Fonte: An Helstone girl expectations |
Oh, siamo davanti alla mia "punizione". Visto che sono il peggior capo di me stessa mi sono auto-multata per non aver scritto il post di venerdì; quindi we senza grandi distrazioni, nemmeno uscite, e libro da iniziare e finire nel fine settimana. E visto che sono un'incosciente ho scelto a caso e indovinate un po' che è saltato fuori? Questo libro della Gaskell scritto fitto fitto in 555 pagine introduzione compresa! Non mi è andata male, parliamo di un romanzo che uscì nel 1855 e che scorre, non tutto, ma quasi.
Margaret Hale, che a me ricorda tanto tanto Isabel Archer di "Ritratto di signora" di Henry James, è una giovane diciottenne che si appresta a vedere il matrimonio della cugina e a partire per fare ritorno a casa, a Helstone nello Hampshire, dopo esserne stata lontana per circa dieci anni perché avesse un'educazione come si conviene ad una signora. Nonostante la zia Shaw sia ricca, la sorella e madre di Margaret si è sposata per amore con un curato di campagna senza grandi velleità e che non ha mai fatto carriera. Margaret torna a casa e dopo qualche tempo viene a scoprire che ciò che tormenta il padre è una crisi profonda legata alle nuove disposizioni del vescovo che lo inducono a rinunciare al suo ruolo nella chiesa e a scegliere una strada diversa ad una età avanzata, 53 anni, andando con tutta la famiglia a Milton, città industriale con poco verde e tanto fumo e sporco, a fare da precettore a ricchi industriali adulti che hanno smesso presto la scuola per lavorare e che ora vorrebbero farsi una cultura da sfoggiare nei salotti.
Non so ancora bene che cosa penso di questo libro e mi riservo di pensarci ancora un po' su, ma nel frattempo vi lascio qualche riga per sbirciare dentro il libro precisando che, ho visto lo sceneggiato che si ispira a questo libro e che quest'ultimo ha poco a che vedere con la consequenzialità studiata dall'autrice. Quindi qualora ve lo steste chiedendo, avere visto il telefilm, non è la stessa cosa dell'aver letto il testo in questione.
Buone letture,
Simona Scravaglieri
"IN FRETTA ALLE NOZZE"
«Edith!» disse Margaret con dolcezza «Edith!».Ma, come Margaret un po' sospettava, Edith si era addormentata. Giaceva raggomitolata sul divano nel salotto in Harley Street, molto graziosa in mussolina bianca e nastri blu. Se mai Titania avesse indossato una mussolina banca con i nastri blu, e si fosse addormentata su un divano di damasco rosso in un salottino, Edith sarebbe stata scambiata per lei. Margaret fu di nuovo colpita dalla bellezza della cugina. Erano cresciute insieme sin da bambine e da sempre tutti, tranne lei, avevano rimarcato la bellezza di Edith; eppure Margaret non ci aveva mai pensato che fino a pochi giorni prima, quando la prospettiva di perdere di lì a poco la sua compagna sembrava enfatizzarne ogni dolce qualità e tutto il fascino. Avevano parlato di abiti da sposa e cerimonie nuziali; del capitano Lennox e di quello che lui aveva detto ad Edith sulla loro vita futura a Corfù, dove era di stanza il suo reggimento; della difficoltà di mantenere un pianoforte ben accordato - una delle grosse difficoltà che potevano capitarle nella vita matrimoniale, pensava Edith - e anche di quali abiti le sarebbero serviti per il viaggio in Scozia subito dopo le nozze; ma il suo bisbiglio si era fatto via via più assonnato e Margaret, dopo una pausa di pochi minuti, si accorse, come aveva immaginato, che nonostante il chicchiericcio nella stanza accanto Edith si era raggomitolata in una soffice palla di mussolina, nastri e riccioli di seta, ed era sprofondata nel piacevole sonnellino che segue la cena. Margaret era stata sul punto di raccontare alla cugina le fantasticherie e i progetti che nutriva per la sua vita futura nella canonica di campagna., dove vivevano suo padre e sua madre, e dove aveva sempre trascorso delle gioiose vacanze estive, benché negli ultimi dieci anni la sua casa fosse stata quella di sua zia Shaw. Tuttavia, non essendoci nessuno ad ascoltarla, fu costretta a rimuginare in silenzio sui cambiamenti della propria vita come aveva fatto altre volte. Era una riflessione serena, seppur tinta di malinconia per la separazione dalla premurosa zia e dalla cara cugina per chissà quanto tempo- Mentre pensava al piacevole e importante ruolo di figlia unica nella canonica di Helstone, le giunsero all'orecchio stralci di conversazione provenienti dalla stanza accanto. Zia Shaw stava chiacchierando con le cinque o sei signore ospiti a cena, i cui mariti erano rimasti in sala da pranzo. Erano conoscenze di famiglia: vicini di casa che la signora Shaw definiva 'amici', poiché le capitava di cenare con loro più spesso che con altri, e né lei e né Edith si facevano scrupoli a passare da casa loro prima di mezzogiorno in caso di bisogno e viceversa. Queste signore e i rispettivi mariti erano stati invitati, in qualità di 'amici', a una cena d'addio in onore di Edith, che era in procinto di sposarsi. Edith non aveva gradito molto la cosa, dato che il capitano Lennox sarebbe arrivato col treno in tarda serata; tuttavia, sebbene fosse una bambina viziata, era troppo incurante e pigra per avere una sua forza di volontà e, una volta scoperto che la madre aveva già ordinato tutte quelle squisitezza di stagione che solitamente si ritengono efficaci contro l'immenso dolore delle cene d'addio, si era rassegnata. Si era accontentata di starsene comodamente seduta sulla sua sedia giocherellando con il cibo nel piatto, con aria seria e assorta; nel frattempo tutti intorno a lei si divertivano alle battute del signor Grey, che alle cene della signora Shaw sedeva sempre in fondo al tavolo, e pregavano Edith di suonare qualcosa per loro in salotto. Il signor Grey era stato particolarmente gradevole durante la cena e gli uomini si erano trattenuti al piano di sotto più a lungo del solito. E bene avevano fatto, a giudicare dai frammenti di conversazione che Margaret udì per caso.
Questo pezzo è tratto da:
Nord e Sud
Elisabeth Gaskell
Jo March Edizioni, Ed. 2011
Traduzione di Laura Pecoraro
Collana "Atlantide"
Prezzo 15,00€
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