domenica 9 dicembre 2012

L'ha detto... John Locke

Immagine presa da qui


Le opinioni nuove sono sempre sospette e in genere contrastate per nessun'altra ragione all'infuori del fatto che non sono già comuni. 

 John Locke

venerdì 7 dicembre 2012

"Refusi. Diario di un editore incorreggibile.", Marco Cassini - Ho visto cose che voi...



Immagine presa da qui

Credo che i motivi principali per cui questo libro mi è tanto piaciuto (e ho anche detto che solo per le motivazioni che ci sono scritte qui dentro comprerei l'intero catalogo Minimum Fax) sono sostanzialmente tre:
- chi scrive è altrettanto, se non più, sconclusionato di me nel leggere;
- il tono di scrittura è talmente confidenziale e fuori dal classico schema ingessato o troppo  volutamente tralasciato, tipico dei titoli che ho letto in merito, tanto da non farmi sentire "presa in giro" o "educata" ad una certa visione del mercato;
- che l'autore dichiari quasi subito che, per lui, la spinta iniziale non era quella di "crearsi una figura di editore" da indossare, ma aveva il sogno di operare nel processo che, utopisticamente (diciamocelo), mette in contatto un buon libro con un lettore che ha voglia di leggerlo.
Il fatto che, negli ultimi tempi, abbia letto dei titoli di questa casa editrice non ha alcuna relazione con questo libro che ho scoperto quasi per caso leggendo un articolo di una rivista letteraria quest'estate. L'argomento dell'articolo o la rivista non mi è rimasto in memoria, ma la curiosità di leggere l'ennesimo titolo in materia di editoria (sono sempre alla ricerca del libro giusto per il tema giusto) c'era eccome. E forse, visto che stiamo a ridosso del natale, potrei fare come a sette-e-mezzo e dire "Sto!", mi ha convinto non mi serve di sapere altro.

Confesso che ad un certo punto mi sono domandata che cosa ci faceva un titolo di un Responsabile Minimum Fax nella collana Contromano, ma leggendolo, mi sono resa conto che, allocazione migliore non l'avrebbe trovata. Dovrebbe essere un saggio, ma non si presenta come tale perchè la storia di questa Casa Editrice non è solo una realizzazione di una passione personale, espressa in maniera intellettuale e tecnica, ma anche un'esperienza che tange la vita personale di chi racconta. Così vi capiterà di accompagnarlo dal medico, di rovistare fra i pensieri di chi ha ricevuto l'ennesimo testo "dell'amico di un amico di un conoscente che ha visto l'ultima volta appena nato" e sa a malapena chi sia e via dicendo. Potrebbe essere una biografia, ma non sarebbe completa affronta solo 12 mesi facendo appello qui e là a ricordi pregressi, e nemmeno come romanzo sarebbe completamente aderente al genere. Ma tutte queste componenti creano un genere diverso, a metà fra il diario personale e il reportage di una realtà lavorativa alquanto complessa, che viene raccontato con insperata scorrevolezza e con l'accortezza di essere il più possibile chiari. Persino i passaggi in cui si raccontano i "giri"  i "lanci" di un libro o i calendari di librai editori , argomenti quantomai tecnici, sono illustrati in maniera comprensibile tipica di una persona che sembra abituata a spiegare "manie e consuetudini di un mondo da sempre fuori dalla portata dei semplici lettori" a chi non è del settore.

Di qui mi sono chiesta, a chi consigliare questo libro? E la prima risposta che mi è venuta è stata "non agli aspiranti scrittori". Già sento la domanda:"Perché?". Risposta semplice e diretta, "perché non venga interpretato ma solo letto". La magia di questo libro sta proprio in questo, appare talmente onesto da far sembrare azione disonesta se non criminale l'interpretazione di quel che dice. Quindi, se cercate una dritta per farvi pubblicare, forse non è il libro adatto, ma se avete voglia di passare un pomeriggio intelligente scorgendo il logo di Minimum sul Tevere (dove, lo scoprirete voi) o in trattoria a festeggiare o anche a dispiacervi di un suo dispiacere o a gioire per un fax dell'ultimo minuto o scorrendo le scelte fatte in una vita vissuta per un sogno, beh questo è il libro giusto! Il giro turistico parte in una mansarda romana e il mezzo sarà apparentemente un fax a carta termica e un impulso elettrico che correndo su un cavo di rame vi porterà in giro per l'Italia e anche per il mondo passando per le pagine di un catalogo di libri, amato costruito e voluto fino in fondo da ogni appartenente a questa piccola grande Casa Editrice.

