mercoledì 11 dicembre 2013

[Dal libro che sto leggendo] Ricordare, raccontare. Conversazioni su Salamov





Fonte:123RF
E' dallo scorso anno che voglio trovare il tempo di trascrivere questa lettera. La forza di Herling sta nella sintesi pungente e nell'analisi puntuale. Un po' come nei suoi tanti racconti ( a parte uno di cui dovrò trovare il tempo di parlarvi).
Sta rispondendo all'allora responsabile di collana Einaudi che rispondeva ad una sua sollecitazione su che fine avesse fatto, dopo un anno, la pubblicazione de "I racconti della Kolima" e la relativa introduzione scaturita da un dialogo a due voci con il primo traduttore italiano di Salamov Piero Sinatti. Se siete curiosi di sapere qualcosa di più sulla vicenda potete trovarla dettagliatamente spiegata nella recensione:"Siamo spiacenti" di Gian Carlo Ferretti

Questo è un libro invece molto bello. La semplice traduzione di una vita lontana da noi che si è spenta il 17 gennaio 1982 e che ancora oggi rimane erroneamente poco ascoltata e letta, come d'altronde quella di Herling.

Buone letture,
Simona Scravaglieri

Napoli, 6 maggio 1999 
Gentile Dottor Bersani,
avrei potuto fare a meno di rispondere alla sua lettera del 4 maggio. Ma non le darò questa soddisfazione. Appartengo agli scrittori della "razza Orwell" (tanto vilipeso dal vostro Calvino nella lettera a Pampaloni), sempre pronti a bollare la human stupidity in nome della human decency.
Sorvolo sulla sua curiosa e assai disinvolta comunicazione che dopo un anno avete deciso di pubblicare Salamov in una diversa collana, che rende superfluo il nostro dialogo con Sinatti. E' un piccolo monumento della vostra serietà editoriale. E Passo subito al merito della faccenda.
Nella vostra attività editoriale passata (o che almeno tale sembrava) si potevano distinguere due filoni. Un filone, che chiamerò "della bella pagina", aveva consigliato Natalia Ginzburg a rifiutare il grande libro di Primo Levi [errore fu Pavese a rifiutarlo secondo quanto evidenziato in "Siamo Spiacenti"]; il secondo filone, che chiamerò "dell'impegno politico", aveva spinto Giulio Einaudi a vagheggiare un progetto di pubblicare le opere complete del famigerato Andrej Zdanov (proposito felicemente abbandonato a causa di sopravvenuti avvenimenti storici). Nessuno di questi filoni era accettabile per me  e per Sinatti. Particolarmente il secondo, che però ho ritenuto estinto dopo il 1989, come mi fece capire il dottor Bo  per invogliarmi ad accettare il vostro invito un anno fa. Quanto al primo filone, mi è difficile immaginare un lavoro, diciamo, sull'opera di Primo Levi che eviti di dare "un peso eccessivo" alle cose da lui descritte nei suoi libri. Così mi è difficile immaginare un lavoro su Salamov concentrato nella "discussione letteraria" a scapito delle argomentazioni storico-politiche. La verità (come sono quasi certo) è che nessuno di voi, dirigenti Einaudi, si è dato la pena di leggere i Racconti della Kolima, non dico tutti, ma almeno una decina. Se lo aveste fatto, sareste in grado di capire che il nostro dialogo, eccessivamente politicizzato e storicizzato secondo Lei, è un modestissimo e moderatissimo commento alla bomba contenuta nell'opera di Salamov. Una bomba che i lettori del vostro volume in preparazione non potranno non udire anche senza l'aiuto della prefazione di Sinatti e mia. Se lo avesse fatto Lei, si risparmierebbe considerazioni davvero prive di senso contenute nella sua lettera.
Non crederà, spero, che il vostro verdetto ci costringerà a cestinare il nostro lavoro. Faremo tutto il possibile per pubblicarlo in italiano, naturalmente con una nota introduttiva che racconterà, per filo e per segno, la nostra disavventura con la celebre ( e meritoria, per usare la sua qualifica) casa editrice torinese. 

Il libro da cui è tratto questo pezzo è:

Ricordare, raccontare. 
Conversazioni su Salamov 
Gustaw Herling, Piero Sinatti
Ancora del mediterraneo Editore, ed. 1999
Collana "Le Gomene"
Prezzo (all'epoca) 12.000£

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