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Immagina di avere un biglietto aperto che ti garantisca di andare dove vuoi e pernottare come vuoi in massimo due settimane... cosa faresti? Io intanto preparerei dei libri e poi...
Se dovessi passare per Parigi, prendi "Un incontro casuale" di Rachel Cohen (Adelphi Edizioni) e passa da Le Bateau Lavoir. È da quella piazzetta che sono nati i movimenti culturali, pittorici, scultorei e anche letterari del '900 europeo. Dietro quel portone scuro e quelle porte di ferro bianche, che nascondono il disastro del fuoco, nell'ex fabbrica, adattata "casa dell'artista" con tanti studio affittati a squattrinati in cerca di fortuna, ne sono passati tanti, ma per il resoconto che facciamo oggi, te ne cito solo qualcuno che forse conoscerai: Gertrude Stein che lì conobbe quello che avrebbe foraggiato e aiutato e che allora era a Parigi da pochissimo: Pablo Picasso. Calpestarono quelle tavole non molto ben tenute anche Apolliaire e tanti altri. Potresti anche sentirlo, se ti concentri un po', mentre confabula con Picasso allarmato perché le statuette africane che hanno comprato forse sono rubate, oppure quando insiste per portarselo dietro a qualche spettacolo del tempo. Seguendo un ideale percorso scendi da Montmartre e, poco più in giù, a ridosso della Senna cerca Rue de L'Odèon. Portati dietro Shakespeare&Company di Sylvia Beach (Sylvestre Bonnard Editore) e "Rue de l'Odèon. La libreria che ha fatto il novecento" di Adrienne Monnier (DuePunti Edizioni) se ti fermerai al numero 8 e al numero 12 potrai sentire la voce squillante di Apollinaire che scuote, con i suoi versi, la platea di aspiranti scrittori, o anche Picabia che legge le sue storie al numero 8 nella libreria La maison des amis des livres e, sbirciando nella vetrina del numero 12 , anche se oggi credo ci sia un ristorante, se fai attenzione tendendo l'orecchio sentirai il fruscio del giornale che Hemnigway leggeva nell'originale Shakespeare&Company o vedersi materializzare Joyce che si giustifica con la Beach, la sua editrice, spiegando perché la revisione dell'Ulisse di un particolare capitolo non si sia ridotta in termini di pagine ma anzi sia quasi raddoppiata. Se senti un bisbiglio di un altro genere potrebbe essere Sherwood Anderson (Winnesburg, Ohio Baldini e Castoldi editore) che sta indicando la Stein alla Beach pregando Sylvia di presentargliela visto che è un suo ammiratore. Ricordati di portare un fiore a Rue de Fleus 16 e di portarti anche dietro "Autobiografia di Alice Toklas" di Gertrude Stein (Einaudi), Alice fu la compagna di vita e sostenitrice della Stein, quando vissero insieme lì, e tutti i giovedì ospitavano attori e pittori e chiunque si occupasse di cultura. Ricorda che lì per la prima volta fu esposto il primo quadro venduto da Picasso, una ragazza con il cestino, e potresti sentire la conversazione fra lui e Gertrude. Senti? Lei sta dicendo a lui che il quadro è bello ma la ragazza ha brutti piedi!
Prima di cambiare città assicurati di aver conosciuto qualcuno e di avere il suo indirizzo. Così quando ti scriverà che non sta poi troppo bene, magari per un raffreddore, facendo appello alle lettere di Jacques Vaché (Lettere di guerra. A André Breton e ad altri surrealisti, :duepunti edizioni), potrai rispondergli come un vero Surrealista "Ciao, sono contento di sapere che stai male..." mentre gli racconti che hai visto. Magari sei stato a Praga "sulle tracce di Kafka" con il professor Kepesh (Il professore di Desiderio, Philp Roth - Einaudi) che passerà la metà del tempo a raccontarti delle sue amanti e della difficoltà che ha avuto per decidere con chi passare la sua vita. E in un parallelo decisamente pericoloso ti parlerà a latere anche di Kafka e ti porterà nei quartieri dove ha vissuto e ti farà parlare con un vecchio rivoluzionario. Ma il sesso per lui è un pallino fisso, perché come uomo contemporaneo si scontra con questa annosa verità: da quando la libertà sessuale ha avuto la meglio sul perbenismo e sulla disapprovazione dei facili costumi è difficile rapportarsi con il mondo e capire chi si è. Se poi passi prima per Vienna ricordati di salutare Ernest Lothar che ti porterà a vedere i palazzi e uno in particolare dove ha ambientato "La melodia di Vienna" (E/O Edizioni) è un palazzo signorile con le finestre probabilmente incorniciate con modanature liberty, al suo interno ci sono tre grandi piani. Ti capiterà di vedere attraverso le sue finestre lo scorrere delle stagioni, di vedere gente tutta vestita con costumi dell'epoca, abiti lunghi, pellicce e tante perle, che escono alla sera per andare alle serate e se ascolti bene sentirai suonare anche un piano alla mattina. Sentirai il dolore della morte ma anche gli urletti gioiosi dei bimbi accompagnati dalle babysitter. E se fissi ancora per un po' sentirai arrivare il rombo delle macchine e i passi cadenzati della parata dell'arrivo dei tedeschi e lo scalpiccio degli ebrei che tentano di mettersi in salvo. Ma se i passi non sono cadenzati ma corti e frettolosi e tu non sei passato per Praga tornando da Parigi, allora è un omino quello che ti segue. Cammina con una cartella piena di fogli ed è un tipografo parigino ed è proprio in quel momento che, per sapere quale sia il mistero che lo avvolge mentre è lì e tira dritto oltre te, saprai che quella storia non è da qui che inizia ma da Desdra e per svelarla avrai bisogno di Alfonso Cruz e del suo libro "La bambola di Kokoshka" (La nuova Frontiera). Sarà un'indagine a tratti surreale a tratti misteriosa, ma alla fine sono certa che arriverai a chiudere il "cerchio" o a trovare la bambola....chi lo sa?