Non credo che un libro così ben scritto richieda altre parole oltre a quelle, forse già eccessive, che ho scritto sin qui. Letto in un soffio, chiuso con il dolore che fosse finito troppo presto.
Buone letture,
Simona


Refusi. Diario di un editore incorreggibile.
Marco Cassini
Laterza Editore, ed. 2008
Collana "Contromano"
Prezzo 9,50€
Prezzo Ebook 6,90€ 




mercoledì 5 dicembre 2012

[Dal libro che sto leggendo] Vite immaginarie


Quando la faccia dell'autore anticipa i contenuti dei suoi lavori!
Marcel Schowb
Pubblicata qui

Io trovo interessanti le storie, o meglio biografie, raccontate in questo modo creativo e spesso anche molto divertenti. Questa è una raccolta di vite "celebri e non" rivedute e corrette alla maniera di Marcel Schwob e con tale curiosità va letta. In questo caso il libro è realmente ancora in lettura (oggi è il 27 Novembre), quindi non ho ancora un giudizio "short" da mettere a cappello al racconto relativo a questo testo. Posso solo dirvi la casualità mi ha regalato l'opportunità di leggere due libri dello stesso secolo (uno della prima metà- "Mozart", Paolina Leopardi, Il notes magico Edizioni ed.2010- e questo edito circa 50 anni dopo) che affrontano le "biografie in maniera del tutto personale prescindendo dalla verità storica e rappresentando i soggetti secondo la sensibilità o l'estro di chi scrive. E, l'unico consiglio che mi sento di suggerire caldamente è, in questo caso, di leggere la prefazione dopo aver letto il libro e non prima.Per la restante parte di commento, dovrete attendere la recensione.
Buone letture,
Simona
Empedocle 
Nessuno sa quale fu la sua nascita, né come venne sulla terra. Apparve presso le rive dorate del fiume Acragas, nella bella città di Agrigento, non molto dopo che Serse aveva fatto frustare il mare con le catene. 
Là tradizione riferisce soltanto che il suo avo si chiamava Empedode: nessuno lo conobbe. Senza dubbio ciò significa che egli era figlio di se stesso, come si conviene a un Dio. Ma i suoi discepoli assicurano che prima di percorrere nella sua gloria le campagne della Sicilia, era già passato per quattro esistenze nel nostro mondo, e che era stato pianta, pesce, uccello e fanciulla. Portava un mantello di porpora su cui ricadevano i suoi lunghi capelli, aveva attorno alla testa una fascia d'oro, ai piedi sandali di bronzo e teneva in mano ghirlande intrecciate di lana e di alloro.
Con l'imposizione delle mani guariva i malati e recitava versi, alla maniera omerica, con toni pomposi, in piedi su un carro, e la testa levata verso il cielo. Una grande folla lo seguiva e si prosternava dinanzi a lui
per ascoltare i suoi poemi. Sotto il cielo puro che illumina i campi di grano, gli uomini venivano da ogni dove verso Empedocle, con le braccia cariche di offerte.
Li sbalordiva cantando loro della volta divina, fatta di cristallo, della massa di fuoco che noi chiamiamo sole, e dell'amore, che tutto contiene, simile a una vasta sfera.
Tutti gli esseri, diceva, non sono che pezzi distaccati di questa sfera d'amore dove s'insinuò l'odio. E ciò che noi chiamiamo amore è il desiderio di unirci e di fonderci e di confonderci, così come eravamo un tempo, in seno al dio globulare che la discordia ha spezzato. Invocava il giorno in cui la sfera divina si sarebbe gonfiata, dopo tutte le trasformazioni delle anime. Poiché il mondo che noi conosciamo è l'opera dell'odio, e la sua dissoluzione sarà l'opera dell'amore.
Così cantava per le città e per i campi; e i suoi sandali di bronzo venuti dalla Laconia gli tintinnavano ai piedi, e davanti a lui suonavano i cembali. Intanto dalla bocca dell'Etna sprizzava una colonna di fumo nero che gettava la sua ombra sulla Sicilia.
Simile a un re del cielo, Empedocle era avvolto nella porpora e cinto d'oro, mentre i pitagorici andavano in giro nelle loro sottili tuniche di lino, con le scarpe fatte di papiro. Si diceva che sapesse far sparire la cispa, dissolvere i tumori, e cavare i dolori dagli arti; lo supplicavano di far cessare le piogge o gli uragani; scongiurò le tempeste su un cerchio di colline; a Selinunte, scacciò la febbre facendo deviare due fiumi nel letto di un terzo; e gli abitanti di Selinunte l'adorarono e gli innalzarono un tempio, e coniarono delle medaglie in cui la sua effigie era posta a fronte dell' effigie di Apollo.
