mercoledì 30 novembre 2011

Vi racconto la mia "Libinnovando" da infiltrata speciale...;)

immagine presa da qui

Quando una giornata inizia bene si vede dal mattino…nel mio caso si vedeva dal giorno prima (ho passato un esame!). Ben sapendo che sarei stata a Milano, mi sono iscritta ad un evento che si chiama “Librinnovando”, che è alla sua 4° edizione per seguire due seminari, uno “Marketing, il libro ed il valore del contenuto” e l’altro “Editoria Digitale & eBooks: la parola ai Books Blogger”. Chiaramente con il mio cronico incastro di appuntamenti, abbracci e visite, ho potuto seguire solo il primo, ma mi fa piacere condividere con voi questa esperienza perché secondo il mio punto di vista è un peccato che sia “frequentato” prettamente da addetti ai lavori per due motivi principali: il primo è perché è utilissimo vedere in faccia chi sta dietro la filiera editoriale e in secondo luogo è importante capire dove stiamo andando per comprendere le leve che agiscono sul cambiamento e non ritrovarci in un cimitero di elefanti che non sanno più trovare i servizi che avevano una volta.

Siamo in un momento di cambiamento, ma mica da oggi, da anni. Il problema è che il cambiamento che 50 anni fa si realizzava in 20 oggi si realizza in meno di 5 e quindi è nostro dovere essere coscienti di quello che succede per non rimanerne tagliati fuori. Ora sono avvezza alle presentazioni del “siamo tutti belli alti occhi chiari e siamo anche dei gran figoni!” quelli dove ti propinano un sacco di numeri per farti vedere che i risultati ci sono a forza, ma in questo caso, le presentazioni di esperienze del 2010-11 che ho visto non erano impostate in questo modo. Si partiva da un concetto di base abbastanza veritiero: la filiera produttiva che va dall’editore, e prima ancora dall’autore, fino al lettore non è più lineare ovvero non è più editore->libro->libreria->lettore. Grazie alle milioni di opportunità buone e cattive questo rapporto cambia in continuazione in base a milioni di fattori come le mode o in base ad una trasmissione fortunata o altro. Questo comporta che, per un editore come E/O di cui ultimamente mi è capitato di leggere le “peregrinazioni editoriali” che poi vi recensirò a parte, l’organizzazione del catalogo deve tenere conto anche di questi fattori per la sopravvivenza della casa stessa. In sostanza, vedendola più in generale, una delle motivazioni dei titoli spazzatura che popolano le nostre librerie di fiducia sono un po’ il risultato degli accordi fra librai che guardando al possibile guadagno e a domanda di mercato che richiede più titoli spazzatura rispetto a quelli che invece hanno un valore intrinseco e che non necessariamente sono da allocare nei “saggi” visti sempre come pesantissime e noiosissime modalità di “velato studio”.

C’e’ una parte della filiera del libro che ha ben presente che questo rapporto a lungo andare è deletereo, sia per gli autori e sia per il mercato e che in questi anni si sta provando su progetti sperimentali veramente interessanti onde poter proporre un’alternativa valida e di qualità ai propri utenti. Tra questi ci sono operatori del settore che conoscevo e altri che, ammetto, mi erano totalmente ignoti (d’altronde come diceva mia nonna “la vecchia avea cent’anni e sempre avea da imparare!”).
Tra quelli che conosco ci sono due librerie online specializzate nel mondo degli ebook che sono BookRepublic e Simplicissimus. Adesso non ho idea di quando sia nata Simplicissimus che conosco da quest’estate, ma BookRepublic credo di seguirla da quando è sbarcata su Facebook e mi è saltata all'occhio perché ha un modo di proporre il suo catalogo in una maniera che apprezzo molto. In più, nel tempo sono comparsi i “percorsi di lettura”, che non posso che approvare visto che anche io nel mio piccolo li ho da parecchio che danno ai lettori l’opportunità di proporre aggregazioni di libri uniti insieme da un obiettivo, un significato o un argomento. Quest’estate per esempio vi avevo segnalato che in concomitanza con il Festival “Le trame” era stata scelta una mia selezione di titoli sulle mafie e mi sembra che ogni settimana ancora oggi ne propongano di percorsi su suggerimento dei proprio affezionati. Altra proposta notevolmente intrigante di BookRepublic è anche il Bookpack ovvero un pacco di un certo numero di libri che può essere acquistato, fornendo all’utente un notevole risparmio, uniti anch’essi da un minimo comun denominatore.
Discorso differente per Simplicissimus che, non solo ha un libraio sempre online pronto a dare una mano agli sperduti navigatori, ma fornisce la possibilità di comperare o in acquisto secco (selezioni i titoli, li inserisco nel carrello,pago e scarico) ma anche di acquistare delle ricariche che permettono di usufruire o regalare un certo importo da spendere in ebooks.
Queste due librerie sono la migliore risposta tutta italiana al fenomeno Amazon e lo dico con orgoglio. Non c’e’ stata una volta che, all’occorrenza, non abbia avuto un aiuto e come diceva Ciccio Rigoli, libraio di Simplicissimus rispondendo ad una domanda sul confronto sul mercato con Amazon “La situazione è semplice, nel mondo degli ebooks, se Amazon ha 50.000 titoli anche io nella mia libreria li ho e anche BookRepublic li ha!” e continuava spiegando che la battaglia con le grandi oggi si combatte sul piano della qualità e dei servizi, della presenza e della risoluzione dei problemi e non in base ai titoli. E questo è un messaggio più che incoraggiante!

