[..]Mentre Claire va con il professore americano, e con la macchina fotografica, a visitare i giardini del castello, io vado a prendere un tè con il professor Soska, la nostra guida ceca. Quando i russi hanno invaso la Cecoslovacchia ponendo fine al movimento riformista della Primavera di Praga, Soska e' stato licenziato dal posto all'università, "collocato a riposo" con una minuscola pensione. Anche la moglie, una ricercatrice scientifica, è stata allontanata per ragioni politiche e, per mantenere la famiglia di quattro persone, da un anno lavora come dattilografa in uno stabilimento di confezione della carne. Mi chiedo come faccia il professore in pensione a tenere alto il morale. Il suo abito con gilè e' impeccabile, l'andatura è scattante, la parlata briosa e puntuale - come fa? Cos'è che lo fa alzare la mattina e addormentare la sera? Cos'è che lo tiene su nel corso della giornata?
- Kafka, ovviamente, - dice sfoderando di nuovo il suo sorriso. - Già, è cosiì; molti di noi sopravvivono grazie a Kafka, e poco altro. Anche gente della strada che non l'ha mai letto. Quando succede qualcosa si scambiano un'occhiata e dicono: "E' Kafka". Intendendo: "E' così che vanno le cose". Intendendo: "Cos'altro ti aspettavi?"
- E la rabbia? Si placa quando scrollate le spalle e dite "E' Kafka"?
- Per i primi sei mesi dopo l'arrivo dei russi ero in continuo stato di agitazione. Ogni notte andavo a riunioni clandestine con i miei amici. Un giorno su due facevo circolare una nuova petizione illegale. E nel tempo restante scrivevo, nella mia prosa più lucida e precisa, con le mie frasi più eleganti e ponderate, enciclopediche analisi della situazione che poi circolavano in samizdad fra i miei colleghi. Poi un giorno sono svenuto e mi hanno portato all'ospedale con un'ulcera perforata. Sulle prime ho pensato, bene, me ne starò a riposo per un mese, prenderò le medicine e mangerò la mia sbobba e poi... ebbene poi cosa? Cosa farò quando smetto di sanguinare? Tornerò a interpretare K. per il loro Castello e il loro Tribunale? Potrebbe continuare per sempre, come sanno bene Kafka e i suoi lettori. Quei suoi patetici, speranzosi, testardi K. che corrono come matti su e giu' per tutte quelle scale in cerca di una soluzione e attraversano febbrilmente la città contemplando i nuovi sviluppi che li porteranno, nientemeno, al successo.Inizio, sviluppo e, cosa più inverosimile di tutte, fine... è così che si illudono di far svolgere gli eventi.
- Ma lasciando da parte Kafka e i suoi lettori, come si possono cambiare le cose senza opposizione?
Di nuovo un sorriso, che nasconde Dio solo sa quale espressione che gli piacerebbe mostrare al mondo. - Signore , io ho reso nota la mia posizione. L'intero paese ha reso nota la sua posizione. Il mondo in cui viviamo adesso non è quello che avevamo in mente. Per quanto mi riguarda, non posso rovinarmi quel che resta dell'apparato digerente continuando a chiarirlo alle autorità sette giorni alla settimana.- E cosa fa invece?- Traduco Moby Dick in ceco. Ovviamente esiste già una traduzione, e anche molto buona. non c'e' alcun bisogno di un'altra traduzione. Ma e' una cosa che ho sempre avuto in mente, e adesso che non ho nessun altro impegno, be', perche' no? [..]
Il professore di desiderio
Philip Roth
Einaudi editore, ed 2010
Collana "Super ET"
Prezzo 12,00€
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