Altri pretendono che fu divinatore e istruito dai maghi della Persia, che dominava la necromanzia e la scienza delle erbe che rendono pazzi. Un giorno che pranzava da Anchitos, un uomo furioso irruppe nella sala, con la spada levata. Empedocle si alzò, tese il braccio, e cantò i versi di Omero sul nepente che dà l'insensibilità. E subito la forza del nepente s'impadronì del furioso, ed egli rimase fisso, la spada in aria, e dimenticò tutto, come se avesse bevuto il dolce veleno mischiato nel vino spumeggiante di un cratere.
I malati venivano a lui fuori dalle città, ed egli era circondato da una folla di miserabili. Alcune donne si mescolarono al suo seguito. Baciavano i lembi del suo mantello prezioso. Una si chiamava Pantea, figlia di un nobile di Agrigento. Doveva essere consacrata a Artemide, ma fuggì lontano dalla fredda statua della dea e votò la sua verginità a Empedocle. Non si videro mai le loro manifestazioni d'amore, perché Empedocle manteneva una insensibilità divina. Non proferiva parole se non in metro epico, e nel dialetto della Ionia, sebbene il popolo e i suoi fedeli non si servissero che del dorico. Tutti i suoi gesti erano sacri. Quando si avvicinava agli uomini, era per benedirli o per guarirli.La maggior parte del tempo rimaneva in silenzio. Nessuno di coloro che lo seguivano riuscì mai a sorprenderlo nel sonno. A tutti e sempre apparve maestoso.
Pantea era vestita di lana fine e d'oro. I suoi capelli erano disposti secondo la ricca moda di Agrigento, dove la vita trascorreva mollemente. Aveva i seni sostenuti da una fascia rossa, e la suola dei suoi sandali era profumata. Per il resto, era bella e dal lungo corpo, e dal colore molto desiderabile. Era impossibile avere la certezza che Empedocle l'amasse, ma egli ebbe pietà di lei. Accadde infatti che il soffio asiatico generasse la peste nei campi siciliani. Molti uomini furono toccati dalle dita nere del flagello. Anche i cadaveri delle bestie cospargevano i bordi delle praterie e si vedevano qua e là pecore spelate, morte con la gola spalancata verso il cielo, le costole sporgenti. E Pantea languiva di questa malattia. Cadde ai piedi di Empedocle e non respirava più. Quelli che le stavano attorno sollevarono le sue membra irrigidite e le bagnarono di vino e di aromi. Slegarono la fascia rossa che stringeva i suoi giovani seni, e la arrotolarono nelle bende. E la sua bocca semiaperta era trattenuta da un laccio e i suoi occhi infossati non avvertivano più la luce.
Empedocle la guardò, staccò il cerchio d'oro che gli cingeva la fronte, e lo pose su di lei. Adagiò sui suoi seni la ghirlanda di alloro profetico, cantò versi ignoti sulla migrazione delle anime, e le ordinò per tre volte di alzarsi e di camminare. La folla era piena di terrore. Al terzo richiamo, Pantea uscì dal regno delle ombre, e il suo corpo si animò e si erse sui piedi, tutto fasciato nelle bende funerarie. E il popolo vide che Empedocle era evocatore dei morti.
Pisianatte, padre di Pantea, venne a adorare il nuovo dio. Sotto gli alberi della sua campagna furono disposte delle tavole, per offrirgli libagioni. Ai lati di Empedocle degli schiavi reggevano grandi torce. Gli araldi proclamarono, come per i misteri, il silenzio solenne. D'improvviso, alla terza veglia, le torce si spensero e la notte avvolse gli adoratori. Ci fu una voce forte che chiamò: «Empedocle! ». Quando si fece
luce, Empedocle era scomparso. Gli uomini non lo rividero più.
Uno schiavo spaventato raccontò che aveva visto un tratto rosso che solcava le tenebre verso la cima dell'Etna. I fedeli si arrampicarono per le chine sterili della montagna nel chiarore tetro dell'alba. Il cratere del vulcano vomitava un fascio di fiamme, Sulla sponda porosa di lava che circonda l'abisso ardente fu trovato un sandalo di bronzo lavorato dal fuoco.