Tra gli operatori del settore che non conoscevo ne cito tre in particolare che mi hanno colpito: QuintadiCopertina e Edizioni SEED nonché Springer Edizioni.. Per QuintadiCopertina, so perché non ci siamo incrociati; nascono come casa editrice digitale prettamente di Fantasy, genere con il quale ho pochissime frequentazioni, ma tra i progetti portati avanti quest’anno ce n’è uno di cui voglio assolutamente parlarvi ovvero la possibilità di “Abbonarsi ad un autore” ovvero hanno chiesto ai lettori di due autori di comprare un abbonamento valido per quattro libri che l’autore si sarebbe impegnato a scrivere in un determinato arco di tempo, ch se non erro è di un anno. La cosa interessante è che ne la casa editrice, ne l’autore e men che mai i lettori non sapevano di che cosa avrebbero parlato i libri in questione. Un atto di fiducia, verso una casa editrice e anche verso l’autore, nonché una macchina i controllo e di lavoro per il felice svolgimento del progetto, che prevedeva forum e messaggistica da e verso i lettori e da e verso l’autore mettendo spesso quest’ultimo in contatto proprio con i suoi utenti finali. Un intreccio satanico, penso solo a quanto lavoro d’incastri avranno dovuto fare, e secondo me una buona poposta anche da tenere presente per gli autori che amano intrattenere i rapporti, virtuali, con i propri fedeli e affezionati lettori.
Dall’altro lato le Edizioni SEED si occupano di un comparto di nicchia relegato nell’ambito scientifico-medico, ma portano avanti da un po’ e con successo la sinergia fra materiale cartaceo (libri e/o riviste) e documentazione aggiornata in rete. La proposta nel campo formativo e di aggiornamento è molto interessante e speriamo non rimanga relegata solo in questo campo.
Per le Edizioni Springer, casa nata tedesca adesso a partecipazione per lo più del Nord Europa ma non più prettamente germanica, quel che ricorderò credo per parecchio è la parola “sventramento” che ancora ora mi da i brividi. Questa casa editrice che ha un glorioso passato ha pazientemente raccolto tutti i libri precedentemente stampati, acquistandoli dal mercato antiquario o normale o recuperandoli da ex dipendenti in pensione o semplici collezionisti per portarli in non-mi-ricordo-quale-stato-dell’asia per “sventrarli” e scansionarli e salvarli così dall’oblio. Non vi nascondo che mentre parlava di queste cose nei miei occhi sono apparsi i milioni di titoli che ho visualizzato su Googlebooks e mi sono sentita un’assassina! E però fa riflettere il fatto che per serbare memoria si debba anche operare scelte poco popolari come questa.

