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Ci sono veramente tutti tranne lei, Giulia. Eppure lei è più presente in silenzio di tutti quelli che vivi e vegeti si muovono fra le righe di questo racconto. Questo perchè mentre i "vivi" sono impegnati a trovare un "perché", Giulia stessa sembra sapere perfettamente che nei loro gesti e nelle loro scelte parleranno di lei mantenendola in vita finché questa domanda sarà con loro. Sembra infatti che lei sia "deus ex machina" prima ancora che i problemi sorgano; è moglie di un uomo con il quale non c'è più la passione da anni e sono divenuti solo semplici conviventi. È madre di due giovani ragazzi che si affacciano verso il periodo universitario e l'età adulta. È figlia, ribelle, di una madre per la quale la rigida convenzione borghese di altri tempi è ragione di vita, perchè ne è forza ordinatrice verso la quale rivolgersi per avere sempre presente cosa c'è da fare. Pertanto Giulia, il suo distacco, lo ha già operato, prendendo uno studio tutto suo dove rifugiarsi e in cui condurre una vita parallela fatta di poesie e di visite dallo psicanalista, ma di cui nessuno di coloro che popolano la sua vita ufficiale sa assolutamente nulla. È come per i malati terminali, poco prima della morte, c'è un attimo, quello prima di morire in cui sembrano arsi da nuova forza, quella forse della consapevolezza che tanto dolore sta per finire, e quell'attimo vale per i propri cari, a volte, più di una vita intera; forse perché quel secondo, è l'attimo in cui si rivede il proprio congiunto come era prima di tutta questa sofferenza.
Ci ho dovuto pensare più di due settimane prima di scrivere questa recensione perchè cercavo uno spiraglio, un qualsiasi appiglio che mi facesse promuovere questo libro a pieno titolo, e invece non mi è riuscito. Il libro in sostanza non è affatto malvagio, anzi è ben scritto, coerente, accattivante con l'intervallare dei pezzi di piccole poesie che hanno un impatto senza precedenti. Il problema è che nei tanti personaggi e negli altrettanti temi affrontati, manca un solo perchè fra i tanti. Ed è una domanda che esula dalla storia ma che ne è direttamente collegata: a che pro scriverla. Questo perché manca una risposta principale ovvero quella della protagonista o anche una morale evidente che possa fare da copertina a questo scorcio di vita raccontata.
Non c'è un fine evidente oltre a quello, che non credo sia stato nelle intenzioni dell'autrice ma è solo indotto dallo svolgersi della storia, che "alla morte di qualcuno della nostra cerchia di affetti si sopravvive comunque". Non ce n'è un altro, tanto che all'ultima pagina, che tu sia riuscito o no a capire nelle tante ipotesi il perchè questa donna abbia deciso di togliersi la vita, rimani con il dubbio: "ma perché me l'hai raccontata?".
Mi si potrebbe dire che è narrativa semplice, posso anche dire che è la prima volta, (anzi la seconda in precedenza successe per "L'isola dei segreti"di Scarlett Thomas ma per motivazioni sostanzialmente diverse) che vorrei veramente trovare quel "quid" ad un lavoro che reputo veramente ben eseguito, e invece proprio non m'è riuscito di individuare questo spiraglio. I personaggi nemmeno hanno dato ulteriori indizi e hanno asservito alla storia solo quanto bastava a far si che le varie situazioni avessero il giusto equilibrio per poterla rendere perfetta stilisticamente e organizzativamente. Sono certa che Michela Tilli abbia delle buone potenzialità e che il prossimo libro sarà sicuramente strepitoso, perchè questo lavoro è veramente un'ottimo inizio e dimostra un talento, direi naturale, nell'orchestrare storie e incastri temporali. Infatti questo libro figura nelle mie librerie con quattro stelline su cinque quindi materiale buono ce n'è e anche in abbondanza. Mi auguro in futuro di raccontarvi ancora di un suo libro promosso a pieni voti però!
Buone letture,
Simona
Tutti tranne Giulia
Michela Tilli, ed. 2012
Fernandel Editore
Prezzo 14,00€
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