Vite immaginarie
Marcel Schwob
Adelphi Edizioni, ed. 2012 (ristampe del 1972)
Collana "Gli Adelphi"
Prezzo 12,00€

domenica 2 dicembre 2012

The Joy of Books

Non credo di averlo già postato, e se così fosse, perdonate la mia dimenticanza dopo i 300 post ammetto che mi è difficile ricordare tutto quello che ho postato nella sezione video. Però una cosa è certa adoro questo video, che è stato diffuso in maniera "virale" per parecchio tempo e lo trovo sempre affascinante non solo per la realizzazione ma anche per l'idea che dopo l'orario di chiusura una libreria diventi regno incontrastato delle storie.
Pertanto, augurandomi che non vi sia capitato ancora di vederlo o che vi piaccia tanto da rivederlo più volte come me, non mi resta che augurarvi buona domenica e buone letture,
Simona



venerdì 30 novembre 2012

Librinnovando 2012, Milano - L'essenza del bit fra le pareti di Palazzo Reale...



Piazza Duomo, Milano
Immagine di LettureSconclusionate


Come accennato nel post di Venerdì 16 Novembre, anche quest'anno sono stata a Milano per Librinnovando e per BookCity (quest'ultimo alla sua prima edizione).
Per chi non la conoscesse, Librinnovando  è una sorta di laboratorio virtual-reale che riunisce una o più volte l'anno le varie professionalità del mondo dell'editoria classica e digitale, i lettori e i bloggers ad uno stesso tavolo. Per dirla alla Salvatore Nascarella (dalla presentazione dello scorso anno) "nel momento attuale la solita filiera autore-editore-libraio-lettore è molto meno statica di quanto fosse una volta". Concetto, ripreso anche quest'anno da Matteo Scurati (BookRepublic), secondo me che coglie perfettamente quel che anima questi incontri volti, non solo ad analizzare quel succede, ma soprattutto a confrontarsi sull'attualità e gli scenari futuri con chiunque abbia voglia di mettersi in discussione.

Non vi racconterò tutta la giornata minuto per minuto, perché fondamentalmente non serve visto che basta andare sul portale di RAI Letteratura per vederli tutti, ma vi segnalo qualche punto/intervento che invece, per me, si è distinto più degli altri. 
Il primo lo trovate qui: "Social in editoria: utenti, preservation e utilizzo commerciale". Coordinato da Sara Bauducco (giornalista), tra i vari interventi prevede anche quello di Noemi Cuffia, più conosciuta come @Tazzinadi(Caffè) ,che, nel video, vedrete proprio alla fine e, purtroppo per noi, ha dovuto correre non poco per questioni di tempi tecnici. Il concetto interessante è quello che tenta di spiegare è "Cos'è un books blogger". 

