venerdì 25 luglio 2014

"Heat rises", Richard Castle - Il mistero dello spogliarellista capelluto....

Fonte: Stile.it

Pare una maledizione che, dopo un certo numero di libri belli, me ne capitino un po' di brutti o non completamente accettabili ma quest'anno sembra che me li vada proprio a cercare! In questo caso la colpa è veramente mia, lo ammetto. Non tengo accesa molto la tv, anzi da un ultimo conteggio arrivo a vedere circa 35 minuti di televisione a settimana il che, solitamente, non mi permetterebbe di seguire alcuna serie e, invece, grazie alla benedetta funzione di registrazione posso utilizzare i minuti sparsi qui e lì per riuscire a vedere una serie televisiva (ne scelgo una a caso, di solito di genere giallo l'importante che stia partendo dalla prima puntata). Quest'anno la scelta è ricaduta nella serie Castle. E' stato quindi naturale, quando ho visto uno dei libri legato alla serie in offerta, prenderlo per poi leggerlo.

I protagonisti di questo non so cosa (giallo? thriller?romanzo? boh!), trasposti con altri nomi, sono quelli della serie. Ma questo, per chi segue il telefilm non è una novità perchè "Castle" lo dichiara in più occasioni. Nemmeno la trama  è innovativa visto che io ho trovato rimandi ad almeno tre puntate differenti della serie!
Niki Heart è in ansia perché il suo fidanzato Rook - che nel libro non è uno scrittore bensì un giornalista -, non si è fatto più sentire da quando è partito per il Medio Oriente per seguire le tracce delle vie del traffico delle armi. Frattanto, all'investigatrice capita fra le mani un caso scottante: un prete è stato ritrovato morto in un club di bondage, legato ad uno strumento che si usa per le, chiamiamole, torture. La casa del prete è stata passata misteriosamente al setaccio da Montgomery, il capo di Niki, prima che lei venisse chiamata per la scoperta del cadavere e lo stesso capitano sembra reticente a dare spiegazioni e al contempo le mette i bastoni fra le ruote mentre lei cerca di vagliare le possibili piste a disposizione per le indagini. Riuscirà la nostra eroina a venirne fuori? Non vi aspetterete che ve lo dica io vero?

Premetto che questo, non so cosa - è un "di tutto un po'"-, mi ha fatto pensare che "Il profanatore di biblioteche proibite" non è il male assoluto e che, al contempo, so perfettamente cosa c'è che non va e in parte è da imputare al poco accorto autore americano e in parte alla trasposizione in lingua italiana:
 1- L'essere, appunto, il "di tutto un po'" è il male maggiore. Giusto per non scontentare nessuno c'è un po' di thriller, un vago senso del giallo e una parte di un pessimo romanzo d'amore.
 2- E' uno di una serie di libri, quindi ci sono dei riferimenti che solo chi ha letto la serie completa o ha visto il serial può comprendere.
 3- le descrizioni dei personaggi sono confuse e la protagonista, invece di sembrare un'eroina, assomiglia ad una Rossella O'Hara dei giorni nostri, che si muove per la città maneggiando da un lato il fazzolettino con le trine e dall'altro la pistola. Inutile aggiungere che i mutandoni d'ordinanza probabilmente mal s'incastrano negli stivali da Cowboy!
 4- Ci sono alcune parti decisamente inutili e alcune ridondanti; nevica a New York nel periodo di questa indagine e l'autore ce lo ricorda praticamente ogni due pagine delle 372 che compongono il libro.
 5- Indagine troppo allungata, un po' come il brodo annacquato, per quello che è l'effettiva storia che c'è dietro e quindi alla fine non da alcuna soddisfazione.
 4- Traduzione alla "lettera" che in alcuni punti vede frasi costruite non italiano ma all'americana quindi ci metti un po' a capire che sta dicendo.
 6- Fabio.

Chiaramente a chi non ha visto Castle potrebbe anche piacere ma, nel caso degli estimatori della serie, è chiaro che tutto questo non può bastare. Tenendo conto che non era necessario rimanere così ancorati alle storie del sequel, bastava poco per far apparire lo scrittore Castle come un vero scrittore invece di un semplice scribacchino. In più dopo aver provato a trovare qualcosa in più da dire in merito a questo libro ho concluso che è un lavoro, se per assurdo possiamo accettare questa definizione, talmente ininfluente e di poco conto che non c'è altro da dire in più se non rimanere perplessi di fronte alle sperticate manifestazioni di gioia e apprezzamento dei lettori americani che invece lo hanno apprezzato molto, tanto da dargli ben 5 stelline su 5 su Goodreads. Che la versione in lingua originale sia meglio? Preferisco non saperlo!

E se vi state chiedendo "Ma chi è "Fabio"?". Ecco, me lo chiedevo anche io e ho rivolto la domanda ai miei amici su FB. Morale della favola pare che lo "spogliarellista che scappa con i fluenti capelli biondi alla "Fabio"" assomigli, secondo l'autore - e il traduttore traduce bovinamente senza considerare che il suo lavoro verrà letto da un pubblico italiano - a Fabio Lanzoni. Ora, ho ammesso la mia ignoranza su modelli pompati e capelluti - non fanno proprio per me!- ma la discussione è andata avanti per un po' e verteva, una volta scoperto chi è il famoso (de che?) Fabio, sull'opportunità o meno di aggiungere o no il cognome anche se, probabilmente, nella versione americana non serve. Ecco, nonostante il pensiero comune io penso che, indipendentemente da quello che è lo scritto, aggiungere una nota con il cognome dell'adone in questione sarebbe stata cosa buona e giusta!
Rimarrò arricchita da questa nuova informazione del modello-che-tanto-piace anche se mi domando come, nella vita o nel lavoro o per il blog, questa possa rendersi utile e considero questo libro un dimenticabile. Soldi buttati insomma.

Buone letture,
Simona Scravaglieri


Heat Rises
Richard Castle
Fazi Editore, Ed. 2012
Prezzo 12,75€
Ebook 2,99€



Fonte: Letture Sconclusionate

2 commenti:

  1. Ecco, avevo scritto un commento tanto caruccio ma blogspot me lo ha cancellato -.-' Dicevo. Ho il primo volume della serie, che non ho idea di come si chiami ma ricordo distintamente la copertina (nera e rossa) ma non l'ho ancora letto (e chissà quando lo leggerò). Ammetto di aver acquistato il volume solo ed esclusivamente perché seguo la serie e la amo follemente (in inglese è davvero bella, in italiano non saprei). Sapevo, però, che i libri non avrebbero retto il confronto e me ne dispiaccio perché, in fondo, l'idea era davvero carina. Avrebbero dovuto svilupparla meglio, magari farla scrivere a uno scrittore vero... Non so. Però, ecco, uff. Mai una gioia.

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    1. Dillo a me!!! E' il primo caso in cui un libro è talmente brutto da far venire brutta anche la recensione! Non provo nemmeno a vedere se magari sia il caso solo di questo specifico libro e non degli altri della serie perché, se sono tradotti tutti così e allungati nella medesima maniera...potrei morire di noia!!
      Non posso nemmeno portarlo come sola, visto che è un ebook! Sob!

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