lunedì 30 gennaio 2017

Le letture della Centuriona: Il segreto di Black Rabbit Hall

E siamo arrivati alla recensione di fine mese di Natascia Mameli che, come ogni mese, ci racconta una delle sue letture. Siete pronti? Allora sediamoci tutti comodi e lasciamoci raccontare questo nuovo libro consigliato dalla libraia!
Buone letture,
Simona Scravaglieri

Fonte: Amazon

Nuovo anno, nuova vita, si dice.
Qui la vita procede come sempre, e, a dirla tutta, vi auguro lo stesso.

Titolo: Il segreto di Black Rabbit Hall (titolo originale: Black Rabbit Hall)
Autore: Eve Chase
Casa editrice: Rizzoli
Traduttrice: Beatrice Masini


Partiamo con una considerazione estetica che, come si suol dire, pure l'occhio etc... etc... La copertina, di cui la elaborazione grafica è stata curata da Librofficina, Roma, secondo quanto riportato all'interno del libro, è bellissima. La realizzazione, leggermente in rilievo, del cancello e della scritta da quella sensazione di profondità e lontananza dalla casa, laggiù, in basso, che trovo veramente aggiunga valore al libro.

Nel libro si alternano due storie ambientate in due tempi separati da "più di trent'anni".
Alla fine degli anni '60 troviamo la famiglia Alton, a raccontarci la loro storia è, in prima persona, Amber, 14 anni, figlia di Mr e Mrs Anton (che, si sa, gli inglesi ci tengono), sorella maggiori di due piccoli diavoletti di 3 e 5 anni e sorella gemella di Toby, ragazzino irrequieto e indomabile.
L'azione si svolge tra Londra (ma ci interessa poco) e le colline della Cornovaglia, in cui la famiglia Alton passa ogni periodo di vacanza, dove hanno una residenza. Black Rabbit Hall, direte voi. Beh, quasi. La residenza in realtà ha il banalissimo nome di Pencraw Hall ma i residenti la chiamano Black Rabbit Hall perché le colline sono piene di tane di conigli e questi, al tramonto, stagliati contro il sole della sera, disegnano delle nere sagome di loro stessi. Poi c'è quell'assonanza tra hall e hole, che forse non vi sarà sfuggita.

Più di trent'anni in avanti nel tempo, troviamo Lorna, la scrittrice ci parla attraverso i suoi occhi ma, al contrario di Amber, non è lei stessa a raccontarsi: è in procinto di sposarsi e approda a Black Rabbit Hall durante la disperata ricerca di un posto caratteristico dove farlo.
Quella residenza estiva sembra aver tutte le carte in regola per essere la scelta giusta. Ma solo nelle idee di Lorna. Da subito, il promesso sposo è, infatti, contrario: la casa è in vistosa decadenza, la gente del posto non ne parla in maniera entusiasta e la padrona di casa sembra un pochino fuori dagli standard degli anni correnti. Anzi, sembra decisamente rimasta anchilosata ai vecchi modi inglesi. Per di più la casa non sembra avere né le autorizzazioni né la sicurezza adatta a ospitare un evento con tanti ospiti.
Tutti notevoli motivi che spingerebbero chiunque a andare oltre. Ma non Lorna. Lorna sa che quella casa ha qualcosa di speciale per lei. Perché aveva sicuramente qualcosa di speciale per sua madre. E lei deve scoprire cosa.

Ovviamente lo scoprirà, che ve lo dico a fare. Ma la cosa interessante è cosa scoprirà, e come. Perché è la strada che fa l'avventura, mica la destinazione. Capitolo dopo capitolo, l'alternarsi della storia di Lorna con quella di Amber ci racconta cosa è successo alla famiglia Alton, che dalla allegra brigata delle prime paginearriva alla triste commiserazione della signora Alton, sola e senza quasi più contatti con i rimanenti membri della famiglia.

Sono approdata al libro dopo qualche disavventura con altri possibili 'libri di gennaio'. Dopo averne scartato uno che proprio non era nelle mie corde, mi sono arrivati 3 libri che avevo selezionato: me li sono messi sulla scrivania e ho iniziato a leggere le prime pagine per vedere quale mi 'chiamava'. E Black Rabbit Hall aveva decisamente il registro giusto. Ho scoperto quasi subito cosa, del libro, mi stesse attirando.
Pur non avendone trovato traccia nella trama ufficiale né sui commenti di Goodreads che ho letto prima di iniziare il libro, mi sono resa conto che quello di cui parla il libro non è quanto dichiarato dalla scrittrice (vedi suo profilo Goodreads): antiche dimore e storie di famiglie sono un pretesto per parlare di qualcosa che forse era importante per la scrittrice (o forse è il contrario, ma in questo momento riesco a vederla solo così).

Sia Lorna che Amber si trovano ad avere a che fare con una delle cose più difficili da accettare nella vita di una donna: la perdita della propria madre. Pur non essendo uno dei libri più lacrimevoli che io abbia mai letto, alcune delle frasi in cui la scrittrice racconta il dolore di Lorna e di Amber per la morte della propria madre, sono molto commoventi, e credo che sia difficile che le abbia potute scrivere senza aver provato lei stessa quelle sensazioni. Anche perché non parliamo di stucchevoli cliché sulla perdita e il dolore, ma di elaborazioni anche 'negative' nei confronti di chi ci ha messi al mondo e ci ha cresciute. Nella prima parte del libro la scrittrice parla di 'liberazione': un termine difficile da usare in questi contesti. Amber è spaventata all'idea di essere improvvisamente diventata 'la mamma' della famiglia, o, per lo meno, colei che deve sostituirla nel ruolo di persona che si preoccupa per gli altri.

La storia d'amore, immancabile, è delineata in modo superficiale, come quasi tutte le figure maschili. Ci sono, ma fanno poco la differenza, anzi, apparentemente, giocano a far diventare le cose difficili ancora più difficili. La scrittrice ci rassicurerà del contrario alla fine dei giochi, che è pur sempre qualcosa, ma non tanto.
Una piccola bacchettata sulle mani alla scrittrice per il continuo uso, nei dialoghi, dei nomi propri che, a meno che non sia una caratteristica inglese, è veramente sfinente e un errore abbastanza da principianti (vero è che questo è il suo primo libro e fare la giornalista non insegna certe cose). Però la ringrazio sentitamente per l'utilizzo della parola 'temeraria' che non dovrebbe mai passare di moda.

Citazione preferita:
"E sto diventando troppo grande per i castelli di sabbia"
"Non essere sciocca. Non si è mai troppo grandi per i castelli di sabbia"
(chi non vorrebbe avere/aver avuto una madre che ti dica queste cose?)

Al prossimo mese, allora!
Natascia Mameli

NB: non è che io mi sia dimenticata della promessa della doppia recensione dell'ultimo libro di Zafon, eh, ma provateci voi a fare doppie recensioni in periodo natalizio e in periodo di inventario. Portate pazienza! 

Marassi Libri
CORSO DE STEFANIS 55 R
16139
GENOVA
tel 010815182


4 commenti:

  1. Questo libro mi incuriosisce da un po' (complice anche la bella copertina) e la trama sembra proprio adatta ai miei gusti.
    Lo devo comprare assolutamente.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Devo ammettere che anche io ieri ci stavo pensando, ma è arrivato dopo che l'acquisto lo avevo già fatto XDDD Comunque anche Natascia ci porterà alla rovina con questi bei resoconti!!!

      Elimina
    2. ahahahah ovviamente lo faccio apposta. ho un contratto con il direttore delle vostre banche ;)

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...