Dietro al poeta c'è sempre l'uomo. Perché non si è sempre poeti o scrittori, lo si è solo quando si scrive, quando si lavora. Per la restante parte del tempo si è uomini che vivono, soffrono, amano e desiderano.
Questa bellissima intervista fatta a Eugenio Montale apre uno spiraglio su quella parte di vita che non leggeremo mai sui libri: "Volevo fare il cantante [...] ma solo per il mio insegnante di canto [...] poi morì ma già da prima volevo scappare". O anche "[dei figli] ero l'unico che non era portato per la letteratura", l'incontro con Gobetti, il fascismo, la guerra.
La prima edizione di "Ossi di seppia" "bruciò" in due giorni, lo sapevate? "Bruciò" perché andò a fuoco il magazzino dice ridendo Montale, ma dopo questa la seconda costava 15£ e il padre di Montale trovava fosse un prezzo troppo alto, e a quest'ultima seguirono altre 12 ristampe. E verso la fine dice, riguardo la sua passione per la pittura "sospetto che i miei quadri saranno l'unica cosa che rimarrà della mia produzione".
E' un'intervista completa e molto gradevole, dove umanità e sentimento ( "non sono un poeta morto giovane, ma mi sentivo così") ipnotizzano il telespettatore e il cui ritmo delle domande viene intervallato da passi tratti dai libri dell'intervistato.
Buona visione e buone letture,
Simona Scravaglieri
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