Immagine presa da qui |
Questa è la storia di una fuga. La contrapposizione fra quel che si lascia e quel che si cerca non è solo sottolineata dal racconto di due presenti che al volte si confondono fra loro - quello del ricordo rivissuto e del presente fisico su una nave diretta verso l'Australia- ma, anche, da vuoti e pieni fisici. Dal un mondo che rifiuta l'acqua, vista come contaminatrice di quello che c'è ed esiste, Sarah fugge e racconta il suo viaggio in un mondo circondato da acqua, ovvero l'oceano, che può decretare la vita o la morte dei passeggeri in un viaggio lungo mesi. Così, supportato dai venti e dai sussurri e aneliti di vita dei suoi occupanti, questo vascello si muove verso una meta all'altro capo del mondo viaggiando al ritmo della vita dei suoi occupanti e fermandosi la morte sorprende i viaggiatori, togliendo temporaneamente loro il respiro in attesa della certezza, che non si ha mai, che questa sia venuta a visitare la nave. Un romanzo con una forte base storica che è proprio da non perdere.
Buone letture,
Simona
I letti sono ricavati su due piattaforme rialzate, una sopra l'altra, a meno di un metro di distanza. Dormiamo in due per letto, fianco a fianco. Anche così, soltanto un'assicella sottile seprara ogni coppia dalle altre. Le dita dei piedi sono rivolte verso il tavolo da pranzo al centro del dormitorio. Divido con Annie un letto sul tavolato basso. Abbiamo un materasso di crine, ispido come un'erba secca. È marrone e odora di polvere. Non è gonfio e soffice come quello che avevo a casa;è schiacciato e liso, consumato da troppi corpi.
A bordo la gente dice che i nostri materassi sono riempiti dei vestiti delle donne annegate. L'imbottitura si infagotta negli angoli. Quando mi sono svegliata l'altra notte Annie era completamente avviluppata nelle nostre lenzuola e restava soltanto la tela ruvida sotto la camicia a carmi la vaga idea di un appoggio. Di notte il boccaporto è chiuso a chiave. Una lanterna a olio affumica il legno delle cuccette.
Annie è magra e pallida, con il corpo slanciato. Capelli grassi lunghi fino alla vita. Il suo alito sa di olio di ricino e tiene le labbra serrate come se avesse ingoiato qualcosa di amaro. O dovesse trattenere con la forza dei segreti. Risucchia la mia aria e mormora parole senza senso al buio. Mi ricorda un polipo:i suoi tentacoli mi a volgono il collo e i polsi. Negli ultimi due giorni non l' ho mai vista sorridere ed è raro che rivolga la parole a qualcuno.
Questo pezzo è tratto da:
Lettere salate
Christine Ballint
Marcos Y Marcos Editore, ed. 2002
Collana"Gli alianti"
Prezzo 12,90€
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