Fonte: HiloBrow |
Ricordate che vi avevo detto che non avevo letto il primo volume delle raccolte dei racconti di Raffles pubblicati da CasaSirio? Beh, eccoci qui, ho rimediato all'errore praticamente il mese successivo, cosa che solitamente avviene di rado ma complici le #BBB, il café che dedica ogni mese ad un editore diverso, mi sono ritrovata ad averlo per le mani e a leggerlo anche con molto piacere. Lo stile è sempre lo stesso, forse un po' meno sciolto di quello successivo ma, in fondo, questa serie di racconti mette le basi per quelli successivi e quindi, come avviene per il secondo volume, vengono raccontati nell'ordine temporale che va dall'incontro di Raffles e Bunny dopo tanti anni (visto che sono stati anche compagni di scuola), fino al periodo di separazione dei due che finisce quando inizia il volume di "Raffles. Caccia al ladro".
Raffles e Bunny, infatti, rievocano anche i tempi della scuola in uno dei racconti e, ad un certo punto, riusciamo anche a scorgere lo strano magnetismo che contraddistingue il loro rapporto. Perché, come dicevo nella precedente recensione, questo connubio si regge su un assunto di base immutabile: il vero motore, quello che scatena, foraggia e spinge Raffles e crea queste storie è Bunny. Nonostante la raccolta sia intitolata al celebre ladro, anche Raffles ammette in uno dei racconti che, senza Bunny, non c'è gusto a fare quello che fa. Non c'è infatti artista che non abbia bisogno del ritorno entusiastico del pubblico per le sue opere per sentirsi tale. E Raffles concepisce il furto proprio come una forma d'arte e il suo creatore Hornung, per sottolineare questa sua inclinazione di pensiero, lo fornisce anche di uno studio da artista perché possa mettere a punto i suoi piani.
Ci sono addirittura punti in cui Raffles sembra più interessato al progetto di un furto, rispetto che al furto stesso perché affascinato dal meccanismo dell'impossibile realizzabile. E' un po' come quando si programma un viaggio, la costruzione dell'itinerario, la selezione dei luoghi da vedere, la scelta dei mezzi, dei pernottamenti sono la parte più bella ed emozionante del viaggio stesso a volte. Ecco, Raffles vive il tutto proprio così ma poi, se quando sei riuscito a portare a casa un oggetto di valore, non hai nessuno con cui condividere l'impresa, il tutto perde di smalto. Bunny, in questo senso per Raffles è perfetto: lo segue ciecamente, lo ammira, ha bisogno di spiegazione (per questo è anche funzionale all'autore per spiegare i meccanismi che non si vedono) e infine e ammirato di ogni impresa che si svolge davanti ai suoi occhi.
L'altro grande aspetto di questa raccolta è che, come succedeva per il libro precedente, anche in questo la prosa è scorrevole, a volte appare forse anche troppo semplificata. In Hornung è evidente lo stesso interesse del suo beniamino nella concezione del furto, nello svolgimento e nell'eliminare i fattori pericolosi. Nel momento di svolgimento, la prosa semplice è congeniale perché permette di creare quella tensione nell'attesa di qualcosa che deve avvenire che altrimenti, nelle storie di un ladro che rifiuta lo scontro diretto con le forze dell'ordine, non ci sarebbe. Invece l'insieme di diversi fattori come la scrittura, il motore Bunny, il contesto - ovvero la Londra benestante - collabora a creare quel campo di gioco perfetto perché Raffles possa emergere e divertire.
E' stata una lettura decisamente divertente e piacevole,
buone letture,
Simona Scravaglieri
E. W. Hornung
CasaSirio editore, ed. 2015
Traduzione a cura di Chiara Bonsignore
Prezzo 14,00€
Nessun commento:
Posta un commento