giovedì 13 ottobre 2016

I vizi segreti dell'editore...

Ohibò! Un post di Giovedì! Che sarà successo? È successo che, per caso è nato un altro appuntamento, complici delle foto di libri appena acquistati. L'eccezionalità non sta nel frequentare gente che acquista libri, ma nello sbirciare negli acquisti segreti di una delle due proprietarie di Scrittura&Scritture che, una sera, è uscita ed ha fatto rientro a casa con una bella riserva di libri da leggere! E allora ho avanzato una proposta che è stata accettata con entusiasmo e io sono veramente felice di presentarla: lei è Eliana Corrado e questi sono "I vizi segreti dell'editore..." ovvero cosa legge, acquista e perché.
Vi lascio sbirciare fra i suoi acquisti,
buone letture,
Simona Scravaglieri



Fonte (Immagine di fondo): Pexels


Fine giornata lavorativa. Esco dalla redazione con la ferma intenzione di comprare un paio di scarpe che la settimana prima avevo visto nella vetrina di un negozio a via Toledo e… a via Toledo non ci arrivo proprio! Mi fermo a una bancarella di libri ed esagero con gli acquisti. Ebbene sì, sono un’editrice col vizio della lettura, e i libri non sono mai troppi. Aggiungiamo anche che i prezzi erano davvero convenienti, e così il bottino è stato ricco.

Più sporco della neve” di Enrico Pandiani.
La scrittura di Pandiani mi piace molto, ho letto la serie di libri dedicati a Les Italiens, e questo non potevo lasciarlo lì. In più so che se ci fosse stata mia sorella, nonché socia, Chantal lo avrebbe preso volentieri e così, come si suol dire, ho preso due piccioni con una fava.

Lo specchio nero” di Gianluca Morozzi.
“Conosco” Morozzi virtualmente, nel senso che lo seguo su Facebook, ho sempre sentito parlare bene dei suoi libri, ma non ne ho mai letto nessuno, così quando l’ho visto lì, mi son detta che era l’occasione giusta, ed è finito nel bottino. 
“Le regole del fuoco” di Elisabetta Rasy è un libro che è stato molto elogiato dai librai, ed è scattata la curiosità tutta professionale, un po’ come dire “l’occasione fa l’editore desideroso di soddisfare una curiosità”. 

Il miniaturista” di Jessie Burton
Desideravo leggerlo da tempo, e ogni volta che lo vedevo in libreria finivo per lasciarlo lì, presa da altri libri che mi incuriosivano o interessavano di più; poi, per quella immancabile Legge di Murphy di cui tutti siamo o siamo stati vittime, quando in libreria non trovavo nulla con cui andare alla cassa e volevo lui, ecco che non l’ho più trovato. Era destino lo leggessi, mi sembra evidente!

L’onore sopra ogni cosa” di Kathleen Grissom e “Il matrimonio degli opposti” di Alice Hoffman
ho un immenso e incondizionato amore per i romanzi storici della Neri Pozza (sebbene alcuni titoli mi abbiano un po’ deluso nel finale), seguo le uscite della casa editrice e questi due erano da un po’ nella mia lista d’interesse (perdonatemi ma non amo la definizione wish list, che trovo abusata e inflazionata, così come non capisco perché dobbiamo usare parole straniere quando non è necessario.)   

Sei libri potevano bastare, ma… ma prima di tutti questi ne avevo visti altri due che mi incuriosivano: “Il maestro di blu” di Olivier Blays e “L’ultima passione” di Antonio Forcellino: sarà che il romanzo storico è tra i miei generi preferiti, sarà che dalle loro quarte di copertina avevo intuito che mi sarebbero potuti piacere, e allora? Che faccio? Ne prendo uno solo dei due? E, però, così mi si sarebbe sparigliato il netto 50% tra autori italiani e autori stranieri, e non va. E allora? Mi serviva una scusa, psicologica più che altro, per prendere anche questi due, e… e accanto a me un tipo chiede alla ragazza al banco: «Avete “Il diavolo, certamente” di Camilleri?».
Ecco! Il diavolo! 6 è il numero del diavolo! No no no! Prendiamo anche questi due così facciamo 8, che se lo metti in orizzontale diventa pure il simbolo dell’infinito e magari è di buon auspicio per… leggere infinitamente!



Eliana Corrado

Scrittura & Scritture
Corso Vittorio Emanuele, 421 – 80135 Napoli
Tel. e fax: 081/5449624



Fonte: Eliana Corrado


mercoledì 12 ottobre 2016

[Dal libro che sto leggendo] Una cosa piccola che sta per esplodere


Fonte: LettureSconclusionate


E siamo di nuovo qui con un racconto, in questo caso una raccolta di racconti, dell'eccezionale Paolo Cognetti. Leggere Cognetti è rassicurante, sai che in qualsiasi mondo lui ti porti, ti terrà per mano fino alla fine. Pure nei racconti come quello odierno, sai che non chiuderai alla parola "Fine" con il magone. L'intento di questo autore è quello di calarsi e calarti in una dimensione sapendo che non devi immedesimarti per forza, ma devi saper "guardare". E lui sa perfettamente dosare le parole, la punteggiatura, le frasi per far vedere senza soffrire ma per capire.

Perchè in fondo, la questione della partecipazione dolorosa, da immedesimazione, è cosa oramai sopravvalutata e un facile escamotage per coprire le proprie manchevolezze. Basta che soffri, che partecipi empaticamente alla vita del personaggio (grazie a Pino Sabatelli de I fiori del peggio per avermi tirato fuori di bocca questo concetto mentre parlavamo di altro!) e magari non noteranno le mancanze. Mentre, se i tuoi lettori sono lucidi e presenti a se stessi, devi avere argomenti, specialmente con la formula narrativa del racconto.

Volutamente il primo racconto è tagliato così. Perché possiate sentire la forza che vi trascina nella necessità di capire che sta succedendo, perché quella cucina o quella casa, perché questa stanchezza, questa rinuncia e se poi si risolve? E perché è tutto al plurale? vuol dire che nella routine delle classi agiate questa è una ricorrenza? Lo so oramai fino allo sfinimento; i racconti sono brevi, e non riesco ad affezionarmi al personaggio, preferisco il tomo, mi sembra di non aver letto nulla... e chi più ne ha più ne metta. Il punto è: chi ha detto che per raccontare il mondo uno debba impiegarci mille pagine? Datevi l'opportunità di scoprire, se non lo conoscete già da "Sofia si veste sempre di nero", di scoprire un autore che ha un talento che ha riconosciuto e che persegue con intelligenza e devozione: Lui è uno scrittore e soprattutto è uno scrittore di racconti. E lo sa fare dannatamente bene.

