venerdì 13 aprile 2012

Del Volo e del valore della scrittura...

Immagine presa da qui


Questo, era un post che non volevo scrivere. Sono quel tipo di riflessioni che possono essere un'arma a doppio taglio perché, essere voce fuori dal coro può significare essere classificati come appartenenti ad una corrente o ad un gruppo quando, invece, si vuole solo preservare il proprio *pensiero indipendente*. Per cui non scriverlo avrebbe significato probabilmente non essere completamente onesta con questo blog che è un po' come un diario delle mie letture e di quelli che sono i miei interessi ma, al contempo, probabilmente sarà difficile far capire il mio punto di vista. Comunque proverò ad essere lo stesso il più chiara possibile.

Torniamo un po' indietro nel tempo, alla fiera della piccola e media editoria di Roma. Ero a pranzo con degli amici e commentavo un post che avevo messo, nello specifico si tratta di un [Dal libro che sto leggendo] che riportava un pezzo tratto da "La mafia uccide d'estate". Non avevo messo in vista il nome del suo autore (come peraltro avviene in tutti i post appartenenti a questo raggruppamento), ma avevo trovato quel pezzo scritto in maniera così forte e limpida che ero certa che avrebbe avuto presa anche su altri. Quando leggo un libro, poco mi importa di sapere i dettagli della vita di qualcuno, mi piace scoprirlo dai libri chi sono, perchè è il loro lavoro che deve parlare, non quello che fanno al di fuori del mondo letterario. Ora si da il caso che l'autore di questo libro, per chi non lo sapesse (ed è anche perfettamente lecito che sia così), sia Angelino Alfano. Mentre discorrevamo con questi amici a pranzo sul prendere un libro da leggere al netto della propria simpatia o antipatia nei confronti dell'autore una signora dietro di noi si è inserita nel discorso sentenziando che per tutti si può far un'eccezione tranne che *per certi personaggi*.

Tornando all'anno in corso mi è capitato milioni di volte di veder scorrere nella timeline di Twitter un nome Fabio Volo. Fabio Volo, che conosco non benissimo, ha fatto l'attore, la iena, il presentatore, lavora attualmente in radio (ma non saprei dirvi dove) e scrive anche libri e da quel che ho capito non solo si occupa della storia (intesa come trama), ma anche delle copertine.
Volo, in certi ambienti, è sinonimo di letteratura di quart'ordine e di basso livello (alcuni, anzi molti, sostengono che non sia nemmeno lui a scrivere i suoi romanzi) e i suoi lettori sono definiti come "non lettori", "assatanati da ultimo best seller", "incapaci di scegliere" (quindi se avete un amico che legge, ma non Fabio Volo, sappiate che la massima offesa è dargli del "lettore da successi di Fabio Volo" probabilmente lo vedrete impallidire, stramazzare al suolo ed esalare l'ultimo respiro chiedendo con voce affannata una copia della "Divina Commedia").
E la domanda sorge spontanea ma che farà questo tipo, ovvero Fabio Volo, per farsi tanto odiare/amare? Quindi sono andata a cercare qualche sua presentazione di un suo libro e ho trovato questa:








Riassumendo, Fabio Volo esce dallo stereotipato "modus da scrittore" compiaciuto e compunto che pure per ordinare il take-away al Mc Donald deve usare l'italianismo a tutti  costi infarcito con terminologie desuete. E' un uomo di spettacolo, che utilizza metafore sessuali (anche un pochino scadenti per la sua età), ma ha una caratteristica tutta particolare:  parla spesso dei libri degli altri. Bene? Male? Può non piacerci, ma in Italia, a parte l'attivissimo e agguerritissimo mondo dei blog che ora fanno dal specchietto per le allodole oppure  hanno dietro persone che veramente ci tengono a fare la differenza, di libri si parla molto poco. E non si tratta di nominarli (a far quello sono capaci tutti!) ma di contestualizzarli e sopratutto di dire il "perché" un libro viene giudicato in un modo o in un altro. E invece in questo video lo fa, parla di un libro simbolo di una generazione e al contempo lo fa per un pubblico che magari non sarebbe mai arrivato a farsi interessare da un titolo del genere. Fabio Volo piace non solo per questa sua aura da eterno ragazzo, anche se con la *fronte molto alta*, ma a quanto pare piace perché non si prende troppo sul serio e non ha l'ansia di essere preso per forza come colui che porta il verbo. Questo comporta che, chi si pone davanti ad un suo libro, non si debba sentire sotto esame, non ha bisogno di avere particolari infarinature di *cultura ufficiale*. E' più facile e accessibile, è popolare e propone una letteratura in cui è possibile identificarsi. E' una letteratura rifugio e al contempo è un portale di accesso ad un mondo che non è propriamente accogliente come quello della cultura.


