Fonte: LettureSconclusionate |
Anche oggi un libro davvero bello e stavolta con una novità, ovvero che non saprei sinceramente come classificarlo. Assomiglia ad un noir di quelli un po' dannati ma prepotentemente coinvolgenti. E' scritto in un modo estremamente scorrevole e la storia, sin da subito, ti avviluppa e ti conquista senza riserve. Così se ti capita, come è successo a me, di iniziarlo in un momento un cui hai del tempo definito da dedicargli - io l'avevo in lettura durante la settimana lavorativa in cui tornavo sempre tardi! - , stai tutto il giorno con il cruccio di sapere quale sarà la svolta successiva.
Siamo a Marsiglia poco prima che scoppi la guerra, un piroscafo, dal bel nome "Paradiso", è salpato diretto in America. Ospita tre classi di passeggeri e quelli della terza sono relegati nella stiva. Fra questi c'è Aquilina una bimba orfana e un po' strana che corre dietro le persone o i bambini quasi fosse attirata dalle loro attività e poi rimane distante e indifferente. Ogni volta che Aquilina appare succede qualcosa. Lei è lì, ferma e silenziosa, il suo sguardo non esprime nemmeno rammarico o sorpresa. Lei sta lì, e con lei a volte si trovano delle piume o altre si sentono strani rumori o odori. È nel momento in cui queste cose accadono che Aquilina sembra sfuggire al mondo dei vivi, almeno stando a chi l'ha vista. Anche se nessuno possa dirsi certo di comprendere quello che succede alla taciturna bimba ma tutti, nessuno escluso, sembrano averne una personale congettura in merito.
La storia narra di questo viaggio molto particolare. A volte a tinte fosche a volte, invece, tutti succede quasi sotto la luce del sole. Il problema non è se sia illuminata o no la scena ma solo quello che si sceglie di vedere. È un romanzo molto particolare e accattivante che è completamente avulso dal tipo di letture che sto facendo in questo periodo e nonostante questo è stata una vera rivelazione come peraltro sono tutti i libri di Scrittura&Scritture che ho letto e recensito sin qui. La cosa divertente, dicevo forse nella fanpage, è che quando me lo hanno dato in Fiera a Roma, Eliana e Chantal avevano le facce più angeliche del mondo mentre mi consegnavano questa meraviglia di Daniela Frascati.
Inutile dire che ne sono rimasta folgorata e vi consiglio caldamente di lasciarvi affascinare!
Buone letture,
Simona Scravaglieri
Prologo
Il vento passò da 20 nodi a 40, il cielo s'ispessì di nuvole e una pioggia dura che tagliava la pelle cominciò a cadere.Un gruppetto di ragazzini si accalcava su uno dei ponti di copertino e guardava con stupore misto a paura le onde infrangersi sulle impervie scogliere a poco più di 6 miglia dal piroscafo.Il fragore dei flutti, nell'urto dei faraglioni, produceva un boato così possente da sembrare che le rocce si squarciassero.Era estate fatta e nessuno si aspettava una burrasca simile in questa stagione. Il Vandeval, l'impetuoso vento che flagella il tratto di mare fra Tangeri e Tarifa, anticipava la forte depressione che avrebbero incontrato all'imbocco dell'oceano.Il passaggio dello stretto di Gibilterra, come per gli antichi marinai, conservava un patos inquietante e particolare; segnava il confine tra il mondo conosciuto e l'ignoto. Ancor d più per quei ragazzini abituati alla terraferma e cresciuti nell'ignoranza e nella miseria. Fin da lontano avevano visto sorgere dal mare le sagome scure che interrompevano la piatta linea dell'orizzonte. Due montagne che parevano unite tra loro e, mano a mano che il piroscafo ci si avvicinava, si separavano lasciando libero il passaggio alla navigazione. Affascinati da quella vista erano corsi verso il parapetto chiamandosi l'uno con l'altro e ora, ammutoliti e spersi, guardavano lo spettacolo, di una forza prodigiosa, che la natura offriva.Erano una dozzina, tutti maschi tra gli otto e i dodici anni, usciti come ratti dalla pancia della nave dove era confinata la terza classe ammorbata dagli odori dei corpi ammucchiati in promiscuità. Per cunicoli e paratie nascoste, la banda dei ragazzini aveva trovato la strada della cambusa e l' si saziava di ogni sorta di provviste. Quelle ruberie erano un gioco, una sfida all'ordine rigoroso che regnava sulla nave, ma anche il segno di chi è avvezzo ad agguantare la sopravvivenza in qualsiasi modo. Molti viaggiavano da soli, imbarcati per raggiungere un padre o un fratello nel Nuovo Mondo, altri, più piccoli, erano al seguito di famiglie tanto numerose che la madre faceva fatica a contarli tutti.Attaccata alle loro calcagna un'unica femmina. Una bambinetta di cinque, sei anni. Un esserino scuro e brutto, tutta pelle e ossa e un cespuglio di capelli neri come un'ala di buio, che era comparsa dal nulla.Anche lei arretrata in un angolo, guardava lo spettacolo del mare in tempesta. Abituata alla terra pietrosa e consumata dai venti in cui era nata faceva fatica a capire il mondo mobile nel quale era stata sbalzata. Un luogo aperto ma confinato, una prigione galleggiante in balia di un mostro liquido che, scatenato, voleva inghiottirli. Seguiva il branco perché aveva trovato il modo di sfamarsi. Eppure era il loro zimbello. La torturavano con cattiveria innocente dei bambini; la deridevano perché non sapeva parlare né fare i loro giochi. Ma ognuno, senza confessarlo, ne aveva paura.Se ne stava quasi sempre da una parte, gelida e insondabile quanto l'acqua degli abissi e quando i loro scherzi si facevano troppo malevoli da lei spurgava un abominevole sentore d'incubo e uno spaventoso frullare s'ali riempiva l'aria e rintronava belle orecchie come se migliaia di uccelli stessero per attaccarli.Intanto i fulmini cadevano da ogni parte,non c'era distanza di tempo tra la luce e il tuono. Il mare era tutto un bagliore quasi si fossero spalancate le porte dell'inferno.
Questo pezzo è tratto da:
La passeggera
Daniela Frascati
Scrittura & Scritture, Ed. 2015
Collana "Voci"
Prezzo 13,50€
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