Inizialmente, infatti, avevo deciso di recensire il libro della Elizabeth Strout ("Mi chiamo lucy barton"), in uscita il 3, che mi dava anche un grande margine di tempo per la lettura e la recensione. Anche se, devo dirlo (ma lo avrete di sicuro capito), io le mie recensioni le scrivo 'di pancia', per cui non è che ci studio troppo, prima di buttarle giù. Comunque non era quello il motivo della mia decisione: avevo letto recensioni entusiastiche del libro 'Olive Kitteridge' della stessa autrice e, non essendo mai riuscita a leggerlo (per mancanza di occasione, non per altri motivi), ho pensato di 'testare' l'autrice con questa novità. Diciamo che pensavo di andare sul sicuro. Niente di più sbagliato. Non ho impiegato molto tempo a leggerlo (10 gg per me non sono tanti, ci posso mettere anche di più, anche quando il libro mi piace), ma ogni volta che lo prendevo in mano pensavo 'chi me lo fa fare??'. Il libro non è male ma non ero proprio dell'umore adatto per una storia così 'intima' e triste.
Quando, già prima di metà, mi sono accorta che il libro non era affatto nelle mie corde, sono passata a un libro Iperborea. Casa editrice che apprezzo molto a livello estetico e professionale, ma che conosco poco a livello di letture personali. Ho iniziato a leggere 'Una moglie giovane e bella' (di Tommy Wieringa) con le migliori intenzioni ma, ecco! Ancora più intimista dell'altro, ancora più noioso e inconcludente e triste, con in più una vena (forse ce la vedo solo io, ma tanto...) di sessismo, razzismo e superficialità che mai mi sarei aspettata di trovare in un autore nordico.
Nel frattempo mi è anche venuta la splendida idea di leggere qualche saggio sulla letteratura e sulla lettura, che non è che sprizzino divertimento da tutti i pori. Così, triste e avvilita, sono stata immancabilmente attratta dal libricino semplice e divertente che, alla fine, ho deciso di recensire:
IL LIBRO DI MAGGIO
titolo: Brando
autore: Paolo Longarini
casa editrice: Edizioni Efesto
Forse alcuni di voi conoscono questo personaggio con il nome della pagina facebook che gestisce 'Servitevi DA SOLI'. parlo dell'autore, non del protagonista del libro, eh! Lo definisco personaggio perché, dal primo giorno in cui ho iniziato a seguirlo, l'ho considerato un po' una macchietta, una maschera di umorismo e vitalità che non poteva esistere realmente. Mi sono ricreduta, sinceramente. Ma continuo a considerarlo un 'personaggio', un po' come (ma non me ne voglia Longarini) Checco Zalone. Non così tamarro, fortunatamente, ma un po' sopra alle righe. Del resto nessuno, forse, è così forte da mettere proprio tutto se stesso in qualcosa di pubblico, come facebook.
Romano, quarantina passata, ha raccolto in un primo libro le sue migliori 'performance' della pagina Facebook. Quando ancora vendeva elettrodomestici. Poi, un giorno, inaspettatamente, rivelò di essere stato licenziato. Un altro, al suo posto (io di sicuro) si sarebbe buttato giù e avrebbe chiuso la pagina. Lui no, ha continuato a creare queste perle di ilarità che dispensa saggiamente e, apparentemente, senza fatica. Ha condiviso il periodo di ricerca di un nuovo lavoro con episodi esilaranti, fino alla condivisione del nuovo lavoro e alla ripresa completa dei suoi 'aneddoti lavorativi'. Devo ammettere che mi fiondo sulla pagina ogni volta che mi arriva una notifica.
Nonostante questo mio 'amore' per il personaggio 'servitevi da soli', ho cercato di essere obiettiva nel recensire il libro ma una cosa la devo dire subito: è divertente, sarcastico e cattivo. Proprio come piace a me. Ma ha anche risvolti più intellettuali (il capitolo ambientato nella libreria l'ho adorato) e seri, e tocca argomenti spinosi, nonostante la dichiarata poca pretesa di essere un libro 'serioso'.
Una particolare importanza, a mio avviso, è da dare alla struttura del romanzo. L'autore, non chiedetemi perché, ha deciso di far partire il suo romanzo dal capitolo 9, ambientato in un presente in cui un vecchio dispotico e arrogante ci racconta le sue giornate di acido misantropo, a cui seguono altri capitoli non sequenziali, alcuni ambientati sempre nel presente, alcuni ambientati durante l'occupazione nazista. L'alternarsi delle vicende ci racconteranno qualcosa di importante, fino alla 'sorpresa' finale.
Sinceramente il personaggio del vecchio acido non poteva riuscirgli meglio. Mi sono rivista, tra 50 anni, solitaria, infastidita dal mondo, con i libri a farmi compagnia: spero di riuscire a conservare (e a farmi venire) un po' del sarcasmo del protagonista. Sarà cinico e cattivo, ma è irrimediabilmente verosimile e dolce, a modo suo.
La storia è anche più di quanto mi sarei aspettata di trovare.
Unico neo? Misteriosamente l'autore ha voluto aggiungere, alla fine del libro, un'assurda versione di una fiaba classica. Assurda, la versione, di per sé, magari non lo è neanche. Fa ridere. E' un punto di vista inedito che ti fa pensare 'ahahahaha pensa un po' se i Grimm l'avessero davvero scritta così!'. Però trovo davvero poco accettabile l'accostamento di questa 'storiella macabra' a chiudere un libro che andava benissimo com'era fino a lì.
Lo vogliamo considerare un 'bonus track'?? evvabbeh! se ne faceva anche a meno, a mio avviso.
Per riassumere: non un libro imperdibile, ma, se come me avete avuto un periodo stressante, di letture troppo pesanti, è esattamente quello che vi ci vuole.
A presto!
Natascia Mameli
Marassi Libri
via Casata Centuriona 31 r
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GENOVA
tel 010815182
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