Partiamo da un assunto di base, per capire anche il senso dell'intervento in questione: 
 «I book blogger», dice Sir Peter Stothard, «possono uccidere la critica letteraria e rovinare la letteratura».  «La critica professionale deve confrontarsi oggi con una concorrenza straordinaria». «È meraviglioso che ci siano tanti book blogger», ha affermato, «così come è bello che ci siano tanti siti web dedicati ai libri. Ma essere un critico è molto differente dal condividere i propri gusti. Non tutte le opinioni hanno lo stesso valore».
(preso da "I book Blogger posso uccidere la critica?" di Giuseppe Ranieri per LaStampa.it)
Il pezzo in questione è rimbalzato in giro per i social da Settembre ultimo scorso, accolto da cori di critiche e da plausi più o meno pluridecorati. Non è un argomento nuovo (e a dirla tutta suonava anche un po' come una provocazione che serviva proprio per questo scopo ovvero essere sulla bocca di tutti) anche su Twitter si ritrovano liste di lettura e tag a non finire su cosa sia un #blogletterario o quali sono le caratteristiche per definirlo tale e anche quale sia il ruolo del books blogger. Ecco, Noemi (le slides le trovate qui), nonostante la tecnologia le abbia remato contro (ma vi anticipo che il 7 di Dicembre sarà a Roma a parlare di un argomento simile a Più Libri più liberi)  riesce a fare passare una serie di concetti di base: 

-"Il book blogger non entra in conflitto con il mondo della critica, perché è altro" nel pratico buona parte di quelli che scrivono di libri non si sentono "critici" ma sono persone che condividono una passione. La passione è differente dall' "analisi", che invece spetterebbe al critico che tra i suoi ruoli, non contemplerebbe solo l'analisi della validità dei testi ma anche quella delle correnti letterarie, la formazione didattica dei propri lettori  con la creazione di "modelli di lettura" adeguati che ne permettano una lettura consapevole. Il book blogger molto spesso fa altro, fra un post e un altro parla di quello che ha letto e recepito, apprezzato o non, proponendo modelli di lettura che potremmo definire "ancestrali" che non si basano, sovente, su concetti di analisi scientifica, ovvero che non partono da scienze quali la filologia o la linguistica etc, ma che si basano prettamente "sull'esperienza del momento di lettura". Ovvio, non tutti lo fanno ma come si dice "tutto il mondo è paese" quel che trovate nella realtà lo ritrovate anche nel virtuale!

-"C'e' differenza fra blog che parlano di libri e blog aziendali" questo per me è un punto dolente. Perchè se da un lato potrei segnalarvi milioni di blog che, a vario titolo, fanno per me un lavoro eccezionale di segnalazione di testi validi, dall'altro esistono una serie di blog, e sono tanti, che sembrano rientrare in questa categoria ma, in maniera dichiarata o no, hanno dietro vere e proprie aziende. Ce ne sono, per contro, molti altri formati da utenti che si limitano a riportare i dati, diciamo "anagrafici", del libro (ISBN, numero di pagine, sinossi completa,prezzo etc) e non contemplano alcuna "visione personale" di ciò che stanno presentando. Ecco in questi casi bisogna contare sull'occhio allenato del lettore e io, come avviene per molti che appartengono a questa sfera virtuale, mi limito a saltare a piè pari passando al blog successivo nella speranza di trovarci dentro qualcuno che ha veramente letto il libro e che voglia condividere con me le sue esperienze letterarie.

Ora la lista degli altri interventi la trovate nel bordo destro della pagina del video che vi ho segnalato. Il non raccontarli minuto per minuto non è una questione di pigrizia, ma solo dovuta al fatto che non ho molto da aggiungere, come invece è avvenuto per Noemi e per il prossimo intervento, a quanto detto. In più dopo la prima ora e mezza, si crea uno stato di trans negli spettatori che sono in sala per cui la recezione di molte informazioni diventa quasi passiva o subita. Il che non significa che buona parte di quel che si è detto è andato perso ma solo che la selezione di quanto tenere, per rielaborarlo, e di quanto scartare non è fatta in base a valore oggettivo di quel che si dice, ma in base all'interesse di chi ascolta.


