venerdì 5 agosto 2016

"Fratello John, sorella Mary", Marco Ehlardo - In segno di pace...

Fonte: FarWest

E siamo di nuovo qui a parlare di un altro libro, voi per la prima volta e io per la settima. Non è un libro brutto, è dannatamente bello, solo che ha due anime ed è anche dannatamente difficile rimanere nella zona di confine dove un'anima non sia predominate sull'altra.
Mettiamola così: il libro di oggi è divertente al punto tale che, ogni tanto, scoppierete a ridere di gusto ma è anche un libro dal retrogusto decisamente serio. Non vi rimarrà l'amaro in bocca, tranquilli, ma una vocina che, con il depositarsi della storia, vi farà fare qualche riflessione che magari, altrimenti, avremmo - mi ci metto anche io - preso in maniera più leggera e leggiadra. Ma vediamo di cosa si parla.

Questo è il secondo libro di quella che, si spera, diventerà una bella serie. Nel primo, "Terzo settore in fondo", avevamo conosciuto Mauro Eliah e il suo mondo: l'associazione che si cura dei rifugiati. E che sarà cambiato da allora? Niente! Alt! Non è cambiato nulla perché Mauro continua a lavorare come un matto, continua a non percepire uno stipendio per il lavoro che fa, continua a correre da un ufficio ad un altro per ottenere l'aiuto per ogni caso, che gli capita sottomano, come fosse unico nel suo genere. La differenza sta nel fatto che, se nel primo abbiamo una percezione di com'è difficile entrare in contatto far comunitari ed extracomunitari, lo è altrettanto far capire loro che l'aiuto ha bisogno di organizzazione e questa ha bisogno di regole. Fin qui la parte seria che è diluita, insieme ad altre piccole chicche, in tutta la trama tanto che il tutto appare chiaro e nitido alla fine del libello. Dall'altra, ovvero la parte predominate, ci sono gli stagisti, entusiasti pargoli che sbirciano nel mondo del lavoro e scelgono come riferimenti quelli sbagliati, la necessità di Mauro di far capire che "fare" non corrisponde a divertirsi  e nemmeno ad una moda, ma più semplicemente, o beceramente fate voi, solo a "fare". Pure il "fare" ha i suoi problemi, a volte fai troppo e a volte sembra che non hai fatto nulla, e quindi le situazioni che si susseguono hanno un che di decisamente surreale anche se, temo, succedano molto più spesso di quel che si pensi. 

Fratelli e sorelle... ehm, mi sono lasciata trasportare, ma è qualche giorno che mi ritrovo a ridere su questa cosa. Perché una delle cose di cui si ride di gusto è la rappresentazione, più che fedele, di quelle che possiamo definire le "pari opportunità". 
E' recente la nomina a sindaco a Roma di una donna e ho passato giorni a sentire il fastidiosissimo termine "sindachessa"; ecco, Mauro si ritrova in una difficoltà simile incontrando associazioni che adattano la loro denominazione in maniera politicamente corretta. La dove c'era l'associazione dei "Fratelli rifugiati" (me la sono inventata io eh!) oggi c'è l'associazione "sorelle e fratelli rifugiati" che poi in sostanza non cambia tanto se non per il nome. Questo perché oggi si fa un'associazione per tutto: leggere, aiutare, soccorrere e via dicendo, senza che nessuno degli appartenenti all'associazione sappia bene che fare. Per cui diventa complicato far capire il punto quando, come Mauro, ti ritrovi a far cercare di capire la situazione a gente che lo fa più per moda, o politica, che per vero senso civico. Io ora ci rifletto seriamente, ma in effetti leggendolo ho riso fine alle lacrime.

L'altro aspetto è la "gestione dell'accoglienza". Facile dire "facciamolo!" oppure "aiutiamoli!" il problema è farlo davvero; da un lato si scontrano le necessità pratiche di sistemare le persone e dall'altro le regole imposte e non comprese. E prima di pensare "paese mio, regole mie" pensate di dover dire ad una ragazza che è dovuta fuggire da casa sua per non essere ammazzata, che ha percorso chilometri a piedi e in mezzi vari, è stata violentata, malmenata, ha fatto un tragitto della speranza sperando in un futuro migliore perché tanto non le è rimasto altro: "Ora che sei arrivata qui, ti chiudi in casa, fai le faccende, provi a parlare con quelli con cui dividi casa e poi ti fai trovare ai controlli". Ecco, non è affatto facile anche perché, a chi ha vissuto tutto questo, sembra di cadere dalla padella alla brace. E' il mestiere che fa ogni giorno Mauro con i suoi colleghi, cercare di far capire, di salvare il salvabile in caso di guai, cercare un aiuto per ogni esigenza. E se il dialogo fra due esperienze dirette riserva situazioni di incomprensione paradossali e divertenti, la magnifica introduzione a questo libro di Pino Imperatore detta la giusta rotta all'apertura della storia: "ridiamoci su, ma ricordiamo che sorella Mary e fratello John"(per la parte politicamente corretta, sia mai!) "potremmo essere, in un panorama completamente diverso, anche noi".

E' questa la cosa che mi piace del lavoro di Marco (che lo fa davvero questo mestiere!) ovvero che, a forza di vivere questo mondo e in questo modo, non ha perso il giusto umorismo per far capire che l'aiuto parte dal sorriso e non è una cosa così scontata come potrebbe sembrare. Il sorriso è quella prima presentazione che arriva prima delle parole. Puoi essere impegnatissimo politicamente, puoi essere importante o un personaggio di spicco, ma non avrai mai, verso uno straniero che non conosce la tua lingua e la tua vita, autorevolezza se non sai porgere un sorriso. E' un po' come sedersi a gambe incrociate con gli indiani d'America per terra dentro la tenda tradizionale e fumare il calumet della pace; prima si fuma e poi si parla. Ed è quello che fa anche qui con noi: non sale sulla cattedra ma è come ci avesse incontrato al bar e ci avesse offerto un caffè per raccontarci l'ultima rocambolesca storia in cui è rimasto coinvolto e su cui ridere insieme. È cosa rara che un libro mi sia piaciuto, se non di più, almeno come il primo; Marco è riuscito in un'impresa pressoché impossibile. Il libro diverte, scorre, ha una trama semplice ricca di colpi di scena, tipo la "donna troppo incinta", che ve lo faranno finire in un pomeriggio e vi ritroverete come me, in attesa del libro successivo!

Spero di aver reso l'idea perché mi spiacerebbe che vi perdeste questo bel libro!
Buone letture,
Simona Scravaglieri


Fratello John, sorella Mary
Le nuove avventure semiserie dell'operatore sociale precario Mauro Eliah
Marco Ehlardo
Edizioni Spartaco, ed. 2016
Collana "I saggi"
Prezzo 10,00€



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