domenica 30 gennaio 2011

"Il verdetto", Valeria Parrella per Rai Cultura

Questo e' quasi il finale di questo libro. Nonostante il titolo, il verdetto non c'e'. C'è Clitemnestra, donna campana volitiva e appassionata che, sedotta dal suo Agamennone ancora giovanissima, si ritrova da adulta a lavare il suo onore e a contrastare la legge non scritta che vorrebbe le donne devote verso il proprio uomo "nonostante tutto". Agamennone è uomo di camorra; ma, nonostante questo, il libro non e' assimilabile agli scritti di camorra.
Questo testo e' un atto unico ed e' un monologo di una donna che fino all'ultimo non ha bisogno di verdetti, perche' sa di aver agito nel giusto, ma che sarà per tutta la vita colei che vivrà nel ricordo del piu' grande amore della sua vita cui lei ha deciso di toglierla.


Il verdetto.
Valeria Parrella
Bompiani Editore, Ed. 2007
Collana "Assaggi"
Prezzo 11,00€

venerdì 28 gennaio 2011

"Che fine ha fatto Mr. Y?", Scarlett Thomas - E' tutta una questione di mente...




Siamo in Inghilterra. Inverno, freddo, neve. Tutta piena di inglesi affaccendati e di corsa e perche' no anche un po' particolari. Gli ingredienti ci sono tutti. Metteteci una studentessa/ giornalista/ borsista universitaria. Metteteci anche che e' appassionata di teorie che mirano a dare una spiegazione logica alla teoria del caos e dell'esistenza senza dover per forza essere supportate dalla dimostrazione scientifica. Metteteci anche un libro, scritto in un passato nemmeno tanto lontano, che pare avere la soluzione per la scoperta dell'io piu' nascosto dell'essere unamo che e' la mente e avrete gli ingredienti di questo romanzo.

La storia e' abbastanza semplice: Ariel studentessa e borsista e piccola giornalista ,per pagarsi gli studi, vive a Londra in un panorama molto David Copperfield in una casa molto fredda piccola e malandata perche' di meglio non si puo' permettere. E' stata ad un convegno su un autore che le interessa per la sua tesi "Lumas" che pare aver scritto fra i tanti un libro introvabile e su cui pende il sospetto che sia un testo maledetto e che si chiama "Che fine ha fatto Mr Y?". Tutti coloro che sono entrati in contatto con questo testo e lo hanno letto sono alla fine morti, in circostanze misteriose, di inedia e prima di morire hanno assunto atteggiamenti quantomai strani.

Non e' un giallo ne tantomeno un thriller, ma un semplice romanzo da leggere per conoscere l'andamento di quella letteratura contemporanea che solitamente deve attendere di divenire famosa ad un pubblico quantomai trasversale per poter essere presa seriamente in considerazione. Scarlett Thomas in questo lavoro ci ha messo una gran dose di pazienza e di lavoro per la citazione delle varie teorie che corrono da Derrida a Heinstein; e se il percorso inizia dalla filosofia e finisce alla fisica non ve ne stupite perche' ne vedrete molti di accostamenti del genere. Non e' un capolavoro di libro e non ne ha nemmeno la pretesa. Non ha nulla di eccezionale da comunicare e la morale di questa storia e' solo una semplice domanda, posta nel medesimo modo in cui viene posta nel titolo del libro: quanto è lecito poter entrare nella mente altrui?

Nonostante la costruzione del libro sia ben architettata, l'incastro di piu' storie che si svolgono in tempi differenti sia gestito in maniera magistrale (e lo sottolineo perche' e' stata veramente bravissima a tenere in piedi tutti i vari personaggi umani e non) questo testo difetta nella sovraesposizione delle teorie che servono, non sempre in questa totale esplicitazione, alla storia stessa. Pertanto nlle varie elucubrazioni della studentessa Ariel Manto (il cui nome e cognome è un anagramma di I am not real, "non sono reale" non e' geniale?) finiscono, in alcuni punti, a rallentare talmente la storia da farne perdere il ritmo del racconto.
Sono stata parecchio indecisa su che tipo di giudizio dare a questo libro, ma sopratutto se dire se mi sia piaciuto o no. Beh dopo tanto pensare si mi e' piaciuto perche' amo i libri che mi danno da pensare e che mi propongono un'alternativa alla realtà vigente (sono i libri che io definisco "quelli del "e se invece fosse cosi'?" o piu' semplicemente "genere Matrix" ), ma allo stesso tempo so benissimo che non e' un libro che si possa regalare, a meno che non siate sicuri che il destinatario ami la scrittrice, perche' e' di un genere talmente particolare da rischiare che il dono non venga apprezzato.
Pero', se vi ho abbastanza incuriosito, mi piacerebbe sapere, se lo leggerete, che cosa ne pensate!


