mercoledì 22 febbraio 2017

[Dal libro che sto leggendo...] La penultima città

Fonte: Las Vegas Edizioni

Oggi parliamo di "distopie" e in particolare del lavoro di Piero Calò che immagina in un futuro non molto lontano una città, Torello, dove ogni giorno scoppia una bomba. Nell'epoca in cui ci porta il denaro è stato abolito e i paesi dell'occidente si sono uniti nella "Giolla Unita". Una serie di personaggi surreali popolano questo mondo e noi li seguiamo attraverso le situazioni che li portano a incontrarsi e scontrarsi alla ricerca del mistero del perché, a Torello, ogni giorno scoppia una bomba.

E' una scrittura decisamente particolare quella di Calò che fa perno più sulle immagini, che i termini richiamano, che sul significato del singolo vocabolo. E' quindi un libro che assorbe tutta l'attenzione del lettore, che si ritrova a calarsi in questa atmosfera a tinte psichedeliche fra personaggi improbabili ma non impossibili.
Non posso dire di più perché è fra quelli iniziati e quindi ne riparleremo, quando l'avrò finito, in recensione!
Buone letture,
Simona Scravaglieri


Capitolo 1 

La regola di Torello 
Dove chi non sa continua a fare e chi sa non sa che fare  


Il calcinaccio era schizzato veloce di taglio sulla fronte di Flora e la pietra aveva fatto polvere e la carne aveva fatto scandalo, cioè sangue. Poi, il buio. 

Altro non si ricordava, Flora, salvo che perse i sensi molto lentamente, con la grazia di un ballerino che si piega a qualcosa di sconveniente eppure inevitabile. Svenne inginocchiato, Flora, e sembrava chiedere perdono. 
Tutto intorno prese a sciamare un terno secco di omini che un po’ se la ridevano e molto imprecavano verso la fascetta nera del Contenimento, riottosa a risalire sul braccio ma segno inequivocabile che a comandare erano loro, e la comanda era che i curiosi curiosassero pure ma lontani dal cornicione pericolante mentre loro dispiegavano il Soccorso Pronto. 
Flora rimase inginocchiato per una buona mezz’ora, poco disturbato dal protocollo di sicurezza che ristabiliva l’ordine sconvolto di Torello. 
Di fronte c’era un maxischermo che continuava imperterrito a trasmettere immagini mute in diretta da Berlino, dove una piccola folla si affrettava ad attraversare una via ingolfata dal traffico a piedi mentre un’incoerente bolla di palloncini rossi si stava alzando al cielo nel freddo di quella che una volta si chiamava Germania. 
A Torello il capannello intorno alle immagini si stava infittendo, incoraggiato dai tizi del Contenimento, e i bravi cittadini si godevano Berlino by night. 
Flora continuava a restarsene incosciente, col collo piegato in avanti e il sangue che scorreva scandalosamente denso dalla fronte al selciato. Giona Paraponzi lo aveva avvolto in una coperta di fresco lana e gli aveva frugato professionale la tasca del cappottino a tre bottoni per estirparne il portafogli; poi si era concentrato sul danno maggiore, una vecchietta colpita al fianco da qualche scheggia che si lamentava con l’“ohi ohi ohi” basso e costante più di capriccio che di dolore. Roba semplice, da codice 1. 
La prima barella fu tutta sua e quella per ringraziare cacciò un urlo isterico che fece risvegliare Flora che d’istinto si strinse la coperta sulle spalle. 
Giona Paraponzi gli si avvicinò con il portafogli in mano che restituì con una certa enfasi, e Flora se lo riprese con un gesto molle ma veloce e annuì a Giona che lo invitava a guardarsi la bella Berlino sul maxischermo pure lui oppure a tornarsene a casa con la borsa di ghiaccio in fronte. 
Flora si guardò intorno, era ritornata la calma; stonava solo il palazzo di fronte, già transennato con la plastica rossa e bianca. Annuì una seconda volta e prese la direzione di casa bardato della coperta e della borsa del ghiaccio, tanto se le sarebbero andate a riprendere con calma. 
Il capannello dei curiosi si disfece con la stessa convinzione con cui si era composto e ognuno riprese la propria strada felice di quella perdita di tempo. Quelli del Contenimento, a un gesto di Giona Paraponzi che li comandava, si tolsero dal braccio la fascia nera che anche a scendere poneva difficoltà. L’operazione di soccorso era terminata. 
A Torello è scoppiata una bomba. Beh, a Torello scoppia una bomba ogni giorno. Ci sono abituati.
Questo pezzo è tratto da:

La penultima città
Piero Calò
Las Vegas Edizioni, ed. 2013
Collana "I Jackpot"
Prezzo 15,00€


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