Fonte: Bebè Blog |
E' "mattina" in tutti i sensi in questo pezzo di racconto. E' appena fatto giorno, il mondo si sveglia e tra i tanti che si preparano a uscire c'è anche una bimba che per la prima vola affronta l'ignoto fuori dalla casa in cui fino ad allora ha trovato il suo mondo. Questa è la storia di una dolce bambina che cresce nei tempi moderni dove non c'è più la sicurezza che un tempo si aveva nel crescere i propri figli.
Ci sono pericoli di ogni genere dai malintenzionati alle brutte situazioni in cui si incorre vivendo la vita come malanni, perdite e via dicendo. ma tutto questo fino ad oggi è sempre stato raccontato con la voce degli adulti, con i loro occhi e attraverso il proprio modo di vedere. Ma cosa succede se, chi racconta, lo fa con le parole di una bimba? Ne esce un quadro interessante. Forse meno smaliziato di quanto ci si aspetterebbe perchè l'autrice è stata brava a rimanere nei binari.
Leggendo questo lavoro accompagneremo questa bimba dal primo giorno di asilo fino alle medie; e per un pomeriggio, è una piccola storia che si legge agevolmente in un attimo, guarderemo al mondo come non facciamo più da tempo.
Buone letture,
Simona Scravaglieri
Mattina
Dove dormo sei vicina.
Sento il tuo odore nelle lenzuola la mattina.
I tuoi capelli mi piovono sulla testa. Sono la prima cosa che vedo, quando apro gli occhi.
I tuoi capelli attraversati dalla luce del mattino che batte sui vetri.
Allora mi aggrappo a te, trattengo il sonno in verticale, scivolo con la testa sulle tue clavicole, aggancio i tuoi fianchi con le cosce, spingo i talloni sul tuo sedere.
Tengo gli occhi chiusi mentre siamo in cucina.
Il fiato dei fornelli mi soffia sulle caviglie.
I biscotti scivolano nel latte e il tuo petto si alza e si abbassa come la marea.
L’acqua è fredda, la sento dai piedi sino ai capelli.
Sento la tua voce calda contro l’orecchio, i muscoli delle braccia tesi, il sole che si alza sul davanzale.
Il borotalco mi fa il solletico tra le gambe.
Mi metti i calzini e mi infili i vestiti come carezze.
Mi depositi sul divano con il biberon caldo sul petto.
Lo tengo tra le labbra, senza succhiare.
Appena sento le scarpe ai piedi capisco che il fuori è vicino.
Allora succede qualcosa, divento dura come un albero e la mia schiena si raddrizza e sono pronta a calpestare la terra.
Mi metti addosso un tessuto scivoloso con il cappuccio e sono tutta liscia e mi piace molto.
Mi tieni in braccio e chiudi la porta e prendiamo l’ascensore e fai tutto con una mano, sento il tuo braccio muoversi sotto di me.
Il tuo braccio che sa cosa fare.
Fuori piove.
Stiamo sotto l’ombrello rosso e il tuo viso diventa rosso.
Da qui vedo solo un pezzo di marciapiede bagnato e il portone di casa che si allontana.
Tutto diventa più piccolo e mentre tu guardi avanti io guardo indietro.
Offro la mia schiena all’ignoto.
Questo pezzo è tratto da:
Dove non si tocca
Gaia Formenti
Et.Al. Edizioni, ed. 2013
Collana "Narrativa"
Prezzo 12,00€
Nessun commento:
Posta un commento