tag:blogger.com,1999:blog-1117186346668733525.post889832015390746342..comments2024-01-13T02:25:20.354+01:00Comments on [...] Non domandarci la formula che mondi possa aprirti [...]: "L'incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio", Haruki Murakami - L'inconsistenza del colore incolore...Simona Scravaglierihttp://www.blogger.com/profile/03069473118345534386noreply@blogger.comBlogger2125tag:blogger.com,1999:blog-1117186346668733525.post-62384914168828251562014-07-04T18:27:22.710+02:002014-07-04T18:27:22.710+02:00Probabilmente non sei visionaria, ma il concetto c...Probabilmente non sei visionaria, ma il concetto così come lo ha espresso è applicabile ad un ragazzo fino alla soglia dei trent'anni. Questo è alla soglia dei 40. Tieni conto anche che nella società giapponese non sono ammesse sbavature di sorta e quindi, costui sarebbe un reietto della società, e difficilmente riuscirebbe a trovarsi in una posizione di responsabilità associata ad una depressione cronica. Per contro essendo la società nipponica fortemente orientata al risultato individuale e per natura tradizionale incentrata anche sull'io chiaramente non dovrebbe essere così problematico fare un percorso solitario.<br /><br />Detto ciò, non dico che non ci siano spunti, il problema è come vengono proposti. In una situazione standard nel processo di lettura significato/significante viaggiano di pari passo. Secondo Magris -che ho scoperto pensarla come me-, il significante non sempre, anzi quasi mai è voluto, ma esce a stesura e rilettura ultimata. É in quella fase che l'autore lima e modella il suo lavoro perché il significante che ritiene più consono alla trama esca ancora in misura più netta e sia visibile al lettore. Laddove invece per arrivare al significante si debba fare qualcosa di macchinoso, vuol dire che il significante o non c'è o non è stato adeguatamente evidenziato. <br /><br />In questo caso per me è la prima delle opzioni cioè che, forse per la necessità di fare la pubblicazione, il lavoro non sia stato ultimato a "regola d'arte" e che quindi manchi dell'adeguata profondità che avrebbe potuto aver e e che invece non si evidenzia.<br /><br />Però mi hai ricordato che mi ero ripromessa di inserire la tua recensione così che chi passa di qua possa avere anche un punto di vista diverso dal mio e quindi rimedio subito!<br /><br />Baci Simo :)Simona Scravaglierihttps://www.blogger.com/profile/03069473118345534386noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-1117186346668733525.post-55150254176599699422014-07-04T12:16:34.536+02:002014-07-04T12:16:34.536+02:00Sai cosa penso di questo libro, ne hai letto la re...Sai cosa penso di questo libro, ne hai letto la recensione. Sì, il secondo mistero non viene approfondito e il primo, tra l'altro, sembra quasi "assurdo". Mentre leggevo del motivo per cui il povero Tazaki era stato allontanato pensavo, tra me e me, "Ma davvero degli essere pensanti possono comportarsi così?". E la risposta – giunta nella mia mente quasi a fine lettura – sebbene mi duole ammetterlo, è sì. Possono comportarsi così, se non addirittura peggio e per motivi decisamente meno importanti. <br />Vero anche ciò che dici sull'autocommiserazione di Tazaki, che non fa altro che dire di essere anonimo, incolore, poco interessante. Non c'è nulla di più triste di un uomo che si piange addosso, sono d'accordo. C'è da aggiungere, però, che ho trovato interessante quanto Tazaki comprende in un secondo momento e ossia che ciò che lui percepisce e percepiva di sé non è quanto trasmette al mondo che lo circonda. Questo, sebbene sia un concetto abbastanza semplice e che avrebbe potuto esprimere anche Flavia Vento, mi ha portata a riflettere su quanto, ogni giorno, tendiamo a sminuire ciò che siamo aspirando ottusamente a ciò che, idealmente, vorremmo essere. Credo, probabilmente però è una cosa che ci ho visto solo io che ho l'animo così dolce e romantico da subire l'invidia di un marshmallow, che questo romanzo non voglia raccontare la storia di un gruppo di amici. In effetti, se ci pensi, di questi amici cosa diavolo sappiamo? Quasi nulla. Notizie che potresti apprendere tranquillamente su Google di chiunque dei tuoi vicini, nulla più. Perché la storia non riguarda il gruppo di amici e non riguarda nemmeno la relazione tra Tazaki e Sara. Anzi, credo che Tazaki non sia nemmeno il personaggio principale del romanzo. L'animo di Tazaki, i suoi sentimenti, le sue emozioni, le sue "errate" convinzioni sono i protagonisti di questa storia. E quante volte le "errate" convinzioni sono state protagoniste di un evento importante della mia vita? Tante, troppe volte. Lo sono tuttora. Quindi, niente, è interessante scoprire cosa io ho visto dentro queste 260 pagine che tu non hai nemmeno notato e viceversa, ovviamente. Magari sono visionaria xD Oppure ho troppa fantasia e ho riscritto un libro nella mia mente. Chissà :)Nereiahttps://www.blogger.com/profile/13197207625539816221noreply@blogger.com