mercoledì 9 dicembre 2015

[Dal libro che sto leggendo] Che libro mi metto oggi?


Fonte: LettureSconclusionate


Avevo bisogno di un libro così! Non è leggero, è divertente. Con la scusa dell'abbinamento libro-capo di abbigliamento si scoprono anche libri che non si è letto o di cui non si sospetta l'esistenza. Presentati in questa maniera fashion e divertita non ci si annoia di certo. L'unico neo è che, come ti metti a leggere, qualcuno ti interrompe attirato dalla copertina!

Non voglio aggiungere di più e lasciarvi sbirciare in modo che possiate decidere in fretta di averlo perché è sicuramente "cool".
Nel frattempo mi preparo a vivere l'ultima giornata di fiera nella speranza di sopravvivere pure a questa esperienza che quest'anno è molto interessante!
Buone letture, 
Simona Scravaglieri
Il classico o l'evergreen 

L'eleganza dell'abito nero e Colazione da Tiffany
Incantevole Holly Golightly, creatura nata dalla penna di Truman Capote nel '58. In una New York che non dorme mai, questa attrice mancata, party girl attorno alla quale vorticano improbabili e divertenti personaggi, fa valere personalità ed eleganza. Holly è una ragazza ingenua, un po' svampita, generosa con tutti e alla ricerca spasmodica di un marito con un notevole conto in banca. Dà retta a tutti, compreso il carcerato di Sing Sing Sally Tomato, al quale fa visita ogni settimana per avere le previsioni del tempo, versione orale del pizzino (l'avevo detto che era svampita), perde sempre le chiavi di casa e così suona insistentemente ai vicini, si mette spesso nei guai, ma sembra non curarsene un Granché. La voce che racconta di questa fanciulla, con un passato poco felice e un fratello di nome Fred che non vede da troppo tempo, è quella del vicino di casa, uno scrittore che sin dalle prime pagine, quelle che lui stesso tenta di scrivere e quelle che Capote, nota immediatamente il fascino d Holly e la sua eleganza.Se siete amanti della semplicità come Holly, non certo intesa come sciatteria, questo libro è un suggerimento perfetto per il vostro guardaroba. Cosa meglio del classico tubino nero, da mettere in ogni occasione (magari due così non vi incasinate la vita con la lavanderia) giocando semplicemente con gli accessori per apparire sempre con un look diverso? 
Era una sera calda, lei indossava un abito nero, aderente e fresco, portava i sandali neri e una collana di perle. Nonostante la sua elegante snellezza, aveva l'aria sana di chi vive di latte e burro e si lava con l'acqua e il sapone. [...] Un paio di occhiali neri le cancellava gli occhi. 
Capito? Abito nero, perle e sandali. E per concludere un bel paio di occhiali neri, perché Holly è elegante e raffinata ma non rinuncia alle serate mondane e a far tardi. Non è che se siete affezionate all'abito elegante siete noiose! E ancora: 
Portava sempre gli occhiali neri, era sempre in perfetto ordine, c'era un innato buon gusto nella semplicità dei suoi abiti, neri grigi, negli azzurri, nell'opacità dei tessuti che la faceva brillare di luce propria. 
Unico neo, ma questo secondo me, è l'idea che Holly ha dei diamanti:
- È come da Tiffany - disse, - Non è che me ne fregi niente dei gioielli. I brillanto, sì. Ma è cafone portare i brillanti prima dei quaranta, ed è anche pericoloso. Stanno bene addosso alle vecchie, i brillanti. Maria Ouspenkaya. Rughe e ossa, capelli bianchi e brillanti: non vedo l'ora. Ma non è per questo che vado pazza per Tiffany,Sapete quei giorni quando vi prendono le paturnie? 
Come a dire dopo i quaranta si è vecchie. Vecchie? Per fortuna i tempi sono cambiati e i quaranta sono i nuovi trenta. Personalmente poi metterei i diamanti anche per fare la spesa ma una cosa è rimasta uguale: Holly era una squattrinata e andava da Tiffany per ammirare i gioielli. Oggi che siamo tutte più fresche e giovani più a lungo (ben oltre i quaranta) i soldi di norma mancano comunque e andiamo da Tiffany sulla Fifth Avenue di New York per comprare il bracciale d'argento con tanto di ciondolo a cuoricino, giusto per far vedere che ci siamo state. Ma vuoi mettere come sta bene con l'abitino nero, elegante e fresco?
Fonte: Che libro mi metto oggi?
Foto: LettureSconclusionate