In più, spesso, mi sembra che quelli che sono i suoi detrattori, lo siano al netto della lettura dei suoi lavori. Ora, anche io non ho mai letto Volo, un suo libro ce l'ho da qualche parte in casa, non l'ho ancora letto ma quando l'ho comperato mi sono detta che avrei voluto capire perchè tutta questa gente ce l'ha con questo autore.
Pertanto per questo motivo mi avvalgo di quello che chiamano in rete, perchè è lui che si appella come tale, "Il professore" che si distingue sempre per le recensioni fuori dalle righe ma sempre pertinenti e al netto delle mode. Ha un modo di sviscerare il lessico e le trame che ne fa un vero critico. E questo è il giudizio sul libro che è oggetto della presentazione sopra:









Ecco, questa, è una recensione valida. Perché non si ferma in superficie, ma approfondisce e giustifica ogni presa di posizione sullo scritto, peraltro *modalità* tipica e irriverente del professore.
Quello che mi spinge a scrivere di questo argomento è la domanda che ho scritto anche su Twitter, chi può dire cosa è buono e cosa è cattivo da leggere? E sopratutto, chi ha il peso o  il giusto distacco (per non essere giudicato di parte) per scagliare la prima pietra sui lettori di Volo? Perché se andiamo a vedere nel panorama della letteratura italiana ci sono un sacco di casi di scrittori osannati che si sono eclissati come comete o che sono letti da nicchie di lettori, perché non sono riusciti ad incontrare il gusto del lettori. Ce ne sono anche molti che parlano di libri, ma non sono mai pertinenti e a volte da ricerche un pochino più approfondite viene fuori anche che  non conoscono ciò di cui stanno parlando. E a poco serve dire che in Italia si legge poco, perché è vero solo in parte.

Tanto per fare un esempio le statistiche andrebbero fatte anche con altri criteri di confronto.
In un libro del '92 "Dieci domande sui libri" Lottman (Sellerio Editore, se siete curiosi e qui c'è un assaggio) scriveva che bisognerebbe calcolare che negli anni il numero di uscite è talmente aumentato da aver soverchiato i lettori stessi. Ovvero che a parità di disponibilità di offerta, i lettori non sono diminuiti, probabilmente sono aumentati, ma non abbastanza da leggere l'enorme massa di scrittori in circolazione. Ma l'etichettatura dei lettori a seconda di quel che leggono non può che inibire questi ultimi all'esplorazione di generi differenti, oltre che far apparire gli scrittori che puntano il dito come dei farisei dei nostri tempi.


Tenendo conto poi, che la qualità della cura di determinati scritti è discutibile e che a volte è più facile giudicare il vicino che il lavoro di cura fatto sul proprio giardino, il quadro è completo. Non è che da oggi, io diverrò fan di Volo, anzi proprio non sono portata per fare la fan, preferisco rimanere nel mio orticello indipendente e leggere quel che mi va indipendentemente dalle mode del momento. Non so nemmeno se mai lo leggerò quel libro che ho in casa, ma pretendo il rispetto dovuto a tutti i lettori, probabilmente perchè non tutto ciò che si marchia come letteratura d'alto bordo lo sia sempre, anzi lo è raramente, e quindi non mi sembra il caso di puntare il dito. E per chi legge un consiglio lo vorrei proprio dare. Imparare a leggere al netto dell'immagine pubblica dell'autore è importante, perché da la possibilità al lettore di fare la conoscenza dell'autore solo per quello che è stato il suo lavoro all'atto della stesura e come accade per molti spesso il loro scritto fa da biglietto di presentazione a scrittori che normalmente non avremmo degnato nemmeno di uno sguardo. Non leggere perché un autore non piace pubblicamente o anche perchè completamente sconosciuto è censura da "Indice dei libri" della Controriforma perché non vi da la possibilità di esercitare un vostro diritto fondamentale ovvero quello di conoscere e confrontare nonché prendere in considerazione punti di vista diversi dai nostri. In fondo, anche questa è la magia della lettura, e nessuno ce la dovrebbe toccare. E poi volete mettere la soddisfazione di sapere perché un libro o un genere o un tipo di scrittura non vi piace? ;) 


Come detto era un post che non avrei voluto scrivere ma il mio lato oscuro di lettrice aveva voglia di parlare, perché oggi è Volo o Faletti o Brown o altri, ma domani potrebbe essere uno dei miei preferiti e non sarei così diplomatica nell'esporre le mie convinzioni.
Buone letture, 
Simona


Il libro che viene nominato nei due video è:


Le prime luci del mattino
Fabio Volo
Mondadori Editore, ed. 2011
Collana "Arcobaleno"
Prezzo 19,00€

4 commenti:

  1. Come sempre, i tuoi post sono assolutamente magnifici.
    Buona giornata,Simo.
    ps Aprirò un libro di Volo 'grazie' e a te. Se mi converto e converto pure il blog in 'Voliamo assieme', è colpa tua. Sàllo!;))

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    Risposte
    1. Nuuu non fare così...però se lo leggi avrai la mia ammirazione :DDD
      Però sono felice che tu abbia apprezzato, speriamo lo facciano altri! :D

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  2. Come il professore, magnifico e coltissimo recensore, anche tu hai un'argomentazione serrata con spunti molto interessanti. Fatta salva la libertà di ogni lettore di leggere ciò che più gli aggrada, il fenomeno Volo mi lascia un pizzico di frustrazione e lo dico soprattutto nella mia veste di insegnante (anche se per il momento non lo sono!). Per prima cosa dichiaro apertamente tutta la mia simpatia a Volo, come showman e soprattutto come attore (Casomai è un film che amo molto!).C'è davvero confronto con altro tra i lettori di Volo? Se così fosse, la lettura merita!

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    Risposte
    1. L'assunto di base, non è tanto leggerlo, quanto non giudicare chi lo fa, questo perché domani potrebbe essere stimolato a legger altro...
      E poi la demonizzazione di uno e l'occultamento delle mancanze di altri non fanno che dare ragione ai lettori di Volo, in fondo quando lo compri sai cosa stai acquistando, non ti aspetti ne di più e ne di meno. Mentre in altri casi di propinano l'autore del secolo e se vai a leggere non è ne più e ne meno che un *capolavoro alla Volo*, e allora mi chiedo, a chi giova tutto ciò?

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