Ne riparleremo in recensione,
Buone letture,
Simona Scravaglieri

PELLEOSSA

Genitori ricchi abbandonano feste da ricchi il sabato notte.
Il primo sabato di una nuova estate, tra l'una e le due di una notte di luna piena, i nostri genitori scendono come note di musica lungo il viale d'ingresso di una villa in collina: un uomo e una donna sposati da quasi vent'anni, anni in cui il matrimonio si è nutrito di errori, promesse, tradimenti e perdoni, stringendo un vincolo più maturo e più solido, questi genitori si allontanano sottobraccio, dando le spalle a una villa da ricchi, un sabato notte.
Le nostre madri appoggiano la testa al petto dei nostri padri forti: corpi scolpiti in palestre esclusive, levigati da chilometri di bicicletta e nuoto, accarezzati durante i consigli d'amministrazione, guidano i corpi delle loro spose oltre lampioni e fontane, sedie e tavoli di ferro battuto, uomini e donne ubriachi e felici, amiche e amici ricchi che mostrano segni di felicità e ubriachezza quali cravatte allentate, colli macchiati di rossetto, fondotinta accumulati nelle rughe del sorriso, coppie di amanti più o meno ufficiali che i nostri genitori salutano con indulgenza riservata alle debolezze della carme, loro stessi protetti dall'aura erotica che circonda le coppie di mezz'età quando alzano il gomito.
Nel parcheggio, alla fine di questa parata, i nostri padri risvegliano le loro fuoriserie, macchine inglesi o tedesche  in cui le nostre madri fanno il nido, sprofondando nei sedili di pelle e appoggiando la fronte al fresco dei finestrini. 
Forse dormono, nonostante l'aria condizionata e le curve fra le colline, o forse spiano il paesaggio attraverso i vetri: imbocchi di strade private, cancelli elettrici e telecamere a circuito chiuso, un reticolo di feste passate che suscita un flusso di ricordi nel cuore delle nostri madri deboli, indebolite dall'inattività e dalla frivolezza, dal sussiego dei servitori, dai capricci degli ormoni e dalle coccole degli psicofarmaci, da un elenco di rimpianta partire da quello originario, un ragazzo del liceo sacrificato al maschio dominante, passando per le rinunce intermedie al teatro, o alla laurea, o allo studio del pianoforte , fino all'ultima dieta interrotta per la gola, l'ultima sigaretta fumata di nascosto, lungo un rosario che le nostre madri sgranano durante le ore di analisi e telefonate alle amiche.
Poi la luce di apertura del cancello di casa lampeggia sulle facce dei nostri genitori: gialla e nera, regolare, intermittente. I fari della macchina inglese o tedesca abbagliano i due cani dalmata che le corrono incontro. Le nostre madri si svegliano oppure fingono di svegliarsi, scendono, si chinano per accarezzare i cani, mentre i nostri padri raccolgono una foglia secca dai gradini d'entrata, riprendendo entrambi possesso della loro seconda o terza casa con gesti rituali, scaramanzie mirate a ritardare lo spettacolo che li aspetta pochi passi più in là, alla fine del viaggio, in cucina.
E' questo il loro inferno personale. La cucina. L'inferno a cui ogni sera i nostri genitori fanno ritorno. La cucina disegnata da un amico architetto, esponente dell'albo professionale che comprende l'amico chirurgo, l'amico avvocato, l'amico commercialista e l'amico notaio. a cucina progettata per essere il cuore della casa benché sia una seconda o terza casa, con la cappa centrale, gli sgabelli da bar, il bancone rotondo all'americana e la vetrata che guarda il giardino, la lente attraverso cui un tempo il sole inondava di luce certe colazioni primaverili. In questa cucina dove i nostri padri si limitano ad affacciarsi, scuotere la testa e sospirare prima di salire in camera, le nostre madri ricostruiscono la gastronomia della serata, partendo dal frigorifero e proseguendo lungo il piano da lavoro in marmo, affondando le dita nello scarico del lavandino, finendo con il rovistare ne secchio dell'immondizia. Trovano avanzi di arrosto di vitello cucinato dalla domestica il pomeriggio stesso, avanzi di cipolle bianche e patate al forno, avanzi di formaggio francese il cui odore ha infestato per giorni la macchina inglese o tedesca, avanzi di torta, una crostata di stagione, pesche e fragole e albicocche e crema: avanzi di un pasto del tutto tradizionale, il pranzo della domenica in cui i nostri padri dovranno presentare ai nonni i conti annuali e in rosso dell'azienda di famiglia, menù predisposto per addolcire il palato dei loro presidenti onorari la propria inettitudine finanziaria.

Questo pezzo è tratto da:

Una cosa piccola che sta per esplodere
Paolo Cognetti
Minimum Fax, ed. 2013
Collana "Mini"
Prezzo 9,00€



martedì 11 ottobre 2016

#Regalamiunracconto: "Candyman", Vincenzo Zonno - Parte 2

Fonte dell'immagine di sfondo:Grass Cloth Wallpaper

Eccoci arrivati alla seconda parte del racconto di Vincenzo Zonno. Siete pronti a scoprire come andrà a finire questa storia? Per chi non avesse letto la prima parte è qui: 


Come anche nell'atro post e in quelli futuri che riguardano i racconti di questa iniziativa:

Mi corre l'obbligo di specificare che i racconti che sono stati mandati dagli autori, nonostante siano pubblicati qui, sono di loro proprietà. E' severamente vietato copiarli, anche se solo in parte o nella totalità, senza la loro espressa autorizzazione. Per informazioni e/o contatti, sarò felice di dare risposte a chi ne farà richiesta a me tramite la mail segnalata nei contatti.

Io questo racconto l'ho adorato, ma sono di parte perché conosco le potenzialità di Vincenzo dal suo libro che ho letto e che si chiama "Non è un vento amico" e che, se vi piace lo stile di quello che leggete qui, vi consiglio di cercare perché davvero vale la pena di conoscere questo scrittore esordiente ma già molto capace!

E' diviso in due parti solo perché era lungo, quindi lo dovete considerare un racconto unico, la divisione è fatta solo a beneficio dei lettori, già provati dal mio Diario, e per un'impaginazione che sia fruibile anche da dispositivo mobile.