Questo pezzo è tratto da:


Che libro mi metto oggi?
Marta Elena Casanova
Editrice Bibliografica, ed. 2014
Collana "I libri di Wuz"
Prezzo 9,90€

domenica 6 dicembre 2015

L'ha detto... Indira Gandhi

Fonte: Aforisticamente


Solamente chi è forte è capace di perdonare. Il debole non sa ne perdonare ne punire.

Indira Gandhi

venerdì 4 dicembre 2015

"Nord e sud", Elisabeth Gaskell - Il tempo e il gusto e forse il pretesto...


Fonte: The Atlasphere

Ho iniziato questo libro con la chiara intenzione di finirlo in un fine settimana. In parte perché la scorsa settimana, per diversa allocazione della sede di lavoro, ci avevo messo una vita ad andare e tornare dall'ufficio - quindi alla sera ero veramente distrutta! - in parte perché era da parecchio che non mi concedevo questo lusso. Per circa due giorni, fra giochi con i gatti, i pranzi, tazze di tè, caffè e chi più ne ha più ne metta, mi sono calata nella vita di un altro secolo e mi sono concessa il lusso di lasciarmi trasportare dalla storia raccontata senza orari e né impegni. È sempre una bella esperienza e in particolare in casi come questi, ovvero quando il tipo di scrittura e di costruzione della storia è dettato dalle mode dell'epoca. Se vi è capitato di leggere "Ritratto di signora" di Henry James, riconoscerete subito che è un romanzo concepito con il gusto della seconda metà dell'ottocento. Questo rientra per poco nella categoria, visto che è stato pubblicato nel 1855, ma è decisamente rappresentativo.

Margaret è prossima a rientrare a Helstone, dove abitano suo padre che è il canonico del paese, e la madre. Da quando aveva otto anni la madre l'ha spedita a Londra perché avesse l'opportunità di affinare le qualità che si addicono ad una signora e quindi è stata mandata a vivere a casa della zia Shaw con sua cugina Edith. Le due cugine non si assomigliano affatto, Edith bionda e Margaret mora, la prima è viziata  e abituata ad essere trattata come una regina, è civettuola e superficiale mentre la seconda vive di riflesso come una dama di compagnia, preferisce il silenzio e l'osservazione e rifugge dalle occasioni mondane. Quando fa rientro a casa Margaret ha diciotto anni e, nel giro di un anno, la sua vita prende una strada del tutto inaspettata: tutta la famiglia si trasferisce a Milton a seguito della decisione di suo padre di abbandonare la Chiesa per i cambiamenti previsti dal nuovo vescovo. Milton non è quel luogo bucolico che Margaret si aspetta, qui le buone maniere vengono messe da parte in funzione della produzione e il luogo ha regole che lei non conosce e nemmeno capisce. A far da rappresentante della categoria degli industriali c'è un certo mister Torthon che è uno degli allievi del padre di Margaret che, nella nuova città, ha deciso di fare il precettore, dall'altro lato ci sono gli Higghins, famiglia operaia e impegnata nel sindacato dei lavoratori, e la nostra "eroina" ha una gran difficoltà a ricollocare queste nuove classi con evidenti e marcate divergenze nel panorama sicuro e rassicurante di una vita vissuta nel profondo rispetto della religione.

