Fonte Vialepsius |
Come avevo anticipato nella rubrica del [Dal libro che sto leggendo], questo libro è stata una vera rivelazione. Una delle caratteristiche che mi ha più colpito è che Storia e Invenzione si fondono in maniera così perfetta che è difficile distinguere dove finisce la prima e inizia la seconda. Altra caratteristica, non meno importante, è rappresentata dalla minuziosa ricostruzione storica, degli usi e costumi del periodo della Londra tra l'ultimo decennio del 1500 e il 1616. Il tutto è accompagnato da una scrittura scorrevole e da un ritmo altalenante - che non è inteso in maniera negativa- a sottolineare le fasi storiche narrate.
Siamo verso la fine del regno di Elisabetta I. A corte si muovono nobili e cortigiane e tra questi una giovane orfana, senza alcun lignaggio, ma che è stata presa sotto l'ala protettrice della contessa del Kent, che l'ha educata insegnandole a leggere e a scrivere. La giovane ragazza si chiama Aemila Bassano e non ci mette molto a farsi notare a corte divenendo poi la giovane amante del Lord Ciambellano, cui è affidata la cura delle arti e della cultura del regno, compreso anche il teatro. E' in quegli anni che un personaggio, molto più conosciuto di Aemilia Bassano, sta cercando di farsi strada nel mondo del teatro ed è William Shakespeare. Fin qui tutto corrispondente a verità storica, compreso il nome della compagnia cui Shakespeare si unisce fino al dettaglio di famosi attori e degli accattoni più rinomati di Londra. La fantasia parte proprio da questo presupposto: il Lord Ciambellano è il fattore comune fra questi due personaggi, e se davvero si fossero incontrati che cosa sarebbe successo? Se teniamo conto che le ricostruzioni storiche dipingono la protagonista come una donna di cultura, ma ancor più come caparbia - al punto da riuscire a far pubblicare i propri versi in un epoca in cui le donne, possono molto, ma non sono considerate "buone" per la scrittura-, la nostra Aemilia attraverso queste caratteristiche può, lontanamente, far pensare alla figura della Bisbetica domata. Will Shakespeare in quel periodo viveva a Londra da solo ed nel mondo descritto l'uomo deve comunque soddisfare i propri bisogni. Se i nobili hanno le cortigiane, l'uomo comune, seppur impegnato nell'alto campo dell'arte, trova rifugio e soddisfazione nel mondo che satellita attorno ai pub.
E' da questo punto che Sally O' Reilly comincia a connettere i fili di quelle sfumature che non sempre la Storia svela, un po' perché reputati non basilari per la conoscenza di un personaggio e un po' perché manca la certezza storica di quel che sia accaduto. Così Aemilia si incontra e si scontra con Shakespeare alla prima della sua "Bisbetica domata" e, offesa dalla storia narrata nell'opera teatrale, attacca il commediografo che, per tutta risposta, ne rimane affascinato, non tanto dalla sua bellezza fisica quanto da quella che viene da una donna che sa tenergli testa, anche su carta, con delle agguerritissime e argomentate lettere di fuoco.
Questo mondo complicato, fatto di arte sopraffina e ignoranza più bieca e dove questo divario non è presente solo nella cultura ma anche nella vita, opponendo ciò che vive a corte con ciò che vive fuori dalle stanze dei grandi palazzi, dove il lerciume delle strade fa da contraltare alla distaccata vita, lontana dalle condizioni del popolo, di una corte che pensa solo al proprio divertimento, "La dama nera" si inserisce perfettamente adattando la storia inventata alla Storia vera utilizzandone con grande perizia i dettagli della vita del tempo per rendere verosimile quel che si narra. Dalle strade con i rivoli ai lati di letame, che a me ricordano i lavori di Leon Dacoste e in particolare "Il demone rosso"-, in cui i londinesi svuotano i propri pitali, alle credenze sulla stregoneria e le arti affini come l'astrologia, tutto viene raccontato minuziosamente senza far apparire il testo come una lezione storica.
E a sottolineare questa voluta aderenza al periodo e ai personaggi, l'autrice struttura il suo romanzo con capitoli definiti "atti", in periodi che racchiudono un numero definito di atti - quasi gradi di una via crucis - che hanno ritmi molto diversi tra loro come in particolare quello, bellissimo, riservato alla peste -, anche se il testo non è scritto come una commedia teatrale. Articolati e appassionati i confronti fra Aemilia e Will che testimoniano che, seppur lei fosse più matura dei tempi che viveva, i contrasti fra la strada più semplice e quella più complicata, ma molto più desiderabile, erano così forti da mettere in continua discussione il suo ruolo all'interno della società del tempo. Anche il rapporto fra il sacro e il profano, fra la vita e la morte sono altrettanto forti e testimoni di un'epoca che si alimentava di queste credenze per poter continuare a vivere nonostante tutto e tutti. Tempi bui insomma, ma anche tempi illuminati ed è questo rapporto fra buio e luce che rende questo romanzo sicuramente qualcosa di imperdibile e consigliatissimo.
Come ho sempre detto, la difficoltà di raccontare un libro che ti è piaciuto da morire è data dalla speranza di rendere a chi legge le recensioni l'esperienza di lettura non limitandosi solo all'entusiasmo personale, ma spero di aver reso l'idea e di avervi incuriosito un po'. Per quanto mi riguarda continuerò a consigliarlo a chiunque mi capiti a tiro come, peraltro, ho fatto fino ad oggi!
Buone letture,
Simona Scravaglieri
La dama nera
Sally O' Reilly
Sonzogno Editore, ed. 2014
Traduttore M. Magrì
Collana "Romanzi"
Prezzo 19,00€
Mi incuriosisce parecchio!!!
RispondiEliminaTi posso assicurare che non ti deluderà, anche per me è stata una vera e propria sorpresa:)
EliminaSimona
Molte cose che hai scritto lo rendono un libro da leggere.
RispondiEliminaE' difficile rendere appieno l'esperienza di lettura evitando di anticipare troppo, ma il fatto stesso che l'autrice abbia deciso di parlare di due personaggi che sono realmente vissuti, di orchestrare e costruire questa storia, rimanendo credibile fino all'ultima pagina, lo rendono, secondo me un bel lavoro da avere e da conoscere.
EliminaSimona