venerdì 15 ottobre 2010

"Contro il fanatismo", Amos Oz- Ironicamente chiaro.




Non ho mai letto un romanzo di Amos Oz e non so ancora se lo farò. Ma il ricordo di questo incontro più che casuale con questo scrittore, credo, che non mi abbandonerà molto facilmente. E' l'ennesima dimostrazione di come parole semplici possono essere il metodo più sicuro per poter spiegare concetti a volte complicati. In piu', in un testo scelto veramente un po' per caso (delle volte sono un'acquirente compulsiva), ritrovo concetti che comunque sto già affrontando con altre letture e per altri motivi; di fatto, anche qui, ho incontrato discorsi e riflessioni sul male dei regimi totalitari e su coloro che li generano. E quindi sul male dei tempi odierni.

Questi concetti che sono decisamente pesanti e complessi, vengono svolti in 78 pagine divertenti e illuminanti attraverso la descrizione del complesso mondo ebraico e di quello arabo palestinese, intervallati da una serie di aneddoti ironicamente fulminanti. Il tutto viene svolto in una versione "fuori dai denti", quasi non fossero tre lezioni universitarie ma un dialogo tra amici in un bar. Per cui i discorsi seguono il filo dei pensieri di colui che li espone e devo ammettere che questo stile mi e' decisamente piaciuto, tanto da ritornare piu' e piu' volte su alcuni passi e magari rileggerli a voce alta, non perche' non li avessi compresi, ma solo perche' entrare in questo spaccato di vita mi ha molto divertito.
Si comincia con l' 11 settembre e sul perche' di tale carneficina arrivando a trattare la questione del conflitto fra Israele e Palestina. Esponendo il pensiero tipico di arabi e ebrei, in maniera quantomai lucida e oggettiva, si arriva a spiegare cosa spinge certe persone o certi gruppi di persone a fare cose anche abiette per una causa giusta o sbagliata che sia: il fanatismo.

Se ieri mi avessero chiesto: "Cos'è un fanatico?" ci sarei arrivata con una infinità di frasi forse quasi tutte non pertinenti. Oggi vi posso dire che e' uno "Serio, estremamente ligio, quasi un santo, altruista[..], colui che si sente in dovere di salvare il mondo o almeno la parte che conosce". E posso altresi' concordare con le tesi dello scrittore su come cercare di contenere il popolo dei fanatici ovvero usando "ironia" e "immaginazione". Ed e' con estrema simpatia che descrive la sua ricetta:


"E se promettete di prendere quanto segue cum grano salis posso dirvi di aver trovato [..] la cura per il fanatismo. Il senso dell'umorismo è un'ottima terapia. In vita mia non ho ancora visto un fanatico dotato di senso dell'umorismo e non ho nemmeno visto una persona dotata di senso dell'umorismo diventare un fanatico a meno di non perdere il senso dell'umorismo."


Oz aggiunge poi che non sempre la letteratura e' la risposta contro il fanatismo perche' esso non sempre e' indice di ignoranza, cosa che mi trova particolarmente d'accordo. Ora, partendo dal fatto che alla spiegazione della sua "vision" arriverete per gradi, vi assicuro che leggendolo con attenzione vi ritroverete a farvi una sana autoanalisi. Il che non e' sempre un male. Pero' vedere il conflitto israelo-palestinese dal punto di vista mediorentale ci ricorda che la nostra natura e le nostre convinzioni su cio' che e' bene e cio' che e' male non sempre sono un valore assoluto. Che non sempre c'e' un cattivo o un buono e che sopratutto che le nostre visioni sono legate alla cultura e le tradizioni in cui cresciamo.

E' difficilissimo spiegare un libro quando ti e' immensamente piaciuto. E spero di aver reso l'idea senza svelare troppo e senza rovinare il senso di piacevole scoperta che ho avuto nel leggerlo.


Contro il fanatismo
Amos Oz
Feltrinelli editore, ed2004
Collana "Supereconomica"
Prezzo 4,50€

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