Questa, in sostanza, è la storia iniziale da cui ho tolto qualche sfumatura giusto per lasciare un po' di suspance - la sentite la suspance vero? - e devo ammettere che sulla carta non è affatto malvagia. Il problema è la profondità della visione dell'autrice su alcuni concetti. Paolachequandomettesuilblognonèmaitroppotardi mi ha fatto notare che in una delle recensioni di Goodreads si legge:
E l'Orgoglio e pregiudizio per i socialisti.
Ecco, sembrerebbe, ma non è proprio così. Nella necessità di rappresentare un mondo in profonda mutazione che vede contrapposti il "Nord" operoso e che premia l'iniziativa del singolo e il "Sud" dove, la differenza di classe, è dettata dall'appartenenza, o no, all'alta borghesia o alla nobiltà, l'autrice per Milton si dilunga in lunghe discussioni su il punto di vista del padrone e su quello dell'operaio. Nord e Sud già senza tutto ciò avrebbero una grande differenza, il sud è ozioso e concentrato sull'effimera estetica, il nord invece è incapace di stare fermo e deve sempre superare anche se stesso. Ma questa differenza di rimando non basta alla Gaskell che prova a scendere ancora più nel particolare anche se rimane sempre in superficie. 

Così quando il problema è capire quale sia la partecipazione del padrone alla vita dei suoi operai, ci si sente dire da Torthon giustamente che il rapporto padrone-operaio è limitato all'orario in cui quest'ultimo lavora per il padrone, mentre l'operaio per tutta risposta dice che il padrone, profittatore e arraffone, riduce gli stipendi perché vuole continuare a guadagnare di più sull'operaio e che quindi necessita uno sciopero.

Se questo paragrafo vi significa poco all'apparenza, sappiate che è l'esempio di come l'autrice approccia all'argomento socio-economico-politico dell'epoca! Eppure ad un certo punto, vi assicuro, ci sono pagine e pagine di queste declinazioni, ora dedicate alle visioni dei padrona e ora degli operai che però non si trovano mai a confronto e quindi più che un dialogo rappresentativo a distanza, con unici mezzi Margaret e suo padre che si muovo trasversalmente nelle due classi, viene fuori un "dialogo fa sordi" che poi declina in scelte e azioni di cui si intuisce solo la motivazione perché non solo non è spiegata ma nemmeno evidentemente correlata. I ricchi rimangono comunque ininfluenti e molto poco interessanti, tranne Torthon, la cugina e la zia comparse di cattivo gusto che ricordano una versione moderna e affettata della matrigna e di una delle sorellastre di Cenerentola e abbiamo qualche descrizione famigliare che ricorda quella famosa scena della Alcott con tutte le "Piccole donne" sedute vicino alla madre che legge la lettera del padre dal fronte.
Certo, Margaret è più grande, ma purtroppo dato il suo mutismo incipiente per buona parte del libro - che si nutre in gran parte dei suoi pensieri - e le sue uscite ben poco signorili e tolleranti se non con chi giudica essere inferiore e bisognoso, non è che aggiunga altri spunti di riflessione. Come avviene per Isabel Archer, la donna che ne viene fuori è una vera e propria "donna da salotto" talmente abituata a discorsi, appunto, da salotto da non riuscire a declinare gli spunti che vengano da una realtà cui non è abituata.

Pertanto la figura dell'eroina, come avviene per quella di Henry James, si perde in decisioni che asservono più la lunghezza della trama che la reale profilazione di un tipo di donna che sia interessante al punto tale che divenga un modello cui ispirarsi. L'effetto invece è quello contrario e destabilizzante, di una donna che appartiene al suo mondo e che non riesce ad andare oltre e il cui comportamento rimane superato. Sinceramente il dislivello rappresentato dalla presenza della, chiamiamola, riflessione sociale rispetto alla storia d'amore, fa presagire che ci sia una metafora in tutto questo, che per quanto mi riguarda non esiste o non è affatto evidente. Mentre, in Orgoglio e pregiudizio, è presente e anche ingombrante per essere da insegnamento alle generazioni future. Quindi va presa come una sola storia d'amore che riporta al suo interno "sprazzi di vita sociale" al pari di una cronaca. 