Che fine ha fatto Mr Y?
Scarlett Thomas
Newton Compton Editore, ed 2010
Prezzo formato standard 6,90€
Prezzo Ebook 4,99€


mercoledì 26 gennaio 2011

[Dal libro che sto leggendo] "Il giovane Holden"


Il museo...

"[..] La cosa migliore in quel museo era però che tutto stava sempre allo stesso posto. Nessuno si muoveva. Potevi andarci centomila volte, e quell'esquimese aveva sempre appena finito di prendere quei due pesci, gli uccelli stavano ancora andando verso il sud, i cervi stavano ancora abbeverandosi a quella fonte, con le loro belle corna e le belle, esili zampe, e quella sqaw col petto nudo stava ancora tessendo la stessa coperta. Nessuno era mai diverso. L'unico a essere diverso eri tu. Non e' che fossi molto più grande né niente di simile. Non era proprio questo. Era solo che eri diverso, ecco tutto. Stavolta avevi addosso il soprabito, magari. Oppure il bambino che era stato vicino a te l'ultima volta si era preso la scarlattina e ora avevi un altro compagno. Oppure non era la signorina Aigletinger ad accompagnare la scolaresca ma una supplente. Oppure avevi sentito papà e mamma che litigavano come due forsennati nella stanza da bagno. O per strada eri appena passato vicino a una di quelle pozzanghere dove la benzina fa l'arcobaleno. Voglio dire, eri diverso per una ragione o per l'altra [..]"


Il giovane Holden
J.D. Salinger
Einaudi Editore, Ed. 2008
Collana "Super ET"
Prezzo 12,00€

domenica 23 gennaio 2011

L'ha detto..M.Twain





Una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo mentre la verità si sta mettendo le scarpe.

M.Twain

venerdì 21 gennaio 2011

"Il condominio", James G. Ballard - 40 piani di società...




Non è il primo libro che leggo di questo autore ma è sostanzialmente differente dal precedente (che trovate qui "Un gioco da bambini") nella rappresentazione, ma non nell'oggetto che tanto interessa Ballard. Se infatti, nel precedente, la riflessione sul comportamento umano - inteso come l'evoluzione dei rapporti umani - passava per un giallo qui quelli che vengono presentati sono comportamenti legati a differenti status sociali. Potrei anche spingermi a definirla come una versione contemporanea de "La fattoria degli animali" di Orwell. Ma mentre Orwell e' più interessato agli effetti che ha sulla massa chi gestisce il potere Ballard, invece, pone il suo sguardo fra i vari ranghi e partendo dalla massa ne analizza la naturale necessità di autodefinizione.

La storia si svolge in un condominio come suggerisce semplicemente il titolo. Siamo in una città americana e lo spazio è una questione commerciale quindi alle abitazioni basse si preferiscono i grattacieli che hanno dalla loro la potenzialità di occupare poco spazio come superficie ma massimizzano i ricavi con la moltiplicazione dei piani e delle unità abitative in altezza. Quel che invece non cambia, rispetto ai condomini composti di pochissime unità abitative, è la gestione, molto spesso difficile, della convivenza.
E cosi' 40 piani di grattacielo divengono ben presto la rappresentazione metaforica della convivenza di piu' classi sociali suddivise in tre grandi categorie e separate da piani di servizio dove chi ha meno sta ai piani bassi, parcheggia lontano e ospita fra le sue file famiglie con bambini e passatempi di basso livello come le hostess/escort; c'e' il ceto medio che non è ne carne e ne pesce, vorrebbe avere di piu', ma in fondo e' rappresentativo di una classe in crisi di identità con i mezzi migliori rispetto a coloro che sono piu' in basso della gerarchia sociale ma con una inaccettabile impossibilità di infilarsi nelle maglie e nei meccanismi della "società buona" che abita gli ultimi piani di questo particolare condominio e che, nella sua vita normale, sfrutta la voglia di rivalsa di chi vorrebbe entrare nelle sue fila e contemporaneamente nasconde la sua mancanza di contenuti circondandosi di begli oggetti, feste e cani.

