mercoledì 30 aprile 2014

[Dal libro che sto leggendo] Quando i libri vanno in rete

Fonte: Pinterest


Sono stata un po' cattiva questa volta, lo ammetto! Ma lo faccio per chi si accosterà a questo bel saggio di Claudia Consoli, perché, il proseguio  di questa introduzione, è bello quanto l'inizio. Poi il saggio veste i panni del manuale per la comprensione delle dinamiche del web. Oramai siamo iscritti a social per qualsiasi cosa, i food-social, craft-social, quelli delle immagini come Pinterest, quelli dei blog "veloci" come Tumblr (che non so pronunciate e chiamo semplicemente "Iddu"!), poi Twitter, Facebook, Goodreads, Anobii e chi più ne ha più ne metta. Ma qual'è il reale destino delle idee che si celano dietro un libro, un messaggio scritto o una recensione al giorno d'oggi?

Per evitare la dispersione delle idee nel mondo della rete bisogna avere le idee chiare, obiettivi precisi e imporsi una disciplina. Non si può prescindere dall'immagine sociale che diamo e, come diceva la Sgarzi, in un suo saggio su Twitter anche "fare un retweet" una cosa che non si è letta equivale a mettere la firma in bianco di approvazione su qualcosa che non sappiamo che impatti potrà avere sulla percezione che gli altri hanno di noi e del nostro lavoro. Imparare ad usare i mezzi che si hanno a disposizione quindi è indispensabile!

Una cosa a favore di Claudia, è un libro che sto leggendo ora e non posso darvi un giudizio definitivo, è che per la prima volta si affronta un tema spinoso come quello del lit.blogger con intelligenza sociale. Il blogger che parla di libri non ha l'obiettivo delle vendite ma quello della condivisione delle idee e della generazione di confronti che arricchiscono sempre tutti.

Lo trovo interessante e lo segnalo ai blogger, editor, scrittori e lettori che passeranno di qui. Sarò sicuramente più puntuale nella recensione, come al mio solito.
Buone letture,
Simona Scravaglieri
C'era un tempo in cui le idee, nate nelle menti degli scrittori, vivevano sotto forma di fogli sparsi e sporchi d'inchiostro sulle loro scrivanie. Per mesi - a volte anni - attendevano immobili il giorno in cui finalmente sarebbero arrivate nelle mani di uno stampatore o di un editore che pazientemente avrebbe letto, corretto e sistemato.
Trasformate in segni tipografici e per sempre fissate su carta, le idee erano pronte a circolare; sapevano che il viaggio sarebbe stato lungo e imprevedibile e che avrebbe potuto condurle anche nell'angolo più remoto del mondo. Ma un'avventura più grande le aspettava: entrare nell'animo e nell'intelletto dei lettori più diversi sotto forma di libri. Appoggiati su un tavolo o adagiati su un morbido divano, sfogliati svogliatamente o ricoperti di note appassionate, regalati, prestati (o anche rubati!), trasportati dentro borse e cartelle stracolme o portati con cura sottobraccio, letti sotto le coperte alla luce fioca di una lampada da notte o nel caos diurno di una via cittadina... la loro vita insieme al lettore era oramai cominciata.
È arrivato, in seguito, un tempo in cui le idee vivono sotto forma di caratteri sulla pagina bianca di un programma di video scrittura. La loro esistenza si è fatta più frenetica: copiate, incollate, spostate, continuamente cancellate o modificate nel corpo, nel colore e nello stile... per le povere idee ogni giorno è una prova stressante, nella speranza che lo scrittore o l'editor non premano il tasto CANC. Una volta superato tutto questo, alcune idee vengono fissate su carta con inchiostro tradizionale, ad altre è destinato l'inchiostro elettronico. Nascerà comunque un libro. sembrerebbe finita qui, ma la parte più ardua del loro percorso deve ancora iniziare: devono andare in rete. 

Questo pezzo è tratto da:

Quando i libri vanno in rete
Claudia Consoli
Bibliografica Editrice, Ed. 2014
Collana "I libri di Wuz" 
Prezzo 9,90€

domenica 27 aprile 2014

L'ha detto... William Shakespeare

Fonte: Pinterest



Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni. 

 William Shakespeare


venerdì 25 aprile 2014

"Country Girl", Edna O'Brien - Ricordi di esiliati...

Fonte: Il Cortile dei lettori esiliati


E dire che nemmeno lei pensava che avrebbe mai scritto un'autobiografia! E, invece, questo libro dimostra quanto, a volte, una biografia può rendere, al lettore, il quadro di una vita che può, in tutto e per tutto, assomigliare ad un romanzo. Prima di tutto chi è Edna O'Brien? Non c'è da vergognarsi se non lo sapete - nemmeno io lo sapevo e ammetto la mia ignoranza! - è una scrittrice irlandese nata nel 1930 a Tuamgraney. Oltre ad essere vissuta per parecchio tempo in provincia, essere stata successivamente in un convento-collegio quando, alla maggiore età, arriva a Dublino si ritrova nello stesso mondo chiuso nel quale aveva vissuto, e dal quale aveva sperato di uscire, in precedenza le cui regole di vita, dei rapporti e delle convenzioni non appartengono alle usanze irlandesi ma erano dettate dalla dottrina cristiana imposta dalla Chiesa di Roma. E' in questo mondo ortodosso che, dopo alterne vicende che la vedranno sposarsi con uno scrittore che la cui carriera si è fermata, concepisce il suo primo romanzo "The Country Girls" che scrive a Londra, lontano da casa, nel 1960 e che le farà guadagnare la fama internazionale ma anche critiche e accuse feroci dalla sua sterra natia.