Ma non ti attardare perché poi devi trovarti a Berlino. Devi accogliere il rientro di una donna che ha parlato al mondo con colta prosa, di libri ne ha scritti tanti, ma qui mi piace ricordare una grande lezione che ha appreso e che ci ha lasciato in eredità: l'importanza della comprensione e del perdono. Lo ha fatto in un viaggio corposo di circa 500 pagine, vado a memoria, che si chiama "La città degli angeli" (Edizioni E/O) e lei invece si chiamava Christa Wolf. Cercherai di capire fino a pagina 200, poi ti farà uno scherzaccio virando da un'altra parte e finirà con lo sfinirti. Ma è qui il bello, quando ti metterai seduto, dopo qualche tempo, a riflettere e a tirare le somme di quello che hai letto, il quadro si schiarirà e improvvisamente tutto il puzzle comincerà ad essere definito. Sarai capace di perdonare il delatore? Solo con il cappotto giusto si può fare... Anche se lei è a Los Angeles in quel libro, per buona del tempo ti parlerà di Berlino e della stasi. A Berlino è necessario portarsi anche "C'era una volta la DDR..." di Anna Funder (Feltrinelli). Con lei farai il giro nelle case di Berlino Est, affronterai storie terribili che però ti faranno apprezzare la libertà. Ricordati di non farti notare troppo e di rispettare il coprifuoco, di non guardare troppo fisso le persone e ricorda che se ti si ricordano per cose particolari che hai ti denunceranno per non essere catturati essi stessi dalla Stasi.
Ma non senti caldo? Eh lo so che Berlino sta su, ma è anche vero che l'estate è alle porte e allora via, verso mete più fresche, facendo l'occhiolino dall'alto a Londra e alla sua nutrita schiera di autori, che si sentono un po' traditi andiamo a Belfast e ripercorriamo le strade della città nelle lotte per l'autonomia irlandese... Ti sembrerà un romanzo qualsivoglia, a tratti strano, poi una storia piacevole fino in quel punto un cui il cuore avrà un sobbalzo. La vita cambierà attorno a te e pure quel fischio dell'operaio alla ragazzetta che passa lì davanti non avrà lo stesso sapore di disturbo e spensieratezza di ieri. Non potrai non ricordare le descrizioni di Eureka Street, di Robert McLiam Wilson (Fazi Editore) perché lui ti entra dentro dalla seconda pagina seducendoti e difficilmente riuscirai poi a starne senza! Ma tranquillo, la sofferenza è finita già, perché proprio da qualche giorno, dopo cinque anni, è di nuovo in libreria "Ripley Bogle" (Fazi Editore). Se poi vogliamo spezzare la linea della malinconia, basta salire un poco più su verso l'Islanda. Ti svelo un segreto, se ami Marco Marsullo, sappi che questo è stato uno dei suoi libri preferiti e si chiama "Toxic. Come smettere di ammazzare e imparare a lavare i piatti" e l'autore è Hallagrímur Hegason (ISBN) ed è un libro dannatamente divertente. Un sicario in fuga da New York finisce con la sua pistola su un volo per l'Islanda, dove armi non ce ne sono e nemmeno sono gradite, per non essere preso. Peccato che lui sappia solo fare quello che fa e quindi per non dar nell'occhio nella comunità, che lo ha scambiato per altro, si deve reinventare.
Questo viaggio è stato offerto da #BlogNotesMaggio e io potrei continuare per ore ma poi moriresti di inedia prima di arrivare alla fine. Sappia solo che quest'anno ricorre l'anno della tutela e valorizzazione del Patrimonio Europeo volta a coinvolgere i cittadini perché apprezzino quello che li circonda. Nel mio caso il viaggio è decisamente al di fuori dei confini, ma succede spesso a chi come me legge tanti libri diversi. Ma hai mai provato, a memoria, a pensare a quanti posti hai visitato ricordando i libri letti? Nel mio caso è uscito tutto questo sproloquio da cui ho omesso la sezione italiana che sarebbe stata decisamente folta, magari la teniamo per un'altra occasione.
Buone letture,
Simona Scravaglieri
Buone letture,
Simona Scravaglieri
Vi ricordo il calendario degli altri interventi della settimana:
Martedì Nereia Librangoloacuto
Mercoledì Angela/Simona LettureSconclusionate
Giovedì mattina Francesca Gli Amabili Libri
Giovedì pomeriggio da Erica La leggivendola
Venerdì alle 10:00 saremo da Angela Cannucciari
Venerdì alle 13:00 da Francesca Gli amabili libri
Venerdì alle 15:00 qui a LettureSconclusionate
Sabato mattina sul canale di Selvaggia
Sabato pomeriggio da Valentina La biblioteca di Babele
Domenica pomeriggio da Giada di Dada who?
Vi invito a seguire sui social tutti i blog e i canali per rimanere aggiornati e in aggiunta vi segnalo anche il blog di #blognotes libri, il Tè tostato di Laura Ganzetti Maria Di Cuonzo, Andrea di Un antidoto contro la solitudine e Diana di Non riesco a saziarmi di libri e Paola Sabatini
Bello questo viaggio, anche se salto la tappa di Vienna e vado diretta a Praga, ti dispiace?
RispondiEliminaMa tu a Vienna ci sei già stata con me :DDD Povero Lothar, sai quanto è triste perchè non lo hai apprezzato? Poi uno dice che piove...e invece è lui che si dispera! :D
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