L'analisi di Ballard non si ferma alla rappresentazione delle varie categorie, ma va ben oltre e dopo averle suddivise in piani (1°-25° il basso ceto dal 26° -35° il ceto medio e dal 36° al 40° il ceto ricco) ne racconta le caratteristiche e l'estenuante lotta di classe volta al miglioramento. Una lotta che ha inizio quasi per caso con l'uccisione di un cane nella piscina comune del 10° piano. Di avvisaglie già ce n'erano state perche', come in un qualsiasi condominio, ci sono le incomprensioni; fra famiglie con bambini e coloro che invece non ne hanno, fra single che hanno una vita quantomai movimentata dettata dai ritmi di una gestione della vita che comprende come unica preoccupazione solo se stessi ma che al contempo cozza pesantemente con i ritmi delle famiglie che hanno orari ed esigenze ben differenti. Su queste basi e pensando al cambiamento che comporta la formazione di una famiglia nella visione della prospettiva di vita degli uomini, è lampante che lo scontro non avviene solo verticalmente sul piano del miglioramento all'interno della gerarchia sociale, ma anche sulla diversità dei valori che si pretendono comuni in modalità orizzontale.
Ora, cosa succederebbe se la lotta di classe avesse luogo non piu' su un piano ipotetico e politico, ma andasse oltre e si dovesse invece gestire fisicamente in uno spazio di 40 piani? Questo non posso dirvelo se non rovinandovi la lettura del libro, cosa che non ho alcuna intenzione di fare.

Pertanto mi limito a darvi solo indicazioni di massima su questa lettura che oltretutto mi fu suggerita da una amica di Milano che si chiama Monica. Il fatto che non si tratti di un giallo rende questo libro meno scorrevole rispetto a quello precedentemente presentato. Questo perchè, nell'interesse dell'autore, non trova spazio la necessità di motivare l'uccisione di questo o quel personaggio ma piuttosto quella di rappresentare le insofferenze di ogni ceto e ipotizzare l'involuzione di un sistema che si regge, in equilibrio quantomai precario, sui desideri dell'uomo di migliorare il proprio spazio occupato all'interno della società.
Non e' un giallo ma nemmeno un romanzo, per caratteristiche di scrittura e di rappresentazione puo' essere paragonato solo ad un racconto lungo piu' dell'usuale. E' un testo che potremmo dire filosofico-politico e, come già fece Orwell ne "La fattoria degli animali", ogni rappresentante della scala gerarchica preso ad esempio rappresentativo della categoria cui appartiene non viene descritto per le sue qualità intrinseche ma attraverso i suoi difetti e le sue azioni che contribuiscono all'architettura della trama e allo svolgimento delle intenzioni dell'autore.

Quel che differisce dal racconto di Orwell è "l'intenzione". Qui, grazie ai tempi che sono passati, non e' piu' in discussione "l'ignoranza del popolo" ma il punto di partenza è il miglioramento e in particolare che in uno status che potremmo pensare come "un limbo dove tutti sono se stessi, indipendenti da fattori esteriori (famiglia e luogo di nascita e possibilità dettate dalla classe sociale cui si appartiene per nascita stessa - passatemi la ripetizione -)" abbiamo tutti le medesime possibilità di riuscita nel "cambiamento migliorativo delle nostre condizioni di partenza" e che l'appartenenza a questo o a quel ceto e' dato dalle risorse che abbiamo successivamente per nascita o che ci costruiamo intorno. Quindi "Il condominio" di Ballard analizza l'evoluzione del problema ovvero: avendo di partenza tutti le medesime possibilità tutti, oggi, vogliamo le medesime cose che il villaggio globale ci propone come indicatori di qualità di vita e come "status simbol" di chi, a nostro giudizio, non ha piu' nulla da desiderare. Il problema successivo è come arrivarci, non tenendo conto di quelle che sono le evidenti differenze di risorse di cui si dispone e, non meno importante, come arrivarci ovvero modellandosi su quella che, nel nostro immaginario, è la rappresentazione di quello cui ambiamo (questo significherebbe una perdita dei propri valori) oppure, mantenendo le proprie caratteristiche conservandole a rischio di non essere accettati nella mischia di coloro al cui ceto si ambisce di appartenere e sopratutto di apparire una "brutta copia" o una "macchietta" cui si associa il ben piu' fatidioso termine dispregiativo "arricchito"? Come al solito a Ballard, non interessa fornire delle risposte perche', darle, significherebbe probabilmente rendere meno universale lo scritto e aprire un dibattito, sulla condivisione o meno, di queste ultime spostando l'attenzione dall'assunto di base che invece questi 40 piani di edificio propongono in maniera quasi ossessiva.
Anche qui non credo che questo sia il mio ultimo Ballard, ma temo (per le mie finanze!), che proseguiro' nella lettura dei suoi numerosi scritti.

Nonostante sia stato un po' arduo finirlo e' un libro che consiglierei vivamente a chiunque.
Buona lettura e grazie Monica ;)

Nota: per completezza, per chi cercasse la recensione di Orwell cui faccio riferimento, è qui

Il condominio
J.C. Ballard
Feltrinelli editore, ed. 2003
Collana "Universale Economica Feltrinelli"
Prezzo 7,50€


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