Nonostante la Gaskell arrivi tardi alla scrittura e la Austen alla pubblicazione, la differenza è evidente. La Austen è attenta alla sintesi che evidenzia la metafora e se, per questioni di storia e di sottolineatura di qualche caricatura in particolare, deve sottostare alla regola del pettegolezzo lo fa sempre in maniera concisa e diretta. la scrittura è fresca e scorrevole e mai contorta, il romanzo deve essere appetibile a tutte, perché ogni donna sappia che dalla propria vita dovrebbe pretendere di più. La Gaskell per tutta risposta si adegua ad uno stile che raggiungerà a sua massima espressione con Henry James, frasi lunghe con miriadi di giri di parole, discorsi importanti inseriti in parti di testo senza una specifica ragione giusto per sottolineare la cultura o la visione di questo o quel personaggio e un'organizzazione della storia all'apparenza pretestuosa e con scelte quantomai singolari e discutibili.

Bella storia insomma, ma nulla di più. Non l'ho odiato, ma non non mi ha dato nulla di più. Diciamo che lo reputo come pura narrativa di intrattenimento né più e ne meno. Ho un altro libro della stessa autrice e confido che le mie perplessità rimangano solo su questo lavoro. Magari nel prossimo mi stupirà. E' comunque una lettura piacevole e se uno non va poi così per il sottile scorre anche velocemente.
Buone letture e buona fiera del libro che incomincia oggi, quattro Dicembre a Roma!
Ci leggeremo per gli aggiornamenti, 
Simona Scravaglieri


Nord e Sud
Elisabeth Gaskell
Jo March Edizioni, Ed. 2011
Traduzione di Laura Pecoraro
Collana "Atlantide"
Prezzo 15,00€

Fonte: Letture Sconclusionate

mercoledì 2 dicembre 2015

[Dal libro che sto leggendo] Nord e sud


Fonte: An Helstone girl expectations



Oh, siamo davanti alla mia "punizione". Visto che sono il peggior capo di me stessa mi sono auto-multata per non aver scritto il post di venerdì; quindi we senza grandi distrazioni, nemmeno uscite, e libro da iniziare e finire nel fine settimana. E visto che sono un'incosciente ho scelto a caso e indovinate un po' che è saltato fuori? Questo libro della Gaskell scritto fitto fitto in 555 pagine introduzione compresa! Non mi è andata male, parliamo di un romanzo che uscì nel 1855 e che scorre, non tutto, ma quasi.

Margaret Hale, che a me ricorda tanto tanto Isabel Archer di "Ritratto di signora" di Henry James, è una giovane diciottenne che si appresta a vedere il matrimonio della cugina e a partire per fare ritorno a casa, a Helstone nello Hampshire, dopo esserne stata lontana per circa dieci anni perché avesse un'educazione come si conviene ad una signora. Nonostante la zia Shaw sia ricca, la sorella e madre di Margaret si è sposata per amore con un curato di campagna senza grandi velleità e che non ha mai fatto carriera. Margaret torna a casa e dopo qualche tempo viene a scoprire che ciò che tormenta il padre è una crisi profonda legata alle nuove disposizioni del vescovo che  lo inducono a rinunciare al suo ruolo nella chiesa e a scegliere una strada diversa ad una età avanzata, 53 anni, andando con tutta la famiglia a Milton, città industriale con poco verde e tanto fumo e sporco, a fare da precettore a ricchi industriali adulti che hanno smesso presto la scuola per lavorare e che ora vorrebbero farsi una cultura da sfoggiare nei salotti.

Non so ancora bene che cosa penso di questo libro e mi riservo di pensarci ancora un po' su, ma nel frattempo vi lascio qualche riga per sbirciare dentro il libro precisando che, ho visto lo sceneggiato che si ispira a questo libro e che quest'ultimo ha poco a che vedere con la consequenzialità studiata dall'autrice. Quindi qualora ve lo steste chiedendo, avere visto il telefilm, non è la stessa cosa dell'aver letto il testo in questione.
Buone letture,
Simona Scravaglieri




"IN FRETTA ALLE NOZZE"