Come avviene per molte autobiografie similari di personaggi che, ufficialmente o ufficiosamente, vengono o si sentono esiliati Edna O'Brien - nel suo caso non c'è una vera e propria condanna all'esilio ma le lettere ingiuriose e la condanna pubblica la fa sentire come tale - ripercorre due tratti della sua vita che hanno in comune solo il punto di rottura. Questa "frattura" avviene in due momenti specifici della sua vita che la costringono senza casa, senza soldi, senza famiglia a ricominciare dall'inizio a ricostruire il suo mondo. Da una parte c'è la rottura con la famiglia che non vuole che lei sposi uno scrittore ricco ma già sposato, che per la convenzione cristiana non potrà mai essere considerato come divorziato, e dall'altra c'è la separazione il divorzio da quest'ultimo e la battaglia combattuta a suon di carte e accuse per riottenere la custodia dei figli. 

"The Country Girls" è il mezzo per farsi conoscere e per crearsi la propria identità all'interno del panorama culturale a cui vuole appartenere per indole ed è lo stesso mezzo che le procura le condanne da parte della sua patria che vede in questo lavoro solo un testo che mira ad offendere gli usi e costumi convenzionalmente accettati dagli irlandesi in deroga a quelli che sono i precetti papali seguiti pedissequamente. La sofferenza e il disallineamento di ogni certezza possono creare e distruggere ogni personalità e in questo caso la O'Brien guarda alla sua vita successiva con un misto di orgoglio e di stupore. Nella sua carriera ha incontrato molti personaggi famosi, ha avuto come confidenti scrittori affermati ed è stata amica di personaggi influenti ma questo non ha lenito la sofferenza del rifiuto. In più, nonostante, la legge divina irlandese l'ha condannata, il credo che l'ha rifiutata è quello che l'accompagna nei momenti più bui sia della sua vita che nella sofferenza per gli sconvolgimenti che anni addietro hanno portato alla luce le magagne del clero come, per esempio, i casi di pedofilia.
Non c'è condanna nelle sue parole, c'è solo un'amarezza, un misto di pietas cristiana e constatazione che chi ha puntato il dito non è poi così diverso da lei, per una terra che è sempre stata percorsa da eccessi di credo e di rifiuto, dove la religione era una divisione e non un modo di unire e dove, oltretutto la guerra combattuta era solo fra irlandesi. E, anche in questo caso, la O'Brien rende al lettore la contrapposizione fra la sua vita da esiliata e quella sconvolgente di Dublino e di tutta l'Irlanda.   

Scrivere questo percorso è un po' come fare i conti con se stessi c'è chi lo fa come elaborazione di un lutto personale (come Salamov nei suoi racconti di prigionia) c'è chi lo fa per comprendersi e capire il suo rapporto con il passato (come fa Christa Wolf ne "La città degli angeli") e poi c'è Edna che invece utilizza il suo elenco di cose fatte e persone conosciute  come un modo per riordinare i ricordi, per ricordarsi di quante volte si è reinventata e quante è caduta e quanti amici l'hanno lasciata con un ricordo indelebile di una mano tesa o di una confidenza o un suggerimento fatto al momento giusto.
Persone che sono rappresentative di un'epoca che va da circa la metà degli anni '60 al 2000 inoltrato che erano elementi rappresentativi di una nuova generazione quella dei media. Non si trattava più di troneggiare da fotografie patinate in pose artistiche in piume di struzzo, tutto cambiava ad un ritmo vertiginoso, venivano accantonati i vecchi musical,  e mantenersi sulla cresta dell'onda era una questione di visibilità e di scandali, a volte orchestrati ad hoc. E' il mondo che prepara a quello che viviamo oggi, fatto di eccessi, droga e solitudine quando si spengono i riflettori ed Edna riesce a restituire al lettore quadri precisi degli incontri di quegli anni.

