venerdì 17 giugno 2011

"Torre di controllo" Giuseppe Foderaro - Contemporaneamente classico...

Immagine presa da qui

Giuseppe è stato una delle più belle scoperte del 2010 ad opera di una amica comune, Saskia, che non finirò mai di ringraziare. E la fregatura, di aver conosciuto e chiacchierato con uno scrittore è che quando lo leggi non lo puoi sbolognare con un semplice “E’ bello Giusè” perché, almeno nel mio caso, lui si aspetta di sapere il perché e scritto per filo e per segno per giunta!

Il protagonista di questa storia gialla è Sauro Badalamenti, che abbiamo già incontrato in un altro racconto e che è, come avviene per ogni scrittore suppongo, l’amico invisibile di Giuseppe da anni, visto che ne delinea i tratti in maniera così decisa e minuziosa da sembrare veramente reale. Siamo nella Milano dei nostri giorni, i riferimenti delle fermate della metro e di piazzale Loreto sono descritti con un’accuratezza che ci permette quasi di vederli, come ci fossimo passati davanti ieri. Il nostro investigatore è un uomo schivo, ha un passato un po’ burrascoso che lo ha forgiato e che lo ha reso un uomo diverso, non sta a noi giudicare se migliore o peggiore e a lui, fondamentalmente, non credo importerebbe poi molto. Il suo lavoro è investigare su incendi, furti o altre situazioni che richiedono rimborsi milionari per trovare il dolo laddove esso si presenti. Ma l’investigazione assicurativa non è la sua unica attività accetta anche casi differenti, come quello di un ragazzina sparita senza alcun motivo da mane a sera e di sua madre, reduce da una separazione burrascosa, che la cerca disperatamente.

E’ un giallo, per cui quel che vi posso dire è che a Sauro viene chiesto di scoprire se un incendio occorso in uno stabile di Piazzale Loreto sia doloso o no, ai fini del rimborso. Un caso che all’apparenza è molto semplice apre a scenari differenti e improvvisamente fa, attraverso un reperto trovato sul luogo del misfatto, da rintocco funereo di eventi che avverranno nei mesi successivi. di più non dirò, anche se non è facile!

Io ho letto anche un altro libro di Giuseppe, anche se lui non vuole che io glielo ricordi, e leggo il suo blog saltuariamente perché quando scorro quelle righe, lui lo saprà solo oggi, io sento la sua voce narrante che pronuncia quelle parole. Quello che mi piace di lui è che i suoi libri e i suoi scritti anestetizzano i suoi demoni e delle volte anche i miei. Ci vuole del profondo coraggio nel non rifilare storie che siano troppo commerciali o da libro usa e getta e in questo Foderaro è sempre stato prode fin dai tempi dei suoi primi lavori, che qui non nominerò, ma che non prometto di recensirvi prima o poi (almeno l'unico che sono riuscita a reperire io!) perché, a me, anche quello era piaciuto tantissimo. La differenza da ieri a oggi è una scrittura più scorrevole e meno sperimentale ma il cuore è sempre lo stesso quello di un uomo che non ha bisogno nemmeno “de visu” di alzare il tono della voce e che riesce a parlare con gli occhi in un assoluto silenzio. E nei suoi scritti avviene la stessa cosa, i suoi protagonisti hanno sempre una grande umanità non dovuta e nemmeno ricercata, ma che è frutto dell’esperienza di una vita che non sempre è gradevole ma che, se sai coglierne il messaggio, sa darti grandi lezioni.


Contestualmente nel giallo odierno, come detto, Giuseppe rifugge dalla facile narrazione contemporanea, che vuole effetti speciali ed evoluzioni pirotecniche, per scegliere invece un impianto classico, che sicuramente è più difficile da seguire e organizzare, con risvolti noir che accompagnano la sua personale visione di Milano che ama alla follia e in cui vive tutt’ora. L’adesione ad una struttura classica però non è accettata per intero, ma viene reintermpretata e riformulata in maniera tale da fornire gli elementi man mano che si presentano, ma non in funzione del dare ogni componente al lettore per trarre le sue conclusioni, ma proprio per coinvolgerlo nelle indagini (motivo per il quale Foderaro mi deve 25 km di strade sbagliate imboccate il giorno che stavo per finire il libro e tentavo di arrivare in ufficio con il pensiero fisso di chi fosse il colpevole!).

Questo libro è scritto in maniera estremamente scorrevole ed editato in una maniera particolare (Foderaro ha un morboso rapporto con le macchine da scrivere e credo che questo sia il motivo per il quale il carattere scelto è quello che ricorda gli scritti con le macchine da scrivere antiche) ma io ve lo consiglio non perché ne conosca l’autore, ma perché sarebbe veramente un peccato non entrare nel suo mondo e non conoscere autori come Giuseppe che, in barba alle correnti che li vogliono tutti uguali e ripetitivi, scelgono di scrivere in modo diverso aggiungendo il proprio contributo alle forme di scrittura contemporanea reinterpretando stili passati, eludendo forme compiaciute e retoriche, e confezionando un prodotto valido quanto e credibile in ragione di un metodo di approfondimento tipico di scrittori d’altri tempi.


Torre di controllo
Giuseppe Foderaro
Sangel edizioni, Ed. 2011
Prezzo  12,90

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