Buone letture,
Simona Scravaglieri


Candyman
Seconda parte




Sara era seduta su una panchina. Si era fermata in un negozio e aveva acquistato delle scarpe basse: le prime che aveva trovato della sua misura. Ora le aveva tirate fuori dalla scatola e le osservava.
Sì, vanno bene.
Si guardò attorno, poi di gran fretta tolse quelle che aveva indosso, e infilò le nuove. Non erano bellissime, ma si sentì comunque a suo agio con questo paio molto meno appariscente di quelle che aveva indossato fino ad allora sotto gli occhi dell’intera popolazione urbana. Arrivata a questo punto, della vecchia calzatura portata a riparare, non sapeva più che farne e avrebbe potuto dimenticare tutto lasciando le cose così com’erano, ma aveva ancora una scarpa rossa che non le apparteneva...
«Maledette buone maniere.» Bisbigliò e poi si guardò attorno che nessuno l’avesse udita. «Ora mi tocca portargliela indietro e spiegare che la mia la può gettare. Dovrei fregarmene, sì... aaah! Maledizione!»
Infilò tutto nella scatola che aveva poggiata accanto sulla panchina, e alzandosi di scatto, si diresse verso il laboratorio del ciabattino.
Quando fu lì davanti, si accorse subito che non c’era nessuno, ma il negozio era comunque aperto e vi entrò.
«È permesso? C’è qualcuno?»
Niente, non vi fu risposta. Iniziò ad aggirarsi all’interno e notò che vi erano poche calzature, ma tanti arnesi e materiali per eseguire delle riparazioni. Se ne stupì e ciò aumentò la sua curiosità, poi vide la porta del retro e non seppe resistere: si avvicinò e provò ad aprirla. La porta era chiusa, ma vi erano ancora le chiavi nella toppa. Sentiva forte l’imbarazzo della situazione: era lì, dove non poteva, e già dietro a quel bancone sostava in un luogo proibito. Rischiava di fare una figura pessima o di dover giustificare in qualche modo quell’intrusione. Si spostò in fretta tornando sui suoi passi, ma qualcosa la bloccò d’improvviso.
Ci sono vari modi per dare un nome a queste sensazioni che ti prendono e costringono a fare cose inusuali. A lei venne in mente solo stupidità e l’accettò con tutte le eventuali conseguenze. Sentì travolgente l’impulso che la ricondusse davanti a quella porta. Si guardò un attimo intorno, girò la chiave ed entrò.
Cinzia era seduta sulla stessa seggiola che l’aveva ospitata prigioniera e legata fino a pochi minuti prima; aveva lo sguardo impaurito con labbra frementi e occhi sgranati. Si stava massaggiando i polsi quando Sara entrò. Non si alzò e attese che accadesse qualcosa; tutto per lei in quel giorno poteva procurarle del male e ne era consapevole. Questo era ciò che traspariva dal suo sguardo.
«Mi scusi.» Disse Sara d’impulso. «Sono venuta a riportare una scarpa che il calzolaio mi aveva prestato. Posso lasciarla qui? A voi?»
Cinzia la osservò senza rispondere.
«Allora la lascio e vado via? Posso...? Mi scusi ancora.»
Fu in quel momento che Sara si accorse che la donna aveva una sola scarpa ai piedi ed era la gemella di quella che lei teneva in mano. La laccatura rossa risplendeva nonostante l’oscurità.
«C’è qualcosa che non va? Stai bene? Mi chiamo Sara, lei... tu? Come ti chiami, ti è successo qualcosa?»
«Mi chiamo Cinzia. Sai i risultati delle partite di calcio?»
«Calcio? Che calcio? No, non so niente delle partite.» 
VI 
Jack rientrò con una confezione di gallette di kamut e una bottiglia d’acqua. Attraversò la bottega e si diresse subito sul retro. Cinzia era in piedi e sembrava l’attendesse. Si strofinava ancora i polsi e aveva lo sguardo sconvolto. Quando vide Jack andò subito verso la seggiola e sedette.
«Sono per me?» Disse timidamente.
«Sì. Avrai fame?»
«Sì, un po’, e ho sete.»
Jack glieli porse e sedette a sua volta. Lei prese una galletta e iniziò a mangiarla a piccoli morsi alternando sorsi d’acqua. Aveva movimenti delicati quel piccolo essere che Jack aveva iniziato a vedere con occhi diversi e per cui provava una sorta di tenerezza. Ciò lo spaventava. Lui non era fatto per questi sentimenti; non rifletteva più e lo aveva già dimostrato quella mattina facendo un errore troppo banale per lui.
Forse più di uno...
Si alzò e accese una lampada poggiata sul tavolo dove c’era la radio. Finalmente vide bene la donna che per strane casualità di quella giornata era ancora in vita. La scoprì non giovanissima, ma i suoi lineamenti erano ancora molto piacevoli. Aveva capelli biondi e corti, e un viso dolce e delicato.
«Chi può volere la tua... la tua morte?» Disse.
«Non lo sai?» Gli rispose quella, duramente.
D’improvviso Cinzia non era più Cinzia.
Aveva alzato il capo e i suoi occhi non più sgranati e spauriti, brillavano furbizia. Le sue labbra non tremavano e lei sorrideva con fare spocchioso.
«Ti chiami davvero Thomas?» Gli disse. «La porta era aperta.»
«Come...? Che porta?»
Fece appena in tempo a capire, Jack. La porta del retro, non l’aveva trovata chiusa a chiave quando era rientrato. Ora ci pensava e ricordava perfettamente di averla serrata quando era andato via, e poi aveva preso le chiav... no, non le aveva prese.
La porta non era chiusa, pensò ripetendolo più volte a punire la propria stoltezza.
No, non poteva esserlo perché Sara era ancora lì dentro... alle sue spalle...
Un luccichìo e un tonfo nel cervello, e un breve dolore si trasformò in una scossa che lo percorse interamente attraverso le vertebre. Qualcuno scaraventò tutta la propria forza con un grosso ciocco di legno sulla sua nuca facendolo accasciare sulla sedia privo di conoscenza. Sara guardò Cinzia e sorrise quindi lasciò il legno che sbottò in terra.
Quando Jack si svegliò, aveva le mani legate dietro la schiena e poggiava con una guancia sul pavimento. Il primo pensiero che gli transitò da un lobo all’altro della testa fu una figura riflessa negli occhi di Cinzia: era l’immagine di una donna e gli ricordava qualcosa... qualcuno... quella ragazza che gli aveva lasciato la scarpa da riparare. L’aveva vista con lo sguardo rabbioso accanirsi su di lui con un qualche oggetto enorme nelle mani.
La prima cosa che vide, invece, furono le scarpe di vernice, rosse e brillanti, di Cinzia che era in piedi vicino al suo viso. Aveva un gran dolore alla nuca; fece una smorfia strana e uno schiocco sgranchendosi le mascelle, poi ruotò il capo verso l’alto per guardare la donna.
Cinzia non aveva più quell’aria sommessa. I suoi lineamenti erano divenuti ulteriormente squadrati e il suo sguardo massiccio penetrava l’anima delle persone e ne faceva scempio stuprandola per semplice svago.
«Quindi non sai chi mi voleva far fuori?» Gli disse.
«Ma... qualcuno dovrà pur averti dato l’ordine.» Spuntò un ghigno tra i suoi denti.
«Ho ricevuto il solito telegramma e i contatti li ho tenuti via radio. Chi mi ha colpito?»
Cinzia aveva un asciugamano e si strofinava le mani; fece un segno con il piede nell’angolo opposto a loro. Jack si voltò a fatica. A pochi metri da lui c’era Sara. Era stesa per terra con gli occhi spalancati verso l’alto e la bocca leggermente aperta: sembrava sorridesse. Un profondo taglio le attraversava la gola da un orecchio all’altro e una pozza di sangue le circondava il capo. Jack non poté fare a meno di guardarle anche i piedi, e le scarpe che ora indossava: non le stavano bene con quella gonna.
Di lato, in fondo, la confezione di un qualche cibo, molto colorata e appariscente rispetto a tanti oggetti offuscati dall’oscurità, di era stata aperta, svuotata e poi buttata in terra.
Ora poggiava sul pavimento lambita da un rigagnolo di sangue che l’aveva raggiunta.
Beef Jerky Honey. Diceva l’etichetta dai caratteri dorati.
Diavolo! Carne secca al miele Pensò Jack. Che razza di cose che mangia la gente... forse avrei dovuto dargliene invece di...
«Perché l’hai uccisa?» Le disse voltando soltanto gli occhi verso l’alto.
Cinzia non rispose. Aprì le braccia sorridendo come se tutto ciò fosse la normalità, poi prese un grosso coltello ancora sporco dal tavolo, e si avvicinò al suo viso puntandoglielo davanti a un occhio.
«Cosa ti hanno detto via radio?»
«Non parlano molto e usano frasi senza senso che solo io posso capire.»
«Tipo?»
«Tu eri un agnello... qualcosa del genere.»
«Uhm... sì, mi piace... scommetto che avresti avute in cambio delle caramelle...»
Così come si compiono i lavori di ogni giorno, come si spazzola un cane o come si pulisce un pesce prima di cuocerlo, Cinzia alzò la testa di Jack tirandolo per i capelli e gli fece scivolare con decisione e leggerezza, la lama sul collo da un orecchio all’altro, generando un suono sottile e piacevole a non conoscere l’attrezzo che l’aveva procurato. Gli mollò poi la testa che causò un tonfo attutito dai liquidi già copiosi sul pavimento, e lo lasciò esanime e sanguinante senza neanche guardarlo. Prese di nuovo l’asciugamani e ricominciò a strofinarsi ossessivamente le mani, quindi si avvicinò alla radio e l’accese.
Ruotando per alcuni minuti una grossa manopola alla ricerca di un qualche canale fra frequenze rumorose e inutili, si fermò infine ad ascoltare i dialoghi fra due camionisti. Nel mentre addentò con golosità un pezzo di carne secca. I due sconosciuti dell’etere stavano parlando di calcio. Lei tirò fuori alcuni foglietti da un taschino della camicia e li guardò con attenzione mentre...
«Maledizione! schifosa squadra di merda.» Urlò stizzita.
Accartocciò il foglietto e lo lanciò per terra. Questo rotolò sul pavimento e si fermò sulla pozza di sangue fresco davanti al viso di Jack, divenendo in breve tempo completamente rosso. 
VII 
L’umidità dell’aria era tale che il commissario non poteva fare a meno di continuare a toccarsi la giacca convinto che fosse completamente bagnata. Nel mentre guardava i suoi uomini intenti in un faticoso recupero. Sul porto c’era poca luce e la luna era coperta da nuvole spesse che promettevano pioggia. In lontananza si vedevano fulmini così luminosi e vasti da incutere timore anche a uomini grandi e grossi com’erano loro. Stavano cercando di arrancare un cadavere che stava accasciato sopra alcuni scogli sotto la banchina. Quando finalmente si riuscì a trasportarlo e stenderlo sul molo, il commissario tirò un sospiro di sollievo. Il dottore, sopraggiunto in quell’istante, si chinò accanto alla salma e la guardò con attenzione, poi scrisse qualcosa sul suo quaderno e si alzò. Si avvicinò al commissario.
«Gli hanno rotto il collo, forse con una torsione, non so.» Allargò le mani. «Sa chi era?»
«Candyman, un pezzo grosso della malavita.»
«...il vero nome?»
«No, ovviamente. In pochi conoscevano il suo nome, e lavorava per il peggiore. Spesso fanno questa fine gli uomini di quella bestia... ma non farmi dire altro.»
«Perché l’avrà fatto fuori?»
Il commissario tirò su le spalle, poi si strofinò le braccia e controllò che la propria giacca non fosse bagnata, quindi si chiuse il bavero con una mano.
«Andiamo.» Disse contrariato.
Il dottore lo seguì.
«Chi può dire perché si ammazzino?» Continuò come se stesse rispondendo a se stesso. «Probabilmente dei dissapori, anche piccoli. Oppure il tentativo di quest’ultimo di farsi strada. Chi lo sa? Che si ammazzino pure fra loro. Basta che dei poveretti non ci vadano di mezzo.»