A valle di queste proposte le cose che mi sono rimaste impresse piacevolmente sono la constatazione che il lettore non segue più i dictat degli “illustri critici” che calano dall’alto i loro “universali giudizi” ma che la democraticità della rete ha permesso di amplificare il passaparola e la proposizione da parte di utenti privati alla messa in onda, tramite gruppi e/o blog, di notizie molto più dettagliate sui “libri da comprare e che dettano moda”.
Questa cosa, non solo mi fa piacere (allora vuol dire che dall’altra parte della barricata un anelito di vita c’e’ ancora!) dall’altra mi ha fatto riflettere nel mio rientro più e più volte su una questione che mi sta a cuore e che fa parte anche del mio personale atteggiamento verso la redazione di questo mio piccolo spazio. Ma se loro sono pronti e attivi, noi siamo parimenti pronti? Se la centralità della proposta culturale sarà data dal rapporto libro-lettore, il lettore sarà finalmente in grado di rifiutarsi di comprare il titolo spazzatura? Pensando a questo ho pensato alle persone che negli ultimi anni mi è capitato di conoscere, non tutte, ma alcuni casi particolari li ho visti. Spesso e volentieri mi capita di sentire dire che “in Italia non si legge” eppure io vedo milioni di blog e forum in argomento e guardandomi attorno mi do una semplice risposta alla domanda “perché esiste letture sconclusionate”. Esiste perché mi ero stufata di definizioni “è carino”, “è brutto” “è un capolavoro!” e via dicendo, associate a quelle dei critici “E’ il lavoro del secolo!”, “mai la prosa aveva toccato tale intensità” e chi più ne ha più ne metta. Avevo bisogno di concretezza e di capire il perché e il per come un libro mi piaceva oppure no e di condividerlo con chi passava di qua. Ho conosciuto un sacco di gente che aveva come partito preso la lettura di “un certo numero di testi l’anno”, quasi si facesse una gara e poi alla richiesta di un approfondimento sul giudizio non era in grado nemmeno di ricordarsi le trame. In risposta a questi ho avuto la possibilità di frequentare anche persone differenti, che ogni libro lo vivono fino in fondo amandolo e odiandolo fino all’ultima riga. Il problema è che il numero di questi ultimi è veramente esiguo. E quindi, ritornando alle mie riflessioni, siamo pronti a “smettere di non leggere, leggendo?”.
Forse sì o forse no. Però è il caso che cogliamo l’opportunità anche noi lettori di cambiare il nostro rapporto con librai ed editori, che non significa chiamarli o scrivergli giornalmente, ma solo operare scelte consapevoli nella selezione dei libri che acquistiamo per noi o in regalo e soprattutto premiando anche la diversità per esempio libro/ebook e non rifiutando aprioristicamente la tecnologia e orecchiando alle voci che ci suggeriscono un nuovo modo di fare cultura. Cultura che non significa solo evolvere attraverso i nostri libri ma è anche sinonimo di passatempo e intrattenimento solo ed esclusivamente quando questo sia fatto con qualità. Se abbiamo smesso di ascoltare i critici, perché troppo legati mani e piedi al business delle grandi case editrici, se ci rifiutiamo di comprare libri vecchi o usati al prezzo di quelli nuovi, se individuiamo un titolo spazzatura anche a colpo d’occhio grazie anche ai ritorni di utenti che abbiano gusti simili ai nostri o del cui giudizio ci fidiamo, siamo anche maturi per fare un passo avanti verso il cambiamento consapevole anche noi. Tutto sta nel cominciare a leggere per piacere e voglia di andare oltre non limitandosi solo a seguire una mera sequenza di parole.

Questa è la mia “Librinnovando” vissuta da inconsapevole infiltrata, perché non facente parte della filiera del libro se non come utente finale, ma che è stata un’esperienza veramente illuminante e che spero di poter rivivere al più presto in maniera più “consapevole” la prossima volta che mi si proporrà l’occasione.
Buone letture,
Simona


Vi segnalo il pezzo scritto da una amica, Alessandra Pagani, che racconta di un altro aspetto importante di Librinnovando:



Il sito è qui
                              
Milano 25/11/2011

venerdì 25 novembre 2011

Si lo so....è giorno di pubblicazione!

Ma ho dato un esame, il primo, e non ce l'ho fatta a rivedere la recensione che stavo per pubblicare. Adesso mi prendo una settimana di ferie dallo studio e mi rimetto in paro con i post in maniera che le pubblicazioni riprendano con il consueto ordine di uscita.
A domenica,
baci e buone letture,
Simona

A chi interessa perchè mi segue da un pò...esame fatto, promossa e si passa al prossimo a Gennaio!
P.p.s. Niente immagine con con l'ipad l'app di pubblicazione è da poveri e mi chiede di ricordarmi le stringhe Html a memoria cosa che per me, che non lo faccio da tempo, significa come ricordare come si scrive in arabo "ma guarda che bella immagine che ti metto!", quindi abbiate pietà!

