Fonte: Stream fantasy |
Di questo libro è già comparsa la recensione quindi a tutti gli effetti è un libro che ho già letto e non che sto leggendo. Ma nell'ottica di questa rubrica c'è l'obiettivo di dare la possibilità di sbirciare parti di testo e quindi, visto che non l'avevo fatto, ho pensato di inserirla comunque.
Si tratta di un saggio, siamo in Libia e l'italia fascista tenta di difendere il conquistato dall'attacco degli inglesi che invece studiano l'Operazione Compass per poter liberare posizioni importanti. A favore degli inglesi, tattica, organizzazione, strumenti di guerra aggiornati, competenze. A favore degli italiani solo la voglia di difendere il proprio onore e il terrore di essere tacciati di alto tradimento e null'altro.
Non viene ricordata fra le grandi sconfitte perché non era onorevole e sopratutto per non dare l'idea al popolo che, questo regime, non fosse tutto questo grande e forte stato che invece si presentava come tale attraverso opere architettoniche e futili esercitazioni militari che di "guerresco" avevano ben poco.
Un libro veramente piacevole da leggere, anche per chi non è del mestiere (o ci capisce ben poco come me!) che vi farà stare incollati fino all'ultima pagina per vedere quanto in basso fosse scesa la dirigenza fascista e tutti quelli che avevano un qualche minimo potere come generali, imprenditori e funzionari.
E forse, è anche da leggere perché è un libro fuori dagli standard che ci potrebbe aprire le porte verso temi che solitamente non affronteremmo.
A voi la scelta,
buone letture,
Simona Scravaglieri
Introduzione
Secondo una vecchia battuta i libri più brevi della storia sarebbero: "Raffinate ricette inglesi", "Etica commerciale ebraica" e "Vittorie militari italiane". Al di là della divertente perfidia, nella battuta esiste purtroppo un doloroso fondo di verità, almeno per quanto riguarda noi Italiani. Se chiedessimo, a persone dotate di normale istruzione superiore, di citare tre battaglie vittoriose, successive all'unità d'Italia, avrebbero quasi sicuramente dei problemi, mentre lo stesso non accadrebbe se volessimo un elenco di tre sconfitte: tra Custozza, Lissa, Adua, Caporetto, Matapan, El Amein, c'è solo l'imbarazzo della scelta. Che questo sia indice di una vocazione italica alla sconfitta, è arduo da sostenere, ma certo è un dato di fatto col quale fare i conti. Ci sono paesi che hanno fondato la propria identità culturale su una sconfitta, come la Serbia nel caso della battaglia di Kosovo Polije del 1389, altri che celebrano i rovesci subiti come la spinta decisiva per la vittoria finale ( ad esempio, Isandlwana per gli Inglesi nel 1879, o Kasserine per gli Americani nel 1943). La storia militare italiana è costellata, invece, da disfatte che hanno generato solo sterili controversie e ignobili scaricabarile. Non sempre i colpevoli sono stati puniti, o quantomeno individuati pubblicamente; quasi mai, con l'eccezione lampante di Caporetto, si è appreso dai propri errori e si è fatto tesoro dell'esperienza accumulata.Da un punto di vista strettamente storico-militare, sarebbe interessante effettuare una critica e dettagliata analisi di ogni nostro tracollo militare, così da accertare le similitudini e anzi il ciclico ripresentarsi di errori e mancanze, ma non è lo scopo di questa ricerca. In queste pagine ci soffermeremo, invece, su di una sconfitta che non viene quasi mai ricordata, al punto che non ha nemmeno un luogo preciso con cui identificarsi, ma è nota fra gli specialisti sulla base del nome in codice che gli inglesi, nel dicembre del 1940, diedero a una loro operazione offensiva, Compass. Si tratta di una rotta di dimensioni così grandi e umilianti, per il modo in cui è avvenuta, che dovrebbe quasi prendere il posto di Caporetto nell'immaginario collettivo italiano. Potrebbe tranquillamente diventare il paradigma stesso della sconfitta vergognosa senza attenuanti. Invece questo non è avvenuto, né avviene, per tutta una serie di circostanze militari, politiche e sociali, cosicché la disfatta nell'operazione Compass è diventata solo una delle tante, più o meno dimenticate, batoste subite dagli Italiani della Seconda Guerra Mondiale.I parallelismi storici con le altre grandi sconfitte italiane saranno comunque oggetto di riflessione, nell'ottica di inquadrare meglio e valutare obiettivamente, in modo critico, quello che è senza dubbio uno dei più grandi disastri militari di ogni tempo, il tracollo e la resa della 10° Armata italiana in Libri: "La Caporetto del deserto" .
Questo pezzo è tratto da:
Operazione Compass
La Caporetto del deserto
Andrea Santangelo
Salerno Editrice, ed. 2012
Collana "Aculei"
Prezzo 12,00€
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