Prossimo appuntamento con #Regalamiunracconto...

"Vlad l'ammazza vampiri" di Irene Daino (Librangolo Acuto)
Martedì 18 Ottobre
Non perdetelo!!!

lunedì 10 ottobre 2016

Diario di un mese di libri... Settembre 2016

Fonte (Immagine): Triblocal.com

Libri comprati:

"Album di famiglia", Renate Dorrestein - Guanda (Usato)

"Stella del mare", Joseph O'Connor - Guanda (Usato)
"Di tutte le cose visibili e invisibili", Lucía Etxebarría - Guanda (Usato)
"Cuccette per signore", Anita Nair - Neri Pozza (Usato) 
"La ragazza con l'orecchino di perla", Tracy Chevalier - Neri Pozza (Usato) 
"Il grande inverno", George R.R. Martin - Mondadori (usato)
"Della bellezza", Zadie Smith - Mondadori (Usato)
"Passaggio in India", E.M. Forster - Mondadori (Usato)
"Un gioco da ragazze", Andrea Cotti - Mondadori (Usato)
"Fatherland", Robert Harris - Mondadori (Usato)
"New York", Edward Rutherfurd - Mondadori (Usato)
"Fiesta", Ernest Hemingway - Mondadori (Usato)
"Erano solo ragazzi in cammino",  David Eggers- Mondadori (Usato)
"Il petalo cremisi e bianco", Michael Faber - Einaudi (usato)
"Oblio", David Foster Wallace - Einaudi (usato)
"Il mestiere guastato delle lettere", Alessandro Manzoni - Rizzoli (usato)
"I terribili segreti di Maxwell Sim", Jonathan Coe - Mondolibri (usato)
"Di buona famiglia", Isabella Bossi Fedrigotti - Longanesi (usato)
"Entropia", Thomas Pynchon - Edizioni E/O (usato)
"Amabili resti", Alice Sebold - Edizioni E/O (usato)
"L'inverno che Helen O'Mara smise di sognare", Lisa Moore - Bollati Borlinghieri (Usato)
"Le voci di Petronilla", Roberta Schira e Alessandra De Vizzi - Salani (Usato)
"Le ore", Michael Cunningham - Bompiani (Usato)
"La famiglia Winshaw", Jonathan Coe - Feltrinelli(Usato)
"Follia", Patrck McGarth - Adelphi (Usato)
Un libro di Aldo Busi
"Revolutionary Road", Richard Yates - Minimum Fax (Usato)
"Ritratto di famiglia con superpoteri", Steven Amsterdam - Isbn (Usato)
"Vite pericolose di bravi ragazzi", Chris Fuhrman- Isbn (Usato)
"La donna pomodoro", Angela Carter - Fazi (Usato)
"Amare stanca", Philippe Fusaro - Edizioni Clichy (Usato)
"Addio, e grazie per tutto il pesce", Douglas Adams - Mondadori (Usato)


Libri regalati


"Il killer delle maratone", Paolo Foschi - Edizioni E/O (regalo per compleanno di mio fratello)
"Giochi di ruolo al Maracanà. Nove racconti sul lato oscuro delle Olimpiadi", AA.VV. (tra cui Foschi!) - Edizioni E/O (regalo per compleanno di mio fratello)




Libri letti

"Un altro da uccidere", Federico Axat - Longanesi Editore
"America", Charles Dickens -  Feltrinelli Editore

Libri in lettura

"Girl with green eyes", Edna O'Brien -  Penguin UK
"Gli ultimi eretici", Vasile Ernu- Hacca Edizioni (in lettura)
"Città in fiamme", Garth Risk Hallbergh - Mondadori Editore (in lettura)
"Alla ricerca del tempo perduto Vol.1: Dalla Parte di Swann", Marcel Proust - Mondadori Editore (in lettura)
"Veleno d'amore", Eric-Emmanuél Schmitt -  Edizioni E/O (Ottobre)
"Shakespeare and Company", Sylvia Beach -  Sylvestre Bonnard Editore (Ottobre)
"Chi perde paga", Stephen King -  Sperling&Kupfer



E siamo arrivati a Settembre, ci voleva proprio l'aria fresca! Oddio, s'è fatta desiderare un po' ma poi alla fine è arrivata e con lei è arrivata una nuova Challenge! 
Ora non vi mentirò dicendo che "non vedevo l'ora di buttarmi in un'altra sfida a suon di libri letti", la necessità era principalmente quella di leggere nuovamente con un buon ritmo anche perché, visto che i libri li acquisto, sarebbe meglio che dividessi quelli che voglio tenere da quelli che voglio silurare. E su quest'ultima cosa sono talmente motivata  che una parte dei libri, che sono ordinatamente esposti nella libreria dei "letti e recensiti", hanno preso il largo verso lettori che, magari, li apprezzeranno più di quanto abbia fatto io, visto che ho riattivato il mio account Bookmooch (@Leggendolibri), e altri attendono i mercatini dell'usato o Libraccio per trovare nuove destinazioni e nuovi proprietari. 
Quelli che attualmente sono in libreria, qualche sòla compresa, sono libri che comunque rileggerei e quindi rimangono con me! 
Detto questo,visto che ad Agosto ero stata decisamente "parca" nei miei acquisti - vedere Diario per credere -, a Settembre, complice una bella giornata con la mia amica @Mariadicuonzo e della nostalgia di LibrAngolo Acuto - attualmente fuori Roma (che manca anche a Maria) - ci siamo consolate con la visita a non uno ma ben due mercatini dell'usato! Avevo già fatto un acquisto da Libraccio, ma Libraccio si sa che, quando ti deve consolare, non è così collaborativo e per avere un piccolo ordine di sei libri di cui solo uno riportava il "disponibile in tre giorni" ci ha messo oltre una settimana!
Quindi il lungo elenco inserito è relativo per la maggior parte (fino alla dicitura "un libro di Aldo Busi") ai mercatini il cui ammontare di spesa è pari a 43,50€ per 26 libri e con una media di spesa per libro di 1,67€ che arrotondiamo a 1,70€ e pace. La media è più alta del solito ma bisogna dire che, con Maria, abbiamo fatto i salti mortali perché il nuovo posto dove siamo stati ha dei bei titoli, anche tenuti bene, ma ha il problema di avere i prezzi un po' più alti anche se, se Irene di LibrAngolo Acuto fosse venuta è probabile che avrebbe richiesto la residenza là! :)

