mercoledì 8 gennaio 2014

[Dal libro che sto leggendo] Giallo di zucca


Fonte: Allevamento Silver Dog



Stavolta il libro di cui vi lascio un assaggio è un libro già letto a Dicembre scorso. Si tratta di Giallo di zucca ed è un romanzo con una punta di giallo. Le scorribande di Luchino, il fotografo, e Poirot, il cane, hanno come sfondo prima Milano e poi Ferrara e la sua umanità varia e magari anche un po' provinciale. Si è naturalmente portati a tifare per il povero Poirot che invece vive una vita da re coccolato da tutti sorte che non condivide con il suo padrone. Sullo sfondo, oltre a Ferrara c'è un delitto che, come si sa, in provincia fa più scalpore di uno scandalo politico nella lontana Roma.

Ve ne lascio un assaggio e vado a liberare il gatto che poco tollera che io stia al pc! 
Buone letture,
Simona Scravaglieri

Capitolo 1 
Giorno cani per colpa di un cane 
Come al solito ho i minuti contati.
Sono sulla china del ritardo, in bilico sull'esserlo seriamente e l'avere ancora un secondo per guardarmi attorno e decidere se ho fatto tutto e se posso uscire tranquillo.
Il cane è a letto, come su abitudine, credo non si alzi prima delle nove ma per saperlo dovrei comprare alla Chicco quelle assurde telecamerine spia- marmocchi.
Non mi pare il caso: se vedessi cosa combina Poirot in mia assenza , prenderei l'aspettativa pur di starmene a casa dal lavoro.
Poirot è il mio cane, un meraviglioso esemplare di pastore belga. Dico meraviglioso perché in foto viene bene, dal vivo è un'altra cosa. Ah, già, sono un fotografo.
Dovessi attaccare bottone direi che sono un cultore del glamour, ma sono in ritardo e vi dirò la verità. Fotografo cadaveri.
Per quanto possa sembravi una spiacevole attività, vi assicuro che è un mestiere né meglio né peggio di altri. Lavoro alla Scientifica e mi dico ogni giorno che questo, davvero, è un lavoro come tanti; me lo ripeto in automatico, è il mio antiemetico naturale.
Rapido controllo allo specchio, sono pettinato, rasato quanto basta, ho il giubbino addosso e il portafoglio in tasca. Prendo le chiavi e sto per uscire quando Poirot guaisce.
Odio quando il mio cane mi accenna qualcosa ma è troppo pigro per farsi intendere.
"Che c'è?", gli chiedo in modo sbrigativo avvicinandomi alla porta della camera da letto. Il cane mi guarda e poi nasconde il muso tra le zampe anteriori.
Forse voleva salutarmi, mi dico.
Prendo la porta al volo, oramai avviato verso la china del ritardo assoluto. Decido per l'ascensore, sono tre piani ma io sono notoriamente pigro.
Scendo nell'androne, apro la porta a vetri e salto di slancio i tre gradini che mi separano dal cortile, dal cancello e dalla fermata dell'autobus che sta sull'altra parte della strada.
Salto e clap, cado su una pozzanghera che, da sempre, si forma sullo zerbino di finta erba alla base della scalinata d'ingresso.
In quel momento capisco il guaito del cane, Mi guardo i piedi, sono in ciabatte.
Porca miseria, esclamo. No , veramente ho esclamato di peggio, ma lo lascio alla vostra immaginazione di lettori.
Risalgo in casa, stavolta facendo le scale, l'ascensore è fermo al quarto piano.
Entro e vedo il cane che mi squadra dal letto, la tv è accesa, Ah sì, il mio cane sa usare il telecomando. Non chiedetemi chi glielo ha insegnato, io non ne avrei mai avuto né il Tempo e né la pazienza.


Questo pezzo è tratto da:

Giallo di zucca
Gaia Conventi
Betelgeuse Editore, Ed. 2013
Collana "Orion"
Prezzo 14,00€

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