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Descrivere questo libro non è un'operazione molto semplice. Innanzitutto perché si tratta di un viaggio, ma uno molto particolare, perché è un viaggio che si svolge senza partire. Infatti inizia con un arrivo e così finisce, svolgendosi per le strade di Firenze che sempre portano poi al Duomo volando da un personaggio all'altro solo con un contatto, anche non fisico, ma solo visivo. Se vi state chiedendo che cosa ho bevuto stamattina, vi rispondo: "Solo caffè e acqua!".
Questo testo, edito da Laterza nella collana "Contromano", ha veramente un approccio interessante. Solitamente infatti si legge una storia con la certezza che se c'e' un inizio, che può cominciare dalla prima pagina o essere slittato da qualche anticipo su quello che genera il finale (quest'ultima è la scelta solitamente usata nei thriller degli anni 2000), c'e' anche una fine mentre qui il racconto è circolare e l'inizio non è solo quel che sembra. Non c'e' l'interesse a tenervi appesi in suspance e non vi sono morti ammazzati o cose spericolate. Qui va in scena la vita, quella di Firenze, ma non con la spennellata di poesia e di arte bensì con il necessario bagno di autenticità che regala a queste righe un'insperata luce.
Giorno e notte si confondono e scorrono e anche la consecutio temporis è serva dello svolgersi degli avvenimenti e dei pensieri dei protagonisti. Non è infatti il tempo a gestire il ritmo del racconto, ma lo spostamento fra una attività e l'altra che sembra portare ad una azione futura che invece si svolge al passato. Come fa? E' questa la cosa bella, non ve lo posso dire!!! Però lo fa e anche bene e riesce in tutto questo, tra un palazzo descritto nei particolari e un inno al lampredotto, ad essere credibile e soprattutto coerente. Note di particolare pregio è un amore dichiarato per la propria città che ricorda molto Ruggero Cappuccio e la sua lirica affezione a Napoli (in "Fuoco su Napoli") e lo spericolato ma ben riuscito "nonsense" di Vittoria a. in "Un peso sul petto".
Ora, se da un lato il cerchio della vita si svolge o diparte, torna o arriva a Firenze, le descrizioni sono accurate ma non pesanti e nemmeno "allungate". Sarebbe stato immensamente più semplice per l'autore farlo, invece sceglie di coltivare, scremandoli verso la fine, tutta una serie di personaggi e, i principali, li scoprirete solo nelle ultime righe. E' infatti uno di quei classici libri da leggere fino in fondo, non per scoprire come va a finire, ma per capire che cosa si sta leggendo e il gioco devo ammettere che è più che divertente.
Chiaramente essendo piccino, ma vi assicuro che converrete con me che dietro c'e' un immane lavoro per far sembrare coerenti tutte le caratterizzazioni, si legge in un soffio anche se a me c'è voluto di più, a causa dello studio, ma vale veramente la pena. E' letteratura contemporanea (forse uno dei pochi esempi se parliamo di evoluzioni di generi), pertanto richiede la partecipazione del lettore attiva, che non significa che vi dovete costruire il libro da soli, ma solo che dovete essere attenti nel leggere pena perdervi le sfumature o dover tornare indietro per ricordare. Come consiglio sempre agli amici che non capiscono i quadri contemporanei, "mettetevi davanti, chiudete gli occhi e svuotate la mente, quando siete pronti riaprite gli occhi e la prima sensazione che vi darà il quadro è il titolo che voi avreste dato all'opera!"... fatelo anche in questo caso e vi assicuro che non ve ne pentirete!
Buone letture,
Simona
Se fossi fuoco, arderei Firenze
Vanni Santoni
Laterza Editore, ed. 2011
Collana "Contromano"
Prezzo 10,00€
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