La nuova sfida, si chiama "gara a squadre", invece è partita ad Ottobre, e sta sortendo i suoi effetti visto che "Veleno d'amore" e "Shakespeare and Company" fanno parte dei titoli in gara e sono già stati completati. In questo momento ho in mano "Chi perde paga" e il successivo è il libro di Umberto Eco, che è una raccolta di saggi sparsi "Sulla letteratura" (che è anche il titolo del libro eh!). Insomma la sfida mi mantiene attiva e questo non può che essere un bene.
Probabilmente  fra quelli nuovi accoderò nella lista delle letture alcuni dei libri comprati ora, ovvero "Follia"( Patrck McGarth - Adelphi) perché una definizione richiede un libro con la copertina in bianco e nero e un'altra che richiede una copertina gialla sarà di "I terribili segreti di Maxwell Sim" (Jonathan Coe - Mondolibri) e "un libro ambientato in Inghilterra nel 1800" sarà  "Il petalo cremisi e bianco" (Michael Faber - Einaudi editore). 
Per quanto riguarda "Follia" quest'estate ha avuto un gran successo fra i lettori, molti di quelli che leggo lo hanno non solo amato ma proprio adorato. [Errata corrige: appunto per le nuove blogger e per me: Mai scrivere un post quando si sta male, alla fine verifichi tutto meno quello di cui sei certa ed è proprio quest'ultimo che ti frega!]L'autore è lo stesso [non è lo stesso ma è Frank McCourt] de "Le ceneri di Angela" di cui vi avevo parlato a Luglio che davvero è stato un successo, persino la "fatina dei libri" dice che è bellissimo[Fine errata corrige], mentre con quello di oggi ci troviamo nel 1959 in Inghilterra in un manicomio criminale vittoriano dove uno psichiatra comincia a raccontare il "caso psichiatrico" più perturbante- sì la quarta di copertina dice così "perturbante" è per questo che l'ho preso! -. Il resoconto è come una seduta e piano piano affiorano le ragioni nascoste dietro a certi accadimenti... Ora, sinceramente, voi sareste passati oltre? Ecco appunto!
Per "I terribili segreti di Maxwell Sim" siamo sempre in Inghilterra, ma in un periodo decisamente più recente, ovvero il 2009, e Maxwell Sim non è altro che un uomo in cui il particolare momento non è propriamente felice, anzi è proprio un momento sfigato a dirla tutta (separato, non parla con il padre e non ha amici...), ha 48 anni e ad un certo punto accetta un lavoro che lo porterà da Londra alle isole di Shetland per pubblicizzare una marca di spazzolini eco-compatibili. La storia inizia con il ritrovamento del suo cadavere e degli spazzolini... ma che sarà successo? 
Ora, io so che sembra fatto apposta, ma no, vi assicuro che non ci ho affatto pensato! Anche nel romanzo di Faber, "Il petalo cremisi e bianco", siamo a Londra (comincio a credere che, se li studiassi a tavolino gli accostamenti, non mi riuscirebbero mai) ma stavolta nel 1875 dove, e cito la quarta di copertina "[...] una prostituta di diciannove anni, la più desiderata della città, cerca la via per sottrarre  il proprio corpo e l'anima al fango delle strade [...]". La storia segue la scalata di Sugar dalle strade malfamate  fino allo "splendore delle classi alte della società vittoriana". Questo l'ho preso per l'autore che ho sempre sentito nominare per Sotto la pelle e avevo quindi la curiosità di sapere come scrive.

In più  abbiamo il vincitoreeeeeee!!! Dopo un mese e mezzo di riflessione - e aver tirato su una giuria di qualità per dirimere la questione del "almenounodevevincere" -, alla fine, abbiamo un vincitore per il concorso #Regalamiunracconto ed è "L'amico di Murakami" con "Martedì". Adesso so due cose: che effettivamente l'amico di Murakami sa scrivere e che non è raccomandabile stare nello stesso stabile quando è vicino ai coltelli... se volete sapere perché dovete aspettare l'uscita del suo racconto! Ma ringrazio comunque sentitamente anche Vincenzo Zonno e LibrAngolo Acuto per aver partecipato. Mi avete messo alla prova ragazzi ed è stata dura decidere. Per chi vuole sapere qualcosa in più, può guardare: 
I racconti usciranno ogni martedì su questo blog... Mi raccomando non perdeteli!

E ora veniamo agli altri acquisti!

Ci sono autori che conoscevo e di cui rimando sempre la lettura come avviene per "Fatherland" il cui autore Robert Harris, cognato di Nick Hornby grazie al quale l'ho conosciuto, mi conquistò con "Gostwriter" e che mi è altrettanto piaciuto ne "L'ufficiale e la spia". Harris è principalmente uno storico e, in questo caso, il libro è un giallo distopico e ipotizza un mondo in cui la Germania ha vinto la guerra. Siamo nel 1964, Hitler sta per compiere 72 anni, e l'impero che ha creato scricchiola. Il presidente americano annuncia una visita in Germania per distendere i rapporti ma, un giorno, viene trovato il corpo di un gerarca nazista che affiora dalle acque di un lago. La seconda di copertina recita un "Comincia così un giallo destinato a tenere incollato il lettore fino alla fine" e io già vi vedo che esclamate "Seeeeee... Esagerati!". Mi spiace dirlo ma, se è stato bravo come nel "Gostwriter", sicuramente sarà così, perché, Robert, ci sa fare anche come giallista, ma ne riparleremo... appena il libro non saprà più di polvere e io lo potrò aprire senza dovermi lavare e impomatare le mani ogni 5 minuti! Anche "Cuccette per signore" di Anita Nair conoscevo, proprio per questo specifico libro peraltro, ed ero incuriosita dal contenuto. E' un po' come una saga che dura un viaggio in treno, invece di avere delle generazioni che si avvicendano con il passare degli anni qui, perdonate la ripetizione, "le varie generazioni" sono tutte insieme nello scompartimento e si confrontano faccia a faccia in un vagone esclusivamente per signore.

Andrea Cotti invece l'ho conosciuto dal vivo in un'edizione di #nonsonosòle in cui, è la regola, doveva demolire i suoi libri. Ecco pochi lo hanno forse notato, ma molti degli autori di quell'edizione, Cotti in testa, hanno donato le copie dei libri che si erano portati dietro per la presentazione. In più Andrea è una forza della natura, un uomo intelligente e divertente e quindi non avrei mai lasciato al mercatino un suo libro che in questo caso è: "Un gioco da ragazze" che è un giallo e comincia una una vera strage, che vede sterminata quasi tutta una famiglia. L'unica sopravvissuta è la figlia sedicenne della coppia. Gli indizi portano tutti verso un unico indagato, ma la soluzione per gli investigatori è troppo semplice. Riusciranno i nostri eroi?
Di Wallace conosco quasi tutti i suoi titoli tradotti, mi piacciono perché sono particolari, e, invece, quest'estate ho scoperto dell'esistenza di questo libro che si chiama "Oblio", incastrando le definizioni del Cruciverba di Giugno. Venne fuori questa raccolta che non conoscevo e che avevo messo fra i libri della wishlist perché mi sembrava interessante: quel gran fiume di parole di Wallace che si mette alla prova con dei racconti. E infatti, nonostante sia catalogata come "Raccolta di racconti" in quarta di copertina trovate scritto:
 "Otto superbi romanzi brevi, l'opera estrema dell'ultimo grande talento della letteratura americana.
Un libro che ci mette davanti agli occhi il corpo martoriato, eppure incredibilmente normale, della nostra società."
C'è il titolo di un racconto che mi ha particolarmente incuriosita e si chiama "Incarnazioni di bambini bruciati" che, al di là del contenuto che non conosco, mi fa pensare proprio allo stile del suo autore nella scelta delle parole e degli accostamenti.