mercoledì 23 novembre 2011

[Dal libro che sto leggendo] La mafia uccide d'estate

Immagine presa da qui





Sebbene solitamente in questa categoria inserisca parti di libri che ho totalmente già letto, questo è realmente in lettura. Il pezzo che vi riporto non è lunghissimo, ma io l'ho trovato molto bello e devo dire che ne sono rimasta particolarmente sorpresa non perchè non avessi fiducia nella possibilità di un politico di affrontare questo tema, ma per il tono personale in cui è raccontato quel che c'è scritto qui dentro. Questa è l'eccezione allo sciopero dei libri, lo so, ma da settembre è l'nico titolo recente che ho acquistato come libro (come da indicazioni del relativo evento su fb cui ho aderito) ma è stato acquistato su amazon;)

Ve lo riporto, perchè a mio avviso è uno svolgimento di un tema che un tempo, purtroppo passato apparteneva a Saviano, che però non ha voluto perseguire nell'intento. Alfano invece qui sa essere più incisivo. Lo potremmo intitolare "Le parole rubate":

È difficile capire la mafia se non si comprende fino in fondo il suo codice culturale. È questa la sua forza: prima dei mitra, prima del perimetro del mandamento, prima della Cupola, vengono le parole. Non le "loro" parole, beninteso. Ma il senso che loro, i mafiosi, danno alle "nostre" parole. È giusto dire che la mafia ha rubato, con la speranza, anche il futuro ( o quantomeno un pezzo di futuro) a un popolo. È corretto dire che a tanti giovani ha rubato il sorriso; che alle famiglie delle vittime ha rubato, per sempre,la gioia e la serenità. Che a una terra splendida, la Sicilia, ha rubato la reputazione, il buon nome.

E dunque io considero i mafiosi anche ladri.
Sì, ladri. Ladri di speranza, ladri di futuro, ladri di sorriso, ladri di gioia, ladri di serenità, ladri d reputazione, ladri del buon nome del popolo. Eppure c'è un furto, alla base di tutti questi ladrocini, senza il quale i mafiosi non avrebbero la titolarità "morale" di commettere gli altri. Non troverebbero quel consenso sociale sul quale il potere mafioso ha posto le fondamenta. Il furto che tutti gli altri sorregge è il furto delle parole; è il codice culturale che si esprime attraverso il codice linguistico, semantico. Ci hanno rubato le parole, le hanno violentate, ne hanno tradito il senso e hanno trattenuto per loro e per i loro abusi la radice nobile delle nostre parole. Eccole, le parole rubate, onore, rispetto, famiglia, dignità, amicizia.
Uomini d'onore, si definiscono. Ma di quale onore? Che onore può derivare da un omicidio, una violenza, un sopruso? Che onore ha un uomo che uccide? Son uomini del disonore, e tali vanno considerati da tutti coloro che hanno memoria di cosa sia l'onore, di come questo sia alla radice dell'identità, della reputazione, della capacità di meritare il rispetto. L'esatto contrario del disonore vile dei forti contro i deboli, essenza autentica, invece, questa, dell'uomo del disonore.
Il rispetto lo merita la tua vittima, il rispetto lo merita il dolore di chi ha pianto a causa tua, del tuo essere disonorato, del tuo disprezzo del vero senso del rispetto, della completa assenza di dignità in te.
È la dignità che manca al mafioso, anche se pretende di averla.
Quando ci saremo del tutto riappropriati del senso delle parole sarà chiaro a tutti che è proprio il "mafiare" che toglie la dignità. La misura, il decoro, l'equilibrio, la compostezza, la sobrietà, che tutte insieme coniugate, fanno la dignità di un uomo. L'esatto contrario di ciò che antropologicamente un mafioso rappresenta.
Onore, rispetto, dignità: cercando sul vcabolario ci si rende conto che un signicato richiama, addirittura contiene, l'altro. Tutte espressioni confinanti, che non lasciano interstizio libero fra loro. I mafiosi, i ladri di parole, le hanno rubate tutte. Bisogna riprendersele, usandole nuovamente nel modo corretto, non avendo pudore nel tornare ad usarle: onore, dignità, rispetto.[...]
Che poco hanno a che fare con loro la famiglia e l'amicizia. "Noi siamo una grande famiglia" amano dire. No, voi siete un'organizzazione criminale che noi vogliamo distruggere. E, a proposito di amicizia, usano dire:"Noi qui siamo tutti amici". No, voi siete soci in affar criminali.
L'antimafia passa anche dal linguaggio, dalle parole, dalla restituzione del loro significato all'uso delle persone perbene. Occorre acquisire prima la forza e poi il gusto dell'invettiva antimafiosa, perchè l'invettiva genera e alimenta il disprezzo e il disprezzo genera e alimenta la distanza della gente e di ciascun cittadino dalla mafia e dai mafiosi.