Foto scattata a Palazzo Reale mentre andavo a pranzo e mandata via  Twitter con questo testo:
"Ecco perchè i Books Blogger scrivono recensioni"
Foto di LettureSconclusionate

L'altro intervento interessante, e gustatelo tutto dall'inizio alla fine, ha visto il contrapporsi fra un libraio e presidente dell'Associazione Librai Italiani da un lato e Stefano Tura (Kobo) Matteo Scurati (Bookrepublic) Giuseppe Spezzano (Bookolico). In mezzo eFFe che è rimasto miracolosamente illeso visto che dopo l'intervento del libraio ho temuto che ad un certo punto sarebbero volati libri e E-reader! L'intervento lo trovate qui.

Tre contro uno, ma uno agguerrito! Nel giro di poche parole, in maniera quantomai "gentile", ha praticamente preso e fatto a pezzetti la figura del libraio virtuale facendo riferimento a incompetenza, mancata conoscenza dei titoli, mancanza di qualità e via dicendo. Ma, devo ammettere, contro Scurati, poco si può opporre con la medesima grazia che lo contraddistingue, ha risposto punto per punto, riportando la propria esperienza di libraio in negozio e quello che dalla realtà ha riportato nel mondo libraio virtuale. La questione è che il "consiglio del libraio" non si esplica in una persona che sta davanti alla "porta virtuale" del suo store e che vi segue passo passo chiedendovi ogni 5 secondi se avete bisogno di qualcosa. Il suggerimento o il consiglio viene applicato a una sorvegliata gestione della prima pagina di BookRepublic che si rinnova continuamente mettendo a disposizione dei propri clienti la possibilità di ricercare facilmente i libri per autore, casa editrice o il titolo e finanche il genere. E in effetti, se non la conoscete, vi consiglio di farci un giro, perché ne vale la pena. 
Vi segnalo anche l'interessante intervento di Bookolico che sta operando/studiando il mondo dell'autopubblicazione e che secondo me parte da una analisi interessante su cui, al momento, non ho ancora formulato una mia idea precisa ma mi riservo di riparlarne in futuro quando finalmente avrà assunto fattezze più nitide.
I punti di questo incontro che mi preme segnalarvi sono questi:

- "La professionalità dei librai tradizionali" questa sconosciuta. Non che non vi siano, ma sono animali in via di estinzione. Si passa da quello che ha di un titolo una sola copia (peraltro letta da lui stesso) e che te la vende come un libro nuovo o con l'1% di sconto a quello che, non avendo il titolo a disposizione, ti risponde "non esiste" o "non è più disponibile" o anche "non è ancora stato distribuito". Di librai che corrispondono alla descrizione del presidente dell'Associazione Librai Italiani, in circolazione, per la mia esperienza personale, ce ne sono veramente ben pochi! Pertanto, se veramente ci fossero librai come li descrive lui probabilmente ci sarebbero migliori lettori e magari non saremmo al punto di trovare pubblicazioni che appena uscite sono, spesso in maniera molto farlocca, diventate dei Best Sellers.