«Edith!» disse Margaret con dolcezza «Edith!».Ma, come Margaret un po' sospettava, Edith si era addormentata. Giaceva raggomitolata sul divano nel salotto in Harley Street, molto graziosa in mussolina bianca e nastri blu. Se mai Titania avesse indossato una mussolina banca con i nastri blu, e si fosse addormentata su un divano di damasco rosso in un salottino, Edith sarebbe stata scambiata per lei. Margaret fu di nuovo colpita dalla bellezza della cugina. Erano cresciute insieme sin da bambine e da sempre tutti, tranne lei, avevano rimarcato la bellezza di Edith; eppure Margaret non ci aveva mai pensato che fino a pochi giorni prima, quando la prospettiva di perdere di lì a poco la sua compagna sembrava enfatizzarne ogni dolce qualità e tutto il fascino. Avevano parlato di abiti da sposa e cerimonie nuziali; del capitano Lennox e di quello che lui aveva detto ad Edith sulla loro vita futura a Corfù, dove era di stanza il suo reggimento; della difficoltà di mantenere un pianoforte ben accordato - una delle grosse difficoltà che potevano capitarle nella vita matrimoniale, pensava Edith - e anche di quali abiti le sarebbero serviti per il viaggio in Scozia subito dopo le nozze; ma il suo bisbiglio si era fatto via via più assonnato e Margaret, dopo una pausa di pochi minuti, si accorse, come aveva immaginato, che nonostante il chicchiericcio nella stanza accanto Edith si era raggomitolata in una soffice palla di mussolina, nastri e riccioli di seta, ed era sprofondata nel piacevole sonnellino che segue la cena. Margaret era stata sul punto di raccontare alla cugina  le fantasticherie e i progetti che nutriva per la sua vita futura nella canonica di campagna., dove vivevano suo padre e sua madre, e dove aveva sempre trascorso delle gioiose vacanze  estive, benché negli ultimi dieci anni la sua casa fosse stata quella di sua zia Shaw. Tuttavia, non essendoci nessuno ad ascoltarla, fu costretta a rimuginare in silenzio  sui cambiamenti della propria vita come aveva fatto altre volte. Era una riflessione serena, seppur tinta di malinconia per la separazione dalla premurosa  zia e dalla cara  cugina per chissà quanto tempo- Mentre pensava al piacevole  e importante ruolo di figlia unica nella canonica di Helstone, le giunsero all'orecchio stralci di conversazione provenienti dalla stanza accanto. Zia Shaw stava chiacchierando con le cinque o sei signore ospiti a cena, i cui mariti erano rimasti in sala da pranzo. Erano conoscenze di famiglia: vicini di casa che la signora Shaw definiva 'amici', poiché le capitava di cenare con loro più spesso che con altri, e né lei e né Edith si facevano scrupoli a passare da casa loro prima di mezzogiorno in caso di bisogno e viceversa. Queste signore e i rispettivi mariti erano stati invitati, in qualità di 'amici', a una cena d'addio in onore di Edith, che era in procinto di sposarsi. Edith non aveva gradito molto la cosa, dato che il capitano Lennox sarebbe arrivato col treno in tarda serata; tuttavia, sebbene fosse una bambina viziata, era troppo incurante e pigra per avere una sua forza di volontà e, una volta scoperto che la madre aveva già ordinato tutte quelle squisitezza di stagione che solitamente si ritengono efficaci contro l'immenso dolore delle cene d'addio, si era rassegnata. Si era  accontentata di starsene comodamente seduta sulla sua sedia giocherellando con il cibo nel piatto, con aria seria e assorta; nel frattempo tutti intorno a lei si divertivano alle battute del signor Grey, che alle cene della signora Shaw sedeva sempre in fondo  al tavolo, e pregavano Edith di suonare qualcosa per loro in salotto. Il signor Grey era stato particolarmente gradevole durante la cena e gli uomini si erano trattenuti al piano di sotto più a lungo del solito. E bene avevano fatto, a giudicare dai frammenti di conversazione che Margaret udì per caso.

Questo pezzo è tratto da:

Nord e Sud
Elisabeth Gaskell
Jo March Edizioni, Ed. 2011
Traduzione di Laura Pecoraro
Collana "Atlantide"
Prezzo 15,00€ 

domenica 29 novembre 2015

L'ha detto... Gotthold Ephraim Lessing


Foto di Maria Grazia Lai 
Fonte: Finanza Online

L'attesa del piacere è essa stessa il piacere. 
Gotthold Ephraim Lessing


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