Fonte: Asia Backpackers |
Nel diario di Agosto avevo detto che non avevo grandi motivazioni per comprare questo libro; avevo sentito parlare di Zadie Smith ma, sinceramente, non ero andata oltre le asserzioni di alcuni del tipo: "scrive libri bellissimi, è bravissima". Quindi, quando ho preso "L'ambasciata di Cambogia", non sapevo a cosa mia sarei trovata davanti. Ora lo so e, a dirla tutta, piace anche a me. In questo caso stiamo parlando di un racconto sono 63 pagine con tanto spazio libero - e con i caratteri grandi quindi, magari, una buona idea sarebbe comprarlo usato - ma è veramente un bel racconto.
Siamo a Londra, in un quartiere periferico dell'alta borghesia. In uno dei villini apre l'Ambasciata della Cambogia: è una cosa inaspettata per il quartiere, di solito le Ambasciate sono tutte al centro, a Londra, e poi hanno sempre ingressi di un certo rilievo per sottolinearne il prestigio e l'importanza del luogo. E invece l'Ambasciata di Cambogia compare da un giorno all'altro dietro un muro, nemmeno tanto alto, e una placca vicino al cancello d'ingresso dal quale, peraltro, non si vedono uscire o entrare cambogiani, ma solo persone di vario genere in cerca di un visto per visitare il paese che rappresenta.
Un'unica cosa sembra dire al quartiere che nell'Ambasciata vive qualcuno ed è il poc... poc... poc... di due giocatori che, senza urla e chiacchiere, giocano regolarmente a Badminton. Fatou conosce bene quello che succede perché, pur non vedendo i giocatori, il muro non è così alto da nascondere sempre il volano che rimbalza da una racchetta e l'altra.
Nella seconda di copertina c'è una frase che per la prima volta trovo veramente attinente alla storia - almeno in parte - :"Strutturata come una partita di Badminton a 21 punti, questa novella è pura Zadie Smith al suo meglio". Sul fatto che sia "pura Zadie Smith" non ve lo posso confermare - è il primo libro che leggo scritto da lei -, ma che sia costruito come una partita a Badminton in puro e vero stile inglese, invece, è una cosa su cui concordo. E' il libro adatto da leggere in un sonnacchioso pomeriggio, ha la calma che si confà alla pigrizia che ispira lo stare sdraiati sul divano con la tazza da tè e il gatto che dorme sul cuscino e i colori che si mischiano e si confondono con quelli della periferia londinese. In questo quartiere, ogni lunedì Fatou, ragazza di colore a servizio presso ricchi borghesi, va nella piscina del centro estetico, non lontana da dove lavora, a nuotare. Ogni lunedì passa davanti alla fermata dell'autobus e se le va attende anche che passi. A scandire il tempo c'è il poc... poc.. del volano che viene colpito con regolarità e nel silenzio dei giocatori. Come saranno? Chi vincerà? Fatou ogni tanto se lo chiede, sarebbe anche curiosa di guardarli, ma l'Ambasciata compare nella sua vita in un momento particolare.
Fatou viene dall'Africa, ha cominciato a lavorare presto con il padre negli alberghi; è venuta a Londra e ora è a servizio, con vitto e alloggio ma senza stipendio, presso una famiglia borghese. Ma nonostante la sua vita scorra a volte noiosa e sempre uguale, questo quadro, quasi per assurdo, rassicurante nasconde altro. Ma Zadie Smith non vuole mettere l'accento sui temi che vengono toccati, ma solo accennarli. Rimangono appena visibili sulla superficie della trama come si intuirebbero guardando le case completamente uguali fra loro che nascondono, spesso, vite completamente diverse a volte belle e a volte brutte. E' un passaggio da uno stato all'altro per il lettore, anche se preso in un momento apparentemente casuale ma al contempo per Fatou rimane ininfluente. Che la vita si svolga qui o da un'altra parte quel poc...poc.. è come il metronomo che scandisce la sua vita, lenta, sempre uguale, a servizio di facce conosciute che si dimenticheranno presto. Insomma una sorta di emarginazione da chi ti emargina, ma non vissuta con dolore - perché i veri dolori sono altri! -. L'ininfluenza, la mancanza di grandi reazioni non è distrazione e la difficoltà a dare un peso a ciò che ci accade è solo un diverso modo di vivere e inquadrare ciò che ti succede. E Fatou lo sa, ha scelto da tempo come rapportarsi al mondo. Ed è per questo che tutto quel che di bello e di brutto avviene qui, nonostante ci sia, non deturpa la quiete di una partita pomeridiana di Badminton...
Pertanto se queste 63 pagine vi capitano fra le mani, lasciatevi trasportare senza riserve, è un libro, nonostante tutto, molto dolce e piacevole da leggere. Ne riemergerete soddisfatti.
Buone letture,
Simona Scravaglieri
L'ambasciata di Cambogia
Zadie Smith
Mondadori Editore, ed. 2013
Traduzione di Silvia Pareschi
Collana "Libellule"
Prezzo 10,00€
Fonte: LibrangoloAcuto alla quale ho mollato il libro dicendo "Leggilo!!" ;) |
Mi piace Zadie, credo lo leggerò. Grazi.
RispondiEliminaÈ veramente un bel racconto, fammi sapere che cosa ne pensi.
RispondiEliminaSimona