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"La vita che ci è data è una sola e bisognerebbe viverla al meglio", sembra suggerire questo l'autrice di questo libro. Come nella migliore delle tradizioni napoletane, che ti rimangono attaccate - anche se non sei di quei luoghi ma lì ti sei formato-, la narrativa porta delle storie che sono le trasposizioni delle fiabe di Basile o dei ricordi degli anziani che ci vengono raccontati perché da questi possiamo apprendere e andare oltre, evolvere, senza dimenticare le radici che ci hanno generato. E questo libro non fa eccezione. Non è ne una autobiografia e nemmeno racconti sparsi, ma una mistura di entrambi gli stili. Potremmo quasi definirlo una "raccolta di ricette per vivere una vita felice". E poco importa che le storie abbiano una datazione, nei riferimenti che vengono sparsi qui e là nei racconti, che va a prima dell'ultima guerra o che facciano riferimento in alcuni casi a gerarchie sociali allora permanenti e ben definite. Perchè non è questo che interessa, bensì l'insegnamento che se ne ricava. E attenzione c'è una profonda differenza fra una storia moralista e una con morale; la prima si riferisce ad un insegnamento inappellabile e ben definito, la storia con morale, che ha come suo antenato Giambattista Basile, a cavallo fra '500 e '600, è una storia che cresce nelle mani del lettore e che porta a saggi consigli senza avere la supponenza di aver la verità in tasca.
Così Isabella Ducrot ci porta a spasso nel tempo e nello spazio, raccontandoci di cose, emozioni e pensieri lontani e di conclusioni che si traggono nel tempo, un po' a sottolineare che bisogna sempre rimettersi in discussione. E quindi, la colazione offerta alle due poverelle diventa un modo per mettere in evidenza i luoghi comuni dell'alta borghesia, gli occhi dei bimbi malati diventano una abitudine a saper guardare oltre, a quelli che nonostante tutto ce la faranno perché vogliono vivere e vogliono vincere questa battaglia con la vita che già da piccoli gli a negato tutto, anche un amore materno. Il the sotto l'albero in un periodo di guerra, quando borghese e popolano vivono le stesse paure e le bombe non sanno distinguere, divengono importanti momenti per assaporare la frugalità della situazione che la rende dolce nel ricordo, proprio per la sua mancata sfarzosità e cerimoniosità. E' il focus su questi pensieri indotti che spinge il lettore a scoprire le storie una dopo l'altra.
Leggere questo libro porta a molteplici riflessioni e, in fondo, il mestiere di uno scrittore, prima ancora di raccontare storie, è quello di disegnare punti di vista che siano il più possibile plausibili e presentati in maniera interessante o autorevole da esser presi in considerazione dal suo uditorio e magari, dopo attenta riflessione, anche condivisi. E le storie della Ducrot, nonostante il loro sapore squisitamente retrò, in questo riescono perfettamente raccontando memorie e insegnamenti con una serenità che traspare dalla sua scrittura e che si traduce in parole che scorrono amabilmente nelle pagine lasciandoti il gusto del ricordo condiviso e in un un libro che si finisce un pomeriggio ma che ci tiene compagnia, in fondo al cuore, per parecchio tempo. Un ricettario quasi segreto, quello della mamma o della nonna da passare solo quando chi lo riceverà sarà in grado di capire e apprezzare questi segreti millenari.
Buone letture,
Simona
Fallaste Corazon
Isabella Ducrot
il notes magico Edizioni, Ed 2012
Collana "La biblioteca di Mercurio"
Prezzo 8,00€
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