A sinistra colui che ho soprannominato "Il Signor Kobo" a destra eFFe
Foto di LettureSconclusionate
- L'esperienza Kobo. E qui cade l'asino. Se è vero che come diceva Fran Lebowitz nel docu-film di Scorsese che "la qualità della letteratura si è abbassata perchè di colpo è sparita la platea istruita e che quelli che sono passati in prima linea non sono più formati e preparati come lo erano coloro che li hanno preceduti" è altrettanto vero che non solo noi dobbiamo decidere che tipo di lettori siamo ma anche chi, si pregia dell'appellativo di libraio virtuale o che redige un social a tema libri, avrebbe come compito principale di formare i propri iscritti alla pratica della coerenza e della serietà. Per contro, invece, mi sono ritrovata a sentirmi raccontare di un social, perché si presenta tale, legato ad un e-reader che ha le caratteristiche, e non tutte buone, di tutti i social attualmente forti sul mercato che vengono applicate ad una piattaforma univoca solo ed esclusivamente per ebook. Avrete la possibilità di avere una libreria ( ma va?) ma, non potrete caricarci su tutti i libri (e allora a che mi serve?) bensì solo quelli disponibili sulla piattaforma o che caricherete direttamente dal pc (ma questa è un'opzione che mi riservo di verificare!) e tenetelo bene a mente solo ebook niente cartaceo.
Per contro però, se questa mancanza di realtà vi fosse in qualche modo annosa, potrete avere i premi! No, non correte, nulla in denaro solo badge elettronici. Degli stickers virtuali che hanno un ruolo solleticare il vostro ego. Alla sera, a cena con una cara amica che, per questioni pratiche di gestione dei libri elettronici e che sono parecchi, si è comperata l'ormai famosissimo "lettore Kobo" mi sono fatta spiegare dal suo punto di vista, ovvero quello di una che legge in maniera tradizionale, la sua esperienza di novella lettrice "kobiana". Mi sono veramente venute le lacrime agli occhi dalle risate. Essendo come me ovvero una che legge ovunque e che soffre di insonnia, avviene spesso che (e lei è molto più veloce di me a leggere) finisca un libro in poche ore. E con faccia fintamente-snob mi ha detto "Ma guarda che è vero quello che ti hanno raccontato! Ho vinto un premio perché sono entrata in Kobo, un altro perché ho caricato un ebook (anche perché mi diceva - Sembra che non stai leggendo nulla!-). Poi, per una serie di motivi, dovevo finire un libro e quindi per qualche sera ho letto un po' di pagine prima di andare a dormire e indovina un po'? Ho vinto ben due, e dico due, premi! Il primo per aver letto 5 sere di seguito alla stessa ora e l'altro perché, per finirlo e visto che non avevo sonno, ho letto per un'intera notte!!" 

Ora, lungi da me voler fare una lunga disamina sull'arte della lettura, ma davvero siamo così giuggioloni come sembra che ci vedano? Davvero ci basta vincere il "premio Capo Scout" ( e non sto scherzando, lo assegnano per 10 premi vinti) per farci leggere? E' questo l'incentivo proveniente dal mercato, che si basa di indagini di marketing e quant'altro, per risollevare le sorti di un'Italia che ignora la propria cultura favorendo a questa la tv o qualsiasi cosa sia più semplice fruire?
Ero lì verso la fine di quest'incontro e di questa lunghissima giornata esterrefatta e anche un pochino arrabbiata che mi si proponesse un prodotto con un nuovo social associato, che ti puoi anche scaricare sull'ipad, un qualcosa che doveva aggregare e invece è l'ennesimo seguimi che io ti seguo così facciamo finta di vedere ciò che leggiamo, senza un luogo dove conversare (perché forse nel mondo Kobo non è previsto e non sanno che ci si possa confrontare contemporaneamente con altri utenti sullo stesso tema!), senza una possibilità di integrare con libri fisici, e quindi l'impossibilità a formare una libreria che mappi il nostro percorso da lettori e dove una programmazione di stringhe fa sì che il mio ipad o il vostro ereader ci diano la pacchetta virtuale sulla spalla reale come a dire: 
"E bravo il nostro pupetto/a! Hai aperto una pagina, bravo!! Ora, se leggi anche l'altra zio Kobo ti da un'altro sticker da appiccicare sull'astuccio!"

Queste mie sono riflessioni sparse legate al fatto che, che sia una discussione in atto in aula o che sia un discorso fatto fra persone conosciute o che si incontrano durante le sessioni, in questi incontri si favoriscono la circolazione delle idee. In fondo, star lì, riuniti sotto una comune egida ti ci obbliga e a dirla tutta non mi dispiace nemmeno. Ho conosciuto un sacco di gente e ho passato una giornata veramente bella.
Buone letture,
Simona 



P.S. se siete curiosi di sapere delle mie altre esperienze a Librinnovando potete guardare i resoconti: Milano 2011 e Roma 2012

A Librinnovando succede anche questo!
Un saluto a Daniele (sinistra) e a Giovanni (destra)
Foto di LettureSconclusionate


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