Fonte: Alessandro Di Battista |
E' vero, Giancarlo vive; ma non grazie alla maggior parte della letteratura e della filmografia esistente. Giancarlo vive solo ed esclusivamente grazie al giornalismo serio fatto da persone come Bruno di Stefano. Lo fa rivivere attraverso un'indagine seria e corredata di riferimenti che fa collocare questo libro a pieno titolo nella sezione "reportage d'inchiesta". E' una definizione stra-abusata dove grazie all'ignoranza dei lettori e alla furbizia di molti editori passa un sacco di spazzatura. Ma come riconoscerli? E' una bella domanda e De Stefano ce ne da un saggio ponderato e ben costruito; vediamo qualche punto importante.
In un reportage d'inchiesta ai propri ascoltatori/lettori dovrebbero essere forniti tutti i dati, le fonti e i riferimenti. E' un'opzione poco praticata nei reportage urlati perché richiede tempo, perizia e spesso può avvenire che una fonte smonti un'altra. E qui oltre al riportare riferimenti, testi e citazioni lo stile giornalistico di De Stefano interviene per chiarire, sarebbe meglio dire "tradurre", terminologie o procedure quando non sono così chiare.
Questo tipo di inchieste, quando vogliono essere complete e non hanno paura di essere smentite, richiedono, per essere più chiare al lettore, la stesura dei dati in ordine cronologico così da permettere a noi poveri lettori di avere il quadro chiaro del periodo, della situazione, di chi c'era e chi no al momento dei fatti narrati. Come detto, richiede perizia ma soprattutto la certezza di quel che si sta scrivendo e l'intenzione di non creare un polverone ma di fare vera e propria informazione.
Terzo ma non meno importante, anzi forse è il fattore che fa di questo libro un qualcosa che fa rivivere e rende giustizia al giornalista ucciso il 23 Settembre del 1985, è: il non imporre un giudizio.
Sembra una cosa stupida ma, nel mestiere del giornalista, non è previsto la creazione di un movimento o la formulazione di una condanna. Fare informazione significa fornire ai propri lettori i mezzi per poter conoscere e comprendere quello che succede o è avvenuto o anche verrà. Quando questo viene meno l'informazione può divenire propaganda, disinformazione, diffamazione, creazione del mostro e via dicendo. In un mondo che vive ufficialmente d'informazione questa, come già anticipava Orwell, è sempre più una chimera e personaggi come De Stefano andrebbero seguiti e ascoltati punendo invece i comportamenti scorretti.
Quello che vi si racconta in questo libro, senza fronzoli o - come già detto - forme compiaciute di condanna, è una storia vera, quella di Giancarlo Siani: ci si presenta un mondo che pensiamo di conoscere ad ogni commemorazione ma che, fatti alla mano, invece ci è più che oscuro. E da questo esce anche un particolare preoccupante ma esplicativo e rappresentativo dell'epoca che stiamo vivendo ovvero la "creazione del mito". Un mito consumistico salito alla ribalta non per quello che è la vicenda umana, che ha spezzato la vita di un giovane giornalista intento nel fare il proprio lavoro, ma per le trasposizioni cinematografiche che hanno tentato di racchiudere un'immensa e intricata vicenda giudiziaria e che, per dovere di tempistica dello showbusiness, hanno successivamente tirato le somme del caso Siani anche senza avere in mano uno straccio di prova, o peggio, di condanna.
Il mito, costruito nel buio di una sala cinematografica, non assomiglia al corrispettivo reale, molto più solo nel suo lavoro e tradito da chi lo conosceva - per ragioni di paura o di mero opportunismo - e sfruttato anche dopo la morte da chi lo aveva fatto già quand'era in vita.
Il mito, costruito nel buio di una sala cinematografica, non assomiglia al corrispettivo reale, molto più solo nel suo lavoro e tradito da chi lo conosceva - per ragioni di paura o di mero opportunismo - e sfruttato anche dopo la morte da chi lo aveva fatto già quand'era in vita.
Un'inchiesta da leggere approfonditamente e con curiosità, narrata come si conviene in un linguaggio scorrevole e con l'attenzione, da parte dello scrittore, al lettore che guida nei meandri della burocrazia con una facilità insperata. Un bellissimo lavoro da conservare e da rileggere per ricordarsi ogni tanto che mestiere fanno i veri Giornalisti.
Buone letture,
Simona Scravaglieri
Giancarlo Siani
Passione e morte di un giornalista scomodo
Bruno De Stefano
Giulio Perrone Editore, Ed. 2012
Collana "Biotón"
Prezzo 16,00€
Fonte: LettureSconclusionate |
Nessun commento:
Posta un commento