Parlando di parole e di autori conosciuti, perché non citare l'illustre Manzoni. Chi bazzica da queste parti da un po' sa perfettamente che io e i "Promessi sposi" proprio non andiamo d'accordo. Lucia si fa spostare come un pacco postale, Renzo ha la reattività di un criceto in coma e le descrizioni, rispetto ai contemporanei inglesi di Manzoni, sono terribilmente noiose e barocche. Quindi è facile che io comprenda il vostro stupore quando lo sguardo vi è caduto qua:

"Il mestiere guastato delle lettere", Alessandro Manzoni - Rizzoli

Avete le vostre ragioni, ma io ho le mie. Il sottotitolo recita: "Manzoni contro la letteratura italiana". E qui urge un'annotazione personale:
Tu! Bruto, che avevi in mano questo libro con una ampollosissima introduzione di Giancarlo Vigorelli che, per scelta di vocaboli, fa pensare all'incauto lettore che vi si avvicini che, lo Zingarelli del 1946 di mammà è una buona cosa da tenere accanto a questo libro prima e durante la lettura... Tu infido e marrano lettore che lo hai abbandonato praticamente intonso, fatta eccezione per i cumuli della polvere, al mercatino, perché hai letto solo la citata introduzione e manco tutta... Tu, come mai hai potuto SOTTOLINEARE A PENNA?!? Che ti prenda un crampo alla mano... per il dolore che hai arrecato alla carta e all'inchiostro con i tuoi svolazzi disordinati!
Ok possiamo proseguire, dicevamo che questo libro ha una corposa, decisamente tanto corposa, introduzione di Giancarlo Vigorelli e racchiude testi vari scritti di pugno da Manzoni. Per lo più sono appunti di saggi brevi e lettere in cui discorreva della realtà letteraria italiana. Magari il Manzoni saggista è più simpatico di quello narratore... chissà...

Anche Hemingway l'ho frequentato per un certo periodo, e l'ho anche odiato un po' perché non trovavo un libro che mi conquistasse. Un libro che ho amato alla fine c'è stato ed è "Il vecchio e il mare", degli altri ricordo poco mentre "Fiesta" invece non m'era mai capitato tra le mani. Leggendo Shakespeare and Company, ho scoperto una cosa che non sapevo - veramente ne ho scoperte un po' ma riguardo lui solo questa - ovvero che ha passato un periodo prolungato a Parigi prima della guerra e che era nella "ghenga" (così la chiama la Beach) degli autori e buontemponi della libreria. Era sempre lì accompagnato dal figlio e passava intere mattinate a leggere riviste di letteratura e libri delle più disparate provenienze. Mi ero ripromessa di leggerlo perché dovrebbe essere un romanzo autobiografico. Hemingway arriva a Parigi con una ferita di guerra, come il protagonista di questo libro "un giornalista americano", come anche Hernest era al momento della sua conoscenza con Sylvia. Si parla della vita bohémien Parigina e di un particolare momento in cui, come dice la Beach, andava di moda "andare in vacanza in Spagna" e, per un certo periodo, tutte le arti si dedicarono a sviscerare e a rappresentare la Corrida e le sue implicazioni sociali e i significati reconditi. Poi dicono che leggere è noioso...
Altro libro che conosco, ma solo per il film, e manco tutto perché mi addormento irrimediabilmente a metà, è "La ragazza con l'orecchino di perla" di Tracy Chevalier. È inutile che sbuffiate per la mia malsana abitudine di addormentarmi a metà film, non ci posso fare nulla, se il film è lento io m'addormento. Reggo bene tante cose, ma alcuni film no. Ecco di questo libro ho sentito parlare solo in funzione del film ma l'autrice invece è parecchio apprezzata per la sua produzione, non vorrei sbagliarmi ma forse me ne ha parlato LibrAngolo Acuto - smentiscimi cara, in caso... ho la memoria appannata oggi a causa dell'influenza! -, e quindi mi sono detta che, invece di dormire saporitamente davanti al film e visto che volevo vedere perché la Chevalier è così apprezzata, potevo prendere l'unico libro suo che ho trovato in giro per i mercatini. Siamo a Delft, nel XVII secolo, in una casa sita nel quartiere protestante della città. La storia narra delle vicende di Griet, giovane sedicenne che da un giorno all'altro si ritrova nel quartiere papista al servizio della famiglia del rinomato pittore Vermeer. Doveva andare a pulire, in particolare lo studio del grande pittore, e invece uno spiraglio di luce un giorno le illumina il viso e la sua vita cambia di colpo.

Altri autori che conosco sono Pynchon e la Sebold. Di Thomas Pynchon ho già letto quest'anno "L'incanto del lotto 49" di cui però non troverete la recensione qui perché non so quello che ho letto. Suppongo che sia per la traduzione ma ci sono dei punti in cui le frasi galleggiano e non sembrano aver senso con nulla di ciò che le circonda. Ed è un peccato perché l'inizio mi era proprio piaciuto, lo avevo iniziato due volte e due volte lo avevo abbandonato quando cominciavano a comparire "galleggiamenti" consistenti. Magari se lo rileggo più in là, visto che stavolta almeno l'ho finito, forse un senso lo trovo ma per ora vi dovete rassegnare. Io però non mi sono rassegnata e visto che ho trovato "Entropia" mi sono detta "Beh sono racconti, magari qui la traduzione è stata più semplice!". Quando l'ho comunicato all'amico di Murakami, che mi aveva regalato l'altro libro, al telefono - è di Milano - è calato il silenzio composto. Ora dovete sapere che l'amico di Murakami non l'ho soprannominato così a caso, perchè di tutti i suoi pregi questo è quello che - a volte - apprezzo di meno. Lui è nipponico dentro, ma non solo nell'anima... nel DNA! Non ti dirà mai, con il tipico aplomb inglese che lo contraddistingue "Ma guarda, credo che tu abbia fatto un acquisto incauto!" lui, no, queste cose non le fa! Fa solo scendere un silenzio sentito e composto, l'effetto è quello della neve che ha imbiancato durante la notte il paesaggio e dona a tutto un silenzio irreale, e tu, per capire cosa ciò comporti o almeno fino a che punto, devi insistere per capire che pensa. Ecco l'amico di Murakami ha detto no e io che sono cocciuta come un mulo però la raccolta la leggo e poi sicuramente, perchè lui mi conosce bene, avrà ragione lui.
Se non vado errata il silenzio, nella stessa telefonata, è sceso anche per "Di buona famiglia" di Isabella Bossi Fedrigotti. Pure lui è un lettore sconclusionato non c'è un libro a cui mi avvicini che lui non ha già letto! E' davvero raro sorprenderlo, gli unici che ancora non sono riuscita a convincerlo a leggere sono la Trilogia del silo (Wool). Ma ci riuscirò, li leggerà per sfiancamento, ma li leggerà e mi darà ragione sul fatto che sia una trilogia spettacolare! Il libro della Bossi Fedrigotti è un confronto fra due sorelle che vivono insieme e che si adorano ma che, al contempo si scontrano visto che hanno una natura differente. È un romanzo del 1991 ma che, dalla sinossi, ha un gusto decisamente più retrò mi ricorda il gusto dei romanzi degli anni '50 e '60. Vedremo se mi sbaglio.
L'altro libro Edizioni E/O è "Amabili resti" della Sebold che, incautamente, la prima volta che ero andata al mercatino avevo lasciato là preferendole il secondo libro. Non ricordo chi mi ha detto che forse era il caso di cominciare da "Amabili resti" perché, quello che avevo preso, era una sorta di prosecuzione. L'ho cercato per mari e per monti e non l'ho trovato per un certo periodo e poi a settembre, entrambi i mercatini pullulavano di edizioni più o meno messe bene. La mia è stata letta ma è in condizioni ottimali!

