Fonte: Immigrati USB |
Ecco, "perché?", se lo chiedono un po' tutti e se lo chiede spesso anche Mauro, l'alter ego dell'autore che attraverso il protagonista narra le sue vicissitudini giornaliere, ogni volta che inizia il processo di conoscenza di una nuova persona. In questo caso "conoscenza" significa far breccia nelle paure di chi ha affrontato un lungo viaggio per arrivare qui e teme di venire rifiutato prima ancora di aver dimostrato il proprio valore. In questo processo, nonostante la buona volontà di chi vuole veramente fare la differenza, succede sempre un qualcosa che fa sì che la persona fatta di carne, ossa e del suo vissuto fino a quel momento, si trasformi in un racconto raccolto nelle carte che, triturato, timbrato, protocollato, visionato, discusso dai vari enti che devono risolvere la pratica, viene svuotato rischiando di diventare solo un numero di protocollo. Ed è qui che il ruolo, di chi è occupato nel sociale, diventa vitale. Impedire quella trasformazione è un po' come impedire alla gente di dimenticare. Ed è questo processo che seguiamo man mano, stando dietro a Mauro, fase dopo fase, una lenta ricostruzione della realtà che preclude al giudizio finale che può dar vita ad un sogno di libertà e dignità o, anche, può distruggere ogni speranza.
Ma come avviene sempre, se ogni giorno la si vedesse in questo modo non proprio ottimista, sarebbe una ben grama vita da vivere e sarebbe altresì complicato alzarsi ogni mattina e tirare fino alle sette, muovendosi da un ufficio all'altro per far valere i diritti di chi li deve aver riconosciuti sulla carta per poterne usufruire. Così Mauro non si nasconde dietro il suo ruolo istituzionale, ma ci mette a parte anche dei suoi pensieri più privati e delle battute ironiche che vengono fuori nei momenti più impensati. Si fa la conoscenza dei collaboratori, del capo solo di facciata, i responsabili della procura e via dicendo, nessuno rimane fuori da questo resoconto o meglio solo uno manca all'appello. Ma il "chi" e il "perché?" ve lo dovete scoprire da soli.
Non si può non solidarizzare con i protagonisti di queste storie, sia che siano incazzati neri che incazzati bianchi, ma da eroi di tutti i giorni quali sono, nello svolgere il proprio lavoro, diventano un po' anche amici nostri. E' un bel libro, scorrevole, a tratti divertente e in altri commovente. E' un compendio di quello che nel nostro mondo dovremmo correggere oltre alla diffidenza verso chi è diverso da noi. Ed è un lavoro che consiglio proprio a tutti per dei semplici motivi:
- non è un saggio vecchio stampo, ma costruito come un racconto vero e proprio;
- non è un tomo;
- non è noioso.
Ma, di contro, è un quadro completo di quello che è il nostro biglietto da visita verso coloro che ci vedono come una terra di opportunità - di passaggio per il resto d'Europa o no non ha importanza - dove poter vivere una vita migliore.
In più è anche scritto bene, cosa volete di più? A me è veramente piaciuto.
Perché il titolo è "L'importanza di chiamarsi Thomas"? E' scritto nel libro e sono certa che una volta letto lo troverete attinente!
Buone letture,
Simona Scravaglieri
Terzo settore in fondo
Cronistoria semiseria di un operatore sociale precario
Marco Ehlardo
Spartaco Edizioni, ed. 2014
Collana " I saggi"
Prezzo 9,00€
Fonte: LettureSconclusionate |
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