Fonte: Si Viaggia |
Come detto nella recensione che è uscita venerdì, sarebbe un peccato che vi perdeste questo libello perché è veramente suggestivo e interessante. Non è un viaggio religioso, ma un "deserto". Spaventati? "Fare deserto" è una cosa che ho imparato quando frequentavo gli scout e significa letteralmente incamminarsi da soli da un posto verso un altro da soli. E' quando si fa deserto che improvvisamente il nostro io prende il sopravvento. Quindi di cosa aver paura? Anche quando leggete un libro, o meglio leggiamo, in fondo facciamo deserto... Quindi non rimane che cominciare cogliendo due piccioni con una fava!
Buone letture,
Simona Scravaglieri
P.S. : Oggi pezzo piccino... volutamente piccino. E io so già che non vi fermerete qui!
Le Puy-en-Velay, 6 Agosto
"Tergiverso al tavolo del bar Regina di fronte a un tazzone di caffè annacquato. Nel locale semivuoto la voce di Trenet canta alla radio Que reste-t-il des nos amours? e il notiziario del mattino informa sulla morsa assassina di caldo che sta soffocando tutta la Francia. Lo zaino è appoggiato a una gamba della sedia, pronto per la partenza, ma una capricciosa riluttanza mi trattiene dal mettermi in marcia; dal fare il primo passo sulle orme di Stevenson. Sono a Le Puy-en-Velay da appena due giorni eppure mi sembra così duro lasciarla!"
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«Allora l'hai trovato?».«E' una parola con tutti questi libri!».«E' un volumetto con la copertina di tela blu notte... Vuoi che venga io?».«Ahm eccolo! R.L. Stevenson, Viaggio nelle Cévennes in compagnia di un asino».Fuori sotto un cielo buio, il grecale spazzava la strada vuota, due vecchie palme ondeggiavano come bandiere. In sordina la tromba di Miles Davis suonava Don't Blame Me.«Così hai deciso. Vuoi rifare il percorso dello scrittore. Metterti sui suoi passi... Da solo. Come sempre».In un libro del 1990 intitolato Nei deserti, cronaca di un pellegrinaggio sulle orme di scrittori stregati dal deserto, uno dei più importanti autori svedesi contemporanei, Sven Lindqvist, aveva scritto una cosa che mi piaceva: «Quanti muscoli ha la vita umana? Cero è che la maggior parte li si usa automaticamente, senza averne la sensazione. la cosa migliore di una solitudine improvvisa è che rimette in allenamento: quando si è costretti a cominciare ad usare i muscoli a lungo dimenticati e atrofizzati, si riscopre la propria vita».
Questo pezzo è tratto da:
In cammino con Stevenson
viaggio nelle Cévennes
Tino Franza
Edizioni Exòrma, ed. 2015
Collana "Scritti Traversi"
Prezzo 14,50€
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