mercoledì 4 giugno 2014

[Dal libro che sto leggendo] La giostra del piacere

Place d'Arezzo
Fonte: Panoramio


E' una storia che si svolge nel nostro contemporaneo ed è interessate da leggere perché Schimitt in questo lavoro riunisce quello che tanti autori hanno fatto separatamente secondo le loro inclinazioni e la loro professionalità: la rappresentazione della vita contemporanea.

In questo è anche aiutato dal fatto che già ha scritto anche per il teatro ed, infatti, nel pezzo di oggi le quinte si aprono al primo atto e nella descrizione di Place d'Arezzo sembra di stare proprio a teatro, comodamente seduti in poltrona con una voce fuoricampo che ci introduce alla scena.

Place d'Arezzo è il mondo e tutto il mondo satellita lì. Ricchi e poveri, buoni e cattivi, amanti e traditori, lavoratori o mantenuti. C'è proprio tutta la declinazione di una umanità varia che cerca la propria definizione nella vita e nella società. Poco importa che questo percorso passi per il sesso o no. L'orgasmo qui non è il "piacere" è il raggiungimento dello status o posto in cui vorremmo essere. Ma come è naturale nella natura umana e nel sesso il raggiungimento dell'orgasmo ne chiede subito un altro.

Così nella vita di tutti i giorni anche noi, attraverso il riconoscimento delle categorie assegnateci dalla società, ci definiamo e ci presentiamo, salvo, però, essere umani e per questo tutti "uguali e diversi" nel modo di scegliere quanto palesare di noi stessi agli altri.

Un vero capolavoro, preso proprio leggendo questa prima pagina.
Buone letture,
Simona Scravaglieri


PARTE PRIMA 
L'annunciazione 
Preludio 
Chiunque arrivasse a place d'Arezzo provava una sensazione strana. Sebbene il giardinetto rotondo in cui si sviluppava una vegetazione nordica fatta di prato, rododendri e platani fosse contornato da opulente case di pietra e mattoni stile Versailles, i sensi venivano solleticati da un che di tropicale. Eppure non c'era niente di esotico in quelle facciate equilibrate, in quelle alte finestre a piccoli riquadri, in quei balconi torturati dal ferro battuto o nelle mansarde che venivano affittate a peso d'oro. E nemmeno c'era qualcosa di esotico in quel cielo spesso grigio e triste in cui le nuvole sfioravano i tetti d'ardesia.
Non bastava girare la testa per cogliere quel che succedeva. Bisognava prima sapere cosa guardare.
I primi a indovinare erano quelli che portavano a spasso il cane. Andando dietro ai segugi che, con il naso incollato al suolo, percorrevano freneticamente il terreno, notavano che il prato era cosparso di rifiuti organici, corte deiezioni scure con un'aureola di marciume bianco; allora risalivano con lo sguardo lungo i tronchi e vedevano le insolite costruzioni naturali che oscuravano i rami; poi un'ala colorata si agitava, un chicchiolio perforava il fogliame, alcuni stridii accompagnavano il volo multicolore dei volatili e i passanti capivano che place d'Arezzo nascondeva una folla di pappagalli e cocorite.
Come facevano animali del genere, provenienti da orizzonti lontani, di origine indiana, amazzonica o africana, a vivere a Bruxelles liberi e in buona salute malgrado il clima tetro? E perché nel cuore del quartiere più chic?

Questo pezzo è tratto da:

La giostra del piacere
Eric-Emmanuel Schmitt
Edizioni E/O, Ed. 2013
Collana "Dal mondo (Francia)"
Prezzo 19,50€

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