dei lavori di Calvino "le città invisibili", il rapporto con Parigi, quello con Torino dove lavora e i libri che rimangono nella sua memoria e nel confronto giornaliero con un mondo che cambia.

E' bello vedere queste interviste perché sono un po' come dei testamenti o dei suggerimenti che vengono dal passato. Calvino dice anche una cosa che è anche un avvertimento per i nuovi scrittori "agli scrittori, essere visti di persona non giova affatto. Ci sono stati scrittori enormemente popolari di cui non si sapeva niente.[...] Ora lo scrittore ha occupato il campo e del luogo immaginario non è rimasto niente."

Non aggiungerò altro. Non è un'intervista lunghissima ma è una summa di quello che era Calvino al di là di quello che la critica e la scuola ci hanno insegnato. Come è avvenuto per Montale qualche settimana fa anche qui, Calvino è un uomo che parla di sé stesso come uomo e poi di un altro "sé stesso" quando è scrittore. Nel primo ci sono la ricerca della tranquillità, una vita familiare, il vivere una città come Parigi come cittadino e non come turista. Dall'altra c'è lo scrittore e il lettore che declina le immagini su cui gli capita di soffermarsi in letteratura o in letture e contestualmente è in cerca del silenzio o dell'invisibilità per poter visitare il luogo invisibile che sarà il palco dei successivi lavori.

Buone letture e buona domenica da me e da Oscar,
Simona Scravaglieri 





Il libro citato è:

Le città invisibili
Italo Calvino
Mondadori Editore, ed. 1996
Collana "Oscar opre di Italo Calvino"
Prezzo 9,00€

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...