Anche questi due titoli conoscevo "New York" e "Erano solo ragazzi in cammino", il primo lo conoscevo e lo volevo perché è una saga storica che racconta la storia di New York dalla metà del 1600 fino all'undici Settembre. Mi ha sempre bloccata il prezzo che si aggirava sui 20€ mi sembra all'epoca in cui uscì e quindi ho sempre rimandato: ora mi è costata 1,15€, che dite, troppo?:) 
Invece per Eggers, che ho la sensazione di aver già acquistato questo titolo, eppure non trovo il libro la cui copertina mi ricorda questo, il limite che mi ha impedito di leggerlo è che "Eggers è Eggers" o lo ami o lo odi, non ci sono mezze misure. E, in questo caso, avendo letto e gradito qualche racconto sparso nelle pubblicazioni di McSweeney's (è stato il mio primo banco di prova con l'inglese!) vorrei essere nella schiera di quelli che lo amano, quindi qualche remora c'è."Erano solo ragazzi in cammino" è il resoconto della guerra in Sudan e della fuga di un ragazzino da quei luoghi per finire poi in America. Le critiche lo hanno osannato per le vivide immagini che Eggers riesce a rendere al lettore delle emozioni contrastanti e degli incontri fatti dal ragazzo nel lungo viaggio verso la speranza di una vita migliore.

"Il grande inverno"di George R.R. Martin, per pura botta di fortuna perchè non avevamo campo al mercatino, è il numero due della saga de "Il trono di spade" che, come dicevo in qualche diario fa, prima o poi mi deciderò a leggere per capire perché molti lo adorano. Mentre "Della bellezza" di Zadie Smith invece non lo conoscevo. E' la storia di un docente inglese che insegna da anni in America; si è sposato, hanno avuto tre figli, ma lui continua a pensare alle sue origini. Poi un bel giorno il trasferimento che però tira fuori quelle crepe che già c'erano nella sua vita e che non reggeranno l'urto del trasloco e della vita in una cultura completamente differente da quella americana. La Smith ha questo gusto della scelta di trame che sono sempre centrate sui punti di rottura, vedremo com'è in un'adeguata recensione quando l'avrò letto!
"Passaggio in India"di E.M. Forster come anche "La famiglia Winshaw", Jonathan Coe li ho sempre lasciati da parte. Il primo perché ho il terrore dell'effetto "Cent'anni di solitudine" (Simona B.- non io chiaramente - non leggere questo, salta!) ovvero tante e tante descrizioni da farmi morire d'inedia. Intendiamoci, non ho nulla contro le descrizioni, ma quando sono fini a stesse non posso sopportarle: ho amato stare con il sergente italiano sull'altopiano in lunghi silenzi con Flaiano (Tempo di uccidere) ma la descrizione di tre pagine del merletto del pizzo appoggiato sul tavolino davanti al bovindo da cui si vede sul viale d'entrata arrivare una macchina sportiva di D'Annunzio (credo fosse "Il fuoco") mi ha fatto desistere dall'andare oltre! Ma la terra d'India si presta a queste descrizioni, in più questo romanzo è anche storico, va ai tempi del colonialismo quando si fronteggiano due forti culture quella inglese e quella araba. Il precario equilibrio si incrina quando arriva un turista inglese che vuole conoscere la vera India che, per buona pace dell'equilibrio di cui sopra, sarebbe dovuta restar nascosta a tutti.
Per Coe, sono anni che ho un libro in casa che non mi decido a leggere, eppure pare che questo autore piaccia un po' a tutti. Per cui oltre al libro scelto per la challenge ho preso anche questo "La famiglia Winshaw" di cui non mi è capitato di leggere nulla in merito e chissà, forse perchè a me anonimo, sentirò meno lo stress del "mi deve piacere" che forse è il fattore limitante che mi impedisce dall'andar oltre il possedere i libri di Coe.

Passiamo a quelli che non conoscevo ma che voglio conoscere:
"Le voci di Petronilla", l'ho preso per la copertina e poi ho scoperto chi era Petronilla, al secolo Amalia Moretti, femminista convinta che scriveva sulle pagine della "Domenica del corriere" anche con la firma, per i consigli medici, del Dottor Amal. Petronilla dava consigli pratici alle donne che le scrivevano per qualsiasi cosa e fu, al tempo, una figura centrale della cultura italiana insieme a donne come Sibilla D'Eramo... la copertina di questo libro è deliziosa, ma la biografia ivi contenuta si prospetta decisamente interessante.
Poi c'è la triade Guanda di cui, confesso,"Stella del mare" di Joseph O'Connor  l'ho preso solo per la provenienza dell'autore. Lui è uno scrittore irlandese e il suo romanzo è ambientato in Irlanda, almeno in parte, nel 1847 e che mi ricorda decisamente un romanzo della Christie con Poirot protagonista su un treno (sarebbe bello mi ricordassi il titolo... prima o poi mi verrà in mente e ve lo scrivo!). Dal porto parte una nave alla volta dell'America, ci sono un sacco di persone che salgono per partire, umanità varia potremmo dire, ma fra questi c'è anche "qualcuno" che non sale per il viaggio, ma per uccidere. Il thriller si infittisce quando ad un certo punto comincia a farsi chiaro che anche quelli che sembravano interessanti ad arrivare in America hanno qualcosa in comune con questo "qualcuno"...
"Album di famiglia"di  Renate Dorrestein è anche questo un thriller, vi giuro che non è fatto apposta, è invece la storia di Ellen che torna alla casa di famiglia dopo un sofferto divorzio e quando si accorge di essere incinta. Lei era la terza di 5 figli e da quando arrivò Ida, l'ultima figlia, la famiglia non fu più felice. L'album di fotografie mostra il segreto di questa serie di incidenti solo all'occhio che saprà leggere fra le pieghe delle ombre e così certi comportamenti della madre e dei fratelli, certe sciagure finalmente avranno risposta. 
Eh lo so che ve lo state dicendo con il sorrisetto sornione sulla bocca: "Eh sì Simò...prima fai la lunga su Marquez e poi prendi Lucía Etxebarría". Dite che avevo un calo glicemico? Non credo, intanto perché lei è spagnola, e poi perchè la sinossi in seconda di copertina recita: Di tutte le cose visibili e invisibili è l'anatomia di un amore, in tutti i suoi aspetti più intrigati e più subdoli, ma è anche la storia di una personalità femminile fobica. alla ricerca di se stessa. La storia è quella di due giovani madrileni che fanno lavori di successo che si incontrano in un evento importante, si piacciono e e alla fine si mettono insieme. Va tutto bene fino a che qualcosa si incrina, cambiano i loro atteggiamenti nel confronti del partner e cominciano ad affiorare le parti più nascoste di loro, fatte di rapporti cattivi o irrisolti con amici e familiari. Il libro segue questa rivelazione passo passo.

"L'inverno che Helen O'Mara smise di sognare", Lisa Moore, questa è una bella storia. Helen O'Mara ha smesso di sognare quando il marito e altre 83 persone sono rimaste uccise nell'affondamento della piattaforma petrolifera dove lavoravano. Helen Ha 3 figli più uno in arrivo e nonostante la sua vita si sia fermata lì, quando Cal è morto, manda avanti la sua famiglia, ricorda i momenti felici ma non sogna più. Questo brutto incantesimo si spezza quando uno dei suoi figli la chiama per dirle che lui e la moglie aspettano un figlio; Helen esce dal suo torpore e si riapre finalmente alla vita.
"Le ore"di Michael Cunningham che unisce tre vite diversissime ad un unico romanzo "La Signora Dalloway" Da un lato Virginia Wolf e il suo demone della scrittura, dall'altro Clarissa Vaughan, editor newyorkese che vedrà morire il suo unico amore per Aids e dall'altro ancora Laura Brown anonima casalinga di provincia bella e inquieta con una gran voglia da fuggire dal suo mondo grigio. per scoprire come possa un romanzo legarle, bisogna leggerlo e siccome io sono curiosa come una gallina, l'ho preso... appena lo saprò, probabilmente non ve lo dirò ma saprete che io so!
Per Il libro di Aldo Busi, mi piange il cuore, ma aderendo alla campagna del blogger etico devo citarlo così.

