Giulio Perrone ospite a #Nonsonosòle Foto: Francesca Schipa |
Stavolta il libro di cui vi parlo l'ho già finito, in barba alla rubrica, visto che sabato pomeriggio, dopo essermelo portato inutilmente in ufficio dove non mi fermo mai un secondo, l'ho aperto e finito in un pomeriggio. Devo anche dire che sono molto contenta di accennarvene perché è veramente un bel lavoro.
Gioite, niente commissari, ispettori o neo Poirot vi accompagneranno per lo svolgersi della trama. La storia è narrata in prima persona dal protagonista, Riccardo, che, alla soglia dei quarant'anni vede comparire in tv il viso di Giulia, una compagna di università con la quale avrebbe voluto avere una storia e che fu uccisa l'anno in cui, insieme frequentavano i corsi di Legge. L'omicida, all'epoca fu catturato oppure era una chimera? Dopo anni l'uomo viene rilasciato, poi muore e dopo di lui anche altri verranno uccisi.
Se volete sapere il "perché"vi tocca leggerlo, oltretutto è scritto in maniera scorrevole e con un ritmo costante che lo fa apparire un thriller, ma gli indizi man mano seminati da Perrone ad arte, lo rendono più un giallo insolito. ma ne riparleremo nella recensione!
Buone letture,
Simona Scravaglieri
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Sono esattamente tredici anni che la Roma non vince il campionato e almeno trenta che un comunista vero non entra a Montecitorio. Ma, soprattutto, sono dieci anni che vivo a piazza dei Sanniti e che, in giornate già calde come questa, la vedo tagliata dalla stessa luce obliqua. Ormai mi ci sono affezionato: il cappuccino al bar dove tutte le mattine Lino e Alvaro si accapigliano su politica pallone, il minimarket dei cingalesi dove una volta a settimana compro i crauti, la palestra popolare poco più avanti, su via dei Volsci - ci ho messo cinque minuti a capire che non faceva per me. Non ho mai preso neanche un pugno. Sono bastati i sacchi a farmi desistere.Questa casa è l'unico lascito di mio padre.ora un flashback sarebbe d'obbligo, perché la prima volta che ho varcato questo portone avevo almeno tre certezza.Che sarei diventato un grande giornalista.Che io e Gaia non ci saremmo mai lasciati.Che con sei punti di vantaggio e lo scontro diretto in casa, la Roma non potesse mai farsi recuperare dal Milan.Ora, nonostante quello che si potrebbe pensare, non fu la terza convinzione a spegnersi per prima.Dopo tre mesi precisi di convivenza, Gaia mi aveva confidato che si era accorta di «provare un certo interesse» per un suo collega di master alla Luiss. Un tipo che mi pareva simpatico quanto un herpes e attraente come uno scaldabagno e che aveva sottovalutato sin dal primo momento.L'aveva presa un po' alla larga: «Ho bisogno di maggiore stabilità, di un rapporto più consapevole e maturo» aveva esordito una mattina, di fronte a un caffè nero e a una torta biologica che mi aveva obbligato a comprare il giorno prima. Aveva quel modo così preciso di inanellare cause ed effetti che durante il suo lungo e impeccabile ragionamento mi ero ritrovato ad annuire meccanicamente alla perfezione dei suoi sillogismi. Indossava una camicetta bianca leggera e una gonna di jeans. Era bella anche con quel velo di sfinimento negli occhi.Da quella mattina avevo iniziato a diffidare delle donne che hanno divorziato dai grassi saturi e degli studentelli scialbi che, a ben vedere, possono però contare su una prestante carta di credito. ma non dispero. Le altre due convinzioni, infatti, non sono ancora miseramente crollate e, facendo di necessità virtù, ho trasformato la mia passione per il calcio in un lavoro, o in qualcosa che gli assomiglia.
Questo pezzo è tratto da:
L'esatto contrario
Giulio Perrone
Rizzoli Editore, Ed. 2015
Prezzo 18,50€
Poi si è riuscito a far pubblicare da Rizzoli... Un po' scettica verso Perrone, però il tuo assaggio mi incuriosisce.
RispondiEliminaE invece le chicche in quel catalogo sono veramente tante, comunque questo libro vale veramente la pena...si legge anche velocemente! Quindi niente nottate insonni a pensare come va a finire...riesci a saperlo nel giro di poche ore! :D
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