mercoledì 10 dicembre 2014

[Dal libro che sto leggendo...] Dall'idea alla pagina

Fonte: European Academy Creativity


Questo è il terzo volume della bella collana del Corriere della Sera (e se ve lo siete persi e siete curiosi o desiderosi di averlo, basta andare sullo store del Corriere per averlo!).
Dopo aver imparato a leggere "tra le righe", a comprendere i diversi modi di scrivere a seconda del fine per il quale si scrive e come questo possa essere modificato, oggi invece ci troviamo ad affrontare il problema dell'idea generatrice di un racconto o di un romanzo.

Nella quarta di copertina si legge:

Hawthorne aveva un'abitudine interessante per i nostri fini: amaca annotare sui suoi taccuini soprattutto brevi riassunti, frasi e immagini folgoranti, insomma le idee in nuce di quelli che sarebbero diventati i suoi romanzi e racconti. Leggere alcuni di questi appunti è illuminante per capire ciò che Gerge Steiner chiama la "grammatica della creazione"

Quale migliore presentazione?
Buone letture,
Simona Scravaglieri


I contemporanei del futuro 

Perché leggere i classici? ha riflettuto molto sull'argomento Giuseppe Pontiggia, Uno straordinario scrittore nonché uno dei maggiori critici della seconda metà del Novecento, autore tra l'altro di un romanzo di grande successo come Nati due volte. Pontiggia parla di "contemporanei del futuro", usando un ossimoro apparente che in realtà descrive con esattezza la peculiarità del fare letteratura: essa annulla il tempo proprio nel momento in cui si pone con il racconto lontano non solo con il passato ma soprattuto nel futuro, consegnandolo alla lettura delle generazioni che verranno. Leggere ha il potere di rendere attuale ciò che non lo è, di ridare vita a un testo che viene a noi da un altro tempo. È come esplorare un mondo dimenticato dallo scorrere della storia. Il tema, affrontato in questa ottica, è complesso e rimanda anche ad aspetti magici e sciamanici. Colui che legge e l'interroga il testo ha il potere di riportare in vita voci altrimenti sospese nel silenzio di una morte in un certo senso solo apparente. Si apre il volume. E gli occhi corrono sulla pagina resuscitano il percorso di senso costruito da qualcuno che è scomparso dieci, cento, mille anni fa. Le nostre due voci coincidono senza sovrapporsi, ognuna conserva la propria identità. Più un lettore è bravo e più è vivido l'effetto (e questo vale in particolare per l'attore, che recita il testo prestandogli bocca e corpo). Leggere ha sempre aspetti che vanno oltre la semplice esperienza di decodifica del testo scritto, e porta verso dimensioni non usuali, creando un'esperienza che è dentro ma anche fuori dal tempo. Se è vero che i classici sono i "contemporanei del futuro", e che hanno sempre qualcosa da raccontare non solo a noi ma anche alle generazioni che verranno, bisogna pensare anche a loro, quando si scrive. Quanti libri sopravviveranno a una stagione letteraria, alla moda del momento, anche dopo un grande successo? Quali e quante opere di oggi diventeranno classici del futuro? Le migliori, perlomeno una parte di esse. Il tempo è infatti, in genere, il più severo dei censori e il più sincero dei critici. Ogni buon libro è sempre un po' preveggente, anche al di là della volontà dell'autore stesso. Solo il lettore del futuro saprà capire in che modo, e quanto, le pagine arrivate fino a lui dal passato abbiano conservato il potere di illuminare la sua esperienza nel presente.Questo modo di intendere la pratica della lettura è diametralmente opposto a quello delle l'antologie scolastiche, che mettono in fila gli autori per epoche e data di nascita, interpretando la tradizione letteraria secondo un criterio logico ma arbitrario. Spesso si pecca di determinismo: c'è stata una corrente e quindi ne è venuta l'altra; un autore ha scritto il romanzo X e dunque "il successivo" ha scritto il romanzo Y. Ma il grande gioco della letteratura, il gioco delle voci e delle suggestioni testuali che si intrecciano, non è mai così banale. E spesso la scelta antologica non rende giustizia agli autori, poiché vuole spiegare, non "degustare" la loro opera; si concentra, a causa del suo intento scolastico, Sulla novità che gli scrittori hanno apportato a una presunta "progressione storica" di temi e di stili piuttosto che sul mostrarne le pagine migliori. E se questo è il solo approccio critico che la scuola offre, come stupirsi che gli studenti si sentano autorizzati a semplificare la pratica della lettura, ed eventualmente della scrittura, senza immergersi nella complessità, e nel piacere, del lavoro dello scrivere e del leggere?

Questo pezzo è tratto da:

Dall'idea alla pagina
Con i racconti di Nathaniel Hawthorne
Guido Conti
Corriere della Sera Edizione, Ed. 2014
Collana "La scuola del racconto"
Prezzo 6,90€

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