Passiamo ai sei libri ordinati sul finire di agosto ma arrivati a settembre inoltrato:

il primo è colpa di LibrAngolo Acuto come si dice a Roma "mi ha fatto una capa tanta", e i dialoghi, e le caratterizzazioni dei personaggi e lo devi leggere, bellissimo. Alla fine ho trovato lo sconto e l'ho fatto mio. "Revolutionary Road" di Richard Yates è la storia di una coppia della middle class americana dei sobborghi benestanti di New York e della loro vita  che scorre sempre uguale fra il pendolarismo per lavoro, i ritrovi con gli amici e le attività di quartiere. Loro si sentono fatti per altro e, in fondo, non tutto è perfetto come sembra e, a un certo punto, tutto esplode irreparabilmente.
Se non erro, anche per questi due titoli è calato un silenzio sentito e composto, ma potrei sbagliarmi, ma comunque qualcuno ha ipotizzato che non siano così interessanti come pensavo sia"Ritratto di famiglia con superpoteri"di Steven Amsterdam che "Vite pericolose di bravi ragazzi"di Chris Fuhrman. Non rimane che da leggerli e scoprilo.
Ritratto di famiglia con superpoteri è la storia di una famiglia che ha appunto dei superpoteri ed è una metafora della vita a quanto sembra dalla sinossi. Da un lato ci sono le prove che i giovani fanno, in  questo caso per acquisire nuovi superpoteri, ovvero certezze e dall'altro la difficoltà degli adulti, che pensavano di averle, e che non riescono a gestire la quotidianità. Mentre per Vite pericolose di bravi ragazzi si parla di quattro ragazzini che frequentano una scuola cattolica dove viene scoperto, dal preside, un loro fumetto pornografico. Per evitare la bocciatura i quattro ragazzini studiano un ingegnoso piano che però si rivelerà più pericoloso di quanto si aspettavano.
I titoli ISBN sono al limite della regola del Blogger Etico. La casa editrice non pagava le maestranze e poi è fallita finendo in tribunale. Sono citati in quanto ISBN ha chiuso e non esiste più e questi sono resti di magazzino fuori catalogo. 

"La donna pomodoro" di Angela Carter è una raccolta di saggi che riflette sui desideri che caratterizzano il nostro tempo: gola, lussuria e passione. Mi ricordava "Il professore di desiderio" e l'ho preso, mentre  "Amare stanca"di Philippe Fusaro è un romanzo, un po' giallo, che dura un'estate. Hotel Tangeri, molto conosciuto, 1900, estate. Da un lato una spia e dall'altro un agente segreto, poi uno scrittore alcolizzato e infine un'attrice italiana molto apprezzata. Un gruppo di forze che si contrastano e che finiranno con il finire dell'estate? Non lo so, ma sicuramente lo leggerò d'inverno! (bella battuta eh?)
Oh e qui mi sono data la zappa sui piedi da sola perché anche questo era in offertissima-che-non-puoi-dire-di-no e io pensavo che fosse il secondo della trilogia  di "Guida Galattica per autostoppisti" e invece no!  "Addio, e grazie per tutto il pesce" di Douglas Adams è il terzo volume e io, astuta volpe, mi dovrò cercare il secondo e intanto leggere il primo. Uffa.

Ci sono due regali per uno dei miei fratelli, Stefano, che il 22 di Settembre compie gli anni e visto che Foschi gli è piaciuto, i regali fanno parte del mio astuto piano che si chiama "non c'è solo Camilleri a questo mondo che sa scrivere gialli, ci sono anche di più bravi!", ho regalato gli ultimi due libri editi da E/O. Sono "Il killer delle maratone" e la raccolta di racconti di vari autori uscita quest'estate "Giochi di ruolo al Maracanà. Nove racconti sul lato oscuro delle Olimpiadi". Il Foschi ci sa fare e tutti questi regali volgono a mio favore, perché li devo leggere anche io e quindi so già a chi chiederli! Ma zitti! Non dite nulla! Nel frattempo per Natale mi devo attrezzare a presentargli un nuovo autore, preferirei fosse E/O e sono ancora indecisa... Ma lo troverò statene certi!

E ora andiamo veloci... che voi sarete provati ma mai quanto me, che sono sei ore che sono qui a scrivere questo post. e che ogni ora che passa mi dico "Prossimo mese mai più!!!" e invece peggioro sensibilmente! Tra i libri letti c'è il MAGNIFICO "Un altro da uccidere"di Federico Axat pubblicato da Longanesi Editore l'8 settembre scorso. Bello, ma che dico bello, deppiù! Scorre che è un piacere, bella trama e bell'intrigo, fino all'ultimo non riuscivo a capire quello che era vero e quello che invece suggeriva la verità. L'ho finito in due giorni e mi è anche dispiaciuto chiuderlo. A testimonianza che i libri belli ti aspettano dove meno te li aspetti, questo in particolare, l'ho scoperto con un'anteprima de "Il libraio" e nemmeno finita l'anteprima avevo comprato l'ebook. Ha quella classica introduzione al thriller da acchiappo che tu non puoi chiuderlo al primo capitolo, ma ti spinge a cercare di capire che sta succedendo. Una storia anche abbastanza semplice, quando la vedi a libro finito, ma intessuta con una genialità e un'eleganza che non vedevo da tempo. Ecco se vi volete svagare, questo è il libro che fa per voi, meglio di un film!
"America"di Charles Dickens l'ho finito il primo Ottobre ma, visto che so come andrà a finire il prossimo diario per le letture della challenge, ne parliamo qui. Anche questo un libro magnifico, divertente, interessante con tratti lenti e altri con un ritmo coinvolgente. È un Dickens che difficilmente conosceremmo dai suoi romanzi, quello che viaggia. Anche quando il suo interesse va a frugare nel mondo delle carceri, per lui argomento molto sentito fin dalla tenera età quando ci finì il padre, Dickens riesce ad essere interessante e mai retorico, e ha sempre con se quella punta di ironia che rende il resoconto accattivante e divertente. È un libro godibilissimo che consiglio a tutti e soprattutto a quelli che annientati dalle milioni di divagazioni dickensiane hanno smesso prematuramente di leggerlo. Vi assicuro che mi darete ragione!

E ce l'abbiamo fatta!! Siamo arrivati alla fine e io, nonostante influenza e febbre sono ancora viva! Ultima cosa e poi vi saluto, è in corso un'iniziativa che coinvolge anche me: si chiama #BookBloggersBlabblering che vede undici blogger, tra cui la sottoscritta, insieme per una serie di progetti comuni, primo fra tutti una serie di interviste per farci conoscere. Se volete seguire l'iniziativa potete iscrivervi alla pagina eventi inaugurata per l'occasione :


O anche cercarci sui social con l'ht:#BookBloggersBlabblering o #BBB. E guardate che bello il banner (io sono quella con il libro nero!)

Immagine di Claudia Maltese

Altra notizia sempre a Settembre è nata Radio Social Web, non cominciamo con le versioni meno signorili di "sti cavoli", ve la segnalo perché all'interno del palinsesto ci sono le puntate riguardo i libri condotte da Elvio Calderoni. Quindi iscrivetevi alla loro pagina fan per essere aggiornati: Radio Social Web

Mi raccomando avete un mese per leggere tutto quanto ho scritto sin qua, molto più tempo di quanto ne abbia avuto io per scriverlo, mi piace scrivere con l'ansia probabilmente.
Noi ci rileggiamo domani con la seconda e ultima parte di CandyMan de #Regalamiunracconto scritta da Vincenzo Zonno! La prima la trovate qui CandyMan- parte prima

E qui vi saluto!
Buone letture,
Simona Scravaglieri
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