Fonte: Full Travel |
Il libro inizia già quando la decisione è presa: Tino partirà per la Francia e ripercorrerà il cammino di Stevenson e di Modestine, l'asinella che lo accompagnò, verso e attraverso le Cévennes luogo famoso per le rivolte cruente, da entrambi i lati,contro le imposizioni della religione di stato. E' quindi un caso che per fare questo viaggio nella natura e nella storia, sia Stevenson che Franza comincino il viaggio dai luoghi che sono anche il punto di partenza di un altro famoso percorso: il cammino di Santiago. Ma tra i due cammini, a parte la tappa finale, la differenza è minima. Come avveniva nel medioevo i pellegrini che percorrevano le strade europee per spostarsi di città in città o per pellegrinaggio sono sempre stati accolti e aiutati dalle popolazioni che incontravano lungo il percorso. Da ieri ad oggi, sostanzialmente la cosa non è cambiata. Tino ci tiene a mettere a confronto le immagini più vivide del suo autore di riferimento con quelle che sono le sue impressioni e il quadro che ne esce diventa particolarmente affascinate.
Non mi aspettavo di trovare così affascinante un libro di viaggio, lo confesso. Ma quando ho incontrato Tino in fiera sono rimasta particolarmente colpita dalla serenità che emana mentre ti parla. Come tutte le persone che hanno imparato a lasciarsi segnare dalle esperienze che li hanno coinvolti, come quella di cui parliamo oggi, Franza non ha fretta sia nell'ascoltare i lettori e rispondere loro e anche nel raccontare. Teoricamente questo potrebbe far pensare che questo libro sia enorme e invece, grazie anche all'esperienza del viaggiatore, si condensa in racconti puntuali ma estremamente concentrati. Non servono descrizioni arricchite per descrivere la natura e gli uomini, ma per evitarsi la tentazione, il viaggio a piedi è un'ottimo aiuto. Nella guida per Santiago che avevo comprato qualche anno fa leggevo che ci sono delle dimensioni di zaino che non devono essere superate; non è un'imposizione ma l'esperienza di tanti camminatori ha insegnato che "più roba di porti e più fatica farai mettendoti da solo i bastoni fra le ruote". Quindi anche il taccuino, come il libro è piccolo e leggero e in più di tappa in tappa ti ritrovi stanco alla sera e impegnato di giorno.
Quindi il diario di viaggio diventa una raccolta di pensieri, di immagini e di emozioni. Le persone che Tino incontra diventano un modo per evocare quelle che incontrò il suo predecessore. Paesi, edifici, piccoli boschi e via dicendo si sublimano in immagini precise che permetto all'autore moderno di individuare ed evocare le immagini del suo precedessore. Come detto, non è che cambi il viaggio e nelle Cévennes, nonostante il passare dei decenni, non è poi cambiato molto visto l'ubicazione in una regione difficile della Francia. Quello che cambia siamo noi e la cosa più interessante è che il cerchio di cui vi parlavo poc'anzi non ha radici così lontane nei tempi andati. E' relativamente recente e inizia proprio da Stevenson stesso. Lui viaggiava per capirsi e per stabilire se un amore valeva una scelta di vita. Il viaggio gli lasciò molto di più: l'emozione di trovare accoglienza e rispetto dalle popolazioni che man mano incontrava errando da un paese all'altro. Franza viaggia ripercorrendo un percorso che ha preso il nome di Stevenson e improvvisamente si trova a non essere più il lettore ma a camminare in quei luoghi, con strani viaggiatori e contestualmente anche con Stevenson stesso e con la sua asinella. Il viaggio non gli restituirà una conoscenza maggiore di ciò che già, che è evidente, conosce a menadito. Stevenson non sarà più lo scrittore ma un compagno di viaggio. Se domani Tino ripartisse di nuovo con lui, l'esperienza sarebbe completamente diversa perché Tino stesso è diverso da ieri.
Ho iniziato questo libro come ogni altro. Solitamente leggo l'inizio e poi lo deposito lì sul comodino almeno un paio di giorni per vedere se è il momento giusto per lui. Con "In viaggio con Stevenson" - per fortuna perché avevo promesso di leggerlo insieme a Barbara di Librinvaligia!- non è successo. L'ho messo sul comodino mentre cercavo di finire in velocità il precedente e la sera che l'ho aperto non l'ho lasciato più. L'autore ha una scrittura straordinariamente scorrevole e la condensazione fra impressioni, del predecessore e le sue , gli permettono di realizzare di capitolo in capitolo dei quadri completi in cui luoghi, letteratura e viaggio si fondono. Ogni capitolo è un castone a se stante collegato con gli altri da un "fil ruoge" rappresentato dal percorso.
Potenzialmente grazie a questa sua struttura organizzativa, allo stile di scrittura e all'attrattiva di un percorso così particolare e poco conosciuto è un libro che si vende da solo solo leggendo la prima pagina, ma io, come al mio solito, ve lo segnalo come imperdibile.
Magari non mi troverete mai sulle strade di Stevenson, o forse sì chissà, ma sicuramente questo viaggio mi sembra di averlo fatto già una volta in compagnia di due validi amici. E come ultima, ma non meno importante spiegazione, se non conoscete il libro a cui si ispira questo autore non statevi a crucciare, la bibliografia, le note e i continui riferimenti, nonché i passi riportati, vi permetteranno di seguirlo lo stesso. Quindi niente scuse!
Buone letture,
Simona Scravaglieri
In viaggio con Stevenson
Viaggio nelle Cévennes
Tino Franza
Exòrma Editore, ed. 2015
Collana "Scritti Traversi"
Prezzo 14,50€
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