Un mondo in divenire che viene trattato fin quasi ai nostri giorni ricostruito con una precisione quasi maniacale riportando date e persone e non solo i fatti. Non c'è solo Edna qua dentro, ma tutto il mondo che lei ha girato e che attorno a lei è vissuto. Il tutto raccontato in maniera abbastanza scorrevole, c'è solo un capitolo che ho trovato un po' pesante - ma solo per l'alto numero dei personaggi citati che in alcuni punti lo fa sembrare solo un'elenco di conoscenze - che secondo me vale proprio la pena di conoscere. Chiaramente, come detto sempre in casi del genere, non si può giudicare una vita bella o brutta che sia. Si può trarre insegnamento, ma non si può dire mi piace oppure no. Il racconto diventa non solo un modo per riordinare i ricordi ma per chi legge diventa un modo per conoscere qualcosa che ha sentito ma non vissuto approfonditamente. In fondo l'umanità evolve secondo le esperienze di chi ha preceduto ed è con questo spirito che bisogna prendere le finestre aperte sulle vite altrui specialmente se così ben narrate con dovizia di particolari. E dire che l'avevo preso per la strepitosa copertina! Mi toccherà leggere anche il best seller incriminato :) Per chi fosse interessato anche "The country girls" è stato pubblicato sempre da Elliot a Giugno 2013.

Buone letture,
Simona Scravaglieri


Country girl
Edna O'Brien
Elliot Edizioni, Ed. 2013
Collana "Antidoti"
Prezzo 18,50

Fonte: LettureSconclusionate



mercoledì 23 aprile 2014

[Dal libro che sto leggendo] Il nome della rosa... E' Rosa


Fonte: Quelle che...il tombolo


Su questo libro non vi dirò molto perché preferisco dargli lo spazio che si merita in una adeguata recensione. Però ci tengo ad anticiparvi che troverete nelle mie libreria che il voto dato è, in una valutazione da 1 a cinque, 1 stellina ma, in effetti, sarebbe invalutabile. Questa valutazione è data sì, anche da un gusto personale, ma anche da considerazioni pratiche su quale sia il limite, a volte, oltre il quale pensare bene a mettere su carta pensieri che, forse, erano divertenti nelle nostre fantasie ma che trascritte hanno tutta un'altra presa.

Il libro propone dieci "finali" successivi a quelli decisi dagli autori di capolavori del passato o best sellers contemporanei. Come al mio solito vi lascio comunque un assaggio, perché possiate, magari trovare ragioni per leggerlo e , forse, avere così motivi validi per confutare le mie tesi.

Buone letture,
Simona Scravaglieri


Canto di Natale
(Charles Dickens)

Ebeneezer tornò a casa col cuore ricolmo di gioia e lo stomaco strabordante di tacchino e torta di ribes. Che brava gente, quei Cratchilt! Ma che gusti di merda nell'abbinare le pietanze! Sì, decisamente il Natale più bello che il vecchio ricordasse. Il piccolino di famiglia era stato così buffo quando s'era avventato come un animale sulla torta al formaggio dicendo, a bocca piena, "ma chi cazzo l'aveva mai vista 'sta roba?!". E quante risate quando poi aveva vomitato tutto addosso a Ted, il cane anziano e trovatello che era morto pochi minuti dopo la mezzanotte, ucciso da una coscia di pollo, lui che aveva lo stomaco oramai abituato solo a polpette di segatura e erba prataiola.
Il calore della famiglia era una cosa che a Scrooge era mancata per tanto tempo. Per troppo tempo. E che Fred, il suo unico nipote, non era riuscito a risvegliare nonostante gli infiniti tentativi. Ebeneezer, nel tempo, era diventato un insopportabile brontolone, poco aveva fatto per debellare quell'alito importante che aveva reso tutto più difficile. Ma quella sera, qualcosa di unico, di magico, aveva sconvolto le vite di quella brava gente di Londra. Nulla sarebbe mai più tornato come prima.
E, lasciandosi il ponte del Tamigi alle sue spalle, Ebeneezer imboccò la via principale salutandola co un rutto di potenza e durata assolutamente considerevoli. L'aria fu travolta dal boato. La vecchia questuante, sdraiata sul sagrato della chiesa, ebbe un sussulto e, in lontananza, cominciarono ad abbaiare i cani. Tutto quel succo di mele faceva contrasto con il tonno al formaggio fuso e ora si riproponeva con una insistenza decisamente molesta. Sì ci voleva un digestivo, magari un liquore. E, superata la porta d'ingresso della sua splendida ed enorme dimora, Scrooge si adoperò.
Quindi anni addietro, in un baule chiuso in cantina, il vecchio aveva riposto tutti gli alcolici ereditati dal socio Jacob Marley. Quella cassa valeva una fortuna. Ma adesso erano finiti gli anni della micragna, dell'avidità compulsiva e cieca. Adesso era il tempo di basta. E un secondo, più sconvolgente, ruttone fece tremare la vetrinetta degli argenti e indusse Ebeneezer a rompere gli ultimi indugi. Ci voleva una lanterna illuminata per scendere nei sotterranei e un bicchiere capiente, da mescita. La sciarpa, però l'avrebbe tenuta.

Questo pezzo è tratto da:

Il nome della rosa...E' rosa
10 finali per 10 storie che sembravano già finite ma magari invece no
Roberto Corradi
Imprimatur Editore, ed 2014
Prezzo 14,50€



domenica 20 aprile 2014

L'ha detto...Michail Bakunin

Fonte: Pinterest





Il caffè, per esser buono, deve essere nero come la notte, dolce come l'amore e caldo come l'inferno. Michail Bakunin
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