1499, veniva pubblicato il primo libro in Italia, Hypnerotomachia Poliphili, ad opera dell'editore Aldo Manuzio di Venezia, che fu la città dove nacque l'editoria italiana.
Dopo tanti secoli l'avvento dell'ebook provoca una sequela di domande e, come avviene negli ultimi anni per qualsiasi tema scaldi gli animi degli italiani, chiede di schierarsi da una parte o dall'altra della contesa, cosa che non sarebbe necessaria visto che lo "schierarsi" non porta a casa nulla di nuovo, che parte da domande come: L'ebook surclasserà il libro classico? Siamo ad una svolta epocale? Come ho sempre detto, non mi sono mai schierata anche perché, nonostante quel che mi si voglia dare in pasto come "giustificativo", giudico i due supporti diversi come prodotti. L'ebook dovrebbe avere un aspetto multimediale che si può evolvere e il libro invece ha il limite della staticità della carta, che rimane uguale nei secoli una volta stampato, e del messaggio, se si vuole cambiare qualcosa si deve ristampare.
La questione dell'affiancamento tra ebook e libro tradizionale è ancora aperta oggi, ad un anno di distanza ecco perché non ha nessun senso schierarsi, e lo rimarrà per molti perché, per fortuna, in Italia chi acquista molti libri riesce a cogliere l'opportunità di leggere su entrambi i supporti nonostante "l'educazione" che il mercato e gli editori stanno operando, contando sull'utente occasionale o sprovveduto, utilizzando la promozione giornaliera. Infatti, in maniera identica (ovvero che lo steso libro lo trovate nell'identica promozione su qualsiasi piattaforma!) tutti i giorni, dall'anno scorso, vengono messi in promozione giornaliera degli ebook, fino a circa febbraio 2013 i libri erano tutti a 0,99 dal qualche mese a questa parte hanno provato a mettere qualche titolo a 2,99€ e, resisi conto che lo scarto era troppo, sono tornati a 1,99€. Questo significa che alzando il tiro piano piano, pensano (e in molti casi ci riescono) di riuscire ad alzare il prezzo di acquisto di prodotti "immateriali", che ripeto non sono ebook ma solo una trasposizione del prodotto che si da in stampa (senza la componente multimediale!), ad un prezzo che sperano diventi simile a quello del supporto tradizionale, che è un bene materiale (fisico e anche rivendibile). In pratica, la mecca dell'editoria!
A questo intervento tenutosi il 7 febbraio 2012 presso la Sala Igea dell'Istituto della Enciclopedia Treccani intervengono: Dario Giambelli (Librerie Feltrinelli), Martin Angioni, (Amazon Italia), Stefano Mauri, (Gruppo GEMS), Gian Arturo Ferrari (Centro per il libro e la lettura). L'ho trovato un intervento interessante anche se in alcuni punti non trovo riscontro, a quasi un anno di distanza di quel che si dice, per esempio nella flessione del prezzo (basti pensare al nuovo libro di Dan Brown appena uscito con un prezzo di copertina di 25,00€!!) e quindi ve lo posto perché possiate farvi un'idea.
Vi invito a osservare anche il modo con cui il moderatore si rapporta con i vari relatori che è estremamente diverso per esempio con il rappresentante di Feltrinelli e quello di Amazon cosa che la dice lunga sul concetto di "libertà del mercato e della cultura" italiana. In fondo, Feltrinelli è una grande macina che produce valanghe di libri a prezzi bassi (tra parentesi è l'unica attività di libreria on-line che somma la scontistica, passatemi il termine, arrivando al limite del perimetro tracciato della legge Levi portandoli a ben più di quelli previsti dalla legge del cartello dei prezzi!) in maniera simile a quella di Amazon che offre come servizio in più, allo sconto standard del 15%, la spedizione gratuita con un prezzo annuale di 9€ e quindi lavora con i grandi numeri. Però, nonostante questo, l'attacco diretto non va al relatore Feltrinelli ma a quello Amazon reo di parlare di numeri che non passa preventivamente all'AIE e questo si commenta da sé. Non stento a credere quanto sia difficile per un piccolo editore entrare i questo meccanismo gestito da grandi e foraggiato dalla cultura tradizionale che a quanto si vede tende a facilitare alcuni e non tutti.
Altro occhio di riguardo sarebbe da dare alle riflessioni verso la fine dell'evento in cui si riflette sull'autopubblicazione. La disponibilità di pubblicare qualsiasi cosa non è sinonimo di libertà come si dice spesso, ma genera solo prodotti non controllati e quindi possibilmente scadenti. Attenzione, per "scadente" non si intende solo la qualità dell'impaginazione, ma proprio di qualità del prodotto che può essere scritto benissimo, ma riportare concetti o storie scadenti. La domanda che viene fuori è: chi controlla ciò che si pubblica? Ecco e io aggiungerei, chi rifonde chi compra prodotti scadenti? Un libro di carta puoi sperare di cederlo a qualcuno, un autopubblicato in ebook no. E il rispetto delle regolamentazioni del diritto d'autore come verranno controllate? A voi l'ardua sentenza...
Altro occhio di riguardo sarebbe da dare alle riflessioni verso la fine dell'evento in cui si riflette sull'autopubblicazione. La disponibilità di pubblicare qualsiasi cosa non è sinonimo di libertà come si dice spesso, ma genera solo prodotti non controllati e quindi possibilmente scadenti. Attenzione, per "scadente" non si intende solo la qualità dell'impaginazione, ma proprio di qualità del prodotto che può essere scritto benissimo, ma riportare concetti o storie scadenti. La domanda che viene fuori è: chi controlla ciò che si pubblica? Ecco e io aggiungerei, chi rifonde chi compra prodotti scadenti? Un libro di carta puoi sperare di cederlo a qualcuno, un autopubblicato in ebook no. E il rispetto delle regolamentazioni del diritto d'autore come verranno controllate? A voi l'ardua sentenza...
A parte questo è un modo semplice per farsi un'idea. Spero che lo troviate interessante come è sembrato a me.
Buone letture e buona domenica,
Simona Scravaglieri
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