Ora, se fate attenzione alla scelta dei vocaboli utilizzati e alle numersose enumerazioni, sentirete il ritmo di un discorso in crescendo. Una buona prova di scrittura, molto chiara e sentita. Io, l'ho acquistato per il mio interesse nei percorsi di lettura sulla letteratura camorristica e mafiosa, 
Poi mi sono trovata in mano questo pezzo e volevo condividerlo con chi passa di qui, sperando che lo apprezzi quanto l'ho fatto io.
Buone letture,
Simona


La mafia uccide d'estate
Cosa significa fare il ministro di giustizia in Italia
Angelino Alfano
Mondadori Editore, ed. 2011
Collana "Collezione saggi"
Prezzo 18,50€




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domenica 20 novembre 2011

Il Giardino delle Idee: intervista a don Aniello Manganiello



Questo è uno dei video in cui Aniello Manganiello parla del suo libro, che trovate recensito qui: Gesù è più forte della camorra
E' un video interessante di questa estate, il libro è uscito il 4 Marzo, ed è a mio avviso imperdibile. Come di consueto, sotto ci sono i dettagli del libro.
Buone letture a tutti, 
Simona





Ecco i dettagli del libro:


Gesù è più forte della camorra
Don Aniello Manganiello, Andrea Manzi
Rizzoli editore, Ed. 2011
Prezzo 17,00€

venerdì 18 novembre 2011

L'insonnia della lettrice...e le vecchie traduzioni dei classici!

Immagine presa da qui



Non è un titolo di un libro ma è una cosa che ho scoperto per insonnia e che ora non posso fare a meno di ascoltare! Sto attraversando un periodo un pochino stressante e quindi la mia insonnia ha cominciato a farsi sentire in maniera fastidiosa. Come dico sempre, per anni ho provato a contare pecore, pastorelle e pastori e anche le staccionate, finchè questi non si stufavano e mi salutavano per andare a dormire. Poi ho provato con la tv con il risultato che grazie al vecchio canale di storia di Discovery e History Channel, vi potrei raccontare:
- l'ultima guerra a colori e in bianco e nero;
- la storia dell'ascesa di Mussolini, Hitler e Lenin nelle stesse versioni sopra citate;
- buona parte delle storie di grandi scoperte archeologiche, con predilezione per gli egizi;
- la storia dei delitti dagli anni '20 fino almeno agli anni '80 inoltrati.
E poi, come si costruisce una casa, i lavoretti da fare, come si costruiscono gli oggetti e via dicendo.
Non c'è cosa più fastidiosa di non riuscire a prendere sonno, perchè quando lo fai sei matematicamente a ridosso dell'orario di alzarsi e o ti alzi e dormi in piedi oppure proprio non senti la sveglia e continui a dormire. Ho persino scoperto un nuovo tipo di insonnia che ti sveglia quando non hai che dormito un'ora o due e che ti costringe a stare alzato fino alle 5 del mattino con effetti non solo deleterei sulla salute ma anche sfiancanti psicologicamente.

Chiaramente non credo che una pasticchetta debba per forza aiutarmi, mia madre prima di sposarsi lavorava presso una grande ditta farmaceutica e ci ha cresciuti con la "non simpatia" verso il "rimedio facile". Così quest'estate, visto che ero nella casa al mare, senza televisione ( che a dirla tutta negli ultimi tempi che ci sia o no non fa differenza, fra poco la trasformo in acquario per pesci almeno avrà la sua utilità!) e alle tre del mattino dell'ennesima notte insonne ho acceso l'ipad e ho messo su un audiolibro "Tre uomini in barca per non parlar del cane" di Jerome. Beh non ci crederete ma ha funzionato! Nel mio caso accendo l'audiolibro ogni volta all'ultima cosa che mi ricordo di aver sentito, e non solo funziona, ma ho scoperto una virtù di queste versioni di libri parlanti, che non avevo affatto preso in considerazione prima. Il fatto è, che non tutti i libri possono essere letti, come avviene per i libri disponibili su google libri devono essere passati un certo numero anni dalla morte dell'autore e il testo deve essere libero dai diritti d'autore anche degli eredi. Ci sno altri miliardi di cavilli, che non credo siano utili allo scopo di questa mia riflessione, ma per i curiosi, è possibile consultare le regole o su googlelibri o su na qualunque biblioteca digitale online.

Il fatto che la "regola" possa essere aggirata per i testi antichi consiste nella lettura delle traduzioni di fine '800 e inizi del '900. Questo fa sì che i testi che hanno in mano i lettori, abbiano terminologie e modi di dire per noi desueti che però in quella versione acquistano veramente un fascino più autentico e strutturato rispetto alle traduzioni odierne. È anche un ottimo metodo per riscoprire modi di dire che prima erano considerati corrent e che in una traduzione di oggi, magari non troppo fedele, non trovereste. Una delle chicche che ho trovato io e che mi diverte da morire è l'intercalare del termine "punto"; oggi noi lo usiamo molto poco rispetto a ieri dove potete sentirvi dire nella traduzione di "Jane Eyre" letta da Silvia Cecchini frasi de tipo "mi rifiutai, punto, e proseguii per la mia strada".

Chiaramente testi simili li trovate su googlelibri, in biblioteche online che si fondino sulla libera cicolazione dei testi e una di queste è Liber Liber e cercando con molta, tanta e anche tantissima pazienza anche su Scribd il cui sistema di ricerca delle parole è un tantinello fallevole a volte!
In un mondo dove si legge tutto di corsa e i libri escono in maniera sempre aggiornata tante sfumature si perdono a favore dell'appetibilità del testo rispetto alla sua aderenza all'originale, eppure, nella formula orignale sono forse più vincenti rispetto alle traduzioni contemporanee. Così Jane Eyre, diventa più avvincente e ritmata, Jerome si rivela più esilarante, e persino Dante sembra più avvincente.

Però ci tengo a fare una precisazione, anzi più d una. Un audiolibro non sostituisce il piacere di leggere, ma diventa un amico in momengi in cui non potete stare a leggere ma avete voglia farlo cme quando dovete dormire ( a mò di favola della buona notte) o quando fate la spesa e via dicendo.È solo da considerarsi un trucco in più. 
Per quanto attiene gli audiolibri in circolazione, il mondo dei furbi è sempre all'erta. Calcolate che quel comprate è un file audio, e che non serve che ve lo legga George Clooney perchè sia bello. Quello che a voi deve interessare è il libro non il lettore. Però se il lettore non è capace perdete anche il gusto del libro stesso. Quindi verificate dall'estratto audio, che ci deve essere, che la voce sia nitida e che vi piaccia l'intonazione.
Io, per scelta personale acquisto audiolibri di amazon marca Audible.com ma non dal loro sito, perchè vogliono 14$ di abbonamengo mensile, che, per una banca dati prettamente in inglese, mi sembra una cifra eccessiva. Li acquisto tramite itunes e li ascolto o con l'ipad e credo che siano comunque scaricabili su cd o dvd. In questo modo la maggior parte degli audiolibri che ho acquistato è nella forbice di prezzo che va da 1,90€ a 10€.
Calcolate che se l'audiolibro lo ascoltate come me prima di addormentarvi per sentire un libro tipo Jane Eyre ci si mette un mese circa, quindi non compratevi tutta una biblioteca parlante perché potrebbe essere una soluzione che non fa per voi.(E se scegliete Audible.com non acquistate "Il circolo di Pickwick" perchè la lettrice ha una voce terribile, e mi spiace dirlo ma sono soldi buttati.)
Altri luoghi dove è utile avere un audiolibro è in macchina. Quando andate e tornate dal lavoro e avete lunghi tragitti da fare o quando siete i un luogo dove non potete leggere agevolmente. È un bun passatempo a mio avviso, specie per chi come me dopo anni, 14, di spostamenti casa ufficio con non meno di 40 km di distanza e un massimo di 70, di trasmissioni radio mattutine ne ho fin sopra i capelli.

Per gli altri, sarà mia cura recensirveli volta per volta.

Buone letture a tutti,
Simona;)

P.s. ci sono anche dei podcast che leggono volte per volta parti di libro, ma questo sarà argomento di un post ad hoc, perché non credo di avere ancora